Binnorie: le due Sorelle

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Binnorie/The twa sisters è una ballata tradizionale scozzese arrivata dalla Norvegia, il cui argomento è diffuso in molti paesi del mondo. (variazione della ballata Le due sorelle: la gelosia e il soprannaturale)
Si racconta la storia di un triangolo amoroso con due sorelle che si contendono le attenzioni di un bel giovane, una volta che la scelta cade sulla fanciulla bionda, l’altra (guarda caso dai capelli neri) per gelosia, uccide la sorella facendola precipitare dall’alto di una scogliera (o dalla riva di un fiume).

IL TRIANGOLO AMOROSO

Binnorie - Cruel sister John Faed (1851)
“Cruel Sister” – John Faed (1851)

Il tema è trattato in molti dipinti ed è caro ai pittori pre-raffaelliti e più in generale un tema ricorrente nei pittori ottocenteschi (grazie ai buoni uffici di sir Walter Scott); nel dipinto dello scozzese John Faed (1851) dal titolo “Cruel Sister” è riassunto tutto il dramma della gelosia al centro della storia (leggasi movente); un affascinante principe dal fascino esotico (com’è lezioso quel cappello piumato!) tiene per mano una bionda fanciulla vestita di satin bianco, non solo il principe la guarda e le stringe teneramente la mano, ma anche indica un cagnolino in primo piano per dire : “ecco a te sono fedele“. Quale grazia e dolcezza è soffusa nella fanciulla la quale con modestia volge lo sguardo a terra, ma le sue guance sono imporporate, segno di una profonda emozione che la turba.
L’altra fanciulla è leggermente arretrata rispetto ai due innamorati e guarda il principe, afflitta da cupi pensieri, anche se gli si aggrappa al braccio è chiaramente il terzo incomodo (da notare che mentre i due innamorati incedono con lo stesso passo  la donna bruna muove in avanti il piede sinistro).

Per comprendere tutta la storia ci soccorre una fiaba scozzese dal titolo “The Singing Breastbone” (da Fair is Fair: World Folktales of Justice di Sharon Creeden vedi) che già nel titolo preannuncia un racconto “gotico”.

LA FIABA SCOZZESE: The Singing Breastbone (Binnorie)

“C’erano una volta due figlie di re che dimoravano in una casetta vicino alla diga di Binnorie. Sir William venne a corteggiare la maggiore delle due che si innamorò di lui. Le chiese la mano porgendole guanto ed anello. Ma dopo un certo tempo cominciò a guardare la sorella minore dalle guance color ciliegia e dai capelli biondi e il suo amore si trasferì su di lei, tanto che non gli importava più nulla dell’altra. Così la maggiore cominciò ad odiare la minore per averle portato via l’amore di William e giorno dopo giorno il suo odio crebbe tanto da tramare e pianificare il modo di liberarsi di lei.

binnorie Katharine Cameron
Katharine Cameron (scozzese, 1874–1965):
She has taken her by the lily white hand

Una bella mattina disse a sua sorella: “Andiamo a vedere le barche di nostro padre attraccare al mulino di Binnorie.” E mano nella mano si recarono sul posto. Quando arrivarono alla riva del fiume la minore si arrampicò su una pietra per osservare lo spiaggiamento delle barche. Sua sorella, che era dietro, l’afferrò per i fianchi e la spinse nell’acqua della corrente del mulino di Binnorie.
“Oh sorella, sorella, dammi la mano!” Urlava mentre la corrente la spingeva via. “E avrai metà di tutto ciò che posseggo.” “No sorella, non ti darò la mano poiché sono comunque erede di tutte le tue terre. Che io sia maledetta se tocco la sua mano che si è frapposta fra me e l’amore del mio cuore.” “Oh sorella raggiungimi con un guanto!” gridò la principessa mentre la corrente la trascinava ancora più lontano, “E tu avrai di nuovo il tuo William.” “Continua ad affondare”, gridò la principessa crudele, “Nessuna mano o guanto tu toccherai. Il dolce William sarà mio quando sarai affogata nella corrente del mulino di Binnorie.” Detto questo si voltò e tornò a casa nel castello del re.
La principessa passò attraverso la corrente del mulino, talvolta nuotando, talvolta affondando, finché arrivò vicino al mulino. La figlia del mugnaio stava cucinando e quel giorno e aveva bisogno di acqua per cucinare. Non appena cominciò a tirar su l’acqua dalla corrente, vide qualcosa che galleggiava verso la diga del mulino e chiamò il padre: “Padre chiudi la diga! C’è qualcosa di bianco, una bella ragazza o un cigno bianco latte che viene giù lungo la corrente.” Allora il mugnaio si precipitò a chiudere la diga e fermò le pesanti e crudeli pale del mulino. Poi presero la principessa e la stesero sulla riva. Era così bella e dolce stesa sulla riva! Nei suoi capelli c’erano perle e pietre preziose; non si riusciva a vedere la sua vita tanto era coperta da una cintura d’oro e le frange d’oro del suo vestito bianco scendevano fino ai suoi piedi color del giglio. Ma era affogata, affogata!

