Sir Patrick Spens: Cronaca di un naufragio e una morte annunciata

Sir Patrick Spens è una ballata tradizionale scozzese dalle antiche origini, storicamente riguardante una spedizione navale per ordine del re di Scozia. Si narra nel dettaglio di uno sventurato viaggio in mare che si conclude con un naufragio e la morte dell’equipaggio. 

Gli studiosi non sono concordi nell’individuare con precisione i personaggi coinvolti nella vicenda, in quanto in tutte le versioni della ballata il ruolo diplomatico di Spens rimane sempre molto vago.

La ballata è molto popolare e si individuano numerose varianti come pure varie sono le melodie abbinate.
A rielaborare la ballata Sir Walter Scott per avvalorare la sua tesi sui personaggi originali della storia.
Due sono però le melodie riprese folk revival degli anni 70: quella dei Fairport Convention e quella di Nic Jones.

Roud 41 ; Child 58 ; G/D 1:17 ; Ballad Index C058 ; Mudcat 8429 , 151603 ; trad.]
SOMMARIO
Storia
La ballata di Sir Patrick Spens: fu eroismo o si trattò di un complotto?
Re Alessandro III (XIII sec) o Re Giacomo VI (XVI sec)?
La tomba di Patrick Spens
Testi e traduzione italiana
Sir Patrick Spens (Fairport Convention)
Sir Patrick Spens (Nic Jones)
Sir Patrick Spens (Sir Walter Scott-Ewan MacColl)
Sir Patrick Spens (Anaïs Mitchell & Jefferson Hamer)

La ballata del Contastorie

naufragio
Sir Patrick Spens

Re Alessandro III (XIII sec) o Re Giacomo VI (XVI sec)?

[a meno che non siate fans della Guerra dei Troni, si consiglia di saltare questo parte!]

vetrata alla Abbot House di Dunfermline
“To Noroway, to Noroway
To Noroway o’er the faem
[The king’s daughter o Noroway
it’s you must bring her hame.]”

Per quanto riguarda il riferimento ad Alessandro III la storia s’ingarbuglia un po’ per via delle omonimie. Abbiamo una Margherita di Scozia diventata regina di Norvegia per pochissimo tempo perchè morta nel dare alla luce Margherita.
La prima Margherita era stata mandata in sposa dal padre Alessandro III ad Erik II di Norvegia nell’agosto del 1281. Alcuni ipotizzano che Patrick Spens abbia condotto la spedizione in qualità di diplomatico per portare questa Margherita allo sposo. Sulla via del ritorno, probabilmente ad autunno inoltrato, la nave di Patrick Spens potrebbe essere affondata al largo delle Isole Ebridi.
La seconda Margherita alla morte del nonno materno ereditò il trono di Scozia, è lei la Vergine della Norvegia che non fu però mai regina, primo per la sua giovane età e poi per la sua morte proprio in un naufragio avvenuto il 26 settembre 1290 (aveva 7 anni) nei pressi delle isole Orcadi nel mentre andava in Scozia per convolare a nozze con il figlio del Re Edoardo I d’Inghilterra!
Com’era prevedibile alla morte del sovrano di Scozia si aprì una crisi politica con altri competitor per il titolo di Re [a vincere la palla dorata sarà in seguito Giovanni di Scozia] e il re d’Inghilterra che non voleva lasciarsi scappare l’occasione per accaparrarsi la Terra di Scozia!

Come se non bastasse così scrive Tom Britton su Singout.org “Nel 1286, il re di Scozia, Alessandro III era profondamente e appassionatamente innamorato della sua nuova sposa, Yolande di Dreux. Si erano sposati l’anno precedente e Alessandro consapevole di non avere ancora un erede maschio, desiderava lasciarsi alle spalle gli affari politici a Edimburgo e attraversare il fiume fino a Fife, dove la sua sposa lo stava aspettando. L’unico problema era il tempo. Non per la prima volta il tempo in Scozia era piuttosto insolitamente brutto. I consiglieri del re lo supplicarono di rimanere a Edimburgo fino all’indomani. Il re non ne volle sapere e partì con un piccolo gruppo di aiutanti. Avevano attraversato il Forth, il fiume tra Edimburgo e Fife, e si erano diretti a Kinghorn, dove Yolande attendeva l’arrivo di Alessandro, nel mezzo della notte. Nessuno sa esattamente cosa sia successo dopo. Si ritiene che Alessandro si fosse separato dalle sue guide nell’oscurità della tempesta. Il suo corpo è stato ritrovato il giorno successivo con il collo spezzato. L’unica erede vivente di Alessandro, sua nipote, Margherita, conosciuta come la Vergine della Norvegia, viveva dall’altra parte del Mare del Nord. È questo viaggio, e il senso associato di imminente disastro per il Regno di Scozia, che collega questa ballata a questo momento storico.[1]

Per altri invece il re è Giacomo VI, il quale nell’agosto del 1589 inviò i suoi emissari al “matrimonio per procura” con Anna di Danimarca. La spedizione che doveva portare la sposa in Scozia fu dispersa in mare a causa di una tempesta. Solo la nave di Anna riuscì a sbarcare sulle coste della Norvegia. A ottobre il re partì personalmente per cercare la moglie e la raggiunse a Oslo il 19 novembre. Così secondo questa ricostruzione storica il personaggio della ballata potrebbe essere Sir Patrick Vans di Barnbarroch

La tomba di Patrick Spens

Per buona misura sull’isola Papa Stronsay (Isole Orcadi) a Knowle Earl c’è una tomba che viene ricordata dagli abitanti del luogo come la tomba di Sir Patrick Spens. Così il popolo si tramanda il nome dell’eroe, ma non quello del re che l’ha mandato in missione incontro ad una morte preannunciata.

