Fairport Convention, i pionieri del folk rock inglese

Per certi versi i Fairport Convention possono essere considerati i “fondatori” del folk rock inglese. Nei tardi anni ’60 sono infatti stati i primi ad inserire strumenti elettrici e arrangiamenti rock nella interpretazione di brani tradizionali, sconvolgendo la scena del folk revival britannico che già da anni era attiva nel recupero di ballate e melodie popolari, ma nell’esecuzione rimaneva rigorosamente ferma sulla fedeltà alla tradizione.

In oltre cinquant’anni di attività i Fairport hanno cambiato più volte formazione e attraversato momenti più o meno felici, realizzando oltre 30 dischi in studio e innumerevoli raccolte, live e singoli.

Grazie anche alla pluridecennale organizzazione dei Festival di Cropredy, annuali raduni di celebrazione del folk rock, nel tempo la band è diventata una sorta di istituzione, perdendo inevitabilmente i caratteri di innovazione e sperimentazione delle fasi pionieristiche, ma rimanendo comunque un gruppo che trova e trasmette un incredibile piacere di fare musica.

In questa pagina ci occuperemo della discografia della fase pionieristica, quella in cui i Fairport hanno maggiormente lavorato al recupero e reinvenzione di brani tradizionali.

L’ESORDIO

I Fairport Convention suonarono il loro primo concerto in una chiesa nel maggio 1967. Convocati dal bassista Ashley “Tiger” Hutchings (uno che a fondare gruppi folk ci prenderà poi gusto) sono i chitarristi Simon Nicol e un giovanissimo Richard Thompson e il batterista Shaun Fater.
Questa formazione visse solo in quel concerto. Pare infatti che tra gli spettatori in chiesa ci fosse Martin Lamble, che alzò la manina e si offrì di sostituire il malcapitato Fater. Fu solo il primo della serie di cambi (non di rado sconcertanti) di formazione che caratterizzerò i primi quindici anni di vita del gruppo.

Comunque sia, ampliata la squadra con una voce femminile (Judy Dyble) e una maschile (Iain Matthews), i Fairport incisero il loro primo disco. La scelta dei brani, il modo di cantarli e gli arrangiamenti fecero pensare ai più di trovarsi di fronte a una copia britannica dei Jefferson Airplane; anzi, Matthews ricordava che “molte persone pensavano che fossimo americani, e non avevamo intenzione di tentare di dissipare quella presunzione”

WHAT WE DID ON OUR HOLIDAY (1969)

Il secondo disco dei Fairport vede un cambiamento che si rivelerà fondamentale: Judy Dyble viene rimpiazzata da Sandy Denny, che prima di allora aveva inciso un disco con gli Strawbs. Sandy porta in dote al gruppo una bella canzone (“Fotheringay”) e soprattutto una voce che nel tempo diverrà una delle icone di quel periodo

Pubblicato dalla nuova etichetta Island nel gennaio 1969, What we did… può essere considerato ancora un album di transizione, nel quale sono ancora presenti influenze americane (con cover da Bob Dylan e Joni Mitchell) ma compaiono anche i primi traditionals rivisitati (Nottamun Town e She moves through the fair), ancora in uno stile poco elettrico ma che ricorda quello contemporaneo dei primi Pentangle.
In coda all’album, una canzone di Richard Thompson che nel tempo diverrà la sigla di chiusura di tutti i concerti della band.
Molto bella anche la copertina dell’album che riporta un disegno della band fatto da Lamble e Sandy su una lavagna dell’Università dell’Essex

1. Fotheringay 
2. Mr Lacey 
3. Book Song 
4. The Lord Is in This Place 
5. No Man’s Land 
6. I’ll Keep It With Mine 
7. Eastern Rain 
8. Nottamun Town
9. Tale in Hard Time 
10. She Moves Through the Fair
11. Meet on the Ledge 
12. End of a Holiday 

Sandy Denny: vocals;
Ian Matthews: vocals;
Martin Lamble: drums;
Simon Nicol: guitar;
Ashley Hutchings: bass;
Richard Thompson: guitar, vocal

Guest:
Claire Lowther: cello

UNHALFBRICKING (1969)

Seppur pubblicato a pochi mesi di distanza dal precedente, nel nuovo disco la formazione dei Fairport perde un pezzo (Iain Matthews che partecipa solo ad un brano dell’album, la dylaniana Percy’s song) e ne guadagna quasi uno, il violinista Dave Swarbrick che collabora ad alcuni brani ma lo fa così bene che diventerà membro stabile del gruppo appena dopo la registrazione dell’album.