Binnorie
Era così bella e dolce stesa sulla riva!

E mentre giaceva là nella sua bellezza, un famoso suonatore d’arpa passò dalla diga del mulino di Binnorie e vide il suo dolce, pallido viso. E sebbene continuasse a viaggiare in lungo e in largo, non dimenticò mai quel viso e dopo molti giorni tornò al mulino sulla diga di Binnorie e finì poi per arrivare al castello del re, padre della fanciulla.

The Singing Breastbone (Binnorie)

Quella sera erano tutti riuniti nella sala del castello per ascoltare il grande arpista. C’erano il re e la regina, la loro figlia, Sir William e tutta la corte. Al principio l’arpista cantò utilizzando la sua vecchia arpa dando gioia o tristezza a suo piacimento. Ma mentre cantava mise l’altra arpa, che aveva fatto quel giorno stesso, su una pietra della sala.
Improvvisamente l’arpa cominciò a cantare da sola con voce bassa e chiara. L’arpista smise e tutti zittirono. E questo è ciò che l’arpa cantò:
“Laggiù siede mio padre, il re,
Binnorie, oh Binnorie;
E laggiù siede mia madre, la regina;
Presso le belle dighe sul mulino di Binnorie.
E laggiù in piedi c’è mio fratello Hugh,
Binnorie, oh Binnorie;
E accanto a lui il mio William, bugiardo e sincero;
Presso le belle dighe sul mulino di Binnorie.”

Tutti si meravigliarono dell’accaduto e l’arpista disse loro che aveva visto la principessa affogata stesa sulla riva vicino alle belle dighe sul mulino di Binnorie e che successivamente aveva costruito un’arpa utilizzando i suoi capelli e le sue ossa pettorali. Proprio allora l’arpa cominciò a suonare di nuovo e questo è ciò che cantò a voce alta e chiara:
“E là siede mia sorella che mi ha affogato
presso le belle dighe sul mulino di Binnorie.”
E l’arpa si schiantò e si ruppe e non cantò più.

La fiaba The Singing Breastbone (Binnorie) si presta come sempre a molteplici letture fuori dal testo, quella per simbolismi si concentra sul significato delle ossa, del cigno e dell’elemento acqua e tuttavia, nell’approdare in America, la ballata diventa una più tipica murder ballad.

In Scozia la ballata comparve in stampa nel 1656 con il titolo “The Miller and the King’s Daughter” [vedasi prima parte introduttiva The Miller And The King’s Daughter/The Twa Sister] ed è stata raccolta nelle Child Ballads, (al numero 10), così chiamate dal Professor Francis James Child che nel tardo 1800 aveva pubblicato The English and Scottish Popular Ballads: le versioni in Child sono una ventina circa a sottolineare l’ampia popolarità e diffusione della storia (e anche per le melodie si hanno molte versioni).

BINNORIE

La versione è di Sir Walter Scott (in “Minstrelsy of the Scottish Border” 1802) (cf) che con il suoi libri contribuì a ridestare l’interesse dei contemporanei verso il Medievalismo.
Il testo è ricco di termini scozzesi, la trama è molto simile alla fiaba “The Singing Breastbone” di cui la ballata sembra essere la versione cantata, il tragico epilogo si tinge di magia con le ossa della fanciulla diventate strumento musicale e che smascherano l’assassina.

