Boys of Bedlam/Tom O’Bedlam

Boys of Bedlam (Steeleye Span)

Roud V16366 ; Ballad Index Log172 ; DT BEDLMBOY ; Mudcat 112465 , 126639 ; words trad., music Dave Moran, Nic Jones]

Il critico letterario Harold Bloom la incluse nella sua raccolta “How to Read and Why”, introducendola così:

“Tom O’Bedlam” è una delle numerose “canzoni pazze”, anche se nessun’altra cosa nel genere può essere paragonata ad essa, nemmeno la “Mad Song” di William Blake. Prova a cantare la poesia ad alta voce, ripetutamente. Il suo potere crescente è profondamente energizzante per il lettore attento e consiglio vivamente la memorizzazione della poesia. Il cantante, presumibilmente ex detenuto del Bedlam (Bethlehem Hospital, Londra), implora protestando per la sua innocuità, racconta una versione della sua storia personale ed esprime infine una prospettiva visionaria raramente raggiunta nella storia della poesia. Conosco poche altre poesie che si aprono con la velocità, la franchezza e l’intensità drammatica della canzone di Tom O’Bedlam”

Il Bedlam del titolo si riferisce al manicomio del Bethlehem Royal Hospital, noto anche come St Mary Bethlehem o Bedlam, sito inizialmente nella parrocchia di St Boltoph a Bishopgate (Londra) nel 1247[1bis].

Il primo testo manoscritto dal titolo Tom O’Bedlam[2] di autore anonimo risale al 1620 con Tom, ex degente del Bedlam che chiede l’elemosina per le strade londinesi e racconta la sua storia personale ai passanti. ll personaggio di Tom o’ Bedlam era noto anche a Shakespeare, poiché Edgar nel Re Lear si traveste da “povero Tom”, uno dei “mendicanti di Bedlam”[3], per poter parlare al re pazzo.

Mad Maudlin (Mad Maudlin’s Search for Her Tom of Bedlam) è invece la versione raccolta nel 1720 da Thomas d’Urfey in Pills to Purge Melancholy con Maudlin la pazza alla ricerca di Tom, il pazzo.
Esistono tuttavia molte versioni testuali anche piuttosto diverse tra loro e con vari titoli (e anche melodie). Il testo preso in esame, principalmente dalla versione degli Steeley Span presenta non poche difficoltà interpretative.

La Nave dei Folli

Hieronymus Bosch La Nave dei folli, 1494 ca., Parigi, Museo del Louvre – Public Domain via Wikipedia Commons

..egli è un irresponsabile e fuori norma. Il folle è colui che trasgredisce o semplicemente ignora le convenzioni sociali, è smisurato nella sua ilarità o nella sua malinconia e disgrega la logica di causa-effetto sulla quale si basa il ragionamento della società razionale. In quanto lo specchio distorto della società è in grado di mettere in dubbio i principi sui quali essa si fonda. (Jovana Malinaric)[1bis]

Nella Nave dei Folli[4] viene illustrato l’immaginario collettivo rinascimentale del “folle”, l’uomo incolto, rozzo, peccatore
Così nel dipinto di Hieronymus Bosch (parte di un trittico sulla Follia) sono raffigurati i sette peccati capitali per mezzo di un personaggio simbolico Superbia, Lussuria, Avarizia, Ira, Gola, Invidia, e Accidia.
vediamo un gruppo di dieci personaggi raccolti all’interno di una piccola barca, buona parte dei quali, con l’espressione inebetita e la bocca spalancata, cerca di addentare una focaccia appesa all’albero. In primo piano, uno di fronte all’altra, ci sono un monaco francescano e una suora, che suona il liuto. Su una sorta di asse che funge da tavolo è posato un piatto di ciliegie, come il liuto simbolo dei piaceri della carne. Un personaggio è appollaiato su un ramo; sotto di lui, un altro è intento a vomitare; altri due amoreggiano (la brocca, offerta dalla donna all’uomo sdraiato a prua, allude alla sessualità femminile, mentre l’otre che l’uomo tiene sospeso nell’acqua, oltre la sponda della barca, è un chiaro simbolo fallico). Intanto un ladro sbucato da un cespuglio cerca di rubare quella che sembra un’anatra arrosto, legata all’albero. Il vascello naviga senza pilota, uno dei folli rema con quello che sembra un mestolo gigante, mentre l’albero maestro, privo di vela, altro non è che l’albero della cuccagna, sulla cui cima è legato un ramo di nocciolo, pianta simbolo della bestialità, tra le cui foglie sogghigna una maschera di gufo. Sotto le fronde sventola un’orifiamma con l’immagine della luna crescente, che probabilmente rimanda all’instabilità dei lunatici.
(La nave dei folli – Milano Platinum [5]

