Selkie il popolo magico delle foche

Selkie / silkie / Selchie[1] sono i termini dialettali con cui in Scozia e Irlanda sono chiamate le creature del mare mutaforma, il popolo delle fate del regno sottomarino: sono i guardiani del mare o i giardinieri del fondale marino, foca nel mare e uomo/donna sulla terra.

The dark one

Nobile stirpe della Norvegia o Invasori?

Secondo una leggenda il popolo dei selkie sono i figli del re norvegese Gofraid, King of Lochlann, antenato dei primi Re delle Isole Ebridi e delle Isole settentrionali. (ad indicare forse un’origine scandinava del mito) trasformati in foche a causa di una maledizione. Il racconto è una fiaba celtica intitolata MacCodrum delle Foche.
Da notare per inciso che il sostantivo aggettivale “Lochlannach” (persona appartenente al Lochlann) ha il senso aggiuntivo di “rapinatore/scorridore/predone”. Il termine gaelico ha nella sua radice il significato di predone, poichè tali furono i Vichinghi nel Medioevo.
Alcuni ricercatori hanno voluto vedere l’origine della leggenda nel popolo dei Fin, (ovvero i Finnar probabilmente il popolo sami) uomini scandinavi invasori che arrivavano sulle isole e sulla costa della Scozia a bordo dei loro kayak di pelle e con la forza dei remi: man mano che avanzavano in mare la canoa assorbiva l’acqua e affondava fino a che si poteva vedere solo parte del tronco, da qui la credenza dell’uomo-foca!

Selkie
Seals on the Rocks, Farallon Islands -Albert Bierstadt, 1873

Il canto dei Selkie

Le foche[2] sono mammiferi semiacquatici classificati come pinnipedi perchè hanno le pinne al posto dei piedi (piè d’ala per usare un temine poetico). Imparentate con il tricheco e le otarie le foche si nutrono in mare, ma hanno bisogno della terraferma per l’amore e la prole.

Ogni notte o solo nelle notti di luna piena, le foche mutaforma abbandonerebbero le loro pelli per rivelare sembianze umane, per cantare e danzare sulle scogliere d’argento.
Il potere di queste creature liminari sembra essere contenuto nella loro pelliccia, senza di essa i selkie non riescono più a trasformarsi e sono costretti a restare umani. Questa condizione è intesa in modo negativo, segno di una mancanza o privazione, come se la pelle del selkie fosse anche la sua anima.

folk story animata da Walter McCrorie
Jessica Shirley 


Ovviamente non poteva mancare nella tradizione popolare la testimonianza di questi canti[3], che si dice i pescatori abbiano imparato assistendo di nascosto a questi incontri o ascoltandone l’eco lontana portata dal mare.

Le loro canzoni sono molto tristi e inquietanti
[The song of the Seals
The Sealwoman’s Sea-joy/Yundah
Ann an Caolas Od Odrum]

da The Secrets of the Selkies
una proiezione su schermo prodotta da Lucy Farrell -illustrazioni di Natalie Reid la voce che racconta è di Inge Thompson

ANGELI CADUTI o ANIME DEGLI ANNEGATI?

Una leggenda delle Orcadi dice che quando gli angeli caddero dal cielo coloro che finirono sulla terra furono le fate e coloro che caddero in mare furono selkie e sirene.

Seamus Heaney ha detto che il mito sulle foche mutaforma rappresenta “il vecchio tropo degli esseri umani come creature che dimorano in uno stato intermedio tra il mondo degli angeli e quello degli animali“.
Ma un’altra credenza vede le selkie come esseri umani che anticamente si sono macchiati di un grave colpa e sono stati condannati dai vecchi dei ad assumere la forma di foca.
Secondo la tradizione dell’isola di Aranmore, (co. Donegal) le streghe potrebbero trasformarsi accidentalmente in selkie.

Infine la leggenda più diffusa è quella che le foche siano le anime degli annegati in mare[4], e più in generale i morti prematuri vittime di una morte violenta o di una improvvisa malattia che, non avendo esaurito la loro energia vitale, si rincarnano nelle silkie e di notte (o solo una notte particolare dell’anno o nelle notti di luna piena) vanno sugli scogli e tornano ad assumere la forma umana.

“Selkie Skin” di Alan Lee .

