The Beggar

The Beggar è una delle canzoni che esalta le “virtù” di vivere mendicando e riempendosi la pancia di buona birra. Le sue origini sono in una broadside dal titolo I cannot eat but little meat stampata nel 1557 e considerata una delle prime drinking song in lingua inglese. Attribuita a William Stevenson, un letterato del Christ’s College di Cambridge, che la inserì nella commedia pre-shakespeariana Gammer Gurton’s Needle (1575).

All’inizio del XVIII secolo, in un’epoca in cui la distinzione tra accattonaggio, alcolismo e follia era piuttosto sfumata e il Bethlem Mental Hospital (Bedlam) era pieno di cosiddetti “rifiuti della società”, intorno al ritornello della antica drinking song fu cucito un nuovo testo, quello che è arrivato fino a noi ed è stato interpretato da diversi artisti del circuito folk anglosassone.

The Beggar / Jolly Good Ale and Old

Roud 1573 ; Master title: The Beggar ; Ballad Index ShH78 ; VWML CJS2/9/1304 , RoudFS/S137451 ; Bodleian Roud 1573 ; DT BACK&SID , BCK&SID2 ; Mudcat 41977 ; William Stevenson]

la versione originale di William Stevenson

I CANNOT eat but little meat, 
My stomach is not good;
But sure I think that I can drink   
With him that wears a hood.
Though I go bare, take ye no care,   
I nothing am a-cold;
I stuff my skin so full within
Of jolly good ale and old.                     

Back and side go bare, go bare;
Both foot and hand go cold;
But, belly, God send thee good ale enough, 
Whether it be new or old. 

I love no roast but a nut-brown toast,
And a crab laid in the fire;
A little bread shall do me stead;
Much bread I not desire.
No frost nor snow, no wind, I trow,
Can hurt me if I wold;
I am so wrapp’d and thoroughly lapp’d 
Of jolly good ale and old. 
And Tib, my wife, that as her life 
Loveth well good ale to seek,
Full oft drinks she till ye may see 
The tears run down her cheek:
Then doth she trowl to me the bowl 
Even as a maltworm should,
And saith, ‘Sweetheart, I took my part  
Of this jolly good ale and old.’ 
Now let them drink till they nod and wink,
Even as good fellows should do;
They shall not miss to have the bliss
Good ale doth bring men to;
And all poor souls that have scour’d bowls 
Or have them lustily troll’d,
God save the lives of them and their wives, 
Whether they be young or old.

Non posso mangiare che poca carne,  
il mio stomaco non sta bene;
ma di sicuro credo di poter bere
con lui che indossa il cappuccio(1).
Anche se sono nudo, non preoccuparti,
non ho per niente freddo;
mi rimpinzo la pancia(2) così piena dentro
di buona e allegra birra sia leggera che invecchiata(3)    

Che la schiena e i fianchi siano nudi, siano nudi;           
che mani e piedi diventino freddi; 
ma, pancia che Dio ti mandi buona birra a sufficienza, 
che sia novella o invecchiata

Non amo l’arrosto ma pane scuro abbrustolito,
e un granchio gettato sul fuoco;
un tozzo di pane mi farà bene; 
molto pane non lo desidero.
Né gelo né neve, né vento, credo,
potrebbero farmi del male se lo volessi;
sono così avvolto e completamente lappato 
di buona e allegra birra sia leggera che invecchiata.
E Tib, mia moglie, questa è la vita che ama
a cercare la buona birra,
e bere a sazietà finché le si potranno vedere 
le lacrime che le scendono dalla guancia:
allora mi getta la ciotola
proprio come farebbe un verme del malto
e dice: “Tesoro, ho preso la mia parte di questa buona e allegra birra sia leggera che invecchiata’.   
Che bevano finché non faranno un cenno(4) e strizzeranno l’occhio, proprio come dovrebbero fare i bravi ragazzi;
non mancheranno di avere la beatitudine  
alla quale la buona birra riconduce gli uomini;
e a tutte le povere anime che hanno raschiato le ciotole 
o le hanno fatte rotolare vigorosamente,
Dio salvi la vita e quella delle loro mogli,  
giovani o vecchie che siano !