L’unico personaggio “fuori contesto” è il buffone con il cappuccio dalle orecchie d’asino e la marotte (lo scettro dei buffoni).
“Si tratta del Folle, il ventiduesimo arcano maggiore dei tarocchi. Egli ha voltato la propria gobba ai compagni di navigazione, e quindi alla follia, e si tiene in disparte rispetto al resto del gruppo in un atteggiamento che pare quasi di meditazione. …se ne sta isolato, in alto, si direbbe situato in un altro spazio, diverso da quello occupato dal resto dell’equipaggio. Il colore pallido e uniforme del suo costume è lontano dai colori vivaci e variopinti dei buffoni del carnevale. Anche lui beve qualcosa, ma il suo sembra piuttosto un gesto rituale, lontano dal destargli euforia, ma forse in grado di conferire un sapere oscuro e di elargire misteriose rivelazioni. In ogni caso, la sua solitudine, il suo modo di fare tranquillo e quasi austero formano un contrasto con la licenziosità disordinata degli altri membri dell’equipaggio. Al di là della satira dell’intemperanza del clero, la tavola di Bosch nasconde una concezione ambivalente della follia, quella che emerge alle soglie del Cinquecento, la medesima che verrà sviluppata nell’Encomium Moriae erasmiano.[5]

Per Erasmo da Rotterdam Follia e Ragione sono le due facce della stessa medaglia.

[1]Testo e note del critico Harold Bloom sul più grande poema anonimo inglese
https://kestrelmontague.wordpress.com/2012/09/10/perhaps-the-greatest-anonymous-poem-tom-obedlam/
[1bis] Nel Cinquecento le strutture più importanti di cui abbiamo menzione sono quattro: Ospedali reali di St Thomas, Christ, Bridewell e Bedlam. William Carroll nel suo libro Fat King Lean Beggar ci illustra come gli ospedali Bedlam e Bridewell fossero due realtà molto legate; entrambi erano principalmente ospizi per i più poveri che non avevano familiari che si potessero occupare di loro. L’importanza di queste due istituzioni è data anche dal fatto che esse entrarono ben presto nel linguaggio comune inglese dell’epoca. Per descrivere lunatici e folli si utilizzava il termine Bedlams (di Bedlam) mentre i vagabondi venivano appellati come Bridewells (di Bridewell). (Jovana Malinaric) in “Un’etnografia del folle. Poor Tom: dall’isolamento al teatro” in Rivista di studi n14 (2022) https://doi.org/10.6092/issn.2039-2281/15327
Nel suo saggio la Malinaric non manca di sottolineare come questi ospedali svolgessero la principale funzione di prigione
[2] La canzone di Tom e il dipinto di Pieter Breughel ” La caduta di Icaro” http://www.thehypertexts.com/Tom%20O’%20Bedlam’s%20Song.htm (in inglese)
[3] i mendicanti di Bedlam con folli discorsi, chiedono la carità per il paese.
[4] un approfondimento su Sebastian Brant – la Nave dei folli https://www.lincei.it/it/news/sebastian-brant-la-nave-dei-folli
Mito della nave dei folli: 3 insegnamenti https://lamenteemeravigliosa.it/mito-della-nave-dei-folli/
[5] Per tutto il medioevo il folle era appartenuto alla sfera del sacro, una manifestazione di Dio o del demonio, una maschera del mistero, la personificazione della lotta tra Bene e Male. Alla fine del XV secolo si osservano i segni di un cambiamento della gestione della follia e dell’affiorare di una visione che la poneva non più nella sfera mistico-religiosa, ma in quella delle manifestazioni terrene. La follia non viene più vista come una realtà oscura del mondo, ma come una debolezza dell’uomo, connaturata alla fragilità della sua condizione. https://www.milanoplatinum.com/la-nave-dei-folli.html

Boys of Bedlam

“Non è una poesia da spiegare, ma una poesia da vivere, sentire, assaporare… e forse temere, poiché ognuno di noi può ammalarsi di mente…” [http://www.thehypertexts.com/Tom%20O’%20Bedlam’s%20Song.htm]

Il testo di Boys of Bedlam nella versione degli Steeleye Span menziona Tom solo nella prima riga, poi introduce Maudlin la pazza alla ricerca di Tom, il pazzo.

