Le maître à bord (Sono il Padrone a Bordo!)

Le maître à bord” è una canzone marinara su testo di Jean Rodor e musica composta da Roger Dumas.

C’era una volta nel Finistère un luogo chiamato Lambézellec, una grande parrocchia derivante dalla disgregazione di quella, della primitiva Armorica, di Ploubavas (o Ploebeves). Qualcuno dice fosse questo un posto dove venivano confinati i lebbrosi e tutti i loro sfortunati discendenti che erano colpiti dai tabù dell’epoca, i cosiddetti “caquins”, praticamente dei paria. Il nome tradotto dal bretone significa in effetti “Villaggio di Lebbrosi” ma la cosa non è per niente certa, anzi è più probabilmente una leggenda. Più verosimile che l’oratorio a Ploe-Belouc, dedicato a Santa Tudona (sorella di San Gouesnou) col tempo abbia semplicemente mutato il proprio nome, man mano che San Belouc veniva dimenticato, passando così da Lan-Belouc a Lamboseloc (1330), Lambezelzeuc (1350), Lambeseleuc (1420), Lambezelec (1467), Lanbézellec (1774). Fatto sta che questo villaggio situato a nord di Brest fu fagocitato dalla città e dal 28 aprile del 1945 non esiste più. E’ fuso in essa, diventandone un distretto. Il territorio comprendeva i 16 chilometri dell’intera riva sinistra del fiume Penfell, ma già nel 1686 comunque Lambézellec aveva perso l’ importante parrocchia dei Sette Santi, inclusa nel recinto fortificato di Brest.

A Lambézellec il 17 febbraio del 1885 nacque Berthe Francine Ernestine Faquet figlia di un marinaio e di una sarta. Quando era appena una ragazza sedicenne e faceva la domestica si innamorò di un studente-poeta e mise al mondo un bambino di cui però non si occupò mai. Era molto più attratta dalla fama e dal successo, anche all’estero, che ottenne ampiamente come cantante, assumendo lo pseudonimo di Berthe Sylva.

Le maître à bord

Proprio a lei si deve la registrazione di questa sensazionale canzone marinara “Le maître à bord” del 1937, con accompagnamento orchestrale, su testo di Jean Rodor e musica composta da Roger Dumas. La canzone è stata ripresa in Bretagna dal compianto Mikaël Yaouank nel secondo volume dei suoi « Chants de marins » nel 1979 e più recentemente anche da suo nipote Guillaume Yaouank in “Rhum Et Eau – 100% Pur Port” del 2015. Quando quest’ultimo mi inviò gentilmente il CD, che inizia con Reagan Dougan di Michel Tonnerre e poi di fila propone una accattivante versione contemporanea folk-rock di questa canzone, provai ad immaginare Berthe Sylva cantarla a metà degli anni 30 in Francia, al colmo della sua popolarità. Con gli ammiratori che spaccavano tutto pur di andare ad ascoltare la loro cantante preferita all’Alcazar di Marsiglia e le inviavano migliaia di lettere d’ammirazione. Il testo ha delle variazioni che non ne alterano il senso e comunque la dice lunga su che tipi potevano essere i personaggi di queste canzoni del mare.

Mi piace pensare che anche Georges Brassens quando nel 1966 compose quella eterna canzone che è la sua “Supplica per essere sepolto sulla spiaggia di Sète” l’abbia voluta citare. Non ho certezze ma il virgolettato me l’ha sempre fatto credere:

…C’est une plage où, même à ses moments furieux,
Neptune ne se prend jamais trop au sérieux,
Où, quand un bateau fait naufrage,
Le capitaine crie: “Je suis le maître à bord!
Sauve qui peut! Le vin et le pastis d’abord!
Chacun sa bonbonne et courage!”…

…E’ una spiaggia dove, anche nei suoi momenti furiosi,
Nettuno non si prende mai troppo sul serio,
Dove, quando una nave fa naufragio,
Il capitano grida: “Sono il padrone a bordo!
Si salvi chi può! Il vino e il pastis prima di tutto!
A ciascuno la sua damigiana e coraggio!”…

(trad. Flavio Poltronieri)

Berthe Sylva 1937
Mikaël Yaouank in “Chants de marins », 1979
Guillaume Yaouank in “Rhum Et Eau – 100% Pur Port”,
2015
Le maître à bord

Ben quoi les matelots! Vous avez tous la frousse
Eh oui, je le sais bien, il est vieux mon trois mâts
Mais il lui faut douze hommes, un capitaine un mousse
Qui le ramèneront dans le Guatemala.
Alors pendant huit jours
Il cherche un équipage, contraint de le former
De marins d’occasion, vagabonds sans aveu
Dont certains tatouages
affichent l’anarchie et la révolution.
Mais lui le malabar, lui qui n’a peur de rien
Au moment du départ, leur dit : je vous préviens !

Je suis le maître à bord Moi seul, je suis le maître
Bien des costauds des forts ont dû le reconnaître.
Je vous promets, moi commandant
Double ration, bon vin, bonne goutte,
Je serais juste et indulgent
Oui mais il faudra qu’on m’écoute.
Et maintenant le Cap au Nord
Je suis le maître à bord!

Depuis quarante jours, le navire est en route,
Les vents sont contre lui, la mauvais temps aussi
Et bientôt plus de vivres et plus d’eau dans les soutes,
On sent que la révolte est à bord et grandit.
S’avançant dans la nuit, quatre hommes fous de rage,
Vont, l’insulte à la bouche, le couteau à la main,
Parler au Capitaine au nom de l’équipage,
“Il faut que tu nous donnes du biscuit et du vin”
Alors le malabar leur dit: “Voyez là-bas,
Voyez briller ce phare, c’est le Guatemala”

Je suis le maitre à bord. Ce soir, demain j’espère,
Nous toucherons au port, vous serez libres à terre
Oui mais ici, mille sabords,
je n’admets pas la moindre riposte
Je mâterai tous les plus forts
Que chacun regagne son poste.
Sur vous, j’ai droit de vie, de mort,
Je suis le maitre à bord

Mais la brise fraichit, balloté par la houle,
Le trois-mâts va tanguant, sous la force du vent.
De tribord à bâbord, il va, il vient, il roule,
“Qu’on me donne la barre” a dit le Commandant.
Bientôt c’est l’ouragan, on ne voit plus le phare,
Les voiles se déchirent et les flots furieux,
Enlèvent un marin. Alors le malabar
Sent le trois-mâts craquer et crie “Sauve qui peut!
Les canots à la mer. Que Dieu veille sur vous”
Et tous les matelots crient: “Venez avec nous!” “Non…”

Je suis le maître à bord
Je dois le reconnaître
Mes droits me rendent fort
Me font parler en maître
Mais le devoir commande encore
Demeure au pied du mât de misaine
Tu ne dois pas quitter ton bord
C’est le devoir du capitaine.
Et maintenant, face à la mort
Je suis le maître à bord !

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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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