Fire & Ice: la danza delle stagioni (Wintersmith)

Fire & Ice è la danza eterna delle Stagioni, il ciclo della vita nel bilanciamento tra fuoco e ghiaccio: “Temimi tanto quanto il Fabbro dell’Inverno. Non siamo tuoi, anche se tu ci dai forme e nomi. Fuoco e ghiaccio siamo, in equilibrio. Non metterti ancora in mezzo a noi ….”[1] così la Summer Lady ammonisce Tiffany nel libro Wintermith di Terry Pratchett.

IL CALENDARIO DEGLI ANTICHI CELTI 

Gli antichi Celti suddividevano l’anno in due parti: la metà oscura (dal 1° novembre a fine marzo) e la metà chiara (dal 1° maggio al fine ottobre) quindi legavano in un’unica stagione inverno e primavera da una parte e estate e autunno dall’altra.

il diagramma della suddivisione dell’anno secondo le due feste celtiche principali Samain e Beltaine che dividono l’anno in due metà quella scura e quella chiara.

Eppure noi oggi percepiamo le stagioni nel binomio estate-primavera contrapposto a autunno-inverno perché siamo abituati a scandire l’anno in base agli equinozi (quello di primavera stabilito d’ufficio al 21 marzo e quello d’autunno al 21 settembre) meravigliandoci di quanto la primavera possa essere ancora una stagione fredda o l’autunno una stagione molto calda.. così abbiamo sfalsato il nostro bio-tempo.

A Masque for the Four Seasons

“Una maschera per le quattro stagioni”

Walter Crane illustra la danza delle stagioni nella sua allegoria pittorica, raggruppandole secondo gli equinozi.

La danza è suonata dal dio Tempo (un vecchio pastore barbuto che è seduto in secondo piano appoggiato ad un albero mentre soffia su un aulos con al fianco una falce e una clessidra), vediamo un fermo-immagine delle quattro nivee fanciulle danzanti mentre eseguono un giro destrorso (in 8 passi che durano… 3 mesi). Nel proseguo della danza (una english country dance naturalmente) la coppia estate-primavera e quella autunno-inverno si scioglierà e estate ed inverno s’incontreranno: quello è il tempo di Beltane e di Samain, quando i due elementari cedono rispettivamente il loro dominio sulla Terra all’altro. Sullo sfondo oltre il boschetto s’intravede la campagna sotto un cielo limpido, con il contadino che ara i campi sulla sinistra e che miete il grano sulla destra.
Le quattro fanciulle sono abbigliate in uno stile classicheggiante avvolte in vaporosi panneggi botticelliani. Una profusione di fiori primaverili ed estivi sbocciano turgidi nel prato antistante mentre Autunno calpesta uno stuolo di foglie ingiallite e porge ad Inverno i grappoli d’uva che diventeranno il vino novello dell’inverno. Dietro alle fanciulle il ciclo vitale di un albero da frutto (potrebbe trattarsi di pesco, un melo o un arancio) carico di fiorellini bianco-rosa in estate e di frutti vellutati in autunno e che diventa completamente spoglio per il riposo invernale.

The Orchard -(Four Season)

Walter Crane ha tratto la sua ispirazione da un arazzo[2] dal titolo “Il frutteto” disegnato da William Morris (inglese, 1834–1896) e John Henry Dearle (inglese, 1860–1932) nel 1890 nel loro laboratorio artigianale in quello che verrà definito lo stile “Art & Crafts”

arazzo “Il frutteto” vedi disegno preparatorio su cartone circa 1880

Nel disegno dei due artisti le quattro fanciulle sorreggono un cartiglio con i quattro versi della poesia composta dallo stesso William Morris. Qui però non c’è dinamismo e le quattro stagioni stanno su una linea frontale, sono abbigliate con abiti in stile alto-medievale (tuniche e stole secondo il gusto bizantino) con estate e inverno alle due estremità. Ai loro piedi un prato con magnifici fiori e alle spalle quattro alberi da frutto nella loro rispettiva stagione, pronti per la raccolta: mele, pere, uva e olive!

Ecco il testo della poesia omonima sulla bellezza e la resilienza del mondo naturale[3]


Midst bitten mead and acre shorn,
The world without is waste and worn,
But here within our orchard-close,
The guerdon of its labour shows.
O valiant Earth, O happy year
That mocks the threat of winter near,
And hangs aloft from tree to tree
The banners of the Spring to be.

traduzione italiana Cattia Salto
Fra l’acidulo idromele(1) e la nuda zolla(2),
il mondo esterno è desolato e logoro,
ma qui, nel nostro frutteto,
ci mostra la ricompensa del lavoro.
O terra valorosa, o anno felice
che schernisci la minaccia dell’inverno vicino,
e svetti da albero ad albero
gli stendardi della futura primavera.

Note
(1) bitten mead è l’idromele mordente (cioè acidulo) che acquista un sapore più pungente sulla lingua; per un buon idromele bisogna saper bilanciare il rapporto acido-dolce che influiscono sul suo sapore secco o dolce[4]
(2) acre shorn letteralmente acro tagliato quindi la nuda zolla

Fire & Ice

La canzone scritta da Rick Kemp per l’album Wintersmith degli Steeleye Span introduce l’eterno alternarsi della ruota dell’anno, il ciclo della vita rappresentato da due forze elementari: il fuoco e il ghiaccio opposti sì, ma con uno un po’ dell’altro: ghiaccio bollente e fuoco freddo solo all’apparenza degli ossimori.

