Folque

come se gli Steeleye Span fossero nati nella terra dei fiordi

Folque è probabilmente il gruppo più “storico” del folk rock scandinavo. Nato a Oslo nei primi anni ’70, si è caratterizzato mescolando strumenti acustici (violino, mandolino, banjo, dulcimer) con chitarra elettrica, basso e tastiere, seguendo la lezione dei grandi gruppi inglesi del periodo, in primo luogo Steeleye Span e Fairport Convention.  Nonostante importanti cambiamenti di formazione nel corso degli anni sono riusciti a rimanere sempre fedeli al loro sound, sfornando alcuni ottimi album tra il 1974 e il 1983. Dopo essersi sciolti hanno dato vita ad una prima reunion negli anni ’90 e una seconda nel 2004, questa volta su iniziativa della loro prima vocalist Lisa Helljesen.

Folque (1974)

L’album di esordio è un ottimo biglietto da visita del gruppo. Una manciata di ballate della tradizione popolare norvegese unite ad alcune musiche di danza, il tutto rivisitato sulla base della “contaminazione” tra melodie tradizionali e arrangiamenti contemporanei. Evidente il debito nei confronti degli Steeleye Span: la cantante Lisa Helljesen ha una voce chiara e forte che ricorda quella di Maddy Prior (e un po’ di Mandy Morton degli Spriguns) e si adatta magnificamente alla musica. Non a caso, il disco contiene due tributi dei Folque al gruppo inglese: Alison Gross e Ravnene (la steeleyana Twa Corbies).

1. Skjøn jomfru (4:26)
2. Ravnene (2:31)
3. Springar (1:17)
4. Sjugur og trollbrura (2:37)
5. Nissedans (2:25)
6. Harpa (4:49)
7. Sinclairvise (3:24)
8. Reinlender (1:57)
9. Alison Gross (3:49)
10. Steffa går til Selfjord (3:50)
11. Reven og bjørnen (3:22)
12. Heimatlåta (1:42)

– Lisa Helljesen / vocals
– Jørn Jensen / vocals, guitar, dulcimer
– Trond Villa / fele
– Morten Bing / guitar, mandolin
– Eilif Amundsen / banjo, bass, guitar
– Trond Øverland / bass, piano

Kjampaene pa Dovrefjell (1975)

Il secondo album conferma le suggestioni dell’esordio, con prevalenza del folk sul rock e ispirazione ai canoni di Steeleye Span e dei Fairport Convention era Sandy Denny. Dalla formazione del primo album è uscito Jorn Jensen, rimpiazzato da Lars Helljesen; inoltre si è aggregato al gruppo il batterista Morten Jakobsen

1. Stev (0:48)
2. Jarlen av Murray (2:15)
3. Halling (2:01)
4. Heming og Harald Kongjen (3:57)
5. Eg vil ingjen spelemann ha (2:23)
6. Huldra og Elland (4:27)
7. Inn kom’n Tore (1:28)
8. Herr Verner i fangetårnet (2:27)
9. Den gode grønne skogen (3:48)
10. Brurgangar (3:32)
11. Kjempene på Dovrefjell (4:08)

– Lisa Helljesen / vocals
– Lars Helljesen / vocals, guitars
– Trond Villa / fele
– Morten Bing / vocals, guitars, mandolin
– Eilf Amundsen / banjo, guitar, bass
– Trond Øverland / bass, piano
– Morten Jakobsen / drums

Vardoger (1977)

Ultimo album con la vocalist Lisa Helljesen e il violinista Trond Villa. Il disco più maturo, nel quale la miscela di folk e rock appare compiutamente sviluppata

1. No har Jonsoknatta komme (2:41)
2. Rei’ar med buttulen (2:00)
3. Fanteguten (6:35)
4. Æ’kje gutane (1:51)
5. Felerier (2:14)
6. Beiarblakkjen (6:05)
7. Dansevise (3:00)
8. Heming og Gyvri (6:33)
9. Gjevre-valsen (2:58)
10. Varulv (2:58)
11. Sæterreise (4:24)
– a. Markje grønas
– b. Oss ha gjort

– Trond Villa / fiddle
– Lisa Helljesen / vocals
– Eilif Amundsen / banjo, guitar, bass
– Morten Bing / mandolin, dulcimer, guitar, banjo
– Lars Helljesen / vocals, guitar
– Morten Jakobsen / drums

Dans, Dans Olav Liljekrans (1978)

Importante cambio di formazione (oltre che di etichetta discografica); escono Lisa Helljesen e Trond Villa, rimpiazzati da Jenn Mortensen al canto e Oyvind Rauset al violino.

Rispetto a Lisa, la voce di Jenn è decisamente più ruvida e con un forte accento del nord della Norvegia, il che contribuisce a dare alle canzoni un piglio più “vichingo”

1. Dans, Dans, Olav Liljekrans (3:13)
2. Holterilen (3:01)
3. Blind-Fredriks Vise (2:50)
4. Liti Kari (5:52)
5. Beire Ti’e No? (3:14)
6. Kjalstadguten (2:44)
7. Margjit Og Tarjei Risvollo (5:18)
8. Sol Bakom Skyan (3:53)
9. St. Stefans Vise (5:33)

– Jenn Mortensen / vocals
– Lars Heljesen / vocals, guitar
– Øyvind Rauset / fiddle
– Morten Bing / mandolin, dulcimer, guitar
– Eilif Amundsen / bass, banjo
– Morten Jacobsen / drums

Fredlos (1980)

Un disco di transizione con un arco musicale più ampio rispetto ai dischi precedenti.