In Unhalfbricking la band fa un ulteriore passo avanti verso l’affrancamento dalle influenze d’oltreoceano e la ricerca di un “recupero creativo” delle canzoni tradizionali inglesi. L’album presenta infatti ancora tre ballate dylaniane (allora ancora inedite), arrangiate ed interpretate con fresca energia, affiancate da canzoni proprie della band, tra le quali spiccano la dolente Genesis Hall di Richard Thompson e Who knows where the time goes di Sandy Denny, che diventerà un classico della storia del gruppo e il brano simbolo della cantante.

Last but not least, l’unico brano tradizionale presente, A sailor’s life, è un perfetto “prototipo” del folk-rock che verrà: a sostegno del canto di Sandy un arrangiamento discreto e suggestivo che nell’intermezzo strumentale esplode in una sarabanda di chitarra elettrica e violino con basso e batteria a rincorrerli in crescendo.  

1. Genesis Hall
2. Si tu dois partir
3. Autopsy
4. A sailor’s life
5. Cajun Woman
6. Who knows where the time goes?
7. Percy’s Song
8. Million dollar bash

Sandy Denny: vocals;
Martin Lamble: drums;
Simon Nicol: guitar;
Ashley Hutchings: bass;
Richard Thompson: guitar, vocal

with guests:
Dave Swarbrick: fiddle [2, 4-5], mandolin [8];
Trevor Lucas: triangle [2];
Marc Ellington: vocals [8];
Ian Matthews: vocals [7]

LIEGE & LIEF (1969)

Nel giugno 1969 il furgone con a bordo componenti dei Fairport finisce fuori strada e nell’incidente perde la vita Martin Lamble. La reazione del gruppo è di quelle toste: ingaggiare un nuovo batterista (Dave Mattacks) e chiudersi in studio a registrare nuove canzoni. Nasce così il disco che definitivamente “inventa il folk-rock”.

Virtuosismi strumentali (qui con Thompson e Swarbrick sugli scudi), arrangiamenti complessi che pur rispettando la tradizione la innovano radicalmente, ricerca di melodie antiche e di testi narrativi nello sterminato tesoro delle ballate popolari. Sono in effetti i caratteri che si ritroveranno nella musica dei principali gruppi folk rock (Steeleye Span in testa) della stagione d’oro.

L’album contiene 8 brani di cui 5 sono traditional riarrangiati sulla base di incredibili intrecci tra le due chitarre (Thompson e Nicol) e il violino di Swarbrick, sostenuti da una sezione ritmica che non perde un colpo e con la voce di Sandy che dipinge magicamente ogni canzone. Matty Groves è il capolavoro nel capolavoro, il brano simbolo dell’intero album e forse del folk rock inglese tutto

1. Come all ye
2. Reynardine
3. Matty Groves
4. Farewell farewell
5. The deserter
6. Medley: The Lark in the Morning/Rakish Paddy/ Foxhunter’s Jig/Toss the Feathers
7. Tam Lin
8. Crazy man Michael

Sandy Denny: vocals;
Ashley Hutchings: bass;
Dave Mattacks: drums;
Simon Nicol: guitar, vocals;
Dave Swarbrick: violin, viola, vocals;
Richard Thompson: guitar, vocals

FULL HOUSE (1970)

Talvolta capita, nella vita dei gruppi rock, che a un disco perfetto segua una crisi del gruppo che l’ha realizzato. Ma che sia capitato ai Fairport dopo Liege & Lief appare assai misterioso ancora oggi. Appena dopo la pubblicazione del capolavoro, Ashley Hutchings e Sandy Denny se ne vanno, il primo a fondare un nuovo gruppo (gli Steeleye Span) che contenderà ai Fairport la palma di pionieri del folk rock, la seconda per tentare una carriera personale.