Note di Cattia Salto
(1) hood rima con good, il personaggio che indossa il cappuccio potrebbe benissimo essere un frate cellario cioè il religioso addetto alla dispensa del convento
(2) skin= pelle ma qui s’intende la pancia piena
(3) la old ale è una birra che viene dal passato quando si lasciavano invecchiare le birre in apposite botti. “Saporite, dal colore ambrato scuro, intense note maltate, corpo robusto e gradazione non troppo elevata, le inglesissime Old Ale sono soprannominate in terra natia winter warmer. Simili al barley wine, ma più scure e meno alcoliche, sono birre dolcemente maltate, con note fruttate dovute a una forte presenza di esteri. Spesso presentano un complesso blend di frutta secca, vino, caramello, melassa, noci, toffè e sono caratterizzate da ricercate note alcoliche simili a quelle dello sherry e del porto.”
https://www.enciclopediadellabirra.it/classificazioni-e-stili/old-ale-storia-di-una-birra-vecchia/
(4) to nod: vuol dire fare un cenno con la testa o per salutare, o per ringraziare, o per dire si

La ballata nel folk revival

Steeleye Span in Bedlam Born (2000)
Canterbury Fair nell’eponimo album del 1977
James Findlay in Another day, another story (2012)
Fairport Convention in Red and Gold (1988)
Roy Harris in Champions of Folly (1975)
Ninebarrow in Releasing the leaves (2016)

la versione degli Steeleye Span

I’d rather be a beggar than a king
Tell you the reason why:
A king can’t swagger, nor drink like a beggar,
Nor be half so happy as I. 

Chorus (repeated after every other verse):
Let the back and side go bare
Let the hands and feet go cold
Give to the belly beer enough
Whether it be new or old 

Sometimes we lie like hogs in a sty
In a flock of straw on the ground
Sometimes eat a crust that’s rolled in the dust
And are thankful it can be found. 
Sometimes we call at a rich man’s hall
To beg for bread and beer.
Sometimes we’re lame, sometimes we’re blind,
Sometimes too deaf to hear.
From the hag and hungry goblin
That into rags would rend you
And the spirits that stand by the naked man
In the book of moons defend you 
That of your five sound senses
You never be forsaken
Nor travel from yourselves with me
Abroad to beg your bacon

Preferirei essere un mendicante piuttosto che un re
e ve ne spiego la ragione:
un re non può vantarsi, né bere come un mendicante,
né essere felice la metà di me.

Coro (ripetuto dopo ogni altra strofa):
Che la schiena e i fianchi siano nudi,       
che mani e piedi diventino freddi; 
[ma] date alla pancia birra a sufficienza, 
che sia novella o invecchiata

A volte siamo sdraiati come maiali in un porcile
in un cumulo di paglia per terra, a volte mangiamo una crosta (di pane) rotolata nella polvere
e siamo grati di averla trovata.
A volte visitiamo il palazzo di un uomo ricco
a mendicare pane e birra.
A volte siamo zoppi, a volte siamo ciechi,
a volte troppo sordi per sentire.
Dalla strega e dal goblin(1) affamato
che vi ridurrebbero in stracci
e dagli spiriti che stanno accanto all’uomo nudo
nel Libro delle lune(2), difendetevi(3)
Che dai vostri cinque buoni sensi
non siate mai abbandonati
e non viaggiate per vostro conto con me
fuori casa a elemosinare la vostra pancetta

NOTE
(1) goblin= creatura mostruosa diffusa nel folklore di molte regioni europee
(2) antico libro di magia
(3) il verso è una citazione da Boys of Bedlam/Tom O’Bedlam
L’uomo nudo potrebbe essere l’uomo dello zodiaco, secondo la mentalità medievale  il corpo e la mente dell’uomo erano influenzati dai segni dello zodiaco e il Libro delle Lune ovvero l’almanacco medievale con il movimento dei corpi celesti nel cielo e in particolare della Luna.

LINK
https://mainlynorfolk.info/danny.spooner/songs/thebeggar.html
https://englishverse.com/poems/jolly_good_ale_and_old

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Pubblicato da Sergio Paracchini

Sergio Paracchini, ascoltatore seriale di buona musica, dagli anni ’70 innamorato del folk revival (celtico e non solo). Gestisce il gruppo Facebook “Folk rock e dintorni”.

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