Galizia alla Fine della Terra

Galizia, terra di Galli, prende il nome da una tribù ivi stanziata nell’età del ferro; sto parlando della Galizia in Spagna e non della Galizia nell’Europa centrale; secondo alcune teorie furono proprio i Celtiberi a lasciare le coste nordiche della Spagna per colonizzare le isole britanniche sbarcando così in Irlanda. Ma nel Medioevo furono gli Svevi (i popoli che abitavano anticamente la Germania) a spartirsi ciò che restava dell’impero romano, cedendo poi il terreno ai Visigoti (popoli di origine scandinava). E così galego diventa sinonimo di biondo. Annessa infine al regno asturiano-leonese ebbe (e ha ancora) il suo fulcro cristiano a Santiago de Compostela ritenuto il luogo di sepoltura dell’apostolo Giacomo uno dei tre grandi luoghi di pellegrinaggio accanto a Roma e Gerusalemme.

[traduzione inglese]
Galicia, land of Gauls, takes its name from a tribe settled there in the Iron Age; I’m talking about Galicia in Spain and not Galicia in central Europe; according to some theories it was the Celtiberian people who left the northern coasts of Spain to colonize the British Isles thus landing in Ireland. But in the Middle Ages there were the Swabians (the peoples who inhabited formerly Germany) to divide what remained of the Roman Empire, then giving the land to the Visigoths (peoples of Scandinavian origin). And so galego becomes synonymous with blond. Finally annexed to the Asturian-Leonese kingdom it had (and still has) its Christian fulcrum in Santiago de Compostela considered the burial place of the apostle James one of the three great places of pilgrimage next to Rome and Jerusalem.

Galizia

SOMMARIO

IL CAMMINO POLITICO DI SANTIAGO
La SPAGNA VERDE (GREEN SPAIN)
CITTA’ FORTIFICATE (HILLFORT)
GALLEGO
LA ROSA DEI VENTI
LA MUSICA TRADIZIONALE GALIZIANA
GRUPPI MUSICALI

IL CAMMINO POLITICO DI SANTIAGO

Siamo alle solite contraffazioni della Chiesa cattolica che al posto del Vescovo cristiano Prisciliano (fedele al Cristianesimo originale rivisitato da Druidi e Mistici convertiti) in odore di eresia e della folla di pellegrini che continuava a venerarlo, crea la leggenda del solito fedele che dietro ad una scia di stelle scopre il corpo dell’apostolo Giacomo.

In Galizia, e precisamente a Compostella, si tento’ di farla finita con le sequele di una tradizione imbarazzante per il cattolicesimo: il priscillianismo. Priscilliano fu il primo cristiano ucciso dai Cristiani, nel 385, decapitato a Treviri, e trasportato poi il suo corpo dai suoi discepoli in un luogo sconosciuto della Galizia, dove il suo culto si radico’ profondamente. E cosi’, come in molte altre occasioni, la Chiesa ha cercato poi di utilizzare l’apostolo san Giacomo per ricristianizzare una tradizione (eretica), il priscillianismo, che non aveva potuto estirpare né con la spada né con il fuoco.(continua)

Here have the usual counterfeits of the Catholic Church that instead of the Christian Bishop Prisciliano (faithful to the original Christianity revisited by Druids and converted Mystics) creates the legend of the trail of stars to show the body of the apostle James.

conchiglia di San Giacomo

In Galicia, and precisely in Compostella, they tried to do away with the sequelae of an embarrassing tradition for Catholicism: priscillianism. Priscillian was the first Christian killed by the Christians, in 385, beheaded in Trier, and then transported his body by his disciples to an unknown place in Galicia, where his cult took root. And so, as on many other occasions, the Church then tried to use the apostle St. James to re-Christianize a (heretical) tradition, priscillianism, which had not been able to eradicate either with the sword or with the fire. (see more)

LA SPAGNA VERDE (GREEN SPAIN)

Oggi la Galizia è una regione storico-amministrativa autonoma della Spagna di cui costituisce l’estremo lembo nord-occidentale, suddivisa nelle province di La Coruña, Lugo, Orense e Pontevedra.
E’ un territorio montuoso la cui popolazione è concentrata lungo la costa e in poche città dell’interno; la costa atlantica è modellata in fiordi che qui si chiamano rias, a sud le Rías Baixas ( rias basse) mentre a nord di Fisterra (Finisterre) sono le Rías Altas. E’  una terra ricca di siti e testimonianze megalitiche e celtiche.
Si parla lo spagnolo e il galiziano, la lingua celtiberica si è estinta alle soglie del Medioevo. I costumi sono più vicini ai paesi affacciati sull’altantico come Bretagna, Irlanda e Scozia, che al resto della Spagna da cui è separata dalla corona dei monti.

