Lady Greensleeves

Lady Greensleeves è un brano rinascimentale inglese (con innegabili influenze musicali italiane) e ci narra del corteggiamento di un gentiluomo molto ricco e di una Lady un po’ ritrosa che lo respinge, nonostante i  generosi regali.

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La ballata rinascimentale

Era l’anno 1580 che vide un susseguirsi di pubblicazioni  di un canto d’amore di un gentiluomo alla sua Lady Greensleeves,  [in italiano la Signora dalle Maniche Verdi]; Richard Jones e Edward White si contendevano  le stampe di una canzone di gran moda, nel mese di settembre, lo stesso giorno Jones con  “A new Northern Dittye of the Lady Greene Sleeves” e White con “A ballad,  being the Ladie Greene Sleeves Answere to Donkyn his   frende“, poi dopo pochi giorni, ancora White con  un’altra versione: “Greene Sleeves and Countenance, in Countenance is Greene Sleeves” e  qualche mese dopo Jones  con la pubblicazione di “A merry newe Northern   Songe of Greene Sleeves“; questa volta la replica venne da William Elderton,  che, nel febbraio del 1581, scrisse la “Reprehension against Greene Sleeves” .
In ultimo la versione riveduta e ampliata da Richard Jones  con il titolo “A New Courtly Sonnet of the Lady Green Sleeves” inclusa nella collezione ‘A Handeful of Pleasant Delites’  del 1584, fu quella che diventò la versione finale, ancora oggi eseguita  (almeno per quanto riguarda la melodia e per buona parte del testo con ben 17  strofe).

La melodia per Liuto

La melodia nasce per liuto, lo strumento per eccellenza della musica  rinascimentale (e barocca) che ha visto in Inghilterra una pregevole fioritura con autori del calibro di John Jonson e di John Dowland (consiglio l’ascolto del Cd di Sting Labirinth). Come evidenziato nello studio approfondito di Ian Pittaway l’antenato di Greensleeves è il Passamezzo antico. Il coro però di Greensleeves segue l’andamento melodico di una Romanesca che a sua volta è stata una variante del passamezzo.

Verso la fine del XV secolo, gli strumenti a pizzico come il liuto stavano appena iniziando a sviluppare una nuova tecnica da aggiungere al loro repertorio espressivo, suonando corde per accordi piuttosto che suonando le note del periodo medievale. Uno degli accordi che si sviluppò fu il passamezzo antico (c’era anche il passamezzo moderno), che nacque in Italia all’inizio del XVI secolo prima di diffondersi in tutta Europa. Oggi è un po’ come il blues, ci sono una prefissata sequenza di accordi di base sulla quale viene aggiunta una melodia. (tradotto da qui)

Melodia per liuto in “Het Luitboek van Thysius” scritto da Adriaen Smout per i Paesi Bassi  nel 1595
Baltimore Consort nella versione strumentale in stile  rinascimentale con andamento a ballo

Una coreografia della danza la ritroviamo solo  in epoca più tarda, nell'”English Dancing Master” di John Playford (sia nell’edizione del 1686 e poi pubblicata a più riprese nel Settecento) come english country dance

LA LEGGENDA TUDOR

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La leggenda  vuole che sia stato Enrico VIII, nel 1526, a  scrivere “Greensleeves”  per Anna Bolena, proprio  all’inizio della loro relazione, quando lei lo faceva sospirare (e gli anni  furono sette prima che i due si sposassero).
Un’ipotesi suggestiva in quanto sia la melodia che il testo ben si adattano al personaggio, che di suo ha scritto svariati brani ancora oggi nel repertorio  di molti artisti di musica antica; tuttavia la  poesia non è stata trascritta in nessun manoscritto dell’epoca e quindi non possiamo essere certi dell’attribuzione.
L’equivoco è stato generato da William Chappell che nel suo “Popular Music of the Olden Time” (Londra: Chappell & Co, 1859) attribuisce la melodia al re, mal interpretando una citazione di Edward Guilpin. “Yet like th’ Olde ballad of the Lord of Lorne, Whose last line in King Harries dayes was borne.”(in Skialethia, or a Shadow of Truth, 1598: la ballata “The Lord of Lorne and the False Steward” risale al tempo di Enrico VIII (King Harries) e, secondo Chappell è sempre stata cantata sulla melodia Greensleeves.