The Legend of Sir Patrick Spens
James Archer: The Legend of Sir Patrick Spens, 1870 le donne in attesa del ritorno della spedizione, non sanno ancora ciò che è accaduto ai loro sposi
O lang, o lang may the ladies stand wi’ their goud kems in their hair,
Waiting for their ain deir lords,
for they’ll se thame na mair.
[traduzione italiana Riccardo Venturi[2]:
A lungo, a lungo le loro spose, Pettini d’oro nei capelli
Attenderanno i loro sposi, Perché mai più li rivedranno.]
Thomas Percy, Reliques of Ancient English Poetry, I, 72

La ballata di Sir Patrick Spens: fu eroismo o si trattò di un complotto?

Sir Patrick Spens che legge la lettera del Re
Patrick Spens mentre legge la lettera del Re
The king has written a braid letter
And seal’d it with his hand

il vascello è decisamente un galeone cinquecentesco

La ballata nelle numerosi varianti riportate dal prof Child si presta ad una lettura ambigua, da una parte si staglia Spens che, incurante dei presagi funesti e pur di obbedire all’ordine perentorio del re, manda nave e equipaggio sul fondo del mare.
Dall’altra un ignobile traditore che, alle spalle del re, complotta per il fallimento della missione o contro lo stesso Spens.

La questione non è di poco conto, poichè è la dimostrazione di come nelle ballate più antiche, si possano stratificare più interpretazioni, le quali mutano la lettura di una ballata, in base all’epoca storica, in base alla sua trasmissione orale o scritta e non ultimo in base al pubblico a cui era indirizzata.
Perchè le ballate sono condite dall’ironia e dal sarcasmo, armi da sempre ben affilate dei bardi!

Alla prima lettura Patrick Spens è un eroico e fedele servitore del re -e ai nostri occhi un po’ coglione- che, pur essendo un “esperto” marinaio, naviga dritto verso la morte.

Leggendo però con più attenzione, ci accorgiamo che l’abilità di comandante attribuita a Spens è un sentito dire, il contenuto della lettera non ci è rivelato: a suggerire al re il nome del comandante per la missione è un personaggio ambiguo che gode della fiducia del re, ma che sta tramando affinchè la missione fallisca.
Così Stephen Winick argomenta “Nella maggior parte delle versioni della ballata, qualcuno DICE al re che Sir Patrick Spens è un grande comandante, ma ci sono molte indicazioni che questo non sia assolutamente vero. Il suggerimento è che la persona che parla abbia commesso tradimento mentendo al re per condannare la missione, e Spens muoia come parte del complotto o come danno collaterale. 
E CHI È la persona che parla? È “un vecchio/anziano (ricco) cavaliere,” “un cavaliere irlandese” “un valente giovane” o “un bravo ragazzo”; cioè, né il narratore né Sir Patrick sanno chi sia veramente. Il narratore può solo descriverlo, mentre Sir Patrick può solo chiedersi chi fosse, in altre parole, un testimone poco affidabile. Nella versione B [Child 58b] questo misterioso oratore è descritto come “a yallow-haired man” essendo il giallo il colore tradizionale della menzogna e del tradimento, spesso usato per la veste di Giuda nei dipinti sugli apostoli.[3]

Nelle versioni più complete della ballata si ravvisa una buona dose di satira verso il potere, concludo citando le parole di Riccardo Venturi:
“Sir Patrick Spens è da molti anche vista come il contrasto tra il Potere e la Ragione, con il Re che, bevendo il suo prezioso vino, ordina all’esperto marinaio una cosa assurda e pericolosa senza neanche chiedere il suo parere; con i nobili che, in una situazione tanto tragica, altro non pensano che ai loro bei vestiti ed alle scarpe; con i poveri marinai che periscono tragicamente per assolvere al loro dovere. Ma tutto sfuma con un tono dolente, di rassegnazione: così è stato, e così doveva essere.”[2]

PRIMA VERSIONE: FAIRPORT CONVENTION

La prima release  ufficiale del brano è in Full House,1971 con Dave Swarbrick come voce solista, seguita da una bonus track in Liege & Lief 2002 e la voce di Sandy Danny (che era stata registrata nel 1969 ma non inclusa nella prima edizione dell’album).
La melodia è la stessa della ballata Hughie Graeme (versione di Ewan MacColl).

