Scozia & canzoni scozzesi

[traduzione italiana]
Scozia è la “testa” ovvero la parte più a Nord della Gran Bretagna, è un territorio poco abitato. Per lo più montuosa (Highlands) e disseminata di isole..
Le Lowlands a Sud rappresentano l’area pianeggiante della Scozia formata dalle valli di tre fiumi: il Clyde, il Tay e il Forth. La sua capitale è Edimburgo, ma Glasgow è la sua città più grande.

La cultura gaelica

Il Nord della Scozia è separato anche fisicamente da due grandi massicci quali le Grampians Mountains e il Glen More nan Albin. Le Highlands e le isole hanno conservato la cultura gaelica per secoli e ancora oggi uno stile di vita più antico sopravvive nella quotidianità degli scozzesi: l’orgoglio di appartenenza al clan (molti scozzesi vivono ancora su terre che per tradizione appartenevano ai loro avi), l’uso del gaelico, la musica, le danze e le gare di forza che si rinnovano nei numerosi Raduni annuali.

SOMMARIO

Scozia una panoramica del Territorio

SCOTTISH PRIDE
Burns Night
Clan scozzesi
Tartan&Clan
Hogmanay in Scozia
Saint Andrew’s Day
FESTIVAL
Up Helly Aa (Carnevale nelle isole Shetland)
Beltane Fire Festival Edimburgo

MUSICA
A-Z canti in gaelico
Musicisti
Le Danze Scozzesi
In viaggio per la Scozia con le sue canzoni

MISCELLANEA
Outlander saga (i libri di Diana Gabaldon e la serie TV)
The Battle of Harlaw, ballate e melodie dalla Scozia medievale
Canti dei tessitori scozzesi
The gypsy laddie.. with charme! I Gitani in Scozia
Outlander serie (Diana Gabaldon)
Waulking the Tweed

[English translation]
Scotland is the “head” or the most northerly part of Britain, is a little inhabited territor. Mostly mountainous (Highlands) and scattered with islands…
The Lowlands to the South are the flat area, formed by the valleys of three rivers: the Clyde, the Tay and the Forth.
Its capital is Edinburgh, but Glasgow is its largest city.

Gaelic Heritage

The North of Scotland is also physically separated by two large massifs such as the Grampians Mountains and Glen More nan Albin.
The Highlands and the islands have preserved Gaelic culture for centuries and even today an older way of life survives in the Scots’ everyday life: the pride of belonging to some clan (many Scots still live on lands that traditionally belonged to their ancestors), the use of the Gaelic, the music, the dances and the competitions of strength that are renewed in the numerous annual Gatherings.

LA STORIA
Border affairs
Le Clearences

PERSONAGGI
Robert Burns il Bardo di Scozia
Alexander Carmichael e i Carmina Gadelica
JAMES HOGG
MARJORIE KENNEDY FRASER
Maria Stuarda la Regina di Scozia
CAROLINA OLIPHANT
Charlie Suart “the young Chevalier”
Gli Stuart una questione giacobita
ROBERT TANNAHILL

Scottish Pride

Clan della Scozia

Tra le teorie che vedono l’insediarsi del sistema dei clan in Scozia la più condivisa è quella che lo fa risalire all’anno mille. Furono le “old families” irlandesi nell’Ulster da cui provengono gli Scoti o Scotti, i celti goideli o Gaeli che colonizzarono il Nord della Britannia, e gli diedero il nome di Scozia.

La terra apparteneva già ai feroci e misteriosi Pitti i quali finirono per unirsi con gli invasori, dando vita nell’anno 846 alla prima monarchia dinastica scozzese e il leggendario regno d’Alba governato da Kenneth I Mac Alpin.
I primi due clan in quei tempi erano i Lyons, clan irlandese discendente da Eochu re di Tara e i Galley discendenti dal re vichingo Ingiald di Uppsala.

