God Rest Ye Merry Gentlemen e il Natale vittoriano

God Rest Ye Merry Gentlemen è probabilmente il carol natalizio “vittoriano” più famoso a cui allude Charles Dickens nel suo libro “A Christmas Carol”.

CELEBRARE IL NATALE IN FAMIGLIA

Nel 1800 il giorno di Natale in Inghilterra, era un giorno lavorativo come tanti, ma alla fine del secolo prende piede in tutti i paesi anglosassoni la tradizione del Natale così come la conosciamo oggi. 

Si iniziò a fare l’albero di Natale da quando nel 1848 l’Illustrated London News pubblicò il disegno della regina Vittoria e famiglia intorno all’albero decorato secondo l’usanza germanica del marito principe Alberto (di origine tedesca). Anche le tradizionali cartoline di auguri prendono il via in questo periodo come l’usanza di vendere un pacchettino pieno di dolci nella forma di grossa caramella arrotolata con carta velina (detti crackers).

Le decorazioni della casa con rami di sempreverdi, già radicate in epoca medievale, si fanno più elaborate, mentre l’usanza di scambiarsi i regali passò da Capodanno al giorno di Natale: i regali erano piccoli e modesti, frutta, dolcetti e piccoli ornamenti fatti a mano che si appendevano sull’albero; ma man mano che i regali diventavano sempre più grandi ed erano comprati in un negozio, pacchi e pacchetti finirono ai piedi dell’albero!

Risale a questo periodo l’idea del Natale come celebrazione incentrata sulla famiglia, ma soprattutto è in questo periodo che i canti di Natale vengono ripresi e diventano popolari con l’usanza del caroling[1], tradizione inglese per eccellenza subito ripresa in America. 

Nuovi carols vengono scritti e nuovi testi su vecchie musiche o viceversa con la pubblicazione della prima poderosa collezione di carols “Christmas Carols, Ancient and Modern” nel 1833: i carolers passeggiavano per le vie cittadine più affollate di solito in gruppi di tre, uno a suonare il violino, un altro a cantare e il terzo a vendere gli spartiti, i passanti si fermavano per acquistare la musica unendosi al coro per alcune strofe; oppure si fermavano davanti alle case a cantare, sperando di essere invitati per mangiare una fetta di dolce, bere qualcosa di caldo e ricevere qualche soldino.

Il fenomeno vittoriano dei cantori di natale è però legato a gruppetti di persone abbienti che andavano per le strade dello shopping natalizio e di porta in porta nelle case dei ricchi a raccogliere offerte per a mensa dei poveri

GLI INNI DI NATALE

Si stralcia dall’ottimo articolo di Ariella Uliano “La carola inglese nella storia e nella tradizione – tra il sacro e il profano”
In epoca Vittoriana il fervore dei movimenti revivalisti e riformisti religiosi nelle città portò ad una ulteriore rivisitazione dei carols religiosi. In alcuni casi nuovi testi rivestiti di un eccessivo sentimentalismo rimpiazzarono quelli vecchi e nel caso invece dei carols creati ex-novo si trattava spesso di materiale musicalmente povero. Tuttavia nel clima rigido, impersonale e alienante instaurato dalla Rivoluzione Industriale, i divertimenti e le celebrazioni stagionali erano un distante ricordo legato ai vecchi ritmi di vita e di lavoro della campagna. Nei nuovi centri industriali, dove il successo di un uomo era valutato in base alla quantità di ricchezza che riusciva ad accumulare, vigeva la logica del profitto e le fabbriche rimanevano aperte anche il 25 Dicembre. Fu quindi soprattutto grazie al lavoro paziente e ispirato degli studiosi Davies Gilbert e William Sandys che molte delle carole antiche e moderne rimaste ancora vive nella tradizione orale delle aree rurali del nord e dell’ovest dell’Inghilterra non andarono perdute; i due collezionisti raccolsero e pubblicarono il prezioso materiale in due volumi intitolati Some Ancient Christmas Carols (1822) e Christmas Carols, Ancient and Modern (1833).
Infine con Charles Dickens la carola si riveste di nuovi significati divenendo ‘Racconto di Natale’ e contribuendo a riportare in auge lo spirito dei festeggiamenti legati alla stagione dell’oscurità – compreso il cantare i carols e il ballare danze di campagna – e a rinnovare e adattare ad un nuovo contesto sociale gli aspetti più profondi di queste celebrazioni.
Il senso di comunità, ospitalità e condivisione caratteristico delle antiche cerimonie invernali e identificabile con bontà e carità cristiane doveva, secondo Dickens, ritrovare il suo spazio nella società.

Christmas carolers

CELEBRATING CHRISTMAS

[English translation]
In the 1800s on Christmas Day in England, it was a working day like many others, but at the end of the century the tradition of Christmas took hold in all the Anglo-Saxon countries as we know it today. The Christmas tree began to be made since in 1848 the Illustrated London News published the design of Queen Victoria and her family around the tree decorated according to the Germanic custom of her husband Prince Albert (of German origin). Even the traditional greeting cards start in this period as the custom to sell a small package full of sweets in the form of large candy rolled with tissue paper (called crackers).

