A Bhean Úd Thíos/A Fairy Lullaby

A Bhean Úd Thíos/Seoithín seó/Seo hu Leo è una ninnananna in gaelico irlandese arrivata dalla tradizione orale fino all’Ottocento quando venne raccolta da George Petrie

A Bhean Úd Thíos/Seoithín seó/Seo hu Leo è una ninnananna in gaelico irlandese arrivata dalla tradizione orale fino all’Ottocento quando venne inclusa in alcune importanti collezioni. Tra queste il libro  ‘Ancient Music of Ireland’ di George Petrie [1855].

I tumuli fatati

Il folklore irlandese crede fermamente nell’esistenza dei Tùatha Dé Danann che hanno trasferito le loro dimore sotto ai sidhe (i grandi tumuli sepolcrali dell’Irlanda preceltica) sono le grass hills e i fairy hillforts/ringfort, i nascondigli dei regni fatati, e che alla vigilia di Ognissanti (Samain) o di Calendimaggio (Beltane) si sollevano su lunghi pilastri per mostrare i sontuosi palazzi che si nascondono all’interno.
Questi tumuli erbosi, isolati ed accuratamente evitati dagli umani con un po’ di sale in zucca, irradiano una luce particolare, come un’impalpabile colorazione dorata o argentata più intensa di quella che si osserva normalmente sulla terra. Anche i fiori che vi crescono sopra hanno un profumo più soave e i frutti degli alberi sono più dolci, solo così si possono distinguere i luoghi fatati dalle comuni collinette erbose.
Le fate talvolta rapiscono gli umani, in genere bellissimi bambini sani e robusti per rinvigorire la loro stirpe o giovani e belle fanciulle durante le loro nozze, per farle diventare loro spose o i bei giovinetti per le languide damigelle del mondo fatato. Anche le madri che allattano sono prede appetibili delle fate, ricercate per nutrire la progenie fatata. Si presume infatti che le creature fatate, per quanto possano vivere molto a lungo, non siano immortali.
Le leggende narrano di individui rapiti dalle fate e ritornati a casa dopo un anno e un giorno oppure dopo sette anni -intervalli di tempo considerati magici, perchè sono momenti in cui si aprono per loro degli spiragli tra il regno fatato e quello degli umani. Talvolta al posto della persona rapita veniva lasciato un sostituto (Changeling child) o un suo simulacro (un pezzo di legno). Era questa “falsa” persona ad ammalarsi e/o a morire al posto di quella “vera” rapita dalle fate. Così coloro che credevano nelle fate coltivavano sempre la speranza di poter rivedere il loro caro defunto dopo un anno e un giorno (o ne attendevano il ritorno per sette anni).

A Bhean Úd Thíos

Eugene O’Curry, collaboratore di George Petrie, Petrie ignorava l’irlandese e si affidava a O’Curry per scrivere le parole delle canzoni irlandesi e la loro traduzione, scrisse in particolare un commentario[1] in merito alla “Seó uil leo”.

A Bhean Úd Thíos è una ninnananna cantata da una donna tenuta prigioniera dalle fate per mandare un messaggio al marito affinchè vada a salvarla.

La donna che aveva partorito da poco era stata rapita dalle fate perchè allattasse i loro bambini e li accudisse come una bambinaia. Così mentre si trova nei pressi di un ruscello vicino al tumulo erboso vede una lavandaia e mentre canta una ninna-nanna al bambino nella culla ci inframezza la richiesta di soccorso, con tanto di spiegazioni da riferire al marito per aiutarlo nell’impresa.

Is a “bhean” úd thíos ar bhruach an tsrutháin,
seoithín seó uil leo leo,
Is an dtuigeann tusa fáth mo ghearáin,
seoithín seó uil leo leo,
Mar is bliain is an lá so a tógadh mé ó mo leannán,
seoithín seó uil leo leo,
Is do rugadh mé isteach go lios an chnocáin,
seoithín seó uil leo leo.
Curfá (x2)
Seoithín, seoithín, seoithín, seoithín,
seoithín seó uil leo leo,

Ag seo anso mo theach mór maiseach,
Is mó leann úr agus leann sean ann,
Is mó mil bhuí agus céir bheach ann,
Is is mó seanduine ar a nasc ann,

Is abair le mo chéile teacht amáireach,
Is an choinneal chéarach i gcúl a dhearnainn’,
Is scian coise duibhe a thabhairt ’na láimh leis,
Is an capall tosaigh a bhualadh sa bhearnain,

An luibh a bhaint ’tá ag doras an leasa,
seoithín seó uil leo leo,
Mar shúil le Dia go raghainn leis abhaile,
seoithín seó, uil leo leo,
Nó mura dtige sé ag an tráth san,
seoithín seó uil leo leo,
Go mbeadsa im bhanríon ar na mná seo,
seoithín seó, uil leo leo.