Punti salienti della ballata

Il testo si sofferma sui tratti più salienti della  ballata: innanzitutto il perentorio ordine del re nel mandare un comandante “esperto” del  mare in un pericoloso viaggio (o per una missione particolarmente delicata e  della massima importanza); in secondo luogo il tentativo di Spens di declinare l'”invito” adducendo il pretesto di non essere l’uomo più adatto per l’impresa; il presagio nefasto della mezza luna e l’avvistamento della sirena; e infine l’ultimo pensiero alla moglie che ne attenderà invano il ritorno.

I
The King sits in Dunfirmline town,
drinking of a blood Red wine
“Where can I get a steely skipper
to sail this might boat of mine?”
II
Then up there spoke a bonny boy,
sitting at the King’s right knee
“Sir Patrick Spens is the very best seaman
that ever sailed upon the sea”
III
The King has written a broad letter
and sealed it up with his own right hand
Sending word unto Sir Patrick
to come to him at his command
IV
“An enemy then this must be
who told the lie concerning me
For I was never a very good seaman,
nor ever do intend to be”
V
“Last night I saw the new moon clear
with the old moon in her hair
And that is a sign since we were born
that means there’ll be a deadly storm”
VI
They had not sailed upon the deep a day,
a day but barely free
When loud and boisterous blew the winds
and loud and noisy blew the sea
VII
Then up there came a mermaiden,
a comb and glass all in her hand
“Here’s to you my merry young men
for you’ll not see dry land again”
VIII
“Long may my lady stand
with a lantern in her hand
Before she sees my bonny ship come
sailing homeward to dry land”
IX
Forty miles off Aberdeen,
the waters fifty fathoms deep
There lies good Sir Patrick Spens
with the Scots lords at his feet

I
Il Re è nella città di Dunfermline
a bere un vino, rosso sangue (1):
“Dove lo trovo un comandante d’acciaio
per far salpare questa mia grande nave?”
II
S’alza a parlare un bel fanciullo(2)
seduto alla destra del Re:
“Sir Patrick Spens (3) è di certo il migliore
tra coloro che conoscono il mare”
III
Il Re ha scritto una lunga lettera
sigillandola di propria mano (4)
e l’ha mandata a Sir Patrick,
perchè si rimettesse al suo comando.
IV
“Un nemico(5) di certo deve essere,
che ha mentito su di me
perchè io non sono un buon marinaio,
e mai ho preteso di esserlo”
V
“La luna nuova, l’ho vista bene iersera 
con quella vecchia tra i capelli (6) ;
che è da sempre un segno
a significare che ci sarà una tempesta fatale “
VI
Avevano navigato sull’oceano un giorno,
un giorno solo,
quando soffiò forte un vento di tempesta
e il mare si sollevò alto e impetuoso.
VII
Allora venne una sirena (7)
con il pettine e lo specchio tra le mani (8);
“Ecco per voi [un monito], allegri marinai
non vedrete più la terraferma”(9).
VIII
“A lungo, la mia sposa attenderà
con la lanterna in mano
prima di vedere la mia bella nave
veleggiare verso la terraferma”.
IX
Quaranta miglia al largo di Aberdeen
l’acqua è profonda cinquanta braccia;
là giace il bravo Sir Patrick Spens,
con i nobili scozzesi ai suoi piedi. (10)

NOTE

traduzione italiana di Cattia Salto
(1) il re seduto sul suo trono beve vino rosso ma la frase sembra descrivere il potere del re che sovrasta la città (e l’intero paese) e si nutre del sangue dei suoi sudditi
(2) nella maggior parte delle versioni a dare il consiglio al re non è un giovane fanciullo ma un vecchio consigliere. Non so se l’aver specificato come termine il ginocchio (knee) voglia dire che il grado del consigliere sia più basso (o se sia l’equivalente del nostro italiano braccio destro)
(3) Patrick Spens presumibilmente è un semplice comandante di vascello. L’appellativo di Sir potrebbe essere un aggiunta gratuita o più tarda, riferita alla nobiltà d’animo e alla sua condotta valorosa.
(4) si ribadisce ancora l’autorità regia siglata in una firma. “Great is the hand that holds dominion over/Man by a scribbled name.” (Dylan Thomas)
(5) Spens è molto esplicito parla di nemico, cioè un traditore, perchè la sua non è modestia nell’affermare di non essere un comandante all’altezza del compito, e se qualcuno ha affermato il contrario all’orecchio del Re, mente per qualche macchinazione!
(6) E’ opinione dei marinai scozzesi che vedere la sagoma scura della luna nuova con una piccola porzione di falce della luna vecchia sia segno di tempesta.
(7) il secondo segno funesto, il canto della sirena
(8) La Sirena è accompagnata dal medioevo all’ottocento da pettine e specchio: l’uno a indicare la sessualità (nel gesto erotico del pettinarsi le chiome, un tempo potente strumento di seduzione), l’altro a sottolinearne la doppiezza e l’inganno. Ma il pettine o pecten dal greco plectron sta per indicare il plettro ovvero la lyra e quindi le virtù musicali della sirena, mentre lo specchio ne rappresenta i poteri magici.
(9) anche la sirena avverte i marinai dell’imminente tempesta
(10) una consolatoria giustizia divina post-mortem.

