STEELEYE SPAN live at the Bottom Line NYC 1974

La recente realizzazione discografica a opera della Omnivore Records di “Live at the Bottom Line 1974”, inedita performance newyorkese degli Steeleye Span nel corso del loro quarto tour americano del luglio di quell’anno, si deve al fatto che la serata del giorno 4 venne registrata e trasmessa da una radio locale (come varie di quelle date). Fa seguito alla pubblicazione dei concerti londinesi di quello stesso anno, già indagata in precedenza (https://www.blogfoolk.com/2022/11/steeleye-span-live-at-rainbow-theatre.html).

Bottom Line di New York

“Live at the Bottom Line 1974” ne seguiva un altro di sei mesi prima tenutosi al Greenwich Village, a gennaio, che aveva incoraggiato l’operazione grazie a una entusiastica accoglienza. Al Bottom Line nelle settimane precedenti si erano esibiti tra gli altri, Neil Young o Ry Cooder ma, com’è ben noto, il 4 luglio non si tratta mai di un giorno come gli altri, essendo la festa nazionale statunitense in celebrazione della Dichiarazione di Indipendenza dalla Gran Bretagna (1776) . Una delle ricorrenze più colorate e informali in cui è quasi d’obbligo indossare i colori della bandiera dell’Unione, che dovrebbero rappresentare forza e coraggio (il rosso), purezza e innocenza (il bianco), perseveranza e giustizia (il blu). Proprio gli Americani…(!)

Forse anche per questo fa capolino fin dall’inizio del concerto un’ atmosfera carnevalesca, informale, caotica e gioiosa tra presentazioni, cavalli di battaglia e canzoni inedite, tra cui spicca il tradizionale inglese “Summer is a comin’ in”. Un pezzo in cui gli animali, cuculo in testa, salutano l’arrivo dell’estate e che Nat “King” Cole aveva inciso all’inizio degli anni ‘50 (“Summer is a comin’ in loudly sing, cuckoo! Groweth seed and bloweth mead and springeth wood anew, Sing, cuckoo! Ewe now bleateth after lamb, for calf and loweth cow; Bullock rouseth, buck he browseth merry sing cuckoo! Cuckoo, cuckoo, well then singeth cuckoo, Oh ne’er be silent now”). Le canzoni scelte possiedono quasi tutte una veste ritmata, in uno spettacolo rafforzato da numerosi reels e gighe irlandesi/scozzesi, mescolate in nuovi medley e condotte dal trascinante e impeccabile violino di Peter Knight. Il canto collettivo a cappella viene celebrato sul finale con l’altrettanto inedito “medley nautico” che riunisce “Hearts of oak”/“A life on the ocean wave”/“Rule Britannia” ma aleggia nell’aria una certa atmosfera di incertezza, dovuta anche in parte al fatto di non avere ancora perfettamente chiaro in mente cosa significhi essere da poco diventati in sei sul palco e con un batterista rock stabile in formazione. Sembrano davvero lontanissimi i tempi di “Below the salt” ma sono passati appena due anni!

1 Beg Your Leave
2 Irish Jigs (Including Paddy Clancy’s)
3 Alison Gross
4 Song Introduction to “Cam Ye O’er Frae France”
5 Cam Ye O’er Frae France
6 Song Introduction to “John Barleycorn”
7 John Barleycorn
8 Song Introduction to “Little Sir Hugh”
9  Little Sir Hugh
10 Song Introduction “Two Magicians”
11 Two Magicians
12  Saucy Sailor
13 Robbery with Violins/Kitty Come Down from Limerick/O’Rourke’s Reel
14 Summer Is a Comin’ in
15 Staines Morris/In Peascod Time
16 One misty moisty morning
17 Gaudete
18 Thomas the Rhymer
19 The Musical Priest/The Silver Spear/The High Reel
20 Nautical Medley: Hearts of Oak/A Life on the Ocean Wave/Rule Britannia
21 Royal Forester
22 The Mason’s Apron

Steeleye Span Live at the Bottom Line 1974 full album
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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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