Nei tempi passati si diceva “fare all’amore” quando si conversava con il proprio corteggiatore (un flirt leggero), un gioco di sguardi, lievi sfioramenti e tante chiacchiere. Un gioco di ruolo in cui però gli obiettivi erano diversi: lei cercava il marito da sposare, lui la femmina da sciupare (per usare termini del secolo scorso). Così nelle antiche ballate si “metteva in scena” ad uso e consumo delle giovinette proprio questo teatrino del corteggiamento.
In questa ballata -collezionata dal professor FJ Child al numero 2- una fanciulla sente suonare il corno (o la tromba) dall’elfo e cade in preda al desiderio, siamo in primavera e il richiamo della natura è molto forte.
Per certi aspetti la ballata richiama la Tam Lin in cui una fanciulla è alla ricerca della prima esperienza sessuale ma dove il linguaggio è quello della fiaba. Oppure la Riddles Wisely Expounded se la fanciulla non riesce a rispondere correttamente agli indovinelli dell’elfo.
Ma in questa ballata siamo nel campo del “contrasto” amoroso cioè dell’amoreggiamento, invece delle battute in rima i due protagonisti si rimpallano dei compiti impossibili.
THE ELFIN KNIGHT
Riccardo Venturi nella sua poderosa ricerca sulle Ballate di Child (Child Ballads – Ballate Popolari Inglesi e Scozzesi [1996] perduta nelle maglie del web ma infine ritrovata) commenta“The Elfin Knight, la ballata alla base di Scarborough Fair e di cui rappresenta la forma più antica, è una delle più vivaci ballate del corpus childiano, certo non troppo adatta ai bambini e alle fanciulle. Il Cavaliere Elfo propone alla ragazza una serie di compiti impossibili; lei gli ribatte con un’altra serie, ugualmente impossibile, con cui smaschera il Cavaliere, potenziale fedifrago (le sequele di compiti impossibili sono uno dei τόποι più usuali delle ballate angloscozzesi.
Il ritornello (My plaid awa ecc.) rappresenta, come già Child sottolineò, un “unicum” nell’intera raccolta, dato che si tratta dell’unica ballata in cui esso è più lungo della strofa che esso accompagna. Dalle numerose versioni scozzesi che presentano il motivo della “coperta che vola via” si può dedurre che tali versi si riferiscono più o meno velatamente alla perdita della verginità, e del resto, almeno una parte dei compiti impossibili sottintendono chiaramente delle allusioni sessuali (il “corno in grembo”, il “campo da arare e da seminare” ecc.). Gli Elfi delle ballate, inutile dire, sono degli uomini adulti e pieni di “voglie”, non le creaturine asessuate delle filastrocche per bambini. Sebbene conservata in un foglio volante scozzese del 1670 (in caratteri gotici), il nostro testo (da William Motherwell, Minstrelsy, appendice) è indubbiamente una ballata popolare dal punto di vista stilistico.”
Le ballate basate sui “compiti impossibili”, come detto, sono assai diffuse, anche perché si tratta di un elemento che indubbiamente “fa presa” sull’immaginazione collettiva (come si vede anche dalla tradizione inglese delle lying songs). Logico che una ballata come The Elfin Knight abbia dato luogo a moltissime versioni in cui il contrasto viene a trasformarsi in una sorta di ripicca fra innamorati; viene eliminata ogni allusione sessuale, e la ballata diviene una deliziosa canzone d’amore. È il caso della versione raccolta alla fine del XIX secolo a Newcastle-upon-Tyne, che si giova d’una delle più belle melodie fra le canzoni popolari inglesi (testo: Child II, 495, versione 2S, da T. Bruce / J.Stokoe, Northumbrian Minstrelsy, 1882), un chiaro esempio di derivazione, erosione e trasformazione di una ballata. Il suo titolo tradizionale è Scarborough Fair, anche perché essa non è inserita nel canone childiano e, più che altro, è notissima per la curiosa e bella interpretazione datane da due artisti pop di fama planetaria, nel cui repertorio un’antica ballata è sicuramente insolita: Paul Simon e Art Garfunkel. Durante il loro famoso concerto tenuto nel Central Park di New York il 19 settembre 1981, mezzo milione di persone ascoltarono dunque, forse ignorando del tutto la cosa, anche una versione di The Elfin Knight.
Nel suo saggio “…Tell Her To Make Me A Cambric Shirt” From The “Elfin Knight” to “Scarborough Fair” Jürgen Kloss passa in rassegna puntualmente testi e melodie scartabellate dalle collezioni coeve e dai fogli volanti a partire dalla seconda metà del XVII secolo per risalire fino alla moderna versione di Scarborough Fair,
Riccardo Venturi d’altro canto aggiunge in Antiwarsong.org (Una lunga, lunga storia -giugno/luglio 2017- a cui rimando la lettura) un’altrettanto puntuale percorso, seguendo le tracce della ballata (e le sue trasformazioni) dalle registrazioni sonore degli anni ’40 fino ai nostri giorni (sulla falsariga di Mainly Norfolk.)
A ben vedere fare un riassunto di tutto questo materiale sembrerebbe proprio un “compito impossibile”, anzi una “missione impossibile” per un blog -a meno che non si voglia scrivere un saggio o una tesi per ottenere qualche credito accademico- ma a mia volta rielaborando quanto già scritto nel giugno del 2013, mi soffermerò su dei punti cruciali della questione “come ti riscopro la tradizione” e il folk revival.