Di origini normanne sono invece i Clan dei Sinclairs provenienti da St. Clare in Pont d’Eveque che si stabilirono nel Midlothian, Orkney e Caithness e gli Hays (Aberdeenshire e Tweeddale). Vichinghi invece i Mac Dougalls di Lorn eredi diretti dell’ultimo figlio del re Somerled Dubh Ghall e i MacLeods con sede a Skye e Harris discendenti diretti dei re norvegesi di Man e delle North Isles, che si scissero in due grandi clan uno a Skye e uno a Lewis.

Among the theories that see the settlement of the clan system in Scotland the most shared is the one that traces it back to the year one thousand. They are the Irish “old families” in Ulster from which the Scoti or Scotti, the Celtic Goideli or Gaeli who colonized the North of Britain, and gave it the name of Scotland. The land already belonged to the fierce and mysterious Picts who ended up uniting with the invaders, giving life in the year 846 to the first Scottish dynastic monarchy and the legendary kingdom of Alba ruled by Kenneth I Mac Alpin.
The first two clans in those times were the Lyons, an Irish clan descended from Eochu king of Tara and the Galley descendants from the Viking king Ingiald of Uppsala. Of Norman origins are the Clans of the Sinclairs from St. Clare in Pont d’Eveque who settled in Midlothian, Orkney and Caithness and the Hays (Aberdeenshire and Tweeddale). Vikings the Mac Dougalls of Lorn direct heirs of the last son of King Somerled Dubh Ghall and the MacLeods based in Skye and Harris direct descendants of the Nornvegian kings of Man and the North Isles, who split into two large clans one on Skye and one to Lewis.

Tartan&Clan

Il tartan è un panno di lana che esisteva nei tempi antichi, la parola gaelica che lo descrive è breacan ossia “quadrettato” per alludere alla trama a scacchi.
Si ritiene che all’inizio la trama a scacchi fosse di 2 o 3 colori, per diventare sempre più complessi e con i disegni caratterizzati localmente, nella sua “Descrizione delle isole Occidentali della Scozia (1703) Martin Martin scrive “ogni isola differisce dall’altra nel modo di intessere i mantelli creandovi righe di ampiezza e colori differenti. Questa inclinazione è talmente pronunciata nella principale terra delle Highlands che coloro che hanno visitato quei luoghi sono in grado, non appena vedono un plaid di Man di indovinare il luogo di provenienza“. E’ sempre Martin a raccontare che ogni tessitore utilizzava un pezzo di legno sul quale erano incisi il numero e il colore di ogni filo (il bastone modello o maide dalbh) per riprodurre fedelmente il tartan caratteristico di un certo territorio e quindi per estensione di un certo clan. Dopo la battaglia di Culloden agli highlanders fu proibito portare le armi e di indossare il tartan, proprio perchè quel tessuto rappresentava un carattere distintivo del clan e portava in sé il richiamo alla lotta e all’indipendenza. Così alla revoca del divieto risalente al 1785 anche gli Highlanders si erano abituati a vestirsi come gli altri scozzesi: una grande tradizione si era persa, i bastoni modello erano marciti e poco o nulla si conosceva del tartan precedente al 1745. Fu un vezzo del re in visita ad Edimburgo a riportare la moda del tartan distintivo per ogni clan: quando Giorgio IV si recò in Scozia nel 1822 volle indossare il tartan e richiese che anche il popolo presenziasse agli incontri pubblici vestendo il tartan.[continua]

Come vestivano gli Highlanders prima di Culloden?

Berretto blu di lana dalla forma appiattita (con coccarda bianca per i seguaci della casa Stuart) (blue bonnet), una camicia di lino bianca lunga fino alla coscia (che diventava camicia da notte) il grande kilt (belted plaid) e i trews, dei braghettoni corti di lana indossati con calzini alti fino alla coscia. Sopra alla camicia considerata a tutti gli effetti un indumento intimo si portava un gilet e una giacca di lana. Sporran e cintura erano il complemento del kilt sia per tenerlo fisso ai fianchi che per portare vari oggetti. Completava la tenuta un “cravattino” legato al collo più volte (regalo della fidanzata) che offriva anche una minima protezione contro il taglio di una spada. Ai piedi si potevano portare delle solide scarpe con fibbia, stivali o le tipiche gillies in pelle morbida (scarpe aperte simili a sandali che legavano il polpaccio).  
Il Royal Dress Act del 1746, che fu introdotto diversi mesi dopo la Battaglia di Culloden, limitò notevolmente l’uso del vestito (tartan) delle Highland. Certi gruppi di persone, come i nobili, gli uomini che prestavano servizio nei reggimenti delle Highland e le donne, erano però esentati dal divieto.