Lorcan Macmathuna in An Bhuatais & The Meaning of Life , 2020 video girato da Terry McMahon al Belcarra Eviction Cottage
Mary Mc Laughlin
Eilís Ní Shúilleabháin in Cois Abhann Na Séad: Amhráin Ó Mhúscraí 19997
Caitríona O’Leary

traduzione inglese Eugene O’Curry
Oh woman below on the brink of the stream,
Sho hoo lo, sho hoo lo
Do you understand the cause of my wailing
Seóthú leó, seóthú leó
It’s a year and a day since
I was abducted from my darling
And carried into the fairy hillfort
Here is my great beautiful house
There is abundant ale there, fresh and aged
Abundant yellow honey and bees wax
And many an old man tightly bound there.
Tell my husband to come tomorrow
With the wax candle in the centre of his palm
And in his hand bring a black-handled knife
And to strike the first horse out of the gap.
To pluck the herb that’s in the door of the fort
With trust in God that I would go home with him.
For if he doesn’t come within this time
I will be made queen over all these women. [and not return]

traduzione italiana Cattia Salto
O signora che stai laggiù sulla riva del ruscello
ninna nanna, ninna nanna
riesci a comprendere il motivo del mio lamento?
bimbo fatato, bimbo fatato
Da un anno e un giorno(1)
manco al mio amore(2),
portata sotto al tumulo fatato
là c’è la mia grandiosa dimora(3)
e abbondante birra sia fresca che invecchiata(4), abbondanza di miele dorato(5) e alveari
e molti uomini anziani(6) sono qui confinati.
Avvisa mio marito di venire domani
con la candela di cera(7) in mano
e un coltello dal manico nero(8) in pungo
per colpire il primo cavallo [che esce] dalla fessura (9)
cogliere l’erba(10) alla soglia della fortezza
e confidare in Dio che ritornerò a casa con lui.
Perchè se non viene proprio ora
diventerò la Regina(11) di queste donne [e non potrò più ritornare]

NOTE
(1) un anno e un giorno è il periodo di lutto oltre al quale il defunto non può più ritornare tra i vivi, nel caso che la sua morte sia causata da un incantesimo delle fate
(2) mo leannán potrebbe essere il marito oppure il bambino neonato, così il verso ci trasmette il dolore di una madre per il figlio che cresce lontano da lei
(3) lios an chnocáin= Fort of the Hillock letteralmente il Forte del Colle
(4) Le Old Ale sono birre britanniche storiche, definibile come birre Mild invecchiate. Vengono fatte maturare a lungo, a volte in botti di legno. Eugene O’Curry crede che aver indicato la birra e non il whiskey come bevanda dell’abbondanza collochi l’origine della canzone in un arco temporale precedente all’introduzione del whisky in Irlanda. “Gli Irlandesi si attribuiscono l’invenzione del whiskey partendo nientemeno che da San Patrizio che, nel V sec, avrebbe portato dal suo viaggio in Terra Santa l’alambicco, all’epoca utilizzato per distillare solo i profumi, e convertito dai monaci irlandesi in divina macchina per produrre l’Uisce Beathe (in gaelico) ossia “l’acqua di vita”, dal latino “aqua vitae” pronunciata come “Iish-kee” e inglesizzato a partire del XII secolo in whisky).[2]
(5) mil bhuí dal miele si ricava l’ambrosia degli dei cioè l’idromele. L’idromele era una bevanda sacra inizialmente riservata solo ai sacerdoti e alle quattro cerimonie dei fuochi (Imbolc, Beltane, Lugnasad, Samonios), perchè si riteneva che il miele fosse un cibo divino dono degli Dei che cadeva dal cielo sotto forma di pulviscolo; Virgilio lo diceva “dono della rugiada” che si depositava sui fiori e veniva raccolto dalle api. Per i popoli nordici l’idromele è la bevanda dell’AltroMondo, simbolo dell’immortalità con essa si segnavano i riti di passaggio della vita: nascita, matrimonio e morte.[3]
(6) i vecchi incatenati (o comunque tenuti prigionieri) sono i giovani rapiti in precedenza, tenuti come simulacri-sostituti dei nuovi rapimenti
(7) la candela benedetta è quella della Candelora o della Pasqua “Durante la festa si portavano candele e torce accese in solenne processione, alle quali a partire dall’XI secolo si aggiunse la benedizione delle candele per gli altari e per i fedeli. I ceri benedetti erano distribuiti durante la benedizione pasquale delle case  (e si ricambiava con le uova) e venivano accesi per invocare la benevolenza divina, durante i violenti temporali, nell’attesa di una persona che non tornava o che si pensava fosse in grave pericolo, accanto ad un moribondo, durante le epidemie o i parti difficili. [4]
(8) coise duibhe è un black-handled knife con proprietà magiche perchè ricavato dal ferro, un metallo che protegge dalle fate. Il concetto del ferro amuleto è la memoria ancestrale di un metallo considerato prodigioso dai popoli che erano fermi all’età della pietra
(9) Le fate cavalcano sulla terra per trasferirsi da una fortezza all’altra o per ritrovarsi in un grande raduno in corrispondenza delle grandi feste celtiche del fuoco. Il cavallo da colpire, il primo ad uscire dal tumulo è quello su cui cavalcherà la moglie. Secondo l’interpretazione di Eugene O’Curry questo cavallo poteva trattarsi del palafreno della donna, rapita mentre andava a cavallo, non una semplice contadina quanto una Lady. Anche in una ballata scozzese molto famosa si danno istruzioni su come liberare Tam Lin prigioniero delle fate proprio in occasione della cavalcata di Ognissanti
(10) un’erba non meglio specificata che li proteggerà durante la fuga
(11) il verso è un po’ da interpretare la donna era stata rapita in qualità di nutrice ma il fatto di essere stata prescelta per diventare la Regina delle Fate presuppone il suo matrimonio con il Re del Tumulo. Allo scadere dell’anno e un giorno non ci sarà più nessuna possibilità di veder tornare la donna tra i vivi