Così nella Serie Tv “The Tudors” si segue la leggenda e noi possiamo ammirare Jonathan Rhys Meyers tutto assorto mentre “trova” la melodia sul liuto…

Per restare in tema il gruppo tedesco  “Gregorian“, con le immagini del film “The Tudors” (strofe I, III, VIII, IX)

The Broadside Band & Jeremy Barlow in John Playford: Popular Tunes in 17th Century England

La paternità irlandese?

William Henry Grattan Flood in A History of Irish Music (Dublino: Browne e Nolan, 1905) è stato il primo a presumere (senza addurre prove) l’irlandesità della melodia.  “In a manuscript in Trinity College, Dublin … Under date of 1566, there is a manuscript Love Song (without music however), written by Donal, first Earl of Clancarty. A few years previously, an Anglo-Irish Song was written to the tune of Greensleeves.”
Da allora l’idea della paternità irlandese ha preso sempre più vigore tant’è che il brano è presente nelle compilations di musica celtica  etichettato come irish traditional.

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Lirica cortese o uno scherzo pesante?

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Il testo ci narra del corteggiamento di un gentiluomo verso una Lady un po’ ritrosa che lo respinge, nonostante i suoi generosi e principeschi regali; più ironicamente, si può interpretare come il lamento di un gentiluomo verso la moglie o l’amante bisbetica!
Riccardo Venturi propende per un contesto un po’ più piccante
Già ai tempi di Geoffrey Chaucer e dei Racconti di Canterbury (ricordiamo che Chaucer visse dal 1343 al 1400) l’abito verde era considerato tipico di una “donna leggera”, leggasi di una prostituta. Si tratterebbe quindi di una giovane donna di promiscui costumi; Nevill Coghill, il celebre ed eroico traduttore in inglese moderno dei Canterbury Tales, spiega -in riferimento ad un’interpretazione di un passo chauceriano- che, all’epoca, il colore verde aveva precise connotazioni sessuali, particolarmente nella frase A green gown, una gonna verde. Si trattava, in estrema pratica, delle macchie d’erba sul vestito di una donna che praticava (o subiva) un rapporto sessuale all’esterno, in un prato, “in camporella” come si direbbe oggigiorno. Se di una donna si diceva che aveva “la gonna verde”, in pratica era un pesante ammiccamento e le si dava di leggera se non tout court della puttana.
La canzone sarebbe quindi la lamentazione di un amante tradito e abbandonato, o di un cliente respinto; insomma, come dire, qualcosa di tutt’altro che regale (sebbene in ogni epoca i re siano stati generalmente i primi puttanieri del Regno). Un’altra possibile interpretazione è che l’amante tradito, o respinto, si sia voluto come vendicare sulla poveretta indirizzandole una deliziosa canzoncina in cui le dà della puttana mediante la metafora delle “maniche verdi”.” (Riccardo Venturi da qui)

Moltissimi gli interpreti, con versioni in stile antico e moderno (anche Yngwie Malmsteen la suona con la sua chitarra e Leonard Cohen ne propone una riscrittura nel 1974 ) di una melodia antica che non ha mai perso il suo fascino e popolarità.

Lady Greensleeves

Molti gli interpreti, con versioni sia in stile antico che moderno (anche Yngwie Malmsteen con la sua chitarra e Leonard Cohen che ne propone una riscrittura nel 1974 –Leaving Green Sleeves)
Oggi il testo viene raramente eseguito e solo per due o quattro strofe, ma è un brano amato dai gruppi corali che lo cantano più estesamente.