Custer LaRue&Baltimore Consort 
in The Daemon Lover, 1993
un arrangiamento dal sapore medievale,
quasi identica al testo in Child #10C
Aurora Borealis in Harpa 1997
Boann in The twa sisters​/​De två systrarna 2020 con il titolo The Magic Harp
Hermes Nye in Early English Ballads from the Percy and Child Collections (Ballads Reliques) 1957

Versioni strumentali

Dorothy Carter in Troubadour 1976
The Mediaeval Baebes in Salva Nos 1997


There were twa sisters sat in a bow’r(1)
Binnorie, O Binnorie (2)
There cam a knight to be their wooer.
By the bonnie mill-dams of Binnorie .
He courted the eldest wi’ glove and ring (3)
But he lo’ed the youngest aboon a’thing.
The eldest she was vexed sair
And sore envied her sister fair.
The eldest said to the youngest ane:
“Will you go and see our father’s ships come in”
She’s ta’en her by the lily hand
And led her down to the river strand.
The youngest stude upon a stane
The eldest cam’ and pushed her in.
“Oh sister, sister reach your hand
And ye shall be heir of half my land”
“Oh sister, I’ll not reach my hand
And I’ll be heir of all your land.”
“Oh sister, reach me but your glove
And sweet William shall be your love.”
“Sink on, nor hope for hand or glove
And sweet William shall better be my love.”
Sometimes she sunk, sometimes she swam
Until she cam to the miller’s dam.
The miller’s daughter was baking bread
And gaed for water as she had need.
“O father, father, draw your dam!
There’s either a mermaid
or a milk-white swan (4).”
The miller hasted and drew his dam
And there he found a drown’d woman.
Ye couldna see her yellow hair
For gowd and pearls that were sae rare.
Ye coldna see her middle sma’
Her gowden girdle was sae braw.
Ye couldna see her lily feet
Her gowden fringes were sae deep.
A famous harper passing by
The sweet pale face he chanced to spy.
And when he looked that lady on
He sighed, and made a heavy moan.
He made a harp (5) o’ her breast bone
Whose sounds would melt a heart of stone.
The strings he framed of her yellow hair,
Their notes made sad the listening ear (6).
He brought it to her father’s ha’
There was the court assembled there.
He layed the harp upon a stane (7)
And straight it began to play alane.
“O yonder sits my father the King
And yonder sits my mother, the queen.”
“And yonder stands my brother Hugh
And by him, my William, sweet and true.”
But the last tune that the harp played then
Was: “Woe to my sister, false Helen”

traduzione italiana di Cattia Salto
C’erano due sorelle sedute nella stanza,
Binnorie, O Binnorie 
entrò un cavaliere per essere il loro pretendente,
presso le belle dighe al mulino di Binnorie.
Corteggiò la più grande con guanto e anello,
ma amava la più giovane sopra ogni cosa
La più grande, infastidita e sofferente
invidiava la bionda sorella.
La più grande disse alla più giovane:
“Verrai a guardare le nostre navi in arrivo?”
Prese la sorella per la bianca mano
e la portò alla riva del fiume.
La più giovane stava su un masso
la più grande venne e la gettò sotto
“Oh Sorella, sorella dammi la mano
e sarai erede della mia metà di terra”
“Oh sorella, non ti darò la mano
e sarò l’erede di tutta la tua parte”
“Oh sorella, allungami il guanto
e il bel William sarà tutto tuo”
“Annega e non sperare per la mano e il guanto
meglio per me che il bel William sia mio”
Talvolta affondava, talvolta galleggiava
finchè giunse alla diga del mulino.
La figlia del mugnaio stava cuocendo il pane
e andava a prendere l’acqua che le serviva
“O padre, padre, chiudi la diga!
C’è una sirena
o un cigno bianco
come il latte.”
Il mugnaio si precipitò a chiudere la diga
e là trovò una donna annegata
Non si riusciva a vedere i suoi capelli biondi,
per l’oro e le perle tanto preziose che c’erano
Non le si vedevano gli stretti fianchi
tanto era ben fatta la cintura d’oro
Non si riuscivano a vedere i suoi candidi piedi,
le frange d’oro erano così fitte.
Un famoso arpista che passò li vicino
gli capitò di intravedere il dolce e pallido viso.
E quando vide la dama
sospirò ed emise un grande gemito.
Fece un’arpa con le sue ossa pettorali,
la cui voce scioglierebbe un cuore di pietra.
montò per corde i suoi capelli biondi,
il loro suono rendeva triste l’ascolto.
La portò nella sala di suo padre,
c’era la corte riunita là,
Pose l’arpa su una pietra
e cominciò a suonare da sola.
“Laggiù siede mio padre, il re,
e laggiù siede mia madre, la regina;
E laggiù in piedi c’è mio fratello Hugh,
e accanto il mio William, amorevole e sincero”
Ma l’ultima melodia che l’arpa suonò poi fu
“La colpa sulla mia bugiarda sorella Helen”