Fairport Convention in Full House,1971
Nella versione con Sandy Danny Liege & Lief 2002

SECONDA VERSIONE: NIC JONES

Questa versione è più articolata della precedente, la missione resta sempre segreta ed è conservata nel testo della lettera recapitata a Patrick Spens mentre si trova sulla spiaggia; nel leggere le prime righe sorride compiaciuto, ma alla fine piange per la crudeltà della sorte. Purtroppo il re gli ha impartito un ordine insensato: quello di comandare una piccola flotta di 7 navi in una stagione inadatta ai viaggi per mare.

La melodia è quella contenuta nei due volumi “Traditional Ballad Airs” pubblicati alla fine del XIX secolo da Dean William Christie, Vol I pag 6 (per scaricare i volumi vedi)

I
The King he sits in Dunfermline town,
A-drinking the blood-red wine;
“O where will I get a fine mariner
To sail seven ships of mine?”
II
And then up spoke a fine young man,
Sat at the King’s right knee:
“Sir Patrick Spens is the best mariner
has ever sailed the seas.”
III
So the King has a-written a broad letter,
and signed it with his own hand,
And he’s sent it off to Sir Patrick Spens,
a-walking all on the strand.
IV
And the very first line that Patrick he read
a little laugh then gave he,
And the very last line that Patrick read
The salt tears filled his eyes.
V
‘Oh who is he that’s done this deed
And told the King of me?
For never was I a good mariner
and never do intend to be’
VI
“Late yestreen I saw the new moon,
With the old moon in her arms,
And I fear, I fear, a deadly storm
our ship’n she will come to harm.”
VII
“But rise up, rise up my merry men all.
Our little ship she sails in the morn
Whether it’s a-windy, or whether it’s a-wet
or whether there’s a deadly storm”
VIII
And they hadn’t been a-sailing a league or more,
A league but barely nine.
‘Til the wind and wet and sleet and snow
coming a-blowing up behind.
IX
“O where can I get a little cabin boy
to take the helm in hand?
While I go up to the topmast high
and see if I can ‘t spy land”
X
“Come down, come down Sir Patrick Spens
We fear that we all must die
For in and out of the good ship’s hull
The wind and the ocean fly”
XI
And the very first step that Patrick he took
The water it came to his knees
And the very last step that Patrick he took
They drowned they were in the seas
XII
And many was the fine feathered beds
That floated on the foam
And many was the little Lord’s son
That never never more came home
XIII
And long long may their Ladies sit
With their fans all in their hands
Before they see Sir Patrick Spens
Come a-sailing along the strand
XIV
For it’s fifty miles to Aberdeen shore
It’s fifty fathoms deep
And there does lie Sir Patrick Spens
With the little Lords at his feet

I
Il Re è nella città di Dunfermline
a bere vino, rosso come il sangue:
“Dove lo trovo un buon marinaio
per far salpare sette delle mie navi?”
II
S’alza a parlare un bel giovanotto
che stava al fianco destro del Re:
“Sir Patrick Spens è il miglior marinaio
che abbia mai solcato i mari “
III
Il Re ha scritto una lunga lettera
firmandola di proprio pugno
e l’ha mandata a Sir Patrick Spens,
che camminava sulla spiaggia.
IV
La prima riga che Sir Patrick lesse
lo fece sorridere un poco;
ma all’ultima riga che lesse,
gli occhi gli si empirono di pianto.
V
“Oh chi è stato a farmi questo,
e ha parlato di me al Re?
Perchè io non sono un buon marinaio,
e mai ho preteso di esserlo”
VI
“Iersera vidi la luna nuova (1)
con quella vecchia tra le braccia;
e io temo, temo una tempesta funesta
a danno delle nostre navi (2).”
VII
“Ma alzatevi, alzatevi allegri marinai
la nostra cara nave salperà al mattino
che ci sia vento o pioggia
o anche una tempesta fatale!”
VIII
E non avevano percorso
più di nove leghe
quando il vento e la pioggia, il nevischio e la neve
vennero a rincorrerli
IX
“Dove posso trovare un mozzo
che prenda il timone in mano?
Mentre vado sulla coffa (3)
e cercare di avvistare terra”
X
“Scendi, scendi Sir Patrick Spens
temiamo tutti di morire
perchè dentro e fuori allo scafo della nave
vento e oceano si riversano”
XI
E al primo passo che Sir Patrick Spens fece,
l’acqua gli arrivò alle ginocchia
e l’ultimo passo che Sir Patrick Spens fece,
erano (tutti) annegati nell’oceano
XII
E molti furono i bei letti di piume
che galleggiarono sulle onde
e molti furono i giovani figli di Lord
che mai, mai più ritornarono a casa
XIII
A lungo, a lungo le loro spose
staranno con il ventaglio in mano
in attesa di vedere Sir Patrick Spens
veleggiare verso terra.
XIV
Cinquanta miglia al largo di Aberdeen
l’acqua è profonda cinquanta braccia;
là giace Sir Patrick Spens,
con i nobili ai suoi piedi.