The decorations of the house with branches of evergreens, already rooted in medieval times, becomed more elaborate, while the custom of exchanging gifts passed from New Year to Christmas Day: the gifts were small and modest, fruit, sweets and small ornaments to hung on the tree; but as the presents got bigger and bigger and were bought in a shop, packages and packages ended up at the foot of the tree!

Natale in famiglia

The idea of Christmas dates back to this period as a celebration focused on the family, but above all it is during this period that Christmas songs are resumed and become popular with the custom of caroling, an English tradition par excellence immediately exported in America. New carols are written and new texts on old music or vice versa with the publication of the first collection of carols “Christmas Carols, Ancient and Modern” in 1833: the carolers strolled through the busiest city streets usually in groups of three, one to playing the violin, another singing and the third to sell the scores, passersby stopped to buy the music and joining the choir for some verses; or they stopped in front of the houses to sing, hoping to be invited to eat a slice of cake, drink something hot and receive some pennies.
However, the Victorian phenomenon of Christmas carolers is linked to small groups of wealthy people who went on the streets for Christmas shopping and from door to door to the homes of the rich to collect donations for a soup kitchen

carolers
cantori di natale mendicanti
Cantori di Natale mendicanti stampa del 1874
Cantori di Natale mendicanti stampa del 1874
Cantori di natale dei gruppi riformist
Cantori di natale dei gruppi riformisti o come si direbbe oggi “impegnati nel sociale”

GOD REST YE MERRY GENTLEMEN

God Rest Ye Merry Gentlemen è la canzone cui allude nel titolo il Canto di Natale (A Christmas Carol) di Charles Dickens. Il libro è una vivida descrizione delle tradizioni natalizie inglesi alla metà dell’Ottocento con l’avaro senza cuore Ebenezer Scrooge che fa un esame della sua vita accompagnato dai tre Spiriti del Natale.
Dickens descrive le strade di Londra avvolte nel freddo e gelido Inverno, con i negozi decorati con rami di agrifoglio, i carolers che cantano per le strade nel giorno delle Vigilia e quello del Natale.

“God Rest Ye Merry Gentlemen” fu pubblicato da William Sandys nel 1823: di autore anonimo, si riesce a risalire al 1700 per quanto concerne le sue prime pubblicazioni, nelle quali compare con la dicitura “New Christmas carol” che potrebbe far pensare alle sue origini più recenti, con l’aggiunta nel testo di qualche arcaismo per farlo sembrare più antico, come quel ye del titolo al posto di You. Tuttavia molti studiosi concordano nel ritenere che il brano abbia origini nel 1500 e che il primo testo simile sia “Sit You, Merry Gentlemen” (Bodleian Library – ca 1650)

IL TESTO

La prima e l’ultima strofa sono rivolti all’uditorio moderno come delle esortazioni, la prima a comportarsi rettamente e l’ultima a scambiarsi un segno di pace; la storia nel mezzo è quella dell’annuncio della lieta novella ai pastori e del loro omaggio a Gesù Bambino. Come per tutti i canti molto popolari tuttavia esistono molte varianti testuali.

LA MELODIA

La melodia abbinata a God rest ye merry non è univoca, anche se una sola è diventata quella standard: il cosiddetto London Tune derivato probabilmente da Chestnut o Doves Figary contenuto in The English Dancing Master di J. Playford (1651). Altre melodie fanno riferimento a dei tradizionali della Cornovaglia.

God Rest Ye Merry Gentlemen is “A Christmas Carol” in the book of Charles Dickens. The book is a vivid description of the English Christmas traditions in the mid-nineteenth century with the heartless miser Ebenezer Scrooge who examines his life, accompanied by the three Christmas Spirits.
Dickens describes the streets of London wrapped in cold and icy Winter, with shops decorated with holly branches, carolers singing in the streets on Christmas Eve.

The carol “God Rest Ye Merry Gentlemen” published by William Sandys in 1823, is by an anonymous author: you can trace back to 1700 as regards its first publications, in which appears with the words “New Christmas carol” that could make you think to its more recent origins, with the addition in the text of some archaism to make it seem more ancient, like that “ye” of the title instead of “You”. However, many scholars agree that the song originated in 1500 and that the first similar text is “Sit You, Merry Gentlemen” (Bodleian Library – ca 1650)

LYRICS

The first and last verse are addressed to the modern audience as exhortations, the first to behave correctly and the last to exchange a sign of peace; the story in the middle is that of the announcement of the happy news to the shepherds and their homage to the Child Jesus. As with all the very popular songs, however, there are many textual variations.

TUNE

The melody is not univocal even if only one has become the standard one: “the London Tune” derived probably from Chestnut or Doves Figary contained in The English Dancing Master by J. Playford (1651).
Other melodies refer to some traditional Cornish tune.

