To the Begging I Will Go

To the Begging I Will Go (Outlander TV)
To the Beggin (Ossian)
To the Beggin’ I Will Go (melodia standard)
To the Beggin (Lancashire-Ewan McColl)
The Beggarman’s song (versione irlandese)

L’antica protesta contro il “sistema” all’insegna del sex-drinks&piping s’incanala in uno specifico filone di canti popolari (britannici e irlandesi) sul mestiere di mendicante, uno spirito libero che vagabonda per il paese senza radici e vuole solo essere lasciato in pace. Molti sono i canti in gaelico in cui il protagonista rivendica l’esercizio della libera volontà, niente tasse, preoccupazioni e dispiaceri, ma la vita presa come viene affidandosi a lavori saltuari e alla carità della gente.[1]

Roud 286 ; Master title: A-Begging We Will Go ; G/D 3:488 ; Ballad Index K217 ; Wiltshire 408 ; Mudcat 25490 ; trad.]

Esistono molte varianti della canzone a testimonianza della sua vasta popolarità e diffusione. Una vecchia bothy ballad che affonda le radici nella materia medievale dei canti dei vaganti, quel vasto sottobosco di umanità un po’ artistoide, un po’ disadattata, un po’ morta di fame che si arrabattava a sbarcare il lunario esercitando i mestieri più improbabili e spesso truffaldini.


Probabilmente già lo stesso Richard Brome si ispirò  a questi canti dei mendicanti per la sua commedia “A Jovial Crew, or the Merry Beggars” (1641), in cui scrive “The Beggar Chorus” detto anche The Jovial Beggar, con il refrain: 
And a Begging we will go, we’ll go, we’ll go,
And a Begging we will go.

OUTLANDER TV

La melodia raggiunge una notevole popolarità moltiplicandosi in tutta una serie di “clonazioni” A bowling we will go, A fishing we will go, A hawking we will go, and A hunting we will go e così via.
La troviamo nella serie televisiva di Outlander (stagione 1 episodio 5) quando Claire viene aggregata al manipolo degli uomini di Dougal MacKanzie che vanno a riscuotere il canone dovuto da parte degli affittuari che non sono potuti andare all’Adunanza di Castel Leoch. Douglas utilizza questi viaggi per raccogliere consensi a sostegno della causa giacobita. Claire si rende conto in quel momento che tra qualche anno si terrà la battaglia di Culloden, che segnerà la sconfitta dei giacobiti e la fine dei clan scozzesi, e darà l’avvio ad una spietata persecuzione inglese nelle Highlands.

l’arrangiamento strumentale di Bear McCreary “To the Begging I Will Go” in Outlander: Season 1, Vol. 2 (Original Television Soundtrack)

Scrive Bear McCreary nel suo Blog
La prima melodia che ascolterai si svolge durante il montaggio in cui gli abitanti del villaggio rendono omaggio a Dougal. Qui, due viole da gamba, organetto e arpa celtica offrono il mio arrangiamento sbarazzino di “To the Begging I Will Go”. Nella seconda parte, si uniscono chitarre, bodhrán e Uilleann pipes che prendono il sopravvento sulla melodia. Il testo di questa famosa melodia parla di povertà, quindi l’ho scelto per evidenziare il punto di vista di Claire. Pensa che Dougal si stia intascando i soldi per se stesso, costringendo i suoi inquilini alla povertà per il proprio tornaconto.[2]

Tae the Beggin’ / A-begging We will go/

Robert Ford in Vagabond songs and ballads of Scotland, with many old and familiar melodies (1901) accredita come autore del testo Alexander Ross di Lochlee (1699-1784) e trascrive 23 strofe con il ritornello che recita “To the begging we will go, will go“.

Ford’s ‘Vagabond Songs’
I-VIII
Of all the trades that I do ken,
sure, the begging is the best
for when a beggar’s weary
he can aye sit down and rest.
Tae the beggin’ I will go, will go,
tae the beggin’ I will go.

II
And I’ll gang tae the tailor
wi’ a wab o’ hoddin gray,
and gar him mak’ a cloak for me
tae hap me night and day.
Tae the beggin’ I will go, will go,
tae the beggin’ I will go.

III
An’ I’ll gang tae the cobbler
and I’ll gar him sort my shoon
an inch thick tae the boddams
and clodded weel aboun.
Tae the beggin’ I will go, will go,
tae the beggin’ I will go.

IV
And I’ll gang tae the tanner
and I’ll gar him mak’ a dish,
and it maun haud three ha’pens,
for it canna weel be less.
Tae the beggin’ I will go, will go,
tae the beggin’ I will go.

V
And when that I begin my trade,
sure, I’ll let my beard grow strang,
nor pare my nails this year or day
for beggars wear them lang.
Tae the beggin’ I will go, will go,
tae the beggin’ I will go.

VI
And I will seek my lodging
before that it grows dark –
when each gude man is getting hame,
and new hame frae his work.
Tae the beggin’ I will go, will go,
tae the beggin’ I will go.

