Ten Man Mop or MR. Reservoir Butler Rides Again 1971 (tutti i testi)

Ten Man Mop significa “10 uomini stagionali” essendo “mop” una “fiera di assunzione“, eventi regolari in Inghilterra e Irlanda pre-moderne, in cui i lavoratori venivano assunti a tempo determinato, mentre Reservoir Butler è il nome di un cantante che Tim Hart conosceva e con cui aveva collaborato. Preannunciato da una sensazionale e corposa partecipazione al John Peel del 26 settembre 1971, alla fine dell’anno il terzo disco (dal titolo lunghissimo) del gruppo è immediatamente acclamato come miglior prodotto folk. Senza rivali visto che gli altri due concorrenti musicali avevano preso strade sempre più lontane dal folk inglese: i Fairport con “Babbacombe Lee” reinventando moduli tradizionali in chiave country americana e gli immacolati Pentangle con “Reflection” accostandosi viepiù a sonorità jazzistiche.

Ten Man Mop or Reservoir Butler rides again

Gli Steeleye Span avevano deciso nell’occasione di sperimentare di meno, rispetto al precedente “Please to see the King“, la musica irlandese tradizionale era un faro costante per Maddy Prior che ascoltava e ammirava soprattutto le voci dei cantanti tradizionali Paddy Tunney, Sarah Maken e Mary Doran. Le loro rivisitazioni erano mosse da volontà innovative e testimoniavano contemporaneamente un entusiasmo e una purezza folclorica immacolata, quasi si trattasse di un blues originale. Credo che anche culturalmente abbiano svolto un importante ruolo attrattivo in un dato periodo. In una parola: capolavori!

Nel disco, arrivato nei negozi a dicembre, Tim canta “Skewball” al banjo, tutti i contrappunti, le elaborazioni, i duetti, gli impasti corali sono allo zenith anche in ognuna di queste canzoni, l’agghiacciante “When I Was on Horseback ” su tutte, variante irlandese di una canzone che in America ha originato le celebri “Streets of Laredo” e “St. James Infirmary”.

Ashley Hutching però desiderava già altre avventure, non aveva alcuna intenzione di volare negli Stati Uniti a far concerti, si era appena innamorato, ricambiato, di Shirley Collins. Quale momento migliore per abbandonare tutto da parte dell’inquieto fondatore?! Decisero di rimpiazzarlo con Rick Kemp, collaboratore fisso del cantautore Michael Chapman e questo non piacque a Martin Carthy che optava per sperimentare differenti direzioni musicali.

Non per una questione personale contro Kemp ma avrebbe preferito rivolgersi alla concertina di John Kirkpatrick (cosa che avverrà sei o sette anni dopo). Peter era invece entusiasta di lavorare con Rick, quindi la posizione di Martin era individuale e non condivisa da alcuno.

A questo punto, nonostante il grande sodalizio con Maddy e Tim, se ne va anche lui che, per l’unica volta in tutta la sua lunghissima carriera, in questo combo aveva imbracciato una chitarra elettrica!!

Gloria a Martin Carthy, insignito del titolo onorifico di Sir per meriti artistici nel 1998 e, nonostante sia un gigante, venuto il 22 ottobre del 1999 a Sanremo al Premio Tenco ad accompagnare la moglie Norma Waterson con la modestia di un comprimario qualsiasi.

A1 Gower Wassail
A2 Jigs: Paddy Clancey’s Jig / Willie Clancy’s Fancy(strum)
A3 Four Nights Drunk
A4 When I Was on Horseback
B1 Marrowbones
B2 Captain Coulston
B3 Reels: Dowd’s Favourite / £ 10 Float / The Morning Dew
B4 Wee Weaver
B5 Skewball

Maddy Prior vocals, spoons, tabor
Tim Hart guitar, dulcimer, banjo, mandolin, vocals
Ashley Hutchings bass
Martin Carthy guitar, organ, vocals
Peter Knight fiddle, banjo, mandolin, timpani, vocals

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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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