Today Galicia is an autonomous historical-administrative region of Spain, of which it is the extreme north-western border, divided into the provinces of La Coruña, Lugo, Orense and Pontevedra.
It is a mountainous territory whose population is concentrated along the coast and in a few cities in the interior; the Atlantic coast is modeled in fjords which are here called rias, to the south the Rías Baixas (low rias) while to the north of Fisterra (Finisterre) are the Rías Altas. It is a land rich in megalithic and Celtic sites and testimonies.
They speak Spanish and Galician, the Celtiberian language has become extinct on the threshold of the Middle Ages. The costumes are closer to the countries overlooking the Atlantic like Brittany, Ireland and Scotland, than to the rest of Spain from which it is separated from the crown of the mountains

CITTA’ FORTIFICATE (HILLFORT)

Il Castro di Santa Tecla, presso la località galiziana di La Guarda (Pontevedra) è l’esempio più rappresentativo, su un luogo elevato un reticolo di abitazioni in pietra dalla pianta circolare e con tetti di paglia. Le leggende tramandate narrano che creature magiche abitavano questi fortini: i mouros e le mouras: “..esseri dalla pelle chiara e i capelli biondi, dotati di poteri fantastici e custodi di un magnifico tesoro. Nelle parole di Xosé M. González, autore di Leggende galiziane della tradizione orale (Galaxia, 2001) “sembra evidente che in Galizia il mouro è stato associato allo strano e all’antico, convertendo così i mouros della tradizione dei castri in una specie di tribù magica a cui si attribuiscono fenomeni sovrannaturali”. Le leggende galiziano-portoghesi descrivono le mouras come esseri femminili dotati di grande bellezza, associati a differenti simboli, come quello del mito del serpente. Le mouras si trovano vicino all’acqua, dove lavano, tessono o si pettinano con pettini d’oro.” (tratto da qui)

The Castro of Santa Tecla, in the Galician locality of La Guarda (Pontevedra) is the most representative example, on a high place a lattice of stone houses with a circular plan and with thatched roofs. The legends handed down narrate that magical creatures inhabited these forts: the mouros and the mouras: “… fair-skinned beings and blond hair, endowed with fantastic powers and custodians of a magnificent treasure. In the words of Xosé M. González, author of Galician Legends of Oral Tradition (Galaxia, 2001) “it seems clear that in Galicia the mouro was associated with the strange and the ancient, thus converting the mouros of the tradition of the castri in a kind of magical tribe to which supernatural phenomena are attributed “. The Galician-Portuguese legends describe mouras as female beings endowed with great beauty, associated with different symbols, such as the myth of the serpent. The mouras are found near the water, where they wash, weave or comb with golden combs. “(Taken from here)

GALLEGO (Galician)

Per i linguisti, la lingua galiziana (o gallego) è una variante del portoghese evoluta separatamente da quando, nella divisione della penisola iberica, la Galizia è rimasta alla Spagna. E il suono nasale del gallego viene attribuito a un sostrato celtico.

La poesia trovadorica medievale che altrove si espresse in occitano qui preferì declinare la propria lingua volgare ossia il galiziano-portoghese. Non che non mancassero i legami con la cultura occitana, ma evidentemente c’era già una forte tradizione lirica autoctona, che finì per improntare anche la nuova poesia dell’amor cortese.
Relegato a dialetto contadino solo nell’Ottocento il gallego rinasce come lingua poetica e nel Novecento è la lingua degli avanguardisti. Con la Costituzione Spagnola del 1978 la Galizia ha potuto inserire nelle scuole lo studio della sua lingua regionale.

Ogni tanto in Terre Celtiche Blog mi soffermo su un brano di musica medievale (il Blog era inizialmente una diramazione del sito web Terre Celtiche e Medioevo).

Cantigas de Santa Maria attribuite a Alfonso X il Savio re di Castiglia (la Spagna cattolica) e risalenti al XII-XIII secolo furono scritte in galiziano-portoghese.
Non é Gran Cousa
Rosa Das Rosas
Santa Maria Strela do dia

By linguists, the Galician language is a variant of the Portuguese evolved separately from when, in the division of the Iberian Peninsula, Galicia remained in Spain. And the nasal sound of the Galician is attributed to a Celtic substratum.

Medieval poetry that elsewhere expressed in Occitan here preferred to decline its own vernacular language, that is, the Galician-Portuguese. Not that the links with the Occitan culture were not lacking, but evidently there was already a strong autochthonous lyric tradition, which characterised the new poetry of courtly love.
Relegated to the peasant dialect, only in the nineteenth century the Galician is reborn as a poetic language and in the twentieth century is the language of the avant-garde. With the Spanish Constitution of 1978 Galicia was able to include in the schools the study of its regional language.

