Folletti benevoli e dispettosi del Piemonte/Valle d’Aosta

Lë Spìrit Folèt (In francese Esprit follet -lutin) o più semplicemente Folèt è il temine piemontese con cui si indicano le creature fatate che vivono più a stretto contatto con gli umani. Spiritello che può essere incorporeo (come foco fatuo) o che può assumere piccole sembianze umanoidi, il folletto campagnolo del folklore che si diverte ad annodare le code e le criniere dei cavalli, a rubare il latte alle mucche, a portare scompiglio nel fienile e nella dispensa.
In genere il folletto si prende gioco degli umani, ma senza nuocere veramente, anzi talvolta può compiere grandi atti di generosità versi gli animi onesti e gentili, come eseguire al posto loro dei lavori in casa o nei campi, oppure lasciare doni preziosi. (Cattia Salto)

Le Spìrit Folèt è una canzone piemontese erotico-satirica composta da Angelo Brofferio e inclusa nell'”Antologia della Canzone popolare piemontese tra Settecento e Novecento” a cura di Michele Straniero.
Interpretata da Fausto Amodei, Gipo Farassino e Roberto Balocco. [scheda in Terre Celtiche Blog Lë Spìrit Folèt]

Roberto Balocco in “Guarda ‘l mond e fà d’ canson – Omaggio a Angelo Brofferio” nel 2010

Arfari: esseri acquatici conosciuti soprattutto nel bacino della Dora Riparia. Sono sostanzialmente simili ai folletti benefici meno che nella statura che non è minuscola.
Sono detti anche Alai e presiedono alla vita delle acque, nelle quali vivono e dalle quali escono per aiutare chi si trova in difficoltà o al lavoro; soprattutto aiutavano un tempo le lavandaie, alle quali si sostituivano perfino svolgendo le attività più gravose o riportando i panni che la corrente aveva travolto.

Barabio: folletto molto brutto diffuso soprattutto nelle Langhe ma anche nel resto della provincia di Cuneo. Ha l’abitudine di inseguire e, grazie al suo aspetto demoniaco, spaventare i bambini, in particolar modo quelli che non tornano a casa prima del tramonto.
Questa creatura del Piccolo Popolo assolve perciò la funzione di spauracchio nelle favole raccontate dai genitori. Simile al Barabio, sempre in Piemonte (soprattutto nelle valli valdesi), vive Lou Barabicchou, chiamato così per la barba caprina che porta sul mento.
Come il suo “collega”, anche lui adora spaventare i bambini e viene annoverato tra i folletti più dispettosi della regione. Però come tutti gli esseri incantati della sua stirpe, cambia repentinamente umore, trasformandosi in un buon compagno di giochi per bambini in tenera età.

Bérlic: folletto dalle caratteristiche ambigue, diffuso in Valle d’Aosta.
Durante la notte assume la forma di un’ombra, e penetra nelle stalle rendendo la vita difficile a mucche e capre. Una volta scoperto, si fissa al soffitto sotto forma di una luna splendente.

Ciappin: folletto diabolico che imperversa in Lombardia e Piemonte nei boschi di castagne.
Una testimone racconta: “il bosco era grande, dovevo attraversarne un pezzetto per andare da mia cugina. Stava facendo buio e lui era là, sotto il suo albero. Mi guardava.
Ti giuro che mi sono venuti i brividi, era, come dire, strano… Non perché era piccolo, come un bambino di cinque, sei anni, ma perché era tutto sbagliato. Non aveva le gambe, le braccia al posto giusto…Era tutto sporco di terra, come se fosse appena uscito da qualche buco. E le unghie, poi…”

Crüsc: piccoli folletti di indole benevola diffusi soprattutto sulle Alpi Lepontine piemontesi.
Chiamati anche Ometti, sono alti più o meno come un bambino di tre anni, hanno le dita dei piedi accavallate e sono molto forti. Amano rubacchiare nelle dispense degli alpeggi, ma spesso in cambio del cibo lasciano monete o pezzi d’oro. Come tutti i Folletti sono molto permalosi e possono arrabbiarsi per un nonnulla. Per non incorrere nella loro ira basta fingere di non vederli, l’indifferenza è sempre la migliore arma per liberarsi dei Folletti dispettosi.

Cugnet: folletto leggero come l’aria che di notte vola sopra le case con una clessidra e un sacchettino contenente una fine polvere magica che sparge sugli occhi dei bambini per farli dormire e ispirare loro dolci sogni. (vedi l’Omino dei Sogni)

Cules: folletto piemontese che ha le sembianze di una fiammella danzante. Non provoca grandi danni, ma disturba le galline nei pollai, fa abbaiare i cani di notte e compie altri piccoli dispetti. Spesso è considerato uno degli aspetti che assume il Servan (vedi).
A Savigliano (CN) viene chiamato Cùleis

Esprit Follett: diffusa genia di folletti abitanti nella Valle d’Aosta e nel sud della Francia. Su di loro è viva una curiosa tradizione popolare: si racconta che in particolari periodi dell’anno, durante le bufere più violente, le stalle vengano assalite da questi spiriti Folletti che si divertono a liberare le mucche e a farle correre sotto la pioggia fino a condurle in luoghi lontani, di cui non è dato sapere l’esatta locazione, per riportarle poi nelle stalle dopo qualche ora; altre volte si limitano a mungerle e a rubare il latte.