NOTE Traduzione italiana di Cattia Salto
(1) Il verso è citato anche da Samuel Taylor Coleridge in “Rime of the Ancient Mariner”.
(2) il purale in -en piuttosto che in -s è tipico dell’epoca elisabettiana
(3) la strofa è un po’ anomala, in genere è il comandante a rimanere al timone e il mozzo che sale di vedetta, un verso totalmente insensato a mostrare tutta l’inesperienza marinaresca di Spens

Nic Jones in Ballad and Song 1970
Martin Carthy accompagnato al violino dalla figlia Eliza Carthy, che riprende la melodia di Nic Jones
Kris Drever

TERZA VERSIONE: SIR WALTER SCOTT

Fu Sir Walter Scott nel suo Minstrelsy of the Scottish Border – Volume 1 a ricamare sul riscontro storico della cronaca e ad aggiungere i riferimenti alla Norvegia (cf Sir Patrick Spens)

La canta Ewan MacColl  nella versione imparata dal padre e Peter Bellamy ne riprende la melodia.

Ewan MacColl in The English and Scottish Popular Ballads (The Child Ballads) Volume II 1956
(strofe I, II, III, V parte appendice, XII, XIII, XIV, XV)
Peter Bellamy in The Maritime Suite: We Have Fed Our Sea for a Thousand Years (Songs of the Sea from the Saxons to the 19th Century) 1982
(strofe I, II, III, V appendice, XII, XIII, XIV, XV)
Jim Malcolm in Home (2002) Melodia di Jim Malcom.

LA VERSIONE DI JIM MALCOLM

I
The king sits in Dunfermline town
Drinking the blude-red wine;
“Whare will I find a skeely skipper
To sail this new ship o mine?”
II
And up and spak the eldest knicht
From where he sat by the king’s richt knee;
“Sir Patrick Spens is the best sailor
That ever sail’d the sea.”
III
The king has written a braid letter
And seal’d it with his hand
And sent it to Sir Patrick Spens
Who was walking on the strand.
IV
The first word that Sir Patrick read
So loud, loud laugh did he;
The neist word that Sir Patrick read
The tears blinded his e’e.
V [chorus]
“To Noroway, to Noroway
To Noroway o’er the faem
The king’s daughter o Noroway
it’s you must bring her hame.”

VI
“O wha is this has done this deed
And tauld the king o me
To send us out, this time of year
To sail upon the sea?”
VII
“Be it wind, weet, hail, or sleet
Our ship must sail the faem;
The king’s daughter o Noroway
‘Tis we must bring her hame.”

[Bellamy]

VIII
“Mak ready all my merry men
our gude ship sails the morn.”
“Alas alack, my master dear,
for I fear a deadly storm.
IX
I saw the new moon late yestreen
Wi’ the auld moon in her arm;
And if we gang to sea the morn
I fear we’ll come to harm.”
[chorus]
X
They hadna sail’d a league, a league
A league but barely three
The darkness grew the wind blew loud
And gurly grew the sea.
XI
The ankers brak, the topmast lap
And it was sic a deadly storm:
The waves cam owre the broken ship
Till a’ her sides were sorely torn.
XII
O laith o laith, were our Scots lords
To wet their cork-heel’d shoon;
But lang afore the play was play’d
They wat their hats aboon.
XIII
And mony was the feather beds
That flatter’d on the faem;
And mony was the gude lord’s son
That never mair cam hame.
[chorus]
XIV
O lang, lang may the ladies sit
Wi’ their fans into their hand
Before they see Sir Patrick Spens
Come sailing to the strand.
XV
Half-owre, to Aberdour
Tis fifty fathoms deep;
And there lies Sir Patrick Spens
Wi’ the Scots lords at his feet.

SIR PATRICK SPENS

I
Il Re è nella città di Dunfermline
a bere un vino, rosso sangue:
“Dove lo trovo un abile comandante
a condurre questa mia nuova nave?”
II
S’alza a parlare il più vecchio cavaliere (1)
da dove sedeva dal fianco destro del Re:
“Sir Patrick Spens è il migliore marinaio
che abbia mai navigato in mare.”
III
Il Re ha scritto una lunga lettera
sigillandola di propria mano
E l’ha mandata a Sir Patrick Spens,
che camminava sulla spiaggia.
IV
Alla prima frase che Sir Patrick lesse
si mise a ridere di gusto;
la seconda che Sir Patrick lesse,
le lacrime gli accecarono gli occhi.
V
“Per la Norvegia, la Norvegia
per la Norvegia sulle onde del mare
la figlia del re di Norvegia (2)
devi portala a casa come sposa”
VI
“Chi è stato a farmi questo,
e ha parlato di me al Re?
A mandarci fuori in questo periodo dell’anno (3),
per navigare in mare?
VII
Che ci sia vento o pioggia o grandine e nevischio,
la nostra nave deve navigare sulle onde; 
la figlia del re della Norvegia
dobbiamo riportare a casa [come sposa]”

[integrazione di Bellamy]