Seguendo anche in questo caso la parabola dei gruppi inglesi, accanto alla rivisitazione di brani tradizionali compaiono canzoni composte dal gruppo.

1. Hjuringstev (2:20)
2. Reinleder Fra Vingelen (2:02)
3. Juljeitsån (3:23)
4. Nøkken (3:07)
5. Reinlender Og Ril (2:24)
6. Liti Kjersti Og Alvekongen (4:44)
7. Tel Dæ (2:19)
8. Kvernjenta (3:37)
9. Sidsel & Monas Vals (0:59)

– Jenn Mortensen / vocals
– Lars Helljesen / vocals, guitar
– Øyvind Rauset / fiddle
– Morten Bing / mandolin, guitar, dulcimer, banjo
– Per Vestaby / bass
– Morten Jacobsen / drums

Landet Ditt (1981)

Il gruppo risente della fase involutiva che il folk rock sta vivendo un po’ ovunque. Gli ultimi dischi contengono un numero crescente di composizioni originali a discapito del recupero dei traditionals.

“Landet ditt” vede anche l’ingresso in squadra di un nuovo batterista

Side A
1. Min Sjel, Min Sjel (2:22)
2. Landet Ditt (3:09)
3. Gesellvise (3:00)
4. 15 Mil Til Oslo (3:35)
5. Kvinnemorderen (5:12)
6. Liti Kjersti Og Herreper (3:15)

Side B
1. Fanfare (2:50)
2. Gamle Olaves (4:24)
3. Heks (3:05)
4. Knut Liten Og Sylvelin (4:45)
5. Reinlender Fra Åmot (2:03)
6. Opiumsdrøm (3:29)

– Jenn Mortensen / vocals
– Lars Helljesen / vocals, acoustic guitar, electric guitar, slide guitar
– Øyvind Rauset / fiddle, piano, organ, harpsichord, synthesizer, hardingfele, backing vocals
– Morten Bing / mandolin, acoustic guitar, dulcimer, banjo
– Roald Thommesen / bass, backing vocals
– Pål Søvik / drums

Sort Messe (1983)

L’ultimo album originale del gruppo vede ancora cambiamenti nella formazione e nelle canzoni, in gran parte composte da Morten Bing

Side A
1. Sort Messe (3:33)
2. Til Bloksberg (2:53)
3. Stjerneskipet (3:15)
4. Trollkjærring (2:36)
5. Unge Remarson (4:12)

Side B
1. Aske Til Aske (3:33)
2. Katrine (3:18)
3. Ronald’s Kake (2:22)
4. Ae Kan’kje Danse (3:27)
5. Jon Remarson’s Jig (0:56)
6. Hymne (3:07)

– Jenn Mortensen / vocals
– Lars Helljesen / vocals, electric guitar, flute, piano
– Morten Bing / acoustic guitar, electric dulcimer, banjo, synthesizer, backing vocals
– Roald Thommesen / bass, piano, Hammond organ
– Dutte / pedal steel guitar
– Trond Øverland / piano
– Geir Otnæs / accordion
– Pål Søvik / drums, tambourine, backing vocals

/ 5
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Pubblicato da Sergio Paracchini

Sergio Paracchini, ascoltatore seriale di buona musica, dagli anni ’70 innamorato del folk revival (celtico e non solo). Gestisce il gruppo Facebook “Folk rock e dintorni”.

3 Risposte a “Folque”

  1. Ho visto che hai aperto una sezione scandinava, se avessi tempo ne aprirei anch’io una ungherese, visto tutto il materiale che ho in archivio…ma non si può far tutto…comunque artisti sorprendenti ce ne sono ovunque, anche nelle lande più sperdute o isolate del nord-Europa. Come ho scritto in qualche articolo pubblicato su Blogfoolk Magazine, ho trovato perfino Brel interpretato nel dialetto delle isole Aland e Cohen in faroese. Un tempo (quando ancora c’erano le lettere) avevo rapporti con Sakari Kukko (che mi mandava sempre gli LP dei Piirpauke) e poi mi sono molto piaciuti tutti i cd dei Tarujen Saari (Isola delle Leggende), anche quando interpretano brani del folk inglese, francese o dei Malicorne…ma ho perso i contatti con la scena finnica: “troppa” musica sublime giunge da ovunque…tocca fare delle scelte!

  2. Grazie! Sì, gli album originali dei Folque penso anch’io introvabili. Su Amazon solo cd dei primi 2-3. Qualcosa in più su Discogs ma per lo più si tratta di usato. Io avevo a suo tempo recuperato le tracce di tutti i dischi su iTunes e mi sono contentato. Ora mi sto dedicando alle ballate scandinave.. affascinante ancorché faticoso (soprattutto perché si trova quasi solo roba in una qualsivoglia di quelle loro lingue 🙂

  3. Purtroppo i dischi penso siano introvabili. All’inizio si chiamavano “Pane e vino”, meno male hanno cambiato! Anche se “Persone”… Credo sia la prima volta che se ne scrive in Italia, non si importavano molti dischi da quel braccio di terra, fiordi e ghiacciai, proteso verso il tetto del mondo, peccato! Complimenti a te e complimenti anche per la scelta, condivisa in pieno, delle ballate inglesi che hai contribuito: Sovay, Pretty Polly, Bruton Town

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