Nella versione in ‘A Handful of Pleasant Delites’, 1584, dalla raccolta di Israel G. Young (una ventina di strofe vedi testo qui) ci si dilunga sui regali che il nobiluomo fa alla sua bella per vezzeggiarla:  “kerchers to thy head”, “board and bed”, “petticoats of the best”, “jewels to thy chest”, “smock of silk”, “girdle of gold”, “pearls”, “purse”, “guilt knives”, “pin case”, “crimson stockings all of silk”, “pumps as white as was the milk”, “gown of the grassy green” con “sleeves of satin”, che la fanno essere “our harvest queen”, “garters” decorate d’oro e d’argento, “gelding”, e servitori “men clothed all in green”, e non ultimo tante leccornie ( “dainties”).


chorus (1)
Greensleeves(2) was all my joy
Greensleeves was my delight,
Greensleeves my heart of gold
And who but my lady Greensleeves.
I
Alas, my love, you do me wrong,
To cast me off discourteously(3).
For I have loved you well and long,
Delighting in your company.
II
Your vows you’ve  broken, like my heart,
Oh, why did you so enrapture me?
Now I remain in a world apart
But my heart remains in captivity.
III
I have been ready at  your hand,
To grant whatever you would crave,
I have both wagered life and land,
Your love and good-will for to have.
IV
Thy petticoat of sendle(4) white
With gold embroidered gorgeously;
Thy petticoat of silk and white
And these I bought gladly.
V
If you intend thus to  disdain,
It does the more enrapture me,
And even so, I still remain
A lover in captivity.
VI
My men were clothed all in green,
And they did ever wait on thee;
All this was gallant to be seen,
And yet thou wouldst not love me.
VII
Thou couldst desire no earthly thing,
but still thou hadst it readily.
Thy music still to play and sing;
And yet thou wouldst not love me.
VIII
Well, I will pray to God on high,
that thou my constancy mayst see,
And that yet once before I die,
Thou wilt vouchsafe to love me.
IX
Ah, Greensleeves, now farewell, adieu,
To God I pray to prosper thee,
For I am still thy lover true,
Come once again and love me

Traduzione italiana
coro(1)
Greensleeves era la gioia mia
Greensleeves era la mia delizia,
Greensleeves era il mio cuore d’oro,
chi se non la mia Signora dalle Maniche Verdi?(2)
I
Ahimè amore mio, non mi rendete giustizia, 
a respingermi con scortesia
vi ho amata per tanto tempo
deliziandomi della vostra compagnia.
II
I vostri voti avete spezzato, come il mio cuore.
Oh perché così mi  avete rapito?
Ora resto in un mondo a parte
e il mio cuore resta in prigione
III
Ero pronto al vostro fianco,
a concedervi ciò che bramavate
e avevo impegnato vita e terre,
per restare nelle vostre buone grazie.
IV
La gonna di zendalo bianco(4)
con sfarzosi ricami d’oro,
la gonna di seta bianca
vi ho comprato con gioia.
V
Se così intendete disprezzarmi,
ancor più m’incantate
e anche così, continuo a rimanere
un amante in prigionia
VI
I miei uomini erano tutti di verde vestiti , 
ed erano al vostro servizio
tutto ciò era galante da vedersi
e tuttavia voi non vorreste amarmi
VII
Voi non potreste desiderare cosa terrena
senza che l’abbiate prontamente,
la vostra musica sempre suonerò e canterò
e tuttavia voi non vorreste amarmi
VIII
Pregherò Iddio lassù
che voi possiate accorgervi della mia costanza
e che una volta prima che io  muoia
voi possiate infine amarmi
IX
Ed ora Greensleeves  vi saluto, addio
Pregherò Iddio che voi prosperiate
sono ancora il vostro fedele amante
venite ancora da me ed amatemi