Sono stati proprio loro a diffondere la canzone nel Folk Revival sebbene la melodia sia stata arrangiata da Dave Moran e Nic Jones quando la canzone entrò nel repertorio degli Halliard alla fine degli anni ’60.

In ultima analisi Tom of Bedlam (Poor Tom) è un povero vagabondo vestito con pochi stracci che si finge pazzo per tirare a campare intrattenendo il pubblico londinese con canti, frizzi e lazzi.

For to see mad Tom of Bedlam
Ten thousand miles I’d travel
Mad Maudlin goes on dirty toes
For to save her shoes from gravel

Chorus (repeated after each verse):
Still I sing: bonnie boys, bonnie mad boys
Bedlam boys are bonnie,
For they all go bare and they live by the air
And they want no drink nor money

I went down to Satan’s kitchen
For to get me food one morning
And there I got souls piping hot
All on the spit a-turning

[There I took a cauldron
Where boiled ten thousand harlots
Though full of flame I drank the same
To the health of all such varlets.]

My staff has murdered giants
And my bag a long knife carries
For to cut mince pies from children’s thighs
With which to feed the fairies

Strofe finali Steeleye Span
This spirit’s white as lightning
Would on me travels guide me
The moon would shake and the stars would quake
When ever they espied me

[No gypsy, slut or doxy
Shall win my mad Tom from me
I’ll weep all night, with stars I’ll fight
The fray shall well become me.]

And when that I have murdered
The man in the moon to a powder
His staff I’ll break and his dog I’ll shake
And there’ll howl no demon louder

[So drink to Tom of Bedlam
Go fill the seas in barrels
I’ll drink it all, well brewed with gall
And Maudlin drunk I’ll quarrel]

Strofe finali degli Stick in the Wheel(12)
Of thirty bare years have I
Twice twenty been enraged,
And of forty been three times fifteen
In durance soundly caged.
The moon’s my constant Mistrisse,
And the lowly owl my morrowe,
The flaming Drake and the Nightcrow make
Me music to my sorrow.
I know more than Apollo,
For oft, when he lies sleeping
I see the stars at bloody wars
In the wounded welkin weeping.
With a host of furious fancies
Whereof I am commander,
With a burning spear and a horse of air,
To the wilderness I wander.
By a knight of ghostes and shadowes
I summon’d am to tourney
Ten leagues beyond the wild world’s end.
Methinks it is no journey.

Per vedere il pazzo Tom di Bedlam
per diecimila miglia(1) viaggerei
Maudlin(2) la pazza va a piedi nudi e sporchi(3)
per preservare le scarpe dalla ghiaia(4)

Coro
Canto ancora: bei ragazzi, bei pazzi ragazzi
i ragazzi di Bedlam sono belli,
perchè camminano scalzi(nudi)(5) e vivono all’aria aperta
e non vogliono da bere e nemmeno soldi
(6)

Una mattina sono scesa nella cucina di Satana(7)
per prendermi del cibo
e lì ho mangiato anime ben calde
girate sullo spiedo

[Lì presi un calderone,
dove bollivano diecimila prostitute,
anche se pieno di fiamme, bevvi lo stesso,
alla salute di tutti questi servitori.]

Con il bastone ho ucciso giganti
e nella borsa porto un coltellaccio
per tagliare pasticci di carne(8) dalle cosce dei bambini
con i quali sfamare le fate


Questo spirito(9) è bianco come il fulmine
(che) mi guidava nei viaggi
la luna tremava e le stelle tremavano
ogni volta che mi vedevano(10)

[Nessuna zingara, troia o donnina
si prenderà il mio pazzo Tom
piangerò tutta la notte, combatterò con le stelle
la rissa ben mi si addice.]

