La Lüna E ‘L Sul, le dodici parole della verità

La Lüna E ‘L Sul è un canto piemontese del genere cumulativo tratto dal canto latino “Dic mihi quid est unus? Unus est Deus qui regnat in coeli” (1602), un elenco creato per far conoscere e memorizzare importanti eventi della storia del Cristianesimo, come surrogato di “Biblia Pauperum”.

L’origine è presumibilmente ancora più remota, una filastrocca druidica sulle “parole della verità” ovvero un canto pagano sull’origine del mondo, a sua volta confutato dai cristiani nell’Alto Medioevo utilizzando la nuova simbologia.[1]

Ma siccome anche nella tradizione ebraica e musulmana ritroviamo un canto analogo, alcuni studiosi (vedasi Paolo Martino, “Le Dodici Parole della Verità. Nel MS. VAT. GR. 1.538. Una Filastrocca Numerica di origine ebraica”[2]) propendono per un origine mediorientale piuttosto che celtica della filastrocca

Le dodici (o tredici) parole della verità

Come sia il canto è variamente diffuso nella vecchia Europa, talvolta come racconto o preghiera-scongiuro; in Italia è un canto natalizio al Nord e di scongiuro al Sud (in particolare in Calabria) [3]. Più in generale il tema rientra nella tipologia “gli indovinelli ben risposti” e si presenta anche sotto forma di dialogo tra il demonio e un santo (S. Nicola, S. Biagio o S. Martino) – si veda ad esempio ballata scozzese The Fause Knight Upon the Road  o la letteratura agiografica italo-greca sugli scongiuri- esorcismi o “incantesimi” ritenuti utili per scacciare il malocchio e gli spiriti immondi che affliggono persone, animali e cose. Sono le dodici parole della verità che scacciano i demoni (e in Sardegna le tempeste).

In Bretagna la versione prende il titolo Le jeu des cartes servant de livre de messe ed è un giocatore di carte a sciorinare l’elenco delle “Parole della Verità” con l’ausilio del mazzo di carte. Il racconto venne raccolto da F. M. Luzel nel 1847 da un mendicante cieco, di nome Garandel, presso il Mercato Vecchio a Cótes-du-Nord. (vedasi Canti cristiani di Leggenda di Flavio Poltronieri)

La Lüna E ‘L Sul/Litania

Data l’ampia diffusione del testo esistono molte varianti, qui si riporta la versione piemontese raccolta da Amerigo Vigliermo a Villate nel 1972, una frazione del Comune di Mercenasco in provincia di Torino, dalla voce di Caterina Rassa. Era ancora usata dalle mamme del secolo scorso come canto della ninna nanna, sotto forma di filastrocca per bambini il canto italiano prende il titolo “Bambino nella culla“.[4]

E ün, al prim ch’al è gnü an cust mund (1)
al è nos car Signor.

E düi, la lüna e ’l sul,
al prim ch’al è gnü an cust mund al è nos car Signor.
E trè, i trè Re Magi,
la lüna e ’l sul..
E quat, i quattro evangelisti…
E sinch, le cinque piaghe (2)…
E ses, i ses gaj ch’a cantu ’n Galilea (3)…
E sèt, i sèt Sacramenti (4)…
E ot, j’ot Beati (5)…
E nov, nov Cori angelici (6) …
E des, des Comandamenti … (7)

E uno, il primo che è venuto in questo mondo
è il nostro caro Signore.

E due, la luna e il sole, il primo che è venuto in questo mondo è il nostro caro Signore.
E tre, i Re Magi,
la luna e il sole, i
E quattro, i quattro Evangelisti….
E cinque, le cinque piaghe…
E sei, sei galli che cantano in Galilea…
E sette, i sette Sacramenti…
E otto, gli otto Beati…
E nove, nove Cori Angelici…
E dieci, Dieci Comandamenti…

NOTE
Dalla pietà popolare si sono enumerati vari motivi: le piaghe di Cristo, le anime dei giusti, le ostie consacrate, ma anche motivi di fantasia o misteri della fede come le sei messe, le sette torce o candele accese.
1) el prim c’ha l’è stait an’s  mund, Barabàn dicono “il primo che ha creato il mondo”
2) sinc piaghe del (nos) Signor
3) Barabàn dicono  “gall in galleria”
4) Barabàn dicono “sette dolori della Madonna””
5) otto porte di Roma
6) nove corpi santi, (in alcune versioni otto sono i corpi santi e nove le porte di Roma)
7) in molte versioni la filastrocca arriva fino a 12: così continua Undici, undici Stelle del sogno
Dodici, dodici Apostoli (vedasi la versione raccolta da Leone Sinigaglia con il titolo “Le dodici parole della Verità”[5])

Barabàn in La santa notte dell’oriente 1996
Betti Zambruno & Tendachënt in A Lung De La Riviera
2014

Il Nuovo Canzoniere Italiano – Ci Ragiono E Canto è uno spettacolo di canti popolari portato sulle scene da Dario Fo nel 1966. [6]
Tra gli interpreti Giovanna Marini, Giovanna Daffini, Caterina Bueno, Rosa Balistreri, Piero Nissim, il Gruppo Padano di Piadena, il Coro del Galletto di Gallura, Maria Teresa Bulciolu, Ivan Della Mea, Enzo Del Re, Ciccio Busacca.