Rick Kemp
[Summer Lady]
I am the breeze that blows
Through everything that grows
I am the blood red rose
In my own season
I am queen of all
I blaze and burn
‘till leaves turn gold and fall
To Autumn ground between us
A season still to pass
Before your ice is silence
And stillness come at last
[Wintersmith]
As forest colour fades
I come so many ways
From cold remembered days
In my own season
I am king of all
In March I bring the gentle spring and cold
Dormant roots to wake and rise
The frosty ground to thaw
Then wait in mountain glacier
‘Til I am needed more
[Chorus]
Fire and Ice never die
But lie ‘til nature’s rides are calling
Wait for the calling
Fire and Ice never die
But lie in waiting wonder
With savage storms and thunder
Fire and Ice never die…

[Wintersmith]
We’re given many keys
To unlock as we please
The furnace or the freeze
In our own season
We are lords of all
We sew our seeds
We build the highest walls
Through long mysterious journeys
To the natural sacrifice
Passions parts
But endless seasons
Spin from Fire to Ice

Traduzione italiana Cattia Salto
[Signora dell’estate]
Sono la brezza che soffia
in tutto ciò che cresce,
sono la rosa rosso sangue.
Nella mia stagione
sono la Regina di tutti,
io ardo e brucio
finché le foglie diventeranno dorate e cadranno
sul terreno dell’Autunno(1) tra di noi,
ancora una stagione da passare,
prima che il tuo ghiaccio sia silenzio
e finalmente arrivi l’immobilità.
[Fabbro d’inverno]
Mentre il colore della foresta svanisce
vengo in così tanti modi
dai freddi giorni ricordati.
Nella mia stagione
sono il Re di tutto.
A marzo porto la dolce Primavera per svegliare a nuova vita le radici infreddolite e addormentate
e scongelare il terreno gelido.
Poi attendo nel ghiacciaio di montagna
finché ci sarà di nuovo bisogno di me
[Coro]
Fuoco e Ghiaccio non muoiono mai
ma ristanno finché il carosello della natura chiama,
aspettano la chiamata.
Fuoco e Ghiaccio non muoiono mai
ma restano nella rivelazione dell’attesa
con tempeste e tuoni selvaggi
Fuoco e Ghiaccio non muoiono mai…

[Fabbro d’inverno]
Ci vengono date molte chiavi
per sbloccare a nostro piacimento
la fornace o il congelamento.
Nella nostra stagione
siamo signori di tutto.
Facciamo germogliare i nostri semi
costruiamo i muri più elevati
per lunghi viaggi misteriosi
verso il sacrificio naturale
le passioni si dividono
ma le stagioni, senza fine,
passano dal fuoco al ghiaccio.
NOTE
Commenta Giorgio Gregori interpellato per dare un senso alla traduzione dell’ultima strofa “ogni stagione al suo interno vorrebbe fare quello che le pare, anche se ci sono sempre imprevisti, e alla fine comunque il cerchio delle stagioni è un po’ come l’avvicendarsi eterno delle passioni, infinito“.

[1] “Provò com’era essere la brezza che attraversa il grano verde in un giorno di primavera, il maturare di una mela, il saltare le rapide del salmone: le sensazioni arrivarono tutte insieme e si fusero in un’unica, grande, scintillante emozione estiva giallo oro .. che diventava più calda. Adesso il sole diventava rosso in un cielo ardente. Tiffany fluttuava nell’aria come olio caldo nella calma rovente dei profondi deserti, dove muoiono anche i cammelli. Non c’era nessun essere vivente. Niente si muoveva tranne la cenere.
Andò alla deriva lungo il letto di un fiume in secca, con ossa di animali di un bianco candido sulle rive. Non c’era fango, non una goccia di umidità in quella fornace terrestre. Questo era un fiume di pietre: agate striate come gli occhi di un gatto, granati sparsi, i noduli di agata con i loro anelli colorati, pietre marroni, arancioni, bianco crema, alcune con venature nere, tutte lucidate dal calore.
“Ecco il cuore dell’estate”, sibilò la voce della Signora dell’Estate.
Temimi tanto quanto il Fabbro dell’Inverno. Non siamo tuoi, anche se tu ci dai forme e nomi. Fuoco e ghiaccio siamo, in equilibrio. Non metterti ancora in mezzo a noi ….” tradotto da https://ebooks.rahnuma.org/krizma/1-Uncatagorized/Wintersmith.pdf
[2] Ritenuto da Morris l’artigianato più utile, l’arazzo fece rivivere una forma che fiorì durante il Medioevo, quando era l’arte pittorica più apprezzata e costosa in Europa. I tessuti pesanti e intrecciati avevano lo scopo pratico di isolare le stanze piene di spifferi delle case premoderne, abbellendo allo stesso tempo quegli spazi e spesso fornendo messaggi sulla vita virtuosa. https://www.learner.org/series/art-through-time-a-global-view/domestic-life/the-orchard-also-called-the-seasons/
per ammirare l’opera in ogni dettaglio https://collections.vam.ac.uk/item/O72515/the-orchard-tapestry-morris-william/
[3] https://allpoetry.com/The-Orchard
[4] tutto quello che vorresti sapere sulla preparazione dell’idromele
https://ontanomagico.altervista.org/idromele.htm
https://www.bjcp.org/exam-certification/mead-judge-program/studying-for-the-mead-exams/mead-exam-study-guide/7-balance-in-mead/

https://ontanomagico.altervista.org/feste-celtiche.html
https://bifrost.it/CELTI/4.Eriuiltempoelospazio/02-Tempo.html

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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