Commoners Crown 1975 (tutti i testi)

In questa impressionante e amara serie di quadretti grotteschi, surreali, boccacceschi e talvolta mostruosi, i protagonisti delle canzoni creano situazioni solenni o mitico-eroiche legate a una iconografia epica popolare di ambientazione tipicamente anglosassone. Anche le filastrocche seppur favolistiche, scivolano in macabro e orrore nel giro di pochi versi. Col senno del poi non è difficile giocare a rileggerle le storie in chiave contemporanea, ritessere le motivazioni sociali o psicologiche di quegli antichi personaggi. I sinistri drammi che serpeggiavano negli angoli di quei piccoli villaggi rurali, nelle vite spaventate da malvagità, sangue e male rappresentato, ad esempio, da “Long Lankin“. E’ la morte quasi sempre la protagonista di queste canzoni pre-industriali, dove la paura è esoterica espressione delle lande selvagge in cui vive Lankin, spirito vendicativo che si oppone alle forze che pretendono di imbavagliarlo con convenzioni culturali o ricatti economici.

Le parole e l’evoluzione letteraria di queste ballate che provengono da tempi e società antiche sembrano contenere tuttavia riferimenti di fondo a svariate attualità: una tale dinamica è evidentemente di origine celtica. La potenza e l’incisività delle immagini, i simboli stessi che le servono da sostegno, non fanno che prolungare le apparenze di questi testi in direzioni ardite. Nel caso di Little Sir Hugh sono addirittura dimostrazione che l’idea dello sterminio ebraico era già presente nella riflessione rabbinica medievale.

A metà anni settanta Steeleye Span sembra ribadire che in fondo i secoli passati non sono poi oggi così lontani, nonostante le apparenze e che non si guardi mai al passato per fissarsi in esso ma del passato ci si nutra per presente e avvenire.

Il folklore dirige verso i segreti di esseri e cose, la sua poetica circola come sangue nelle vene, ovvero profondamente nascosto o mascherato. Per l’ascoltatore contemporaneo incontrare antiche usanze senza comprenderle, dona loro una nuova anima, significati pittoreschi, fantasiosi, accattivanti. Molte disavventure o solitudini rurali, in paesaggi deserti o ostici sono all’origine di credenze popolari e miti che sono finiti nella letteratura orale contadina e quindi anche nei canti tradizionali. Gli Steeleye Span (come gli altri rappresentanti del movimento folk-revival) ne perpetuano il ricordo, al di là della realtà visibile. I protagonisti di questi racconti musicali affrontavano (o credevano di affrontare) situazioni che li atterrivano e li meravigliavano, talvolta forse proprio come accade a noi che le immaginiamo. In questo disco un universo di dèmoni affascinanti, contadini ingenui, assassini spietati, piccoli elfi mondotri personaggi dotati di poteri soprannaturali si mescolano. Che siano benevoli o malefici, caritatevoli o terrificanti, i loro comportamenti di fronte agli umani prendono sempre un valore di insegnamento o premonizione. L’evasione dalla realtà che possiedono le canzoni popolari, attraverso un gioco fantastico, conduce sempre a un’altra realtà di enigmatica correlazione tra mondo terrestre e mondo dell’aldilà. D’altra parte, non va dimenticato, che la maggior parte della gente viveva vicino a campi cimiteriali di tombe e croci, secondo cicli stagionali, a stretto contatto con animali selvatici, in sperdute borgate o villaggi di poche centinaia di abitanti. Dominati da una natura spietata e quasi sempre soggiogati da potenti re, arroganti ricchi e da una immancabile chiesa, severa e incombente sulle misere casupole. La visione idilliaca della vita bucolica e dei pittorici giardini inglesi disegnati da grandi artisti sono invenzioni assolutamente moderne!

A1 Little Sir Hugh
A2 Bach Goes to Limerick (strum)
A3 Long Lankin
A4 Dogs and Ferrets
B1 Galtee Farmer
B2 Demon Lover
B3 Elf Call
B4 Weary Cutters
B5 New York Girls

Maddy Prior vocals
Tim Hart guitar, dulcimer, vocals
Rick Kemp bass, vocals
Bob Johnson guitar, vocals
Peter Knight violin
Nigel Pegrum  drums, flute

Commoners Crown full album


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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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