NOTE
1) nel medioevo bower indicava la stanza privata della signora del castello, non esattamente la camera da letto ma anche il salottino, la stanza di svago/ricamo in cui alloggiava con le sue ancelle.
2) Scott sostituisce il ritornello “Edinburgh, Edinburgh” ispirato alla battaglia di Binnorie (per commemorare le guerre di indipendenza scozzesi)
3) Dare l’anello e il guanto in epoca medievale era una promessa di matrimonio. Ad essere corteggiata era la sorella maggiore, si trattava di un matrimonio combinato, in cui però il pretendente si innamora della sorella minore
4)  Il confronto sottolinea la purezza e l’innocenza della ragazza che si presume non abbia incoraggiato le avances del corteggiatore.
5)  un’arpa magica che appena appoggiata su una pietra, inizia a cantare da sola. Nella credenza vichinga l’anima risiede nelle ossa (le ossa dei morti accusano i loro assassini). La sorella assassina che stava per sposarsi, viene smascherata dal revenant della sorella e sarà sicuramente punita come merita.
È lecito ritenere che nelle versioni scandinave lo strumento fosse in realtà una crwth ad arco o lira: detto anche “rotta” o “rotta germanica” lo strumento può essere dotato anche di una tastiera centrale. In Galles porta il nome di crwth (mentre in Irlanda è detta cruith) e la tastiera centrale porta le sei corde di cui due le drone strings (“corde fannullone”) sono di bordone. A guardarla sembra essere l’antenato del violino! Questo strumento, che gli studiosi sono incerti se ritenere totalmente autoctono ed attribuito all’area scandinava, compare verso il II° sec, si presenta in una forma analoga a quella attuale intorno al VII sec. (vedi)
6) riferito alla capacità dell’arpa di ammorbidire un cuore di pietra (cuore nero) in modo che il suo canto magico inizi solo quando viene posizionata su una pietra
Giordano Dall’Armellina scrive nel suo saggio: “Per quanto riguarda le centinaia di versioni esistenti sia in Scandinavia che nelle isole britanniche c’è da rilevare che ognuna ha più o meno un finale diverso. E’ come se ogni cantore si fosse divertito a inventare qualcosa di differente per distinguersi dagli altri. In alcune varianti norvegesi l’arpa si rompe in mille pezzi e la principessa bionda ritorna in vita mentre la sorella dai capelli neri è o bruciata viva o seppellita viva come punizione per il crimine commesso. In un’altra, sempre norvegese, le ossa della ragazza sono utilizzate per fare un flauto che è portato alla famiglia per farlo suonare da tutti. Quando la sorella crudele lo suona il sangue sgorga da esso denunciando così la sua colpa. Ne consegue una punizione: la sorella è condannata ad essere legata a quattro cavalli che partono in quattro distinte direzioni e che la faranno a pezzi. In una versione svedese il mugnaio salva la ragazza e la riporta alla famiglia. Alla fine la principessa bionda perdonerà la sorella per il tentato omicidio.” (Giordano Dall’Armellina: “Ballate Europee da Boccaccio a Bob Dylan”.)



in “Racconti comuni in ballate italiane, svedesi e  britanniche: un confronto” cf
Giordano Dall’Armellina: “Ballate Europee da Boccaccio a Bob Dylan”: E’ alla quarta edizione (maggio 2016), con nuove aggiunte e correzioni, il saggio di Giordano Dall’Armellina “Ballate Europee da Boccaccio a Bob Dylan” (introduzione di Paolo Balboni) con CD mp3 con 81 brani cantati in 8 lingue diverse, oltre ai vari dialetti italiani, ed eseguite con l’ausilio di più di 70 artisti fra i migliori nell’ambito del folk.  
http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=49269&lang=it
http://walterscott.eu/education/ballads/supernatural-ballads/the-cruel-sister/

Indice di tutte le schede relative alla ballata (nei vari paesi europei) in Terre Celtiche Blog
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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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