VIII
“Tenetevi pronti miei allegri marinai,
la nostra buona nave salperà al mattino;”
“Ahimè caro comandante
perchè temo una tempesta fatale.
IX
“La luna nuova, l’ho vista iersera
con quella vecchia tra le braccia;
E se andremo in mare al mattino
temo che finiremo nei guai”
[ritornello]
X
Avevano percorso a stento
appena tre leghe
che l’oscurità crebbe, il vento soffiò forte
e minaccioso si gonfiò il mare.
XI
L’ancora si spezzò, l’albero maestro s’inclinò
e fu proprio una tempesta fatale:
le onde soverchiarono la nave danneggiata,
finchè i suoi fianchi si rovesciarono.
XII
Erano restii, quei nobili scozzesi
a bagnarsi le zeppe delle scarpe(4);
ma prima che tutto fosse finito
i loro cappelli facevano il bagno
XIII
E molti furono i letti di piume
che galleggiarono sulle onde
e molti furono i bravi figli di Lord
che mai più ritornarono a casa
[ritornello]
XIV
A lungo, a lungo le loro spose staranno 
con il ventaglio in mano
in attesa di vedere Sir Patrick Spens
veleggiare verso riva.
XV
Laggiù vicino a Aberdour
l’acqua è profonda cinquanta braccia;
là giace Sir Patrick Spens,
con i signori scozzesi ai suoi piedi.

NOTE Traduzione italiana di Cattia Salto.
Malcom trasforma la V strofa in un coro
(1) quella del vecchio cavaliere è un topico per indicare un consigliere del Re di provata esperienza
(2) Sir Scott nelle sue integrazioni alla ballata propende per il viaggio di ritorno in Scozia di Margherita “Vergine della Norvegia” in qualità di nuova regina dopo la morte senza eredi del nonno Alessandro III
(3) in questo verso si fa riferimento alla consuetudine, diventata anche legge, di non andare per i mari del Nord da ottobre a febbraio, i mesi più pericolosi per le frequenti tempeste
(4) cork-heeled shoon sono le scarpe con i tacchi alti! Scarpe con la suola molto alta in sughero o legno. In Italia si dicono pianelle (da plateau ma il significato attuale è opposto a quello di un tempo) o zoccoli ma anche chopine (dal francese). Le pianelle erano bisex solo in un secondo tempo restarono prerogativa femminile.

Le strofe centrali in Bellamy (in parte riprese dalla versione di Sir Walter Scott)

Now, they had not been in Norrowa
A week but barely three
When all the lords in Norrowa
They up and they spoke so free

“These outland Scots they drink our King’s gold
They swallow our Queen’s fee
Oh woe upon the tongue that told
Such a dreadful lie

And how can this be?” cried Sir Patrick Spens,
So I pray now, tell it unto me
When the bows of our ship they are wrought in gold
And we’ve twelve chests of white money

But take heed, take heed, my good men all
And mind you be forewarned
For cometh wind or cometh hail
Our good ship sails in the morn

But up there spoke the weatherman:
I fear we all be drowned
For I saw the new moon late yest’reen
With the old moon laying in her arms

Now, they had not sailed a league, a league
A league but barely three
When the skies they run black and the seas run high
And the ship she was now a wreck

Then it’s where can I find some bonny boy
To take the steer in hand
While I climb up to the high topmast
To see if I can spy land

But he hadn’t take a steep, a step
A step but barely one
When bows of that good ship did crack
And the salt sea did rush in

Erano stati in Norvegia
da appena tre settimane
quando tutti i Lord della Norvegia
si misero a parlare liberamente

“Questi scozzesi brindano con l’oro del nostro Re,
s’ingollano la dote della nostra Regina”
Sia maledetta la lingua che diceva
una simile bugia!

“Come potrebbe essere?-si lamentò
Sir Patrick Spens- vi prego di dirmelo,
quando le prue della nostra nave sono d’oro zecchino e abbiamo 12 casse di denaro corrente.

Ma attenzione, attenzione, mie bravi marinai
e badate che vi ho avvisato
che ci sia vento o grandine
la nostra buona nave salperà al mattino(1)”

Ma si alzò a parlare il meteorologo
“Temo che annegheremo tutti
perchè vidi la nuova luna iersera
con la vecchia tra le braccia”

Avevano percorso a stento
appena tre leghe
quando il cielo divento scuro e il mare si sollevò
e la nave era ormai un relitto

“Allora dove posso trovare un bel mozzo
che prenda il timone in mano
mentre salgo sulla coffa
per vedere se la terra è in vista?”