The Dress Act proclamava “A partire dal primo giorno di agosto, 1747, nessun uomo o ragazzo, all’interno di quella parte della Gran Bretagna chiamato Scozia, tranne chi sarà impiegato come ufficiale e soldato nell’esercito di Sua Maestà dovrà, con qualsiasi scusa, indossare o mettere i vestiti comunemente chiamati Vestiti delle Highland (vale a dire) il plaid, philibeg o il piccolo gonnellino, trowse, le cinture a tracolla o qualsiasi parte di ciò che appartiene in modo particolare all’abito degli altipiani ; e che nessun tartan, o mantella a scacchi deve essere usato per giacche o gilet. Chiunque sia trovato in violazione di queste regole potrebbe essere imprigionato per sei mesi e, se fosse catturato nuovamente, potrebbe essere deportato ai lavori forzati oltremare per sette anni.

Here is described the Highland dressbefore the battle of Culloden: the blue bonnet worn flat across the head (with white cockade for jacobites), loose-fitting thigh-length white linen shirt, which was also considered underwear and was often used as a nightshirt, the great kilt (belted plaid) and the trews (the word originates from the Gaelic for trousers) were short tartan trousers, made of wool and worn with thigh-high socks. On his top half, the man would have worn a waistcoat and a woollen coat or jacket. Sporran and belt were the complement of the kilt both to hold it at the sides and to carry various objects. The dress was completed by a “neckerchief” tied at the neck several times (a gift from his girlfriend) which also offered a a little protection against blades. At the foot you could wear brogues, solid shoes with buckles, riding boots or the typical soft leather gillies (open sandal-like shoes that tied up the calf). The Royal Dress Act of 1746, which was introduced several months after the Battle of Culloden, severely limited the use of the Highland dress (tartan). Certain groups of people, such as the nobles, the men who served in the Highland regiments and women, however, were exempted from the ban.

The Dress Act stated that ‘That from and after the first day of August, one thousand seven hundred and forty seven, no man or boy, within that part of Great Briton called Scotland, other than shall be employed as officers and soldiers in his Majesty’s forces, shall on any pretence whatsoever, wear or put on the clothes commonly called Highland Clothes (that is to say) the plaid, philibeg, or little kilt, trowse, shoulder belts, or any part whatsoever of what peculiarly belongs to the highland garb; and that no tartan, or partly-coloured plaid or stuff shall be used for great coats, or for upper coats’  Anyone found breaking these rules could be imprisoned for six months, and, if they were caught again, they could be sent to a plantation overseas for seven years. [1]

Saint Andrew’s Day

In Scozia il 30 novembre è festa nazionale dedicata a Sant’Andrea: tra i primi umili discepoli di Gesù, visse in Palestina e fu martirizzato sulla croce a Patrasso in Grecia; secondo la leggenda, nel IV secolo un monaco di Patrasso di nome Regulus ricevette da un angelo l’ordine di portare le reliquie del Santo ai limiti estremi del Nord in quella che era allora Alba, la terra dei Pitti. Fu quindi uno dei primi missionari orientali a portare il germe del monachesimo nel mondo celtico.
A Kilrymont, nel Fife, ribattezzata Saint Andrews, dopo il naufragio dell’imbarcazione su cui viaggiava, Regolo costruì un santuario che diventerà la cattedrale di Sant’Andrea, importante meta di pellegrinaggio in epoca medievale (di cui oggi restano solo le rovine), soprattutto dopo il suo più spettacolare miracolo.
Un’altra leggenda narra che il re dei Pitti, Angus mac Fergus, poco prima della sua vittoria nella battaglia di Athelstaneford (747) vide in cielo un Saltire (la croce decussata detta per l’appunto di Sant’Andrea) formato dalle nubi.