Mercedes Peòn e il video sulla Galizia

I
Marabillo-me da terra
marabilla, marabilla, é o mare,
marabillo-me das flores,
marabilla, marabilla son as cores.
II
Marabillo-me dos nenos
marabillan-me os ollares,
marabillo-me dos vellos
saberuría a raudales.
III
Se quero escoitar a beleza ao meu redor
escoitarei o meu propio son,
se quero escoitar o universo ao meu redor
escoitarei o meu propio son….
IV
Marabillo-me das árbores
dos seus froitos, dos sabores,
se quero escoitar a beleza ao meu redor
escoitarei o meu propio son
traduzione italiana Cattia Salto
I
Mi meraviglio della terra
meravigliosa, meraviglioso è il mare,
mi meraviglio dei fiori
meravigliosi, meravigliosi sono i colori
II
Mi meraviglio dei bambini,
mi meravigliano i loro sguardi
mi meraviglio dei vecchi
saggezza in abbondanza
III
Se voglio sentire la bellezza intorno a me
ascolterò il mio suono,
se voglio sentire l’universo intorno a me
ascolterò il mio suono
IV
Mi meraviglio degli alberi,
i loro frutti, i loro sapori
Se voglio sentire la bellezza intorno a me
ascolterò il mio suono

LA ROSA DEI VENTI (COMPASS ROSE)

A La Coruña sotto la Torre d’Ercole – un faro d’epoca romana simbolo della città- possiamo ammirare l’istallazione di Javier Correa, realizzata nel 1952: è un gigantesco mosaico di granito, ardesia e vetro omaggio alle popolazioni celtiche idealmente riunite sub rosa; la Galizia è raffigurata dalla conchiglia di Santiago (capasanta) e mentre i simboli per Irlanda (trifoglio), Scozia (cardo), Isola di Man (triskele), Galles (il drago alato), Bretagna (armellino araldico) sono chiaramente identificabili, sono un po’ perplessa sul simbolo usato per la Cornovaglia: personalmente ci vedo la stilizzazione del Graal (il sacro calice contenente il sangue di Gesù) portato da Giuseppe d’Arimatea in Cornovaglia.
L’ottavo simbolo è un teschio appoggiato su una tibia e la scritta che si legge alla rovescia è Tarsis: verrebbe da pensare alla Sardegna, senonchè il riferimento è Gerione il primo re mitologico di Tartesso (attuale Andalusia) a cui Ercole rubò il bestiame. Ma il mito si sovrappone ad un altra leggenda che vuole essere Gerione un gigante ucciso da Ercole e sulla cui tomba costruì la Torre di Ercole a La Coruña.

il mosaico di Javier Correa sotto la Torre di Ercole a La Coruña.

In La Coruña under the Tower of Hercules – a Roman lighthouse that symbolizes the city- we can admire the installation of Javier Correa, built in 1952: it is a gigantic mosaic of granite, slate and glass tribute to Celtic peoples ideally gathered together “sub rosa”; Galicia is depicted by the conch of Santiago (scallop) and while the symbols for Ireland (clover), Scotland (cardo), Isle of Man (triskele), Wales (the winged dragon), Brittany (heraldic ermine) are clearly identifiable, we are a bit perplexed on the symbol used for Cornwall: personally I see the stylization of the Grail (the sacred cup containing the blood of Jesus) brought by Joseph of Arimathea in Cornwall.
The eighth symbol is a skull resting on a tibia and the inscription that reads upside down is Tarsis: one would think of Sardinia, but the reference is Gerione the first mythological king of Tartesso (current Andalusia) to which Hercules stole the cattle. But the myth overlaps with another legend in which Gerione was a giant killed by Hercules and on whose tomb he built the Tower of Hercules in La Coruña.

LA MUSICA TRADIZIONALE GALIZIANA

A metà degli anni 80 l’Europa sembra accorgersi della musica galiziana: con l’album Santiago (1996) i Chieftains recano un grosso omaggio alla musica galiziana, si parte dalla Galizia e si arriva nei Caraibi, toccando i luoghi in cui i galiziani sono emigrati, seguendone il cammino per i Paesi Baschi, Portogallo, Messico, Guadalupe, Stati Uniti e Cuba; i Chieftains si affiancano così ai grandi musicisti portatori della musica galiziana, il giovane gaitero Carlos Nunez, i californiani di origine messicana Los Lobos, Linda Ronstadt e Ry Cooder..

In the mid-80s Europe seems to notice the Galician music: with the album Santiago (1996) the Chieftains bear a big tribute to Galician music (from Galicia to the Caribbean), touching the places where the Galicians are emigrants, following the path for the Basque Country, Portugal, Mexico, Guadalupe, United States and Cuba; the Chieftains are thus joined together the great Galician musicians: the young gaitero Carlos Nunez, the Californians of Mexican origin Los Lobos, Linda Ronstadt and Ry Cooder..