NOTE
1) l’ordine in cui sono cantate le prime due frasi del coro a volte sono  invertite e iniziano in senso contrario
2) Nel medioevo il colore verde era il simbolo  della rigenerazione e quindi della giovinezza e del vigore fisico, significava “fertilità” ma anche “speranza” e accostato  all’oro indicava il piacere. Era il colore della medicina per i suoi poteri  rivitalizzanti. Colore dell’amore allo stadio nascente, nel  Rinascimento era il colore usato dai giovani specialmente a Maggio; nelle donne  era anche il colore della castità. E tale attribuzione mal si accosta all’altro significato più promiscuo  di “donnina sempre pronta a rotolarsi nell’erba”. E il fascino della ballata sta proprio nella sua ambiguità!
Il verde è anche il colore che nelle fiabe/ballate connota una creatura fatata.
Le parole gaeliche “Grian Sliabh” (letteralmente tradotte come “sole montagna” ovvero una “montagna esposta a sud, soleggiata”)  si pronunciano Green Sleeve (il brano è peraltro molto popolare in Irlanda soprattutto come slow air). Grian è anche il nome di un fiume che scorre dalle Sliabh Aughty (contea Clare e Galway)
3) le espressioni sono proprie della lirica cortese
4) lo zendalo è un velo di seta

Da non perdere la traduzione di Riccardo Venturi (sommo poeta e traduttore) (qui) del Nouo Sonetto Cortese su la Signora da le Verdi Maniche. Su la noua Melodia di Verdi Maniche.
Verdi Maniche era ogni mia Gioja,
Verdi Maniche, la mia Delizia.
Verdi Maniche, lo mio Cor d’Oro;
Chi altra, se non la Signora da le Verdi Maniche?

Nella versione estesa i regali dello spasimante sono molti e costosi assai ed è tutto un lagnarsi di “oh quanto mi costi bella mia!”
IV
I bought three kerchers to thy head,
That were wrought fine and gallantly;
I kept them both at board and bed,
Which cost my purse well-favour’dly.
V
I bought thee petticoats of the best,
The cloth so fine as fine might be:
I gave thee jewels for thy chest;
And all this cost I spent on thee.
VI
Thy smock of silk both fair and white,
With gold embroidered gorgeously;
Thy petticoat of sendall right;
And this I bought thee gladly.
VII
Thy girdle of gold so red,
With pearls bedecked sumptously,
The like no other lasses had;
And yet you do not love me!
VIII
Thy purse, and eke thy gay gilt knives,
Thy pin-case, gallant to the eye;
No better wore the burgess’ wives;
And yet thou wouldst not love me!
IX
Thy gown was of the grassy green,
The sleeves of satin hanging by;
Which made thee be our harvest queen;
And yet thou wouldst not love me!
X
Thy garters fringed with the gold,
And silver aglets hanging by;
Which made thee blithe for to behold;
And yet thou wouldst not love me!
XI
My gayest gelding thee I gave,
To ride wherever liked thee;
No lady ever was so brave;
And yet thou wouldst not love me!
XII
My men were clothed all in green,
And they did ever wait on thee;
All this was gallant to be seen;
And yet thou wouldst not love me!
XIII
They set thee up, they took thee down,
They served thee with humility;
Thy foot might not once touch the ground;
And yet thou wouldst not love me!
XIV
For every morning, when thou rose,
I sent thee dainties, orderly,
To cheer thy stomach from all woes;
And yet thou wouldst not love me!

Le proposte per l’ascolto sono veramente tante e fare una cernita è ardua impresa (vedi qui), così mi limiterò a un paio di suggerimenti.

Alice Castle live 2005

 Loreena  McKennitt in The   Visit 1991 (strofe I, III)

Versioni strumentali

Jethro Tull in Christmas Album 2003
Jordi Savall & ‘ Hesperion XXI’
David Nevue un arrangiamento per pianoforte stupefacente!

FONTI
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=53904&lang=it
http://greensleeves-hubs.hubpages.com/hub/FolkSongGreensleeves-Greensleeves  
http://thesession.org/tunes/1598
http://ingeb.org/songs/alasmylo.html
http://tudorhistory.org/topics/music/greensleeves.html
http://earlymusicmuse.com/greensleeves1of3mythology/
http://earlymusicmuse.com/greensleeves2of3history/
http://earlymusicmuse.com/greensleeves3of3music/
http://ontanomagico.altervista.org/alas-madame.htm

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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