Ma non aveva fatto che un passo
un solo passo
quando i fianchi(2) di quella buona nave si ruppero
e il mare si gettò all’interno

NOTE
(1) l’incompetenza di Spens come capitano è palese, imbufalito dall’insulto dei Norvegesi preferisce salpare l’indomani nonostante sia avvertito della tempesta in arrivo
(2) bow è la prua della nave cioè la parte davanti, la parte dietro si dice poppa. Qui il termine è da intendersi come scafo della nave

Sir Patrick Spens
dalle copertine interne del Cd Child Ballads 2013 illustrate da Peter Nevins
Come down, come down, you sailor boy
It’s here that we must die
The ship is torn at every side
And now the sea comes in

La variante di Anaïs Mitchell & Jefferson Hamer che riprendono sempre la versione di Sir Scott

I
The king sits in Dumferling town
Drinking the blood red wine
Where can I get a good captain
To sail this ship of mine?
Then up and spoke a sailor boy
Sitting at the king’s right knee
“Sir Patrick Spens is the best captain
That ever sailed to sea”
II
The king he wrote a broad letter
And he sealed it with his hand
And sent it to Sir Patrick Spens
Walking out on the strand
“To Norroway, to Norroway
To Norway o’er the foam
With all my lords in finery
To bring my new bride home”
III
The first line that Sir Patrick read
He gave a weary sigh
The next line that Sir Patrick read
The salt tear blinds his eye
“Oh, who was it? Oh, who was it?
Who told the king of me
To set us out this time of year
To sail across the sea”
IV
“But rest you well, my good men all
Our ship must sail the morn
With four and twenty noble lords
Dressed up in silk so fine”
“And four and twenty feather beds
To lay their heads upon
Away, away, we’ll all away
To bring the king’s bride home”
V
“I fear, I fear, my captain dear
I fear we’ll come to harm
Last night I saw the new moon clear
The old moon in her arm”
“Oh be it fair or be it foul
Or be it deadly storm
Or blow the wind where e’er it will
Our ship must sail the morn”
VI
They hadn’t sailed a day, a day
A day but only one
When loud and boisterous blew the wind
And made the good ship moan
They hadn’t sailed a day, a day
A day but only three
When oh, the waves came o’er the sides
And rolled around their knees
VII
They hadn’t sailed a league, a league
A league but only five
When the anchor broke and the sails were torn
And the ship began to rive
They hadn’t sailed a league, a league
A league but only nine
When oh, the waves came o’er the sides
Driving to their chins
VIII
“Who will climb the topmast high
While I take helm in hand?
Who will climb the topmast high
To see if there be dry land?”
“No shore, no shore, my captain dear
I haven’t seen dry land
But I have seen a lady fair
With a comb and a glass in her hand”
IX
“Come down, come down, you sailor boy
I think you tarry long
The salt sea’s in at my coat neck
And out at my left arm”
“Come down, come down, you sailor boy
It’s here that we must die
The ship is torn at every side
And now the sea comes in”
X
Loathe, loathe were those noble lords
To wet their high heeled shoes
But long before the day was o’er
Their hats they swam above
And many were the feather beds
That fluttered on the foam
And many were those noble lords
That never did come home
XI
It’s fifty miles from shore to shore
And fifty fathoms deep
And there lies good Sir Patrick Spens
The lords all at his feet
Long, long may his lady look
With a lantern in her hand
Before she sees her Patrick Spens
Come sailing home again

Anaïs Mitchell & Jefferson Hamer in Child Ballads 2013

I
Il Re è nella città di Dunfermline
a bere vino, rosso come il sangue:
“Dove lo trovo un buon comandante
per far salpare questa mia nave?”
S’alza a parlare un marinaio
da dove sedeva dal fianco destro del Re::
“Sir Patrick Spens è il migliore comandante
che abbia mai navigato in mare.”
II
Il Re ha scritto una lunga lettera
sigillandola di propria mano
E l’ha mandata a Sir Patrick Spens,
che camminava sulla spiaggia.
“Per la Norvegia, la Norvegia
per la Norvegia sulle onde del mare
con tutti i nobili in pompa magna
a portare a casa la mia nuova moglie”
III
La prima frase che Sir Patrick lesse
diede un sospiro annoiato;
la seconda che Sir Patrick lesse,
le lacrime salate gli accecarono gli occhi.
“Chi è stato? Chi è stato a farmi questo?
Chi ha parlato di me al Re?
Mandarci fuori in questa stagione,
per navigare in mare?”
IV
“Ma riposate bene miei compagni,
la nostra nave deve salpare al mattino;
con ventiquattro nobili signori
vestiti di bella seta.
E ventiquattro letti di piume
su cui appoggiare le loro teste,
via via partiremo
per portare a casa la nuova moglie del Re”
V
“Temo mio caro comandante
temo che avremo di che pentirci,
vidi bene iersera la luna nuova
con quella vecchia tra le braccia”
“Faccia bello o faccia brutto
o faccia una tempesta fatale
e il vento soffi a volontà,
la nostra nave partirà al mattino”
VI
Non era trascorso che un giorno di navigazione,
un solo giorno,
quando il vento soffiò forte e tempestoso,
e fece gemere la buona nave.
Non era trascorso che un giorno di navigazione, 
o forse tre
quando le onde si riversarono dalle fiancate
e salirono fino alle ginocchia
VII
E non avevano percorso una lega, una lega
o poco più di tre leghe
che l’ancora si spezzò, e le vele si strapparono
e la nave si sfasciò.
E non avevano percorso una lega, una lega
o poco più di nove
quando le onde si riversarono dalle fiancate
e salirono fino al mento
VIII
“Chi sale sulla coffa
mentre afferro il timone?
Chi sale sulla coffa
a vedere se c’è della terra ferma?”
“Nessuna spiaggia, nessuna spiaggia mio caro comandante, non ho visto terra ferma,
ma ho visto una bella dama [la sirena]
con un pettine e uno specchio in mano”
IX
“Scendi, scendi mozzo,
credo che sei rimasto abbastanza,
il mare è arrivato al collo
e ho solo fuori il mio braccio sinistro”
“Scendi, scendi mozzo,
è qui che dobbiamo morire
la nave è squassata da ogni parte
e il mare è entrato”
X
Erano restii, quei nobili scozzesi
a bagnarsi le loro alte zeppe;
ma prima che tutto fosse finito
i loro cappelli facevano il bagno
e molti furono i letti di piume
che galleggiarono sulle onde
e molti furono quei nobil signori
che mai più ritornarono a casa
XI
A cinquanta miglia dalla costa
e a cinquanta braccia di profondità
là giace il bravo Sir Patrick Spens,
ed i nobili ai suoi piedi.
A lungo, a lungo la sua sposa
starà con una lanterna in mano
in attesa di vedere Sir Patrick Spens
veleggiare di nuovo verso terra.