Il Saint’Andrew’s Day è giorno in cui gli scozzesi dovrebbero festeggiare il loro orgoglio nazionalistico, ma la festa è poco sentita, contrariamente a quanto accade per la Burns Night o Hogmanay; non ci sono infatti canti, ricette tipiche o consuetudini tradizionali e rituali legate alla festa, ma è ovviamente un’occasione per eventi speciali in cui esaltare la cultura scozzese: esibizioni musicali, balli, appuntamenti gastronomici.[continua]

Personaggi Scozzesi

In ordine sparso i personaggi storici trattati in Terre Celtiche Blog

Robert Burns (1759-1796) il Bardo di Scozia, figlio di poveri contadini del Sud, studioso autodidatta, divenne famoso all’età di 27 anni, poco dopo la pubblicazione della sua prima opera di poesia dal titolo “Poems chiefly in the scottish dialect” (in italiano “Poesie scritte soprattutto in dialetto scozzese”). Spesso assillato dai problemi economici, dedicò la sua vita alla raccolta e alla composizione di canzoni e arie della tradizione, a dissetarsi con il buon whisky e ad amoreggiare con le belle donne.

Biografia di Robert Burns, sue pubblicazioni e collezioni, registrazioni e progetti discografici, archivio dei canti con relativa traduzione italiana in Terre Celtiche Blog. [continua]

Robert Burns

Il ReverendoAlexander Carmichael (1832-1912) girò in lungo e in largo le Highlands e le Isole parlando con le persone comuni affinchè cantassero le loro canzoni e raccontassero il proprio stile di vita. Così li raccolse nel suo libro “Carmina Gadelica”, “inni, incantesimi e magie” della tradizione orale e li tradusse in inglese. [La Keltia editrice ha pubblicato il libro in italiano]

tag carmina-gadelica

Alexander Carmichael

Il principe Carlo Edoardo Stuart (1729-1788) fu l’ultimo della dinastia Stuart a rivendicare il trono di Scozia e Inghilterra. Le sue speranze finirono in un bagno di sangue dei Clan, con la battaglia di Culloden; il Bonnie Prince allora ventiseienne, riuscì a fuggire e a restare nascosto per parecchi mesi, protetto dai suoi fedelissimi, nonostante i pattugliamenti inglesi e la taglia sulla sua testa.
Trascorse il resto della sua vita nell’esilio “dorato” tra Roma e Firenze.

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Carlo Edoardo Stuart

MUSICISTI SCOZZESI

In viaggio per la Scozia con le sue canzoni

Sono qui classificati solo i canti folk o tradizionali scozzesi che in qualche modo descrivono il territorio o esprimono la nostalgia per la propria terra. Per tutta la musica scozzese trattata in Terre Celtiche blog vedere gli Archivi per ordine alfabetico o per argomento.

ARE YE SLEEPIN’ MAGGIE? Paisley
ARRAN BOAT SONG  (isola di Arran)
BESSY BELL AND MARY GRAY Perthshire
BIRKS OF ABERFELDY Perthshire
BRAES OF GLENIFFER Paisley
BRAES O’ KILLIECRANKIE Perthshire
CALEDONIA
Chì mi na mòrbheanna (Loch Leven, Highlands)
COCKLE GATHERER (Eiggs isole Ebridi)
CUILLINS OF RUM (Rum isole Ebridi)
EARL OF JURA (Jura isole Ebridi)
ERISKAY LOVE LILT (Eriskai isole Ebridi)
FAREWELL TO FIUNARY Morvern (Highlands)
FAREWELL TO THE BANKS OF AYR
FLOWERS OF EDINBURGH (Edimburgo)
FLOW GENTLY SWEET AFTON
GALLOWA HILLS Dumfries&Galloway
Gleann Bhaile Chaoil (Loch Leven, Highlands)
GLOOMY WINTER’S NOW AWA’
Griogal Cridhe (Glen Strae, Argyll&Bute)

[1] https://cullodenbattlefield.wordpress.com/2017/03/10/was-tartan-really-banned/

2 Risposte a “Scozia & canzoni scozzesi”

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