Gallowa’ Hills (Outlander)

In “Tamburi d’Autunno” della saga “La Straniera” di Diana Gabaldon, capito 4.
Nel futuro Roger canta molti brani popolari al Festival Celtico nel New England (Outlander stagione 4, terzo episodio)
Li aveva scaldati con “The Road to the Isles” una canzone ritmata e vivace con un ritornello stimolante da accompagnare con il battimani e, quando il suo effetto stava per affievolirsi, ecco che aveva riacceso gli entusiasmi con “The Gallowa’ Hills..”

[English version]
From “Drums of Autumn” of the Outlander saga written by Diana Gabaldon chapter 4.
In the future Roger sings many popular airs at the Celtic Festival in New England (Outlander Season 4, episode 3)
“He’d got them going with “The Road to the Isles,” a quick and lively clap-along song with a rousing chorus, and when they’d subsided from that, kept them going with “The Gallowa’ Hills..” 

Gallowa’ Hills

“Gallowa’ Hills” è una canzone tradizionale scozzese che trova le sue antiche origini in una canzone scritta da William Nicholson (1782–1849) dal titolo “The Braes of Galloway” sulla melodia “White Cockade“.

La nota di Norman Buchan in 101 Scottish Songs dice: “Questa bella canzone per la quale siamo in debito con Jeannie Robertson, è evidentemente basata su” The Braes of Galloway “di William Nicholson, il menestrello errante di Galloway, che visse, vagò e cantò dal 1783 al 1849 …
“The Braes of Galloway”, come si trova nelle opere poetiche di Nicholson, è stata cantata su “The White Cockade”, una canzone giacobita. Secondo Buchan Hamish Henderson riteneva che “The Braes of Galloway” fosse basata su una precedente canzone giacobita. Henderson basò questa opinione in parte sul motivo, e in parte sul tema della partenza che ricorre in tutta la canzone”

“Gallowa’ Hills” is a traditional Scottish song that finds its ancient origins in a song written by William Nicholson (1782–1849) entitled “The Braes of Galloway” on the “White Cockade” tune.

Norman Buchan’s note in 101 Scottish Songs says:”This fine song for which we are indebted to Jeannie Robertson, is evidently based on ‘The Braes of Galloway’ by William Nicholson, the wandering minstrel of Galloway, who lived and roamed and sang from 1783 to 1849…
“The Braes of Galloway”, as found in Nicholson’s Poetical Works, was sung to “The White Cockade”, a Jacobite song. Buchan says Hamish Henderson suggested that “The Braes of Galloway” might itself be based on an earlier Jacobite song. Henderson based this opinion partly on the tune, and partly on the theme of departure throughout the song (from
here)

THE TUNE

La melodia di Gallowa’ Hills diventata standard non è quella di “White Cockade” bensì quella di “Campbell’s Farewell to Redcastle” ovvero il reel “Campbell’s Farewell to Red Gap”. Redcastle oggi è un rudere per chi volesse fare una gita nei dintorni ecco l’itinerario (qui)
La melodia viene suonata dalle bande di cornamuse nel Set detto Galloway Hills come primo motivo.

Le colline di Galloway si trovano nel cuore del Galloway Forest Park al centro della contea di Dumfries & Galloway nella parte meridionale della Scozia, come dice la pubblicità ” Un incantevole paesaggio di limpidi laghetti, foreste che nascondono piccole cascate e brulle cime arrotondate formano il Galloway Forest Park, il più grande parco forestale della Gran Bretagna.” (qui)
Sono dolci colline per lo più a brughiera dalle forme arrotondate vediamole nel mutare delle stagioni in questo video di glasgow1234

The standard Gallowa’ Hills melody is not that of “White Cockade” but “Campbell’s Farewell to Redcastle” or the “Campbell’s Farewell to Red Gap” reel. Redcastle today is a ruin for those wishing to take a trip around here is the itinerary.
The melody is played by the bagpipe bands in the Set called Galloway Hills as the first tune.

The Wonderbeans: Campbell’s Farewell to Red Gap

Scot Travellers tradition

Tra i tralveller scozzesi chi canta (probabilmente un highlander) chiede alla sua donna di seguirlo nell’esilio verso le Lowlands di Scozia

La versione più popolare è infatti quella della traveller Jeannie Robertson;”Ora famosa in tutto il mondo, perché il canto di Jeannie la diffondeva in lungo e in largo, questa canzone è una variante di quella composta da Willie Nicholson, un musicista menestrello che vagava per le colline di Galloway nei primi anni del 19 ° secolo, suonando sulla cornamusa delle Lowland (o” caul’ wind). La composizione di Willie contiene gli elementi di una vecchia canzone giacobita ” (Hamish Henderson, 1984, prima registrazione 1958)

The most popular version is in fact that of the traveler Jeannie Robertson, the singer (probably a highlander) asks his woman to follow him into exile to the Lowlands of Scotland.