Lo strumento popolare per eccellenza della Galizia è la gaita cioè la cornamusa galiziana suonata sia singolarmente che accompagnata da strumenti percussivi, la tipica formazione bandistica è il “cuarteto de gaitas” formato da due gaite (nella stessa tonalità che suonano la melodia per terze o per seste) accompagnate da una grancassa (il bombo) e da un tamburino rullante. Talvolta si aggiunge la pandereta ( tamburello a cornice) e il suono prodotto dallo sfregamento delle conchiglie di San Giacomo o delle castagnette.

La gaita accompagna il canto ma per lo più suona marce processionali legate ai culti rituali, e accompagna le danze, come la muiñeira in 6/8 e l’alborada in 4/4. L’origine di queste danze popolari sono da rintracciarsi nelle danze colte rinascimentali e nella rilettura popolare del minuetto, ma le muiñeiras ricordano anche  le tarantelle del nostro sud italiano (non dimentichiamo che il regno di Spagna dominò il Sud d’Italia dal 1550 fino al 1713)

Orbene anche alla musica tradizionale galiziana è stata appiccicata l’etichetta di musica celtica (si prega di leggere attentamente il mio articolo introduttivo sulle nazioni celtiche ) e nel mese di Luglio a Ortigueira si svolge (dal 1978) il Festival internazionale del mondo celtico

The popular instrument par excellence of Galicia is the gaita that is the Galician bagpipe played either singly or accompanied by percussion instruments, the typical band formation is the “cuarteto de gaitas” formed by two gaite accompanied by a bass drum  and a snare drum. Sometimes we add the pandereta (tambourine with a frame) and the sound produced by the rubbing of the shells of San Giacomo or the castanets.

The gaita accompanies the song but mostly plays processional marches related to ritual cults, and accompanies the dances, like the muiñeira in 6/8 and the alborada in 4/4. The origins of these folk dances are to be found in the cultured Renaissance dances and in the popular re-reading of the minuet, but the muiñeiras also recall the tarantellas of southern Italian (do not forget that the kingdom of Spain dominated the south of Italy from 1550 until 1713).

So the traditional Galician music is Celtic music (please read carefully my introductory article on the Celtic nations) and in July in Ortigueira takes place (since 1978) the International Festival of the Celtic world

GRUPPI MUSICALI

Avalon Folk
Berrogüetto

Xosè Manuel Budiño
Emilio Cao
Doa
Fia Na Roca
Luar na Lubre
Menades
Milladoiro
Na Lúa
Carlos Nuñes
Os Cempés
Cristina Pato
Susana Seivane
Xeque Mate

REPORTAGE

Galiza: la Spagna che non ti aspetti di Vincenzo Di Nuzzo
( rimando alla lettura di tutto l’articolo sul suo viaggio corredato da strepitose fotografie)
Le Isole Cíes sono parte del Parco Nazionale delle Isole Atlantiche della Galizia, insieme all’arcipelago delle Isole di Ons, Cortegada e Sálvora.. L’accesso alle isole è regolamentato da norme mirate alla tutela e alla conservazione dell’ambiente che ne consentono la fruibilità solo per alcuni giorni l’anno (a Pasqua, nei fine settimana di Maggio, e da Giugno a Settembre) e per un massimo di 2200 visitatori al giorno. L’unico servizio di pernottamento sulle isole è offerto da un campeggio che concede la possibilità di prenotare una piazzola o di affittare una tenda in loco, entrambe per una permanenza non superiore ai 15 gg. Per il resto soltanto un ufficio informazioni, quello della croce rossa e della forestale, un ristorante e… null’altro..Una volta sbarcati sulle isole, la sensazione è quella di essere stati catapultati in un luogo fuori dallo spazio e dal tempo, dove la natura si manifesta con forza, dove il silenzio è rotto solo dal canto di centinaia di gabbiani che qui pare costituiscano una delle più grandi colonie della Spagna. Ciò che salta all’occhio e fa da benvenuto è la lunghissima ( più di 1 km) spiaggia di Praia de Rodas, il cui aspetto rimanda a spiagge caraibiche d’oltreoceano. Il suo lungo arenile di sabbia finissima e bianchissima collega l’Isola di Monteagudo con quella del Faro. A farle da contorno acqua cristallina, dune, un lago salato, boschi. Sembrerebbe non mancare nulla a quella che il celebre quotidiano britannico, The Guardian, nel 2007, ha definito la “..spiaggia più bella del mondo” .  (tratto da qui)

 LINK
http://ontanomagico.altervista.org/nazioni-celtiche.html
http://ontanomagico.altervista.org/strumenti-antichi-celti.html
http://www.camminando.eu/wordpress/il-cammino-di-santiago-la-storia-e-le-leggende/

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