VII
And if begging be as good as trade,
and as I hope it may,
it’s time that I was oot o’ here
an’ haudin’ doon the brae.
Tae the beggin’ I will go, will go,
tae the beggin’ I will go.

Ossian, la melodia che accompagna il canto è “Maid Behind the Bar”, un Irish reel

Traduzione italiana di Cattia Salto
I
Di tutti i mestieri che conosco,
di sicuro il mendicante è il migliore
perchè quando un mendicante è stanco
si può fermare e riposare
A mendicare andrò, andrò,
a mendicare andrò

II
E andrò dal sarto
con una pezza di ruvida lana grigia
e gli chiederò di farmi un mantello
per ricoprirmi di notte e giorno.
A mendicare andrò, andrò,
a mendicare andrò

III
Andrò dal calzolaio
e gli chiederò di risuolare le mie scarpe
con del cuoio spesso
per camminare bene sulle zolle.
A mendicare andrò, andrò,
a mendicare andrò

IV
E andrò dal tornitore
e gli chiederò di farmi una scodella
che possa contenere tre mezze pinte
perchè non si può stare con meno.
A mendicare andrò, andrò,
a mendicare andrò

V
E quando poi inizierò il mio mestiere,
di sicuro mi lascerò crescere la barba quest’anno o oggi,
nè mi taglierò le unghie,
perchè i mendicanti le portano lunghe.
A mendicare andrò,
andrò, a mendicare andrò

VI
E mi cercherò un riparo
prima che cali la sera –
quando ogni brav’uomo è rientrato a casa,
di nuovo a casa dal lavoro.
A mendicare andrò, andrò,
a mendicare andrò

VII
E se il mendicare sarà un buon affare,
come spero lo sia,
è tempo che io vada via da qui
e m’incammini per la collina.
A mendicare andrò, andrò,
a mendicare andrò

To the Beggin’ I Will Go

Chorus
To the beggin’ I will go, go
To the beggin’ I will go

1.O’ a’ the trades a man can try,
the beggin’ is the best
For when a beggar’s weary
he can just sit down and rest.
2.First I maun get a meal-pock
made out o’ leather reed
And it will haud twa firlots (1)
wi’ room for beef and breid.
3.Afore that I do gang awa,
I’ll lat my beard grow strang
And for my nails I winna pair,
for a beggar wears them lang.
4.I’ll gang to find some greasy cook
and buy frae her a hat(2)
Wi’ twa-three inches o’ a rim,
a’ glitterin’ owre wi’ fat.
5.Syne I’ll gang to a turner
and gar him mak a dish
And it maun haud three chappins (3)
for I cudna dee wi’ less.
6.I’ll gang and seek my quarters
before that it grows dark
Jist when the guidman’s sitting doon
and new-hame frae his wark.
7.Syne I’ll tak out my muckle dish
and stap it fu’ o’ meal
And say, “Guidwife, gin ye gie me bree,
I winna seek you kail”.
8.And maybe the guidman will say,
“Puirman, put up your meal
You’re welcome to your brose (4)
the nicht, likewise your breid and kail”.
9.If there’s a wedding in the toon,
I’ll airt me to be there
And pour my kindest benison
upon the winsome pair.
10.And some will gie me breid
and beef and some will gie me cheese
And I’ll slip out among the folk
and gather up bawbees (5).

Shirley Collins, Davy Graham and Alex Campbell Folk Sounds
Old Blind Dogs[3]

Traduzione italiana Cattia Salto
A mendicare andrò, andrò,
a mendicare andrò

Di tutti i mestieri che un uomo può fare,
il mendicante è il migliore
perchè quando un mendicante è stanco
si può fermare e riposare.
Per prima cosa prenderò una bisaccia
fatta di cuoio
e conterrà due staia
con un posto per carne e pane.
Prima di andare via
mi farò crescere la barba lunga
e non mi taglierò le unghie
perchè il mendicante le porta lunghe.
(Andrò a cercare un grassa cuoca
e comprerò da lei un cappello
con la falda di due o tre pollici
tutto scintillante di grasso.)
E andrò da un tornitore
e gli chiederò di farmi una scodella
che possa contenere tre mezze pinte
perchè non posso fare con meno.
E mi cercherò un riparo
prima che cada il buio
quando ogni brav’uomo è rientrato a casa,
di nuovo a casa dal lavoro.
Poi tirerò fuori il mio grande piatto
e lo riempirò di farina d’avena
e dico “Buona donna, se mi date del brodo,
non vi chiedo del cavolo”
E forse il padrone di casa dirà
“Poveruomo, metti da parte la tua farina,
saluta il tuo brose di stasera
come pure il pane e cavolo”
Se ci sarà un matrimonio in città
mi recherò là
ed elargirò la mia più cara benedizione
su quella bella coppia.
E qualcuno mi darà il pane
e manzo e qualcuno mi darà del formaggio
e mi aggirerò tra la gente
a raccogliere delle monetine