“Now world famous, because Jeannie’s singing carried it far and wide, this song is a variant of one composed by Willie Nicholson, a gangrel musician who roamed the Galloway braes in the early years of the 19th century, blowing the Lowland (or “caul’ wind”) pipes. Willie’s composition has in it the elements of an older Jacobite song.” (Hamish Henderson, 1984, first recording 1958)

traduzione italiana di Cattia Salto
I
Sarò contento di prendere il mio mantello
e il mio piccolo kilt appena sopra il ginocchio
e suonerò di nuovo nella mia cornamusa
e andrò ramingo sulle colline di Galloway
CORO
Oh le colline di Galloway sono ricoperte di ginestra
e d’erica in fiore,
di erica lungo le rive,
e ramingo andrò sulle colline di Galloway
II
“Bella fanciulla vuoi venire con me
a condividere la sorte in un paese straniero,
a condividere la sorte quando tutto è perduto
e andremo raminghi sulle colline di Galloway”
III
“Venderò l’aspo e la conocchia,
venderò il filatoio a ruota della nonna,
li venderò quando tutto sarà perduto
e andremo raminghi sulle colline di Galloway”

NOTE
(1) Il vero kilt (in gaelico philabeg) è in effetti una lunga coperta (plaid) cioè un unico, lunghissimo, pezzo di stoffa (il tartan) delle dimensioni di 65-75 cm di altezza per una lunghezza di 5 metri circa, pieghettato e drappeggiato intorno ai fianchi e poi riportato sulle spalle come un mantello (che funzionava bene anche come grande tasca dove infilare gli oggetti da trasportare o le armi). Era indubbiamente un capo pratico, senza troppe pretese di eleganza che teneva al caldo e al riparo, e perciò prevalentemente un abito “rustico”; il little kilt è un kilt più “strutturato” e “moderno” risalente grosso modo al 1700, è un tartan tagliato e sagomato con le pieghe e quindi cucito come gonnellino, separato così dal plaid vero e proprio che continua a mantenere la funzione di mantello o si riduce a una più decorativa fascia. continua
(2) bonny doon 
(3) doon fa’s a’=down falls all,  letteralmente “giù cade tutto” tutto sarà perduto, quando tutto andrà in malora, un riferimento a dopo la battaglia di Culloden?
(4) La frase è ricorrente nelle ballate vedasi ad esempio Siuil a ruin; spinning wheel è  un filatoio (più impropriamente detto arcolaio) qui sono citate le parti del filatoio a ruota (o mulinello) tradotto a volte con “telaio”

North Sea Gas


I
For I’ll tak’ my plaidie, contentit tae be,
A wee bit kiltit abuin (1) my knee,
An’ I’ll gie my pipes anither blaw
An’ I’ll gang oot o’er the hills tae Gallowa’.
CHORUS
Oh the Gallowa’ Hills are covered wi’ broom,
Wi’ heather bells  in bonny bloom (2);
Wi’ heather bells an’ rivers a’,
An’ I’ll gang oot o’er the hills tae Gallowa’.
II
“Bonnie lassie, will ye come wi’ me
Tae share your lot  in a strange country,
Tae share your lot when doon fa’s a’ (3),
An’ we’ll gang oot o’er the hills tae Gallowa’.”
III
“I will sell my rock, I’ll sell my reel,
I’ll sell my Grannie’s spinnin’ wheel (4),
I will sell them a’ when doon fa’s a’,
An’ we’ll gang oot o’er the hills tae Gallowa’.”

FOOTNOTES
(1) wee bit kiltit aboone= a small kilt above; The real kilt (in Gaelic philabeg) is actually a long blanket (plaid), that is, a single, very long, piece of cloth (the tartan) of the size of 65-75 cm in height for a length of about 5 meters, pleated and draped around the hips and then carried on the shoulders like a cloak (which also worked well as a large pocket to put objects to carry or weapons). It was undoubtedly a practical garment, without too many pretensions of elegance that it kept warm and sheltered, and therefore predominantly a “rustic” dress; the little kilt is a more “structured” and “modern” kilt dating back roughly to the 1700s, it is a tartan cut and shaped with folds and then sewn as a skirt, separated from the plaid itself that continues to maintain the mantle function or it is reduced to a more decorative band. see more
(2) sometimes it’s written: bonny doon 
(3) after Culloden? doon fa’s a’=down falls all,  a sudden loss of power, happiness, success, something that causes failure  = everything goes wrong
(4) The phrase is recurrent in the ballads see Siuil a ruin

Jeannie Robertson, live

LINK
http://www.rampantscotland.com/songs/blsongs_gallowa.htm
http://sangstories.webs.com/gallawahills.htm
https://mainlynorfolk.info/louis.killen/songs/thegallowahills.html
http://mudcat.org/@displaysong.cfm?SongID=2166
http://www.mudcat.org/thread.cfm?threadid=120829
https://thesession.org/tunes/2303
http://www.partecipiamo.it/cultura/franceschi/colline_di_galloway.htm
http://www.walkhighlands.co.uk/Forum/viewtopic.php?f=9&t=28266
http://www.buildingsatrisk.org.uk/details/891553
http://www.ayrshirescotland.com/loch-doon.html

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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