Il gruppo però non sbanda, sostituisce Hutchings con Dave Pegg, che mostra di inserirsi benissimo, saggiamente non sostituisce l’insostituibile Sandy e pubblica questo ottimo album, che contiene un mix di brani tradizionali e nuovi, composti da Thompson e Swarbrick. Tra le vette del disco, la lunga ipnotica Sloth e la Child Ballad Sir Patrick Spens (che probabilmente era già pronta per il disco precedente, poiché ne circola una versione cantata ancora da Sandy)

1. Walk awhile
2. Dirty Linen
3. Sloth
4. Sir Patrick Spens
5. Flatback Caper
6. Doctor of Physick
7. Flowers of the Forest

Richard Thompson: vocals, guitar;
Simon Nicol: vocals, electric, acoustic & bass guitars, dulcimer;
Dave Swarbrick: vocals, fiddle, viola, mandolin;
Dave Pegg: vocals, bass guitar, mandolin;
Dave Mattacks: drums, harmonium, bodhrán

ANGEL DELIGHT (1971)

Dopo Full House, la band subisce un’altra defezione pesante, quella di Richard Thompson. I quattro rimasti, i tre Dave (Swarbrick, Pegg, Mattacks) più Simon Nicol non si perdono d’animo e realizzano questo disco, il cui titolo fa riferimento a The Angel, un ex-pub dell’Hertfordshire in cui la band viveva all’epoca.

Ed è proprio Nicol, unico rimasto tra i “soci fondatori” del gruppo a farsi carico degli arrangiamenti e del canto insieme a Swarbrick. . Ne risultano esecuzioni compatte e arrangiamenti snelli. Certo, mancano le invenzioni e le stravaganze dei tempi passati (quelli con Thompson, Hutchings, Denny), ma la passione e la bravura dei quattro musicisti traspare in ogni brano.

1. Lord Marlborough
2. Sir William Gower
3. Bridge over the River Ash
4. Wizard of the wordly game
5. The Journeyman grace
6. Angel Delight
7. Banks of the sweet primroses
8. Medley: The Cuckoo’s Nest / Hardiman the Fiddler / Papa Stoor 
9. The Bonny Black Hare
10. Sickness and Diseases

Simon Nicol: guitar, bass, viola, dulcimer, vocals;
Dave Mattacks: drums, piano, bass, vocals;
Dave Swarbrick: violin, mandolin, vocals;
Dave Pegg: bass, violin, viola, vocals

BABBACOMBE LEE (1971)

Per la prima volta nella storia due album consecutivi dei Fairport Convention presentano la stessa formazione. Babbacombe è un concept ispirato alla storia vera di un uomo che sfuggì all’impiccagione per il mancato funzionamento della forca.

Per l’epoca un album davvero “sperimentale”, una specie di folk rock opera nella quale la narrazione avviene intervallando i pezzi cantati con altri recitati da Philip Sterling-Wall e A.L. Lloyd. C’è spazio anche per un simpatico intermezzo, la filastrocca tradizionale Sailor’s Alphabet riarrangiata da Lloyd (uno dei padri del folk revival inglese).

