Weaver Songs (I canti dei tessitori)

C’è un discreto filone in merito alle canzoni tradizionali sui tessitori (per lo più di origine scozzese). Le prime canzoni riflettono le metodiche della lavorazione con il telaio manuale, quando i tessitori di professione erano artigiani, ben pagati e orgogliosi del loro mestiere. Alla fine del XVIII secolo però con l’invenzione dei telai a vapore e il prevalere delle macchine sulla forza lavoro la figura professionale del tessitore si è man mano dequalificata.

[English version]
Weaver songs are a decent strand of folk songs about weavers (mostly of Scottish origin). The first songs reflect the methods of working with the manual loom, when the professional weavers were artisans, well paid and proud of their craft. At the end of the 18th century, however, with the invention of steam looms and the prevalence of machines over the workforce, the professional figure of the weaver gradually became disqualified.

SOMMARIO
Quando Berta filava
The Weavers
La dequalificazione del lavoro
Rinomati centri di tessitura in Scozia
A-Z list Weaver Songs

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L’arte della tessitura è un arte femminile, in cui si mescolano sapienza e magia, e tutto ha inizio con un fuso, un semplice bastoncino di legno sagomato opportunamente e manovrato con un movimento ritmico e costante in modo che la lana grezza (o la fibra vegetale) si trasformi in filo.
La conocchia (o rocca) e il fuso sono gli antenati del filatoio a ruota, tuttora utilizzati dalle donne del Sud-Italia (ovvero ancora nel XX secolo).

Nel quadro di William-Adolphe Bouguereau, La filatrice la ragazza tiene al braccio sinistro la conocchia o rocca sulla quale è messa la lana che è stata precedentemente cardata, e con la mano destra aziona il fuso imprimendo un movimento rotatorio (tipo yo-yo), è la fusaiola (una rotula) per lo più in terracotta (ma anche in legno) che mantiene la rotazione del fuso; in modelli ancora più semplici il fuso è composto in un unico pezzo di legno svasato al centro come se fosse una trottola (detto lucignolo).

QUANDO BERTA FILAVA

The Spinning Wheel, c.1855 (oil on panel)

Il filatoio (più impropriamente detto arcolaio), in inglese detto spinning wheel, viene introdotto successivamente come evoluzione volta a velocizzare la lavorazione. Il filatoio a ruota o filarello o mulinello o filatoio ad alette , è caratterizzato dalla presenza di una ruota azionata con pelali che avvolge il filo attorno al rocchetto, ovvero è la ruota che ora fa girare l’aspo (detto reel in inglese) -che imprime nello stesso tempo una torsione al filo – e la spoletta attorno alla quale si avvolge il filo, non più la mano.

Filatoi a ruota esistevano già nel Medioevo azionati a mano e largamente diffusi in Inghilterra nel XV secolo (Jersey wheel).
La più antica documentazione di filatura col fuso ad alette (mulinello) è del 1480, ma è stato Leonardo Da Vinci a perfezionare il meccanismo con l’invenzione delle alette e dei guidafili, punto di partenza delle moderne macchine per filare (principi introdotti in Inghilterra solo nel 1794). 
Per torcere insieme più fili ottenuti dal filatoio e avvolti intorno alla spoletta, si passavano al torcitoio (detto anche aspo da torcitoio) che produceva le matasse.

THE WEAVERS

Anticamente tessere come tante altre attività “domestiche” era un lavoro delegato alle donne, inquadrato poi nelle corporazioni medievali e con il perfezionarsi del sistema “telaio”, e le sostanziali innovazioni tecnologiche  con il passaggio ai telai orizzontali, l’attività del tessitore venne riservata agli uomini, non che le donne non fossero in grado di sopportarne la fatica, ma svolgevano ruoli più marginali della catena tessile come la cardatura e la filatura.

miniatura
(nella miniatura vediamo la donna addetta alla cardatura mentre è l’uomo che manovra il telaio: l’introduzione del pedale risale al 1250).

All’inizio erano i contadini stessi che filavano e tessevano la lana nel periodo invernale il contadino tesseva con il telaio domestico, mentre sua moglie filava e i figli cardavano la lana. I prodotti finiti erano poi acquistati da mercanti, che si recavano regolarmente nei villaggi rurali, e che li rivendevano nelle città.

LA DEQUALIFICAZIONE DEL LAVORO

Con le prime macchine per filare e tessere azionate a vapore si passò alla produzione e alla logica della fabbrica in cui il lavoratore diventa un operaio salariato e non è più un artigiano. Con la meccanizzazione sono le donne (e i bambini) a trovare maggiormente impiego nelle fabbriche perchè pagate meno di un uomo; la produzione viene concentrata in cittadine che crescono a dismisura attirando nuova popolazione ( e i lavoratori sono costretti a vivere in quartieri operai per lo più miseri e malsani… )

citta_nera

La rivoluzione industriale inglese del 700 si è subito appropriata del processo tessile e ha meccanizzato la produzione dei filati e della tessitura: in particolare le prime industrie tessili sfruttavano l’energia cinetica dell’acqua (e il vapore poi) ed erano costruite vicino ai fiumi, così a Dundee in Scozia le “jute mills“, i grandi filatoi industriali per trasformare la fibra della juta in filato, nel 19° secolo davano lavoro a 50.000 operai. Le macchine producevano senza bisogno di interruzioni e gli operai erano sottoposti a turni di lavoro di 16 ore, in ambienti malsani e rumorosi, con una sola pausa per il pranzo. Per aumentare l’efficienza e non perdere tempo, l’intervento umano era relegato in una singola fase del lavoro per lo più svolto da donne e bambini.

Solo nel 1833 la legge impose di non far lavorare bambini di età inferiore ai 9 anni; le ore di lavoro vennero ridotte a 12. Agli inizi del 900 le ore erano diventate 10 e si lottava per le otto ore! (vedi)

RINOMATI CENTRI DI TESSITURA IN SCOZIA

DUNDEE è una cittadina vicino ad Edimburgo conosciuta come “Jutopolis” con una sessantina di juta mills che ancora agli inizi del 900 impiegavano 50.000 lavoratori; l’ultima fabbrica ha chiuso nel 1997, adesso la juta è lavorata in India e non resta più nessun edificio a ricordare il passato tranne il Verdant Works Jute Mill trasformato in un museo sui processi di trasformazione della juta da fibra a tela e cordame.

GLASGOW (Calton) Calton è un villaggio-comunità di tessitori inglobato a Glasgow all’inizio del 20° secolo, noto per essere stato il luogo del primo sciopero operaio nel 1787 e teatro di ulteriori proteste durante l’800.

PAISLEY nel Renfrewshire, rinomato centro tessile specializzato nella lavorazione del filo di seta e di cotone. I tessitori erano molto abili e con l’introduzione del telaio jacquard (1804) riuscirono a produrre disegni sempre più elaborati, sono rinomati soprattutto per la produzione di scialli con disegno Kashmir ( e che venivano esportai per il mercato indiano) diventati di moda dopo che la giovane regina Vittoria ne sfoggiò uno (Paisley shawls). Ma nel 1700 i tessitori svolgevano il loro lavoro ancora in modo artigianale, su telai manuali e nelle tipiche abitazioni casa-bottega.

Sma’ Shot Cottages -Paisley
una tipica casetta di tessitori del XVIII secolo, originariamente costruita negli anni ’50 del Settecento.

https://paisley.is/visit/sma-shot-cottages/

http://www.sorbie.net/stonehouse_weavers.htm

A-Z list Weaver Songs

FONTI
http://digilander.libero.it/moses/rivindu7.html

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