Mutaforma del mare

Di sesso sia maschile che femminile sono descritti nella loro forma umana come creature bellissime (lunghi capelli a volte neri ma anche rossi e grandi occhi scuri, agili membra modellate dal nuoto), docili ma al contempo dotate di potere seduttivo.
Selkie maschi erano invocati dalle fanciulle in cerca di amanti versando sette lacrime nella marea, mentre i marinai erano attratti dalle selkie femmina che cercavano di prendere come spose.
La leggenda dice che per riprodursi il selkie-maschio deve essere in forma umana e trasmetterà alla sua discendenza il suo potere: quando il bambino sarà svezzato sulla terra ferma, il selkie tornerà dal mare per portarlo con sé. Un tempo quando la mortalità infantile era molto alta, solo i bambini che superavano il settimo anno di età potevano essere considerati fuori pericolo ed è proprio allo scadere del settimo anno che il selkie ritornava a prendere il figlio.
[The Great Silkie of Sule Skerry[5]
la versione tradizionale delle Orcadi The Grey Silkie[6]]

Selkie by Maryanne Gobble

Numerosi i racconti sugli uomini-foca che ammoniscono i marinai e i pescatori affinchè non diano la caccia alle foche, in genere mostrano la cicatrice di una ferita causata loro proprio dall’interlocutore.

I marinai dicevano che colui che fosse riuscito a rubare la pelle di una foca, avrebbe avuto la creatura magica tutta per sé, purchè ne nascondesse bene la pelle, la donna sarebbe stata una bella e amabile moglie. Questi legami però non duravano a lungo, la donna-foca era sempre attratta dal mare, e non appena ritrovava la sua pelle abbandonava marito e figli.

[Oran Na Maighdinn-Mhara[7]
An mhaighdean mhara
Crònan an Maighdinn-Mhara

I bambini nati da queste unioni avevano a volta le dita delle mani o dei piedi palmate ed erano ritenute delle persone speciali, ma comunque creature sia del mare che della terra, irrequiete e sempre combattute tra il desiderio di vivere nel mare come foche.

La separazione non è mai indolore anche per la selkie che sembra piangere tra le onde, e se il marito l’ha trattata con amore, avrà per sempre una pesca fortunata. Spesso tra i due si crea un rapporto empatico come una amicizia mista di nostalgia e desiderio, che si trasmette alla discendenza.
Alcune famiglie hanno rivendicato di aver stipulato una tale amicizia con i selkie affermando che nessuno del clan avrebbe mai più ucciso una foca. Nell’Irlanda occidentale sono i Conneely, O’Sullivan, O’Flaherty e Macnamara. In Scozia i MacPhees dell’isola di Colonsay e il clan MacCodrum di North Uist.

Suggestionata dai racconti popolari sulle selkie Marjory Kennedy-Fraser arrangiò un canto in gaelico scozzese delle Isole Ebridi (An Cadal Trom) che è alle origini della fiaba celtica di Mac Codrum delle Foche e lo intitolò The Seal-woman croon. Contrariamente alla versione in cui il pescatore nasconde la pelle di foca per legare a sè la selkie e convincerla a sposarlo, in The Seal-woman croon la restituisce al mare e ai suoi simili.

[The Seal-woman croon/ An Cadal Trom]

I Selkie nelle connotazioni più recenti del mito sono creature benevole e pur essendo cacciati dagli uomini non nutrono rancore[8].

[Òran an Ròin
An ròn]

The Secret of Roan Inish

The Secret of Roan Inish è la trasposizione cinematografica del romanzo “Il segreto di Ron Mor Skerry” di Rosalie K. Fry (1959).
Si racconta di un legame di sangue tra una comunità familiare dell’isola e i selkie (detti anche roan). La versione del film è abbastanza fedele al romanzo, ma traspone la storia dalle isole della Scozia all’Irlanda, paesi che conservano ancora le stesse storie leggendarie sui mutaforma acquatici.

Ecco come Tadgh Conneelly, un parente di Fiona le racconta la leggenda della Selkie: “molte generazioni prima Liam Conneelly prese per moglie un essere per metà donna e per metà foca. Ebbero molti figli e li allevarono utilizzando una culla di legno anche usata per Jamie [il fratellino di Fiona scomparso] che in quella culla fu portato via dal mare

Song of the Sea

Song of the Sea” (La canzone del Mare) è un film d’animazione del regista irlandese Tomm Moore uscito nel 2014 (per la Cartoon Saloon), seguito nell’anno successivo dalla versione in gaelico irlandese e distribuito nelle sale italiane solo nel 2016.
E’ la storia di Ben e della sorellina Saoirse che vivono su un isola nel Mare d’Irlanda. La loro madre era una selkie e toccherà alla sorellina nata muta a portare il fardello della sua eredità e in particolare la lotta contro Macha e i suoi gufi. (Nel film Macha è la strega-gufo madre di MacLir il dio del Mare trasformato in pietra.)
La musica del film è di Bruno Coulais e del gruppo irlandese Kila.