Hush-a-by baby, babe not mine/Fairy Lullaby

La versione in inglese appare nel Shamrock[5]di Dublino uscito il 16 settembre 1871 come tradotta in versi dal Signor Sigerson e sull’antica melodia della A Bhean Úd Thíos.


O woman, washing beside the river,
Hush-a-by baby, babe not mine,
My woeful wail, do you pity never?
Hush-a-by baby, babe not mine,
A year ago I was snatched for ever,
From my home to the hill where hawthorns quiver,
Shoheen sho, ulolo,
Shoheen sho, strange baby O!
Shoheen sho, ulolo,
You’re not my own sweet baby O!


‘Tis there the fairy-court is holden,
And there flow beor and ale so olden,
And there are combs of honey golden,
And there lie men in bonds enfolden,

How many are there of fairest faces,
Bright-eyed boys with manly graces,
Gold-haired girls with curling tresses,
And mothers who nurse – with sad caresses,

O, tell my husband to come to-morrow,
A waxen taper he first shall borrow,
And black knife bring to cross my sorrow,
And stab the flank of the first steed thorough,

Say, pluck the herb where hawthorns quiver,
And wish a wish that God may deliver,
If he come not now – he need come never,
For I shall be Queen of these Fairies for ever,

traduzione italiana Cattia Salto
O lavandaia sulla sponda del fiume
ninna nanna, bambino non mio
puoi compatire il mio dolore?
ninna nanna, bambino non mio
Un anno fa sono stata rapita per sempre
dalla mia casa alla collina dei biancospini tremuli
Shoheen sho, ulolo,
Shoheen sho, oh bambino straniero!
Shoheen sho, ulolo,
Non sei il mio dolce bambino!


Là le fate tengono corte
con abbondanza di birra sia fresca che invecchiata(1),
e di favi di miele dorato
e uomini legati alle catene

Quanti volti di fate
fanciulli dagli occhi luminosi e aggraziati
fanciulle dai capelli dorati in morbide trecce
e madri che allattano- con tristi carezze.

Avvisa mio marito di venire domani
e di prendere in prestito prima una candela di cera
e di portare un coltello nero per tagliare il mio dolore
e pugnalare il fianco del primo destriero.