In Conclusione: la ballata del cONTASTORIE

Se come me amate sentire leggere i versi delle antiche ballate con la parlata scozzese ecco una chicca dalla Biblioteca Nazionale scozzese: The ballad of Sir Patrick Spens, illustrated with drawings, su disegni di Edward e Elizabeth Odling e con la voce narrante di James Crampsay un filmato del 1956
E’ il bardo che accompagnandosi alla sua fedele arpa e seduto accanto al fuoco racconta la storia, i disegnatori collocano la vicenda nel Medioevo avvalorando le ipotesi storiche che si tratti di una vicenda accaduta sotto Re Alessandro III

[1] In 1286, the King of Scots, Alexander III was deeply and passionately in love with his new bride, Yolande of Dreux. They had married the previous year, and Alexander, mindful that he did not yet have an male heir, was keen to leave the business of politics behind in Edinburgh, and travel across the river to Fife, where his bride was waiting. The only problem was the weather. Not for the first time the weather in Scotland was rather unseasonably bad. The King’s advisers pleaded with him to stay in Edinburgh until the morrow. The King would none of it and set off with a small group of aides. They had crossed the Forth, the river between Edinburgh and Fife, and set off for Kinghorn, where Yolande awaited the arrival of Alexander, in the middle of the night. No one really knows exactly what happened next. It is believed that Alexander had become separated from his guides in the stormy darkness. His body was found the next day with his neck broken. Alexander’s only living heir, his granddaughter, Margaret, known as the Maid of Norway, lived across the North Sea. It is this journey, and the associated sense of impending disaster for the Kingdom of Scotland, that links this ballad with this time in history.
https://singout.org/sir-patrick-spens/

[2] https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=24503&lang=en

[3] In most versions of the ballad, someone TELLS the king that Sir Patrick Spens is a great skipper, but there are many indications this is not really true. The suggestion is that the person who speaks up has committed treason by lying to the king in order to doom the mission, and Spens dies either as part of the plot or as collateral damage…
And who IS the person that speaks up? He’s “an eldren knicht,” “an auld, auld knicht,” “an auld rich knicht,” “an Irish knight,” “a bra young man” or “a bonny boy”; that is, neither the narrator nor Sir Patrick knows who he really is. The narrator can only describe him, while Sir Patrick can only wonder who he was–in other words, he’s not a very reliable witness. In the B version this mysterious speaker is described as “a yallow-haired man,” yellow being a traditional color of lying and betrayal, often used for Judas’s robe in paintings of the apostles.
Si legga tutta l’argomentazione in
https://blogs.loc.gov/folklife/2018/05/the-mermaid/#comment-310213

LINK consultati
https://sites.williams.edu/sirpatrickspens/the-ballad/
http://www.sacred-texts.com/neu/eng/child/ch058.htm
http://mainlynorfolk.info/sandy.denny/songs/sirpatrickspens.html
http://sites.williams.edu/sirpatrickspens/the-library/
http://www.papastronsay.com/island/
http://71.174.62.16/Demo/LongerHarvest?Text=ChildRef_58
http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=8429
http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=63902

https://mudcat.org/thread.cfm?threadid=151603
https://singout.org/sir-patrick-spens/3/
https://nelcuoredellascozia.com/2019/05/13/alla-scoperta-di-dunfermline-antica-capitale-della-scozia-e-luogo-di-sepoltura-di-sovrani-scozzesi/

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

Una risposta a “Sir Patrick Spens: Cronaca di un naufragio e una morte annunciata”

  1. Una delle più sentite interpretazioni è quella del compianto Peter Bellamy, finalmente realizzata su CD a fine 2018, ben 36 anni dopo la registrazione (con Dolly Collins al pianoforte e Ursula Pank al violoncello), dato il tuo amore per le canzoni del mare, la puoi ascoltare qui:

    https://www.youtube.com/watch?v=6UsjzLW3xuE

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