Traduzione italiana Cattia Salto
I
Salute a voi, gentiluomini (1)
non lasciatevi abbattere (2),
ricordate Cristo, nostro Salvatore
nato il giorno di Natale
per salvare le nostre anime dal potere di Satana
quando ci eravamo smarriti.
CORO
O, novella di conforto e gioia, Conforto e gioia;
O, novella di conforto e gioia!
II
A Betlemme, in Giudea, il Bambino Santo nacque
e in questo Mattino Santo giacque in una mangiatoia,
la quale sua madre Maria non ebbe a disdegnare (3).
III
Da Dio nostro Padre Celeste un angelo benedetto venne
e ad alcuni pastori portò novella simile
di come in questa Betlemme fosse nato
Colui che è chiamato figlio di Dio.
IV
Ma quando giunsero a Betlemme
dove giaceva l’infante,
lo trovarono in una mangiatoia
dove i buoi si nutrivano di fieno,
Sua madre Maria inginocchiata, pregava il Signore.
V
Ora cantate lodi al Signore
voi tutti in questa assemblea
e in vero segno di amore e fratellanza
abbracciatevi ora gli uni agli altri,
questo santo periodo del Natale
fa sfigurare tutti gli altri

NOTA
(1) il significato della frase equivale a “May God keep you merry”, forma colloquiale di saluto  “Stai bene” o “Buona fortuna a te”
(2) letteralmente “non lasciate che nulla vi sgomenti”
(3) il tema dell’umiltà del giaciglio è sviluppato in un’antica carol “This Endris Night


I
God rest ye merry, gentlemen,
let nothing you dismay
Remember Christ, our Savior,
was born on Christmas day
To save our souls from Satan’s power
when we had gone astray
CHORUS:
Oh tidings of comfort and joy, Comfort and joy
Oh tidings of comfort and joy
II
In Bethlehem, in Jewry, this blessed Babe was born
And laid within a manger upon this blessed morn
The which His mother Mary did nothing take in scorn
III
From God our Heavenly Father a blessed angel came
And unto certain shepherds brought tidings of the same
How that in Bethlehem was born
the Son of God by name
IV
Now when they came to Bethlehem
whereat the Infant lay
They found Him in a manger
where oxen fed on hay
His mother Mary kneeling down unto the Lord did pray
V
Now to the Lord sing praises,
all you within this place
And with true love and brotherhood
each other now embrace
This holy tide of Christmas
all others doth deface

Folk revival

Per l’ascolto ho selezionato alcune versioni che non possono essere più diverse tra loro, ma ugualmente interessanti.

VERSIONI STRUMENTALI (INSTRUMENTAL VERSIONS)

Jethro Tull in Christmas Album 2003 un po’ jazz e ballabile (ma anche rock)
August Burns Red in Sleddin’ Hill 2012 una versione decisamente metal
The Gothard Sisters in “Falling Snow” 2016 tra il folk e il classico
Sebastian Demrey & Jimmy Lahaie

[1] Nel medioevo la carola era una danza diffusa in tutta Europa sia in ambito popolare che aristocratico: il solista-conduttore (in genere al centro del cerchio dei convenuti) cantava le strofe -talvolta accompagnandosi con l’arpa- e sul ritornello, intonato da tutti i partecipanti, avveniva la vera e propria danza. La lingua utilizzata era il volgare e non aveva propriamente carattere religioso cristiano, anzi la Chiesa considerava la carola uno strumento diabolico che ancorava la gente del popolo alle antiche tradizioni e ai vecchi dei.
Solo a partire dal XIV secolo venne creata la carola religiosa, perlopiù utilizzando le melodie delle carole profane con testi rielaborati o anche totalmente riscritti. Le carols cristriane, senza più l’accompagnamento con la danza, conobbero una vasta diffusione in Inghilterra nel XV secolo, (con relative pubblicazioni) ma con i protestanti al potere queste ripresero il carattere profano delle origini mentre quelle a carattere religioso rimasero nella tradizione per essere tramandate oralmente.
L’Inghilterra sotto l’onda del Puritanesimo arrivò persino a cancellare le feste dal calendario, finchè in epoca Vittoriana con i movimenti riformisti religiosi e il rinato interesse verso il Medioevo, si ricominciò a scrivere nuovi testi per le carols.

LINK
http://www.bbc.co.uk/victorianchristmas/history.shtmlhttp://www.italiamedievale.org/sito_acim/contributi/carola_inglese.html
http://alt-usage-english.org/excerpts/fxgodres.html
Hymns and carols of Christmas

For listening I selected some versions that can not be more different from each other, but equally interesting.

The Chieftains inc, 1999
Loreena McKennitt in “Five Songs for the Season” 1995 – A Winter Garden 2008
Moya Brennan in An Irish Christmas 2005
Pentatonix in A Pentatonix Christmas  2016
Blackmore’s Night in Winter Carols 2017


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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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