Che raccolga l’erba [sulla collina] dei biancospini tremuli
e confidare nella salvezza di Dio
digli che se non viene ora, di non venire mai più
perchè diventerò la Regina di queste Fate per sempre

voce Jenny Ribeiro su musica di Matt Frey

NOTE
(1) beor è la parola anglosassone per beer; ale è la birra ad alta fermentazione

Seoithín Seo Hó/ Gartan Mother’s Lullaby

Nella versione “celtic new-age” dei 2002 Band

Óho óho óho mo leana,
Óho mo leana, is codail go fóill.
Óho óho óho mo leana,
Mo stóirín ina leaba ina chodladh gan brón.


Sleep, o babe, for the red bee
hums the silent twilight’s Fall,
Aoibheall from the grey rock comes,
to wrap the world in Thrall.
A leanbhan O, my child, my joy,
my own, my heart’s Desire,
The crickets sing you lullaby,
beside the dying fire.

Seoithín seo thó, mo stór é mo leana,
Mo sheod gan chealg is mo chuid den tsaol mhór, Seoithín seo thó, nach mór é an taitneamh,
Mo stóirín ina leaba ina chodladh gan brón.

Dusk is drawn and the Green Man’s horn
is wreathed in Rings of fog,
Siabhra sails his boat till morn,
upon the Starry Bog.
A leanbhan O, the paly moon
has ringed her cusp in dew,
And weeps to hear the sad, sweet tune,
I sing O love to You.

Ar mhullach an tí tá síogaí geala,
Faoi chaoinré an earraigh ag imirt’s ag ól,
Is seo iad aniar iad a’ glaoch ar mo leana,
Le súil is a mhealladh isteach sa lios mór.

A leana mo chléibh, go n-éirí do chodladh leat,
Séan agus sonas gach oíche ‘do chomhair.
Tá mise le do thaobh a’ guí ort na mbeannacht,
Seoithín mo leana, is ní imeoidh tú leo.

2002 Band

Cusheen Loo

La traduzione di J. J. Callanan che la intitola Cusheen Loo viene pubblicata da W.B. Yeats nel suo libro “Fiabe Irlandesi” [Irish Folk and Fairy Tales[6]]
Thomas O’Brien Butler scrisse la partitura musicale per pianoforte e voce nel 1903[7] -il testo è attribuito a Edward Wales.

Cusheen Loo è un termine che non esiste in gaelico irlandese ma è un’anglicizzazione di seóthú leó (Seo hu Leo) già storpiato nella precedente traduzione in Shoheen sho.
Scrive Yeats a commento

This song is supposed to have been sung by a young bride, who was forcibly detained in one of those forts which are so common in Ireland, and to which the good people are very fond of resorting. Under pretence of hushing her child to rest, she retired to the outside margin of the fort, and addressed the burthen of her song to a young woman whom she saw at a short distance, and whom she requested to inform her husband of her condition, and to desire him to bring the steel knife to dissolve the enchantment.

Si crede cha questa canzone sia stata cantato da una giovane sposa, trattenuta con la forza in uno di quei forti, tanto comuni in Irlanda, che costituiscono un luogo di ritrovo prediletto dai folletti. Con il pretesto di far addormentare il suo piccolo, la donna s’era allontanata verso il limite estremo del forte e aveva rivolto la sua melodia a una giovane che aveva scorto a breve distanza, chiedendole di informare il marito della sua condizione e di pregarlo di portare il pugnale per dissolvere l’incantesimo

In questa traduzione sembra che le fate abbiano rapito sia madre che figlio.

SLEEP, my child! for the rustling trees,
Stirr’d by the breath of summer breeze,
And fairy songs of sweetest note,
Around us gently float.

Sleep! for the weeping flowers have shed
Their fragrant tears upon thy head,
The voice of love hath sooth’d thy rest,
And thy pillow is a mother’s breast.
Sleep, my child!

Weary hath pass’d the time forlorn,
Since to your mansion I was borne,
Tho’ bright the feast of its airy halls,
And the voice of mirth resounds from its walls.
Sleep, my child!

Full many a maid and blooming bride
Within that splendid dome abide,
And many a hoar and shrivell’d sage,
And many a matron bow’d with age.
Sleep, my child!

Oh! thou who hearest this song of fear,
To the mourner’s home these tidings bear.
Bid him bring the knife of the magic blade,
At whose lightning-flash the charm will fade.
Sleep, my child!

Haste! for tomorrow’s sun will see
The hateful spell renewed for me;
Nor can I from that home depart,
Till life shall leave my withering heart.
Sleep, my child!

Dormi, piccino! che le mormoranti fronde,
il vento estivo con l’alito confonde,
e dolci note la malia diffonde
in cerchio attorno a noi.