E quando avrò ucciso
l’uomo della luna(11) riducendolo in polvere
gli spezzerò il bastone e percuoterò il suo cane
e nessun demone urlerà più forte.

[Così bevo alla salute di Tom di Bedlam
vai a imbottigliare il mare
lo berrò tutto, ben distillato con il fiele
e con la pazza Maudlin litigherò]


Ho trent’anni tondi tondi
quaranta volte mi sono infuriata,
e di quaranta sono stata tre volte quindici
ingabbiata in una dura prigione
La luna è la mia leale Padrona,
e l’umile gufo(13), il mio compagno,
Il Drago Fiammeggiante e il Corvo Notturno(14) mi fanno musica per il mio dolore.
Ne so più di Apollo,
perchè spesso, quando egli dorme
vedo le stelle nelle guerre sanguinose
che piangono la loro caduta.(15)
Con una serie di fantasie furiose
di cui sono comandante,
con una lancia ardente e un cavallo d’aria,
vago nel deserto(16) .
Da un cavaliere di fantasmi e ombre
sono convocato in un torneo
dieci leghe oltre la fine del mondo selvaggio.
Penso che non sarà un viaggio(17).

NOTE tra parentesi quadre le strofe omesse dagli Steeleye Span
(1) nella versione originaria sono diecimila anni
(2) la Maddalena, una prostituta pentita e penitente. “figura eterna di Maddalena, colei che non ha ancora risolto definitivamente il suo enigma di rappresentante sia di peccato che di santità. La Maddalena è una Maria davvero complessa, nei Vangeli ce ne sono ben tre che seguono il Cristo, quella che a casa di Simone, gli lava i piedi e gli profuma la testa, poi c’è la sorella di Lazzaro (e di Marta) meditatrice silenziosa di quello che Gesù dice e infine troviamo quella forse più ricordata, l’annunciatrice della resurrezione dal sepolcro. Queste figure generalmente separate, nella ricchissima iconografia pittorica e nella agiografia letteraria, al contrario, sono fuse in una sola figura e spesso, bisogna dirlo, in maniera davvero erotica (abbiamo un’infinita serie di sculture e quadri a testimoniarlo: capelli sciolti, petto nudo, pupille dilatate…); nel vangelo apocrifo di Pietro si allude perfino al fatto che Maria Maddalena sia sposa di Cristo (Flavio Poltronieri)
(3) perciò ha le dita dei piedi sporche
(4) diventa quindi implicito il cammino penitenziale di Maudlin
(5) non dobbiamo intendere la nudità in senso letterale, il solo fatto di essere scalzo con le gambe, le braccia e la testa scoperti era per l’epoca sconcertante, in senso figurato svestendosi dei suoi “abiti sociali” il matto si spoglia di tutte le convenzioni, l’essere umano nel suo stato più naturale
(6) il mendicante/pellegrino chiede ai passanti del cibo/pane da mangiare
(7) nella versione originale la cucina di Plutone. Si vuole sottolineare come il folle vagabondo sia impossessato dal Diavolo
(8) i mince pies sono dei tortini di carne speziati diventati anche dei tipici dolcetti del Natale inglese
(9) un foul fiend, lo spirito maligno che lo guida.
E’ lo spirito della strofa di apertura di Tom O’Bedlam[2]

From the hag and hungry goblin
That into rags would rend ye,
The spirit that stands by the naked man
In the Book of Moons defend ye,

Dalla strega e dal goblin affamato
che vi ridurrebbe in stracci,
dallo spirito che sta accanto all’uomo nudo
nel Libro delle Lune difendetevi,

L’uomo nudo potrebbe essere l’uomo dello zodiaco, secondo la mentalità medievale  il corpo e la mente dell’uomo erano influenzati dai segni dello zodiaco e il Libro delle Lune ovvero l’almanacco medievale con il movimento dei corpi celesti nel cielo e in particolare della Luna.
(10) Nella versione originaria i versi dicono

A spirit hot as lightning did on that journey guide me,
The sun did shake and the pale moon quake,
as soon as e’er they spied me.

Uno spirito veloce come un fulmine mi guidò nel viaggio,
il sole tremò e la pallida luna tremò,
non appena mi videro.