NOTE
(1) unità di misura scozzese
(2) il senso della frase mi sfugge
(3) vecchia misura scozzese per liquidi equivalente e mezza pinta
(4) il brose è il porrige preparato alla maniera scozzese. Se ho capito bene il senso del discorso , il mendicante chiede alla padrona di casa un po’ di brodo caldo per prepararsi il suo brose a base di farina d’avena, ma il padrone di casa lo invita a mangiare alla sua tavola cibi ben più sostanziosi
(5) bawbees: half pennies

La versione “standard”

E’ la versione del Lancashire riportata in “Folk Songs of Lancashire” (Harding 1980). Leggiamo nelle note ” This version was collected from an old weaver in Delph called Becket Whitehead by Herbert Smith and Ewan McColl.”[4]
Martin Carthy ha cantato “A-Begging I will go” in molte versioni[5] sulla falsarigha di Ewan McColl.


I
Of all the trades in England,
a-beggin’ is the best
For when a beggar’s tired,
he can sit him down to rest.
And to a begging I will go,
to the begging I will go

II
There’s a poke (1) for me oatmeal,
& another for me salt
I’ve a pair of little crutches,
‘tha should see how I can hault
III
There’s patches on me fusticoat,
there’s a black patch on me ‘ee
But when it comes to tuppenny ale (2),
I can see as well as thee
IV
My britches, they are no but holes,
but my heart is free from care
As long as I’ve a bellyfull,
my backside can go bare
V
There’s a bed for me where ‘ere I like,
& I don’t pay no rent
I’ve got no noisy looms to mind,
& I am right content
VI
I can rest when I am tired
& I heed no master’s bell (3)
A man ud be daft to be a king,
when beggars live so well
VII
Oh, I’ve been deef at Dokenfield (4),
& I’ve been blind at Shaw (5)
And many the right & willing lass
I’ve bedded in the straw

Martin Carthy
Ewan McColl
The Virginia Company in Nine Points of Roguery 1999

Traduzione italiana Cattia Salto
I
Di tutti i mestieri in Inghilterra
il mendicante è il migliore
perchè quando un mendicante è stanco
si può fermare e riposare
A mendicare andrò,
a mendicare andrò

II
Ho una tasca per la farina d’avena
e un’altra per il sale
ho un paio di stampelle,
dovreste vedere come riesco a zoppicare!
III
Ci sono toppe sul mio cappotto frusto
e una toppa nera sul mio occhio
ma quando si tratta di birra da due penny,
riesco a vedere bene quanto te!
IV
I miei pantaloni non hanno che buchi
ma il mio cuore è libero dall’affanno
finchè ho la pancia piena
il mio fondoschiena può andare nudo
V
C’è un letto per me ovunque mi piaccia
e non pago l’affitto
non ho pensieri fastidiosi in testa
e sono proprio contento
VI
Mi riposo quando sono stanco
e non ascolto la campana del padrone
è da pazzi voler essere un re 
quando i mendicanti vivono così bene!
VII
Sono stato sordo a Dokenfield
e sono stato cieco a Shaw
e più di una ragazza ben disposta
ho portato a letto nella paglia
NOTE
(1) poke è in senso letterale un sacchetto ma in questo contesto vuole dire pocket
(2) tippeny ale è la birra a buon mercato bevuta normalmente dalla gente comune
(3) non ha un padrone o un principale da cui correre appena sente suonare il campanello/sirena della fabbrica
(4) Dukinfield è una cittadina nella Grande Manchester
(5) Shaw and Crompton, detta comunemente Shaw è una cittadina industriale nella Grande Manchester

Jesse Ferguson

Commenta Flavio Poltronieri “In Bretagna, è stato Patrick Ewen a registrarla tra il Novembre e il Dicembre del 1973 proponendola nell’Lp omonimo presso l’eroica Cooperativa di Espressione Popolare NEVENOE’. La versione fu appresa da Patrick Heslip, folk singer scozzese che a sua volta la imparò dal proprio nonno. Il testo ricalca abbastanza quello proposto da Martin Carthy con però alcune varianti, inoltre le strofe recano un ordine differente e due sono omesse. Da notare anche che la prima strofa inizia con Scotland al posto di England e nell’ultima il luogo viene sostituito con “O’ a’ the trades a man can try the beggin’ is the best

[1]http://ontanomagico.altervista.org/i-did-in-my-way-.html
[2] bearmccreary.com
[3] http://www.celticlyricscorner.net/oldblinddogs/tothe.htm
[4] http://www.joe-offer.com/folkinfo/songs/126.html
[5]https://mainlynorfolk.info/martin.carthy/songs/thebeggingsong.html

https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=49513&lang=it
https://mudcat.org/thread.cfm?threadid=82650
https://mudcat.org/thread.cfm?threadid=165277
http://www.tobarandualchais.co.uk/gd/fullrecord/60319/9

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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