Rocket Cottage 1976 (tutti i testi)

“Rocket Cottage” possiede qualche leggero intervento orchestrale, viene inciso in Olanda, i testi sono tutti tratti dalla tradizione con musiche originali e arrangiamenti rockeggianti. La confusione incombente si percepisce. Comunque, seppur in numero minore , i tentativi di attualizzare i richiami tradizionali fanno riaffiorare nuove inedite sfide sonore, in “Sir James the Rose” qualche passaggio musicale epico sottolinea ancora in maniera drammatica la tragicità della vicenda narrata.

Gli arrangiamenti degli Steeleye Span nel corso della loro carriera, hanno sovente preso a prestito le storie popolari, rimaneggiandone frasi, inserendo ritornelli, ripetendo o omettendo strofe, in funzione della voce e della musica che spesso era del tutto nuova e originale. La grandissima sensibilità dei vari componenti colloca comunque le loro interpretazioni in totale continuità con gli schemi compositivi tipici del folklore britannico. I secondi settanta erano anni veloci, dove la tradizione folk-rock veniva ampliata, ri-creata, re-inventata da musicisti dai talenti straordinari nel volgere di brevi lassi di tempo. E’ forse anche per quello che la canzone tradizionale è rimasta viva! Ovviamente l’ascoltatore ha sempre molto più bisogno di emozionarsi che di definizioni. Anche nei tempi antichi non era raro ascoltare la musica confondersi nei valloni con le voci della natura e insieme misteriosamente spiegare a quelle anime le sensazioni, spesso conturbanti, con cui erano quotidianamente a confronto. Le foreste, le stagioni, gli animali erano colmi di simbologie e l’immaginazione era chiamata a interpretare l’universo circostante, talvolta “penetrando al di là dei sensi trovava la luce” come ben scriveva Edouard Richer.

Ascoltando di fila le canzoni dei dischi di Steeleye Span (come in Francia quelle di Malicorne – solo per citare un altro gruppo all’epoca famosissimo) si riceve una preponderanza alla vita interiore, un’orientazione verso il misticismo. Come se tutto sulla terra risultasse apparente o falso, tranne l’invisibile. Come facesse percepire l’immaginario dietro il reale, la metafora dietro l’accadimento, l’insegnamento dietro la rivelazione. E’ un ambiente naturale dove non ci sono differenze di linguaggio, gli alberi parlano come gli uomini, gli animali pure, si possono incontrare per caso in strada angeli o démoni, le metamorfosi sono indossate come abiti a fin di bene o a fin di male. I luoghi emanano sortilegi e incantamenti, il tempo impregna e manipola gli esseri viventi così come le cose, persistendo nelle carni, nelle memorie, nei costumi, nelle pietre.

L’immaginazione è creatrice, gli spiriti si impersonificano, il simbolismo è imperante. Forse anche perché, per quel che riguarda il campo dell’esistenza puramente terrena, molte sono le persone distrutte dalla vita e che cercano vanamente di raddrizzarla ma, nonostante gli sforzi, finiscono sconfitte nella battaglia contro realtà spietate.

1. London
2. The bosnian hornpipes (strum)
3. Orfeo / Nathan’s Reel
4. The twelve witches
5. The brown girl
6. Fighting for strangers
7. Sligo Maid (strum)
8. Sir James the Rose
9. The drunkard

Maddy Prior vocals
Tim Hart guitar, vocals
Rick Kemp bass, vocals
Bob Johnson guitar, vocals
Peter Knight violin, mandolin
Nigel Pegrum drums

Rocket Cottage full album
/ 5
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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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