il trailer originale
il trailer della versione italiana

A Fisherman’s Song For Attracting Seals

Musiche da danza ovviamente[5] dal suono acquoreo tipico dell’arpa celtica, secondo la testimonianza degli Ossian era veramente una melodia suonata per attirare le donne-foca. Pubblicata per la prima volta in The Patrick McDonald Collection of Highland Vocal Airs… (1784), questo brano si trova nella sezione “North Highland Airs”, con il titolo gaelico “Maol dònaidh” e anche quello inglese A Fisherman’s Song for Attracting Seals.

Ossian A Fisherman’s Song for Attracting Seals/Walking the Floor/Walking the Floor – da “Seal song” , Iona Records, 1981
Heather Swanson & Malcom Parson live violino e violoncello
Aryeh Frankfurter Celtic Harp 2012
The New World Gypsy String Band
 Tiffany Schaefer
Aedan MacDonnell

Concept album dedicati interamente alle donne-foche

Eivør Pálsdóttir – At The Heart Of A Selkie 2016

Al momento inserisco a fondo pagina una carrellata di canzoni d’arte più recenti sui selkie (grazie al Blog di Terri Windling), riservandomi di analizzare i testi con le traduzioni in un secondo tempo

Fay Hield  -“Swirling Eddies” in Wrackline (2020)
Qui la selkie s’innamora del mondo sopra le acque
Iyatra Quartet -“Black Seas” in Break the Dawn (2020)
“The Selchie Song”, live 2014 scritta e cantata dalla cantautrice scozzese  Jenny Sturgeon , accompagnata da Jonny Hardie
Rachel Taylor-Beales -Lament of the Selkie” in Stone’s Throw:  2015
“Avalon” di Rhiannon Giddens (dal North Carolina), con il polistrumentista italiano Francesco Turrisi , dal loro nuovo album They’re Calling Me Home (2021).