Dormi! che i piangenti fiori han versato
le lacrime fragranti sul tuo capo,
la voce dell’amore il tuo sonno ha cullato,
e il seno della mamma è il tuo cuscino.
Dormi, piccino!

Stanco è trascorso quel tempo passato,
da quando in questa casa mi han portato,
negli allegri saloni il banchetto è dorato
e tra le sue mura voci gaie suonano.
Dormi, piccino!

Numerose fanciulle con fiorenti spose
hanno dimora sotto volte ariose,
e bianchi vecchi siedon, con le facce rugose
e molte dame che l’età ha curvato.
Dormi, piccino!

Oh! tu che questo triste canto ascolti
a chi mi piange reca i miei lamenti:
che l’arma dalla bianca(1) lama porti
e svanirà al suo guizzo la malia.
Dormi, piccino!

Fai in fretta! che il sole di doman levando
vedrà rinnovato per me l’odiato incanto;
né questa casa lascerò fin quando
il mio cuore avvizzito lascerà la vita.
Dormi, piccino!

traduzione italiana in Fiabe Irlandesi della Fabbri Editori del libro di WB Yeats “Irish Fairy tales” (1892)
NOTE
(1) il traduttore traduce un po’ liberamente magic blade lama magica però nel commento Yeats dice the steel knife cioè il pugnale d’acciaio credo che il traduttore abbia voluto associare il termine arma bianca per descrivere il riflesso del sole sull’acciaio

Celtic Folk
la melodia arrangiata da Headless Hurdy[8]

[1] “Le superstizioni sui changeling e sui rapimenti delle fate sottolineano il tema della canzone, “Seo hu leo”, o, come viene più comunemente chiamata, “A bhean ud thíos”. La canzone è stata scritta da George Petrie dal canto di Mary Madden, una povera donna di campagna cieca della contea di Limerick ma allora residente a Dublino, ed è stata da lui pubblicata nel suo “Ancient Music of Ireland”. Eugene O’Curry ha fornito un lungo commento al tema di questa canzone e le parole, con traduzione e commento di O’Curry, sono qui riprodotte dal volume di Petrie per la luce che gettano sulle strane credenze nutrite su questi argomenti nella contea di Clare più di un secolo e mezzo scorso.” 
https://www.clarelibrary.ie/eolas/coclare/music/petrie_and_music_of_clare2.htm
[2] http://ontanomagico.altervista.org/jug-punch.htm
[3] http://ontanomagico.altervista.org/idromele.htm
[4] http://ontanomagico.altervista.org/imbolc-la-festa-celtica-delle-calende-di-febbraio.html
[5] raccolto in The Shamrock vol 8 pg 772 https://books.google.it/books?id=fuARAAAAYAAJ&pg=PA772&lpg=PA772&dq=ireland+%22fairy+lullaby%22+%22babe+not+mine%22&source=bl&ots=Nv76Y3Ec9w&sig=LUp8UDqH_aCVLny_A9ZoxYcp6Lk&hl=en&sa=X&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false
[6] Fairy and Folk Tales of the Irish Paesantry
https://www.hellenicaworld.com/Ireland/Literature/WilliamButlerYeats/en/FairyAndFolkTales.html
[7] spartito originale di O’Brien Butler (autore del testo Edward Wales)
https://www.itma.ie/digital-library/text/1356-sm
spartito adattato da Sue Whitehead dal lavoro originale di O’Brien Butler (autore del testo J. J. Callanan)
https://musescore.com/user/28763436/scores/6683050?from=youtube_share
[8] spartito di Headless Hurdy (autore del testo J. J. Callanan)
https://www.youtube.com/watch?v=tIrWcwI7dU0

LINK
https://mudcat.org/thread.cfm?threadid=171283
https://archive.culturalequity.org/field-work/ireland-1951-and-1953/macroom-i-151/bhean-ud-thios
https://archive.culturalequity.org/field-work/ireland-1951-and-1953/macroom-i-151/interview-elizabeth-cronin-about-bhean-ud-thios
https://songsinirish.com/a-bhean-ud-thios-lyrics/
https://www.mamalisa.com/?t=es&p=3500
https://www.mamalisa.com/?t=es&p=5591&c=68
https://www.folkradio.co.uk/2021/11/video-lorcan-mac-mathuna-a-bhean-ud-thios/
http://www.celticlyricscorner.net/kennedy/abhean.htm

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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