Ghignarello: benevoli Folletti vercellesi che amano far divertire i bambini con i più disparati giochi. Talvolta aiutano le mamme comparendo di colpo ai bambini piangenti e con smorfie e buffonerie li fanno passare dal pianto al riso. Si mantengono però quasi sempre in stato d’invisibilità, per questo motivo è impossibile descriverne le fattezze fisiche. Si racconta che solo pochi bambini siano riusciti a vederli completamente, ma una volta cresciuti ne abbiano dimenticato l’aspetto.

Gottwjarchi: curioso folletto dell’alta Val Sesia (VCO) dispettoso, ma di indole buona, custode di inaccessibili tesori nascosti. Non ama essere riconosciuto e, quindi, qualora lo si scorgesse, bisogna far finta di niente per riuscire a passare indenni da scherzi e bizzarrie. Ha l’aspetto di un nano rugoso con i piedi palmati e le dimensioni di un bambino.

Guehillon di Loo: è un folletto benevolo e molto simpatico delle leggende Walser. Vivrebbe nella zona del colle del Loo, un valico alpino delle Alpi Pennine che collega la Valle del Lys (AO) con la Valsesia (VC).
Il Guehillon di Loo è vestito con una tunica tutta rammendata e indossa un cappellino rosso a cono. Spesso lo si sente ridere di gusto quando ci sono gruppi di mucche al pascolo, anche perché si ritiene un provetto mandriano.

Manteillons: singolare razza di creature leggendarie viventi sulle irraggiungibili cime innevate del Monte Bianco, in particolare in Valnontey (AO). I Manteillons sono strani esseri senza gambe e indossano un ampio mantello che nasconde la loro anomalia fisica. Naturalmente, come ogni Folletto che si rispetti, anche loro sono soliti infastidire i valligiani con ogni genere di scherzo: saccheggiano senza ritegno le dispense e le tavole imbandite, legano le mucche a due a due per la coda, strappano le coperte dai letti, schiaffeggiano sonoramente i poveretti che dormono della grossa. Creature notturne per eccellenza, si divertono a rompere i vetri delle finestre delle case in cui trovano le luci accese.
Tempo fa i Manteillons erano soliti frequentare, spostandosi dall’uno all’altro con il favore delle tenebre, i rifugi di montagna nei dintorni di Aosta e se per caso incontravano un uomo si trasformavano in esseri feroci e terribilmente pericolosi.
Per impedir loro di commettere danni bisogna mettere sul davanzale delle finestre dei grossi recipienti pieni di chicchi d’orzo o lenticchie; essi saranno costretti a contarli uno per uno e non faranno più in tempo ad infastidire gli abitanti della casa prima che diventi giorno.

Servan (o Sërvan): pittoresca casata di folletti abitatori delle regioni del nord-ovest dell’Italia, specialmente nella provincia di Cuneo. Svelti e agilissimi, sono dotati di una forza incredibile e si mantengono quasi sempre invisibili. I Servan sono soliti frequentare le campagne e le case dei contadini, oppure baite di montagna. Se provano simpatia per qualcuno possono fare scoprire tesori nascosti ma quando vengono offesi o scacciati si vendicano combinando una lunga serie di scherzi che costringono gli occupanti a lasciare l’abitazione. Tra i loro scherzi tipici c’è quello, nottetempo, di trasportare i cavalli sul tetto e poi compiacersi di assistere agli sforzi di chi deve farli ridiscendere.
Solitamente, come quasi tutti i Folletti della tradizione italica, smorzano comunque la virulenza dei loro scherzi in presenza di una bella fanciulla. Anzi, si racconta che in molti casi alcuni Servan rinuncino alla loro indole dispettosa per aiutare le ragazze nelle faccende domestiche, in cambio della loro compagnia. I Servan desiderano oltre ogni cosa assomigliare all’uomo e perciò spesso scambiano i loro piccoli con i bambini appena nati. (vedi Changeling)

Zuerghie: folletti che dimorano tra i boschi della Val Formazza (VCO).
Scivolare con slitte di legno lungo i declivi innevati dei monti è il loro passatempo preferito. Non è una specie violenta o maligna e, spesso e volentieri, aiutano i valligiani nei lavori dei campi. Molti raccontano che una volta uno Zuerghie abbia prestato servizio, come servitore, presso una nobile famiglia dell’Ossola. Purtroppo però, un giorno, venne incolpato di aver insidiato la moglie del padrone e, per vendetta, venne ucciso. Da allora gli Zuerghie sono diventati molto più guardinghi nei confronti degli uomini e tali sono rimasti fino ai giorni nostri.

tratto da CREATURE FANTASTICHE E DOVE TROVARLE … IN PIEMONTE E VALLE D’AOSTA: Creature fantastiche e dove trovarle in Piemonte e Valle d’Aosta.pdf (tremartelli.it)

RIFERIMENTI
https://it.wikipedia.org/wiki/Folletto
https://www.cristinabertolino.it/sentiero-sarvanot-monterosso-grana-storie-di-folletti-e-natura/
https://www.gitefuoriportainpiemonte.it/barabio-il-folletto-delle-langhe-che-spaventa-i-bambini-con-allegria/

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Pubblicato da Enzo G. Conti

Musicista alessandrino e ricercatore etnomusicologo, fondatore del gruppo di musica popolare piemontese Tre Martelli, Presidente dell'Associazione Culturale Trata Birata, con cui realizza produzioni discografiche ed editoriali, concerti, mostre, convegni, seminari ed eventi vari legati alla cultura popolare ed etnica. https://it.wikipedia.org/wiki/Enzo_Conti

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