Il vinile originale riportava, anziché i titoli dei brani, brevi didascalie che rispettavano il tono della narrazione. Solo la versione CD del 2004 presenta la consueta scansione in titoli

1. The Verdict (read by Philip Sterling-Wall) 
2. Little Did I Think 
3. I Was Sixteen (Part 1)
4. John My Son
5. I Was Sixteen (Part 2) 
6. St Ninian’s Isle / Trumpet Hornpipe 
7. Sailor’s Alphabet 
8. John Lee 
9. Newspaper Reading (read by A.L. Lloyd)
10. Breakfast in Mayfair 
11. Trial Song 
12. Cell Song
13. The Time Is Near 
14. Dream Song 
15. Wake Up John (Hanging Song) 

Simon Nicol: guitar, dulcimer;
Dave Mattacks: drums, electric piano;
Dave Swarbrick: fiddle, mandolin;
Dave Pegg: bass, mandolin

with
Philip Sterling-Wall, A.L. Lloyd: reading

Con la pubblicazione di Babbacombe Lee si chiude praticamente l’era pionieristica dei Fairport. Simon Nicol, unico socio fondatore della formazione, lascia la band per raggiungere Ashley Hutchings che sta fondando la sua ennesima creatura, la Albion Band. Entrano invece Trevor Lucas e Jerry Donahue, provenienti dai Fotheringay, la band dalla breve vita fondata da Sandy Denny. Rosie, pubblicato nel 1972 è un album modesto, che contiene un solo brano tradizionale strumentale. Da lì in poi, il gruppo vivrà ancora molte trasformazioni (tra i quali il rientro di Nicol e l’abbandono di Swarbrick) per assestarsi solo alla fine degli anni ’90 nella formazione che sopravvive ancora oggi. Nei numerosi dischi prodotti, i brani tradizionali saranno quasi sempre una minoranza. Li abbiamo comunque raggruppati nella seguente lista, segnalando l’album dal quale sono tratti

ROSIE (1972)

The Hens March Through the Midden & The Four Poster Bed (strum)

NINE (1973)

The Hexhamshire Lass
Polly on the shore
The Brilliancy Medley/Cherokee Shuffle (strum)

GOTTLE O’GEAR (1976)

When first into the country

RED AND GOLD (1988)

The Beggar Song

THE FIVE SEASONS (1990)

Claudy Banks
The wounded whale

JEWEL IN THE CROWN (1995)

Kind Fortune
She’s like the swallow

WHO KNOWS WHERE THE TIME GOES (1997)

The Golden Glove

THE WOOD AND THE WIRE (1999)

Western Wind (Now Westlin Winds)

OVER THE NEXT HILL (2004)

The Wassail Song

50:50@50 (2017)

Jesus on the mainline
Lady of Carlisle

FAME AND GLORY (2008)

Il disco raccoglie i contributi dei Fairport Convention a Excalibur e Anne de Bretagne, le celtic rock opere di Alan Simon. Insieme ai componenti della band (la formazione è quella abbastanza stabile del terzo millennio) partecipano ai diversi brani molti altri artisti, dagli strumentisti Dan Ar Braz, Martin Barre, Andreas Vollenweider, Laurent Tixier ai cantanti John Wetton, James Wood, Jacqui McShee. Lo stesso Alan Simon, autore di tutti i testi, appare in alcuni brani come flautista.

1. Castle Rock
2. Pilgrims
3. Celtic Dream
4. The Gest of Gauvin
5. Morgane
6. Dragon Breath (strum)
7. Lugh
8. Behind the Darkness
9. La Guerre Folle (strum)
10. Fame and Glory
11. Sacrifice
12. Danza Del Crepuscolo (strum)
13. Marie La Cordeliere
14. Duchesse Anne
15. The Soldier

Gerry Conway (drums and percussion)
Dave Pegg (bass guitar)
Simon Nicol (guitars, vocals
Ric Sanders (violin)
Chris Leslie (vocals, bouzouki, mandolin, violin)

Martin Barre, Dan Ar Bras, Pat O’May (electric guitar)
James Wood (accoustic guitar)
John Helliwell (saxophone, clarinet)
Andreas Wollenweider (harp)
Alan Simon (flute)
Laurent Tixier (viellie a roue)
John Wetton, James Wood, Jacqui McShee (vocals)

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Pubblicato da Sergio Paracchini

Sergio Paracchini, ascoltatore seriale di buona musica, dagli anni ’70 innamorato del folk revival (celtico e non solo). Gestisce il gruppo Facebook “Folk rock e dintorni”.

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