[1] da selich, vocabolo arcaico scozzese per la foca grigia degli oceani e i mari atlantici
[2] “Esistono circa 30 specie di foche, che in genere vivono sulle coste delle regioni polari e sub-polari del pianeta o, in certi casi, in alcune aree temperate. Di queste specie, ne vengono cacciate una quindicina, per un totale di 15-16 milioni di esemplari. La caccia alle foche viene praticata tutto l’anno, ma la stagione venatoria varia in base alla regione e alle specie. Il Canada, la Groenlandia e la Namibia rappresentano circa il 60% delle 900.000 foche cacciate ogni anno. Tra gli altri paesi interessati figurano l’Islanda, la Norvegia, la Russia e gli Stati Uniti e, all’interno dell’Unione europea, la Svezia, la Finlandia e il Regno Unito.” Fonte UE
[3] Si sa che le foche (soprattutto quelle grigie) come le balene cantano anche quando sono sott’acqua (da ascoltare qui da “Encounters at the End of the World.”). I suoni che emettono le foche in superficie sono numerosi: sembrano ruggiti, starnuti, fischi, soffi, ma anche lamenti (da ascoltare qui)
[4] Lo storyteller Duncan James Williamson, un traveller originario dell’Argyllshire nella Scozia occidentale, ha collezionato un gran numero di racconti sui selkie
Il non esplicitamente detto, ma mirabilmente lasciato intendere, di queste storie è la componente luttuosa, lo smarrimento che coglie chi piange una persona cara. Allora il comparire di un muso di foca si trasforma in un segno: da qualche parte chi amiamo sopravvive. Così accade per due gemelli, fratello e sorella, Malcolm e Mary. Il ragazzo ama con struggimento le foche,  cui vorrebbe unirsi per nuotare dalla baia fino ai fondali dell’oceano. Una sera il padre e Malcolm escono in mare con la barca. Quando hanno pescato in gran quantità il tempo muta, il cielo si trasforma in tempesta. La barca si capovolge; il padre ed il ragazzo, entrambi buoni nuotatori, cercano di raggiungere la riva. Ma Malcolm scompare. Il suo corpo viene cercato per giorni dalla famiglia e dagli uomini del villaggio, senza risultato.
La sorella non si dà pace, trascinandosi per anni in uno stato di disperazione muta, come se anche il suo spirito se ne fosse andato con il fratello, finché non scopre che egli non è affatto morto – è stato invece salvato e accolto dalle selkie.
(Francesca Matteoni tratto da http://fiabesca.blogspot.it/2013/06/acque-settentrionali-le-storie-della.html
[5] Sicuramente la canzone/leggenda più conosciuta sui Selkie
Una giovane fanciulla ha un figlio da un uomo sconosciuto che si rivela essere un selkie: uomo sulla terra, foca nel mare la cui dimora sono gli scogli di Sule. Dopo sette anni la creatura del mare ritorna per reclamare a sè il figlio, donandogli una catena d’oro, e la madre lo lascia andare. La donna dopo qualche tempo si sposa con un cacciatore che commercia con le pelli di foca. Un giorno ritorna a casa con le pelli di due foche che aveva ucciso per donarle alla moglie: una era di una foca vecchia e grigia, l’altra di una giovane foca con al collo una catena d’oro! 
[6] Folk Revival VS tradizione orale
La melodia standard diffusa nel folk revival degli anni 70 è stata scritta dall’americano James Waters nel 1954 (la versione di Joan Baez per intenderci); l’altra melodia è invece tradizionale ed è stata raccolta nel 1938 da Otto Anderson dalla voce di John Sinclair dell’isola di Flotta (arcipelago delle Orcadi, Scozia) https://terreceltiche.altervista.org/the-grey-silkie/
[7] alcuni interpretano questo canto alla luce di una leggenda scozzese che narra la storia di una selkie costretta a vivere con l’uomo che le aveva rubato la pelle. Dopo molti anni il figlio nato dal rapporto trova la pelle e la mostra alla madre, così lei è finalmente libera di riprendere il mare.
La leggenda della FATA-FOCA
Si racconta che una notte, sulla piccola isola di Inis Oirr, Séan O’Shea incontrò una ragazza dai lunghi capelli rossi che sedeva nuda sugli scogli, cantando una canzone che parlava del Grande Padre Mare. Séan, osservando la ragazza da lontano, vide la pelle di foca poco distante da lei e invaghitosi della giovane decise di prenderla con sé. Da quel momento, la ragazza divenne la moglie di Séan, incapace per incanto di separarsi da lui. Passarono molti anni e Séan e la selkie ebbero una bambina che entrambi amavano e coccolavano. La selkie era docile, affettuosa, una madre perfetta ed una moglie gentile, ma non perse mai il suo sguardo malinconico.
Ogni notte, alla fine dei lavori domestici, sedeva sugli scogli a guardare il mare cantando tristi melodie a suo padre, il Mare, dal quale non riusciva a separarsi.
Il tempo passò, la bambina crebbe e la selkie si innamorò veramente del suo uomo; ma una notte, nascosta in un vecchio canestro in fondo alla cantina della casa, trovò il mantello di foca che suo marito aveva nascosto per tanto tempo.Il mattino dopo, Séan trovò soltanto una scritta fatta con un dito in un pugno di farina sparsa sul tavolo: “Vi amo”. Ma di sua moglie non c’era traccia, e Séan e la bambina non la videro mai più.
[pubblicato un tempo su http://www.celticworld.it/]
[8]Nelle sue storie il rapporto tra umani e selkie è intriso di una forte caratteristica morale: chi, nonostante le difficoltà si ricorda del popolo delle foche e mostra loro gentilezza viene aiutato dalle genti del mare; e tuttavia anche la punizione per chi è feroce verso le foche e le selkie, non è mai crudele – prevale un modello di giustizia che tiene conto della fragilità umana.
(Francesca Matteoni tratto da http://fiabesca.blogspot.it/2013/06/acque-settentrionali-le-storie-della.html
Seal Brother” in Duncan Williamson, Tales of the Seal People: Scottish Folk Tales. Interlink Books, 1997, p. 91
[9] https://thesession.org/tunes/9070

Leggende e racconti sul popolo delle foche

People of the Sea (1954) dello scrittore, naturalista, folclorista e produttore radiofonico David Thompson (1914-1988) è una delle migliori fonti che abbiamo per i racconti selkie (o selchie) dell’Irlanda e della Scozia. 
Tales of the Seal People: Scottish Folk Tales (1997) dello storyteller Duncan Williamson
http://echoes.devin.com/selkie/selkie.html
http://www.orkneyjar.com/folklore/selkiefolk/index.html
https://www.terriwindling.com/blog/selkies/

[testo di Cattia Salto in parte già pubblicato in https://ontanomagico.altervista.org/sule-skerry.htm con approfondimenti e integrazioni]

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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