La Luna e il Sole
la copertina dell’album “La luna e ‘l sul” di Cantovivo (1983): nella prima traccia accennano appena al tema della filastrocca con la frase “düi, la lüna e ’l sul” seguito dallo strumentale medievale Ductia
Full Album

[1] La Villemarqué, nella seconda parte delle lunghe e dotte note illustrative relative alla “serie dei numeri” (come le definisce con ironia un suo contemporaneo, lo studioso Luzel), lancia anche un’altra ipotesi: quella della sovrapposizione cristiana agli antichi riti druidici, metodo utilizzato per dominare le popolazioni conquistate (o convertite) conservando le loro antiche credenze e ritualità legate alle stagioni. https://terreceltiche.altervista.org/canti-fede-serie-numeri/
[2]https://www.academia.edu/13036241/Le_dodici_parole_della_verit%C3%A0_nel_ms._Vat._Gr._1538._Una_filastrocca_numerica_di_origine_ebraica
[3] Secondo un’antica leggenda, S. Biagio avrebbe richiesto ospitalità a due anziani coniugi, dei quali era nota la bontà del marito e la malvagità della moglie. Essa aspettava il demonio travestito da nobile forestiero, mentre s. Biagio era travestito da mendicante. In tali veste ottenne come giaciglio la paglia di una stalla (pagghja spasa), su cui la donna per fargli dispetto aveva versato acqua in abbondanza (acqua rasa). Seguirono altri dispetti tra cui l’annacquamento del vino (vinu mollhu) offerto all’ospite dal marito. Quando il diavolo arrivò, San Biagio lo costrinse ad andarsene, recitando la preghiera che segue, ricordata come” le dodici parole della verità”: http://win.robertopolito.it/radici/SCONGIURI/scongiuri.htm
https://www.facebook.com/benedicaria/posts/2260796253959585/
http://artemisiaherba.blogspot.com/2017/05/le-dodici-parole-della-verita-che.html
http://calabriajudaica.blogspot.com/2016/09/sulla-haggadah-calabra.html
La versione latina
[4] Nella versione in italiano sparisce il riferimento ai galli che è invece molto presente in quelle dialettali, anche se a volte storpiato, come descritto da Nanni Svampa nel suo libro “La mia morosa Cara“, quando scrive che i “gall in galleria” presenti nel testo che lui conosce sarebbero in realtà “sei galli che cantano in Galilea”. Il riferimento ai galli in effetti è presente nel canto “Ma ‘l prim ca l’è stait al mund (Le dodici parole della verità)“, da cui forse derivano le altre versioni. La filastrocca fu scelta anche da Dario Fo per il suo spettacolo “Ci ragiono e canto“, dove nella premessa scrive: “Canzone raccolta intorno a Torino, ma di origine bretone, composta a confutare da parte dei cristiani il mito pagano del sole all’origine del mondo”. https://katena.it/it/bambino-nella-culla
https://www.museosanmichele.it/apto/schede/uno-uno/
[5] Lezione raccolta sulla Collina Torinese, pubblicata in L. Sinigaglia, 24 vecchie canzoni popolari
del Piemonte. Milano, Ricordi, II serie (postuma), 1956 p. 108.
[6] http://bpfe.eclap.eu/eclap/axmedis/b/be7/00000-be71626c-8a20-4714-9b0a-65887123a76b/2/~saved-on-db-be71626c-8a20-4714-9b0a-65887123a76b.pdf

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

3 Risposte a “La Lüna E ‘L Sul, le dodici parole della verità”

  1. Molto bello l’articolo e interessantissimi i link. In Italia forse la più conosciuta canzone enumerativa “moderna” è la versione fatta da Branduardi ne “La Fiera dell’Est” dal titolo “la serie dei numeri”, il cui testo è ripreso dal Barzaz Breiz, un libro di 690 pagine contenente canti popolari della Bretagna raccolti e pubblicati nel 1867 dal visconte Hersart de la Villemarqué e dal quale Branduardi e Stivell hanno tratto molta ispirazione…Il pezzo ha come titolo “les sèries ou le druide et l’enfant” ed è il primo della raccolta, che contiene una lunghissima introduzione sulle caratteristiche della musica bretone.

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