(11) nella Tempesta di Shakespeare
CALIBANO: Tu sei piovuto qua dal cielo, vero?
STEFANO: Sì, dalla luna: l’Uomo della Luna d’una volta, ero io, te l’assicuro.
CALIBANO: Infatti ti ci ho visto là, e t’adoro.
Mi ti mostrava sempre la padrona,
te, col tuo cane e il tuo fascio di rovi.
https://it.quora.com/Qual-%C3%A8-il-mito-dell-uomo-della-luna-anche-citato-ne-La-Tempesta-di-Shakespeare-Quali-sono-i-suoi-significati
(12) gli Stick in the Wheel in realtà aggiungono le strofe prendendole dalla versione seicentesca di Tom O’Bedlam [1]
dette da lui durante i suoi vagheggiamenti, il linguaggio diventa arcano ed esoterico. In questa versione del finale rivisitata presumo sia corretto mantenere come soggetto sempre Maudlin la pazza.
(13)  il gufo è considerato un uccello del malaugurio, annunciatore di morte, ma anche legato alla chiaroveggenza
(14) il corvo notturno per alcuni è la civetta, figura ambivalente https://luiginardi.wordpress.com/2015/03/09/bestiario-medievale-la-civetta/
per altri invece è il succiacapre o caprimulgo: Il canto costante e crepitante del succiacapre, unito alle sue abitudini notturne obbligate, ne hanno fatto un archetipo di animale “maledetto” nelle leggende popolari.
(15) nei versi originari di Tom O’Bedlam [1] dice

I know more than Apollo,
For oft when he lies sleeping
I see the stars at bloody wars
In the wounded welkin weeping;
The moon embrace her shepherd,
And the Queen of Love her warrior,
While the first doth horn the star of morn,
And the next the heavenly Farrier

Ne so più di Apollo [il Sole]
perché spesso quando dorme
vedo le stelle in guerre sanguinose
che piangono la loro caduta.
La luna [Diana] abbraccia il suo pastore,
e la Regina dell’Amore [Venere], il suo guerriero [Marte],
mentre la prima fa il corno alla stella del mattino
e la seconda al celeste Maniscalco [Vulcano]

Commenta Harold Bloom “Sapere più del dio del sole dormiente, Apollo, significa anche sapere più del razionale. Tom alza lo sguardo al cielo notturno delle stelle cadenti e contrappone queste battaglie agli abbracci della luna, Diana, con il suo amante pastore Endimione, e del pianeta Venere con il suo guerriero, Marte. Poeta mitologico, Mad Tom è anche un maestro delle immagini intricate: la luna crescente avvolge la stella del mattino all’interno delle corna a mezzaluna, mentre il Maniscalco, Vulcano, marito di Venere, è cornuto in un senso completamente diverso, essendo tradito dal lussurioso Marte. Una volta assorbite queste allusioni, la strofa ha un effetto magico, aggiungendo stranezza alla bellezza,[6]
(16) il termine traduce sia deserto che natura selvaggia
(17) la morte è paese sconosciuto dal cui confine, o limite, nessun viaggiatore ritorna

The Halliard
Steeleye Span in Please to see the King 1971
Maddy Prior in Year 2009
Shannon
Steeleye Span in Dodgy Bastards 2016
Old Blind Dogs
Qntal nella variante Flaming Drake, più noto con il titolo “The wanderer”[7]


[6] Zodiaco, Almanacchi in rapporto agli Steeleye Span (inglese) https://thespookyperambulator.com/2021/01/26/spooky-investigates-the-weirdness-of-boys-of-bedlam-part-ii-tom-obedlam/
[7] testo di “The wanderer” (inglese) https://www.lieder.net/lieder/get_text.html?TextId=1614

le varie versioni di Boys of Bedlam / Tom of Bedlam su mainlynorfolk (inglese) https://mainlynorfolk.info/nic.jones/songs/boysofbedlam.html
commento (in inglese, testo e traduzione italiana)
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=58972&lang=it
il sito spooky investiga sui significati di Boys of Bedlam (parte 1)
https://thespookyperambulator.com/2020/12/21/boys-of-bedlam/
l’analisi di The Lost Antiquarian https://www.youtube.com/watch?v=B2c3nSXKb6E

si ringrazia Giorgio Gregori per l’editing

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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