LE VERSIONI SCOZZESI
La ballata fu cantata nel 1955 da Martha Reid, di Blairgowrie nel Perthsire, a Maurice Fleming, pure lui di Blairgowrie. E’ la prima registrazione di Elfin Knight ed è stata inclusa nel 2011 nel CD Greentrax Songs and Ballads from Perthshire (Scottish Tradition 24)- Greentrax Recordings CDTRAX 9024 (CD, UK, May 2011)
Child B2 a. I O fetch to me aye a Holland shirt, Aye thout either needle or needle work. For you’ll wash it in to yon draw well Where there never was water nor one drop o dew fell. II For you’ll hing it oer yon Thornhaugh bush, Where there never was thorns since Adam was born. And it’s ho, ho the wind’ll blow. III For you’ll fetch to me two acres of land Between thon salt sea and thon salt sea strand. For you’ll ploo it up with a devil tup’s horn , You will sew it ower with one grain of corn, And it’s ho, ho the wind’ll blow. IV For you will ripen it up with one blink o sand, You’ll cut it down with a pea-hen’s feather. You’ll stook it up by the stung of a nettle, And it’s ho, ho the wind’ll blow. V For you’ll yoke two sparrows in a matchbox, An cart it home to your own farm yard, And it’s ho, ho the wind’ll blow. VI For surely when you put such task on me, I’ll surely put aye as hard on you. You’ll, how many ships sails in thy forest? How many strawberries grows on the salt sea? And it’s ho, ho the wind’ll blow. |
Traduzione italiana di Riccardo Venturi I Oh vammi a prendere, sì, una camicia d’olandina Che non sia stata né imbastita e né cucita (1). Perché poi la laverai lì a quel pozzo a carrucola Dove non c’è mai stata acqua né ve ne cadde goccia o stilla II Perché poi la stenderai là a quel pruneto di Thornhaugh, [1] Dove non ci son mai stati pruni fin dal tempo di Adamo. E oh, e oh, oh soffierà il vento. (2) III Perché poi mi farai avere due acri di terra (3) Tra il mare salato e la la sua riva salmastra. E poi li arerai a fondo con un corno di quel caprone del Diavolo (4), E li seminerai con un solo grano di frumento, E oh, e oh, oh soffierà il vento. IV Perché poi lo farai maturare con un refolo di sabbia, E lo mieterai con una piuma d’una pavoncella. Lo ammasserai vicino alla spina di un’ortica, E oh, e oh, oh soffierà il vento. V Perché poi aggiogherai due passeri in una scatola di fiammiferi, E li porterai in un carretto nel cortile della tua fattoria, e oh, e oh, oh soffierà il vento. VI Però, certo, se mi affibbi dei compiti del genere, Di certo io te ne affibbierò di altrettanto duri. (5) Dimmi su, quante navi navigano nella foresta? Quante fragole crescono nel mare salato? E oh, e oh, oh soffierà il vento. |
NOTE |
Come già il Venturi osserva la figura di un giovanissimo Ewan McColl (1915-1989) fu emblematica per il folk revival di questa ballata: egli registrò sia la versione di The Elfin Knigh che di Scarboroug fair in più edizioni e raccolte (la prima per la prima volta con la moglie Peggy Seeger in Classic Scots Ballads -1959) (cf); la seconda per la prima volta con AL Lloyd nel 1956 -The English and Scottish Popular Ballads, Volume IV edizione Riverside ) (Cf) – vedi quarta puntata
Ewan McColl & Peggy Seeger in Classic Scots Ballads -1959
che scrivono nelle note di copertina : “Un tema universale sia della narrativa che delle ballate popolari è quello dei compiti impossibili. In questa ballata assume la forma del corteggiamento, con uno degli innamorati che pone una serie di compiti, e l’altro che accetta la sfida ponendone una serie altrettanto difficile. Nelle forme primitive della ballata, i compiti sono posti da un cavaliere elfo al quale una fanciulla risponde, per restare libera, escogitando una serie di compiti di non minore difficoltà ai quali, però, il cavaliere deve rispondere per primo. Nella tradizione popolare più recente, entrambi i personaggi sono divenuti assai più mortali. Il Child fornì diciannove versioni di questa ballata, per la quale rintracciò ballate affini in tutte le lingue europee ed anche asiatiche. E’ notissima sia in Inghilterra che in America. La presente versione proviene da Last Leaves of Traditional Ballads and Ballad Airs di Gavin Greig”. (Aberdeen, The Buchan Club, 1925” [traduzione italiano di Riccardo Venturi](cf)
Ewan MacColl and Peggy Seeger* I There stands three trumpeters on yon hill Blaw, blaw, blaw winds, blaw And they blaw their trumpets (1) sae loud and shrill And the wind it blaws my plaid awa’(2) II Gin I’d his trumpet in my kist (3) And was in the lad’s arms that I like best III Gin ye would be wed wi’ me (4) There’s ae thing ye maun dae for me IV Ye maun mak’ me a linen sark Without a stitch o’ needlewark V Ye maun wash it in yon draw-well (5) Where water never sprang or fell VI Ye maun drt’t on yon hawthorn That hasna seen blossom since man was born VII And gin I mak’a sark for thee There’s ae thing ye maun dae for me VIII My faither has an acre o’ land Ye maun plough it wi’ you ae hand IX Ye maun sow it wantin’ corn (6) And roll it (7) wi’ a sheep’s shank-bone X Ye maun shear it wi’ a scythe o’ leather And bind it wi’ a peacock’s feather XI Ye maun stook it in the sea And bring the whaetsheaf (8) dry to me XII And gin ye wark noo all this wark Come to me and you’ll get your sark (9) |
Traduzione italiano di Cattia Salto I C’erano tre trombettieri su quella collina Soffiate, soffiate, soffiate venti, soffiate Suonavano le trombe così forte e chiaro E il vento soffia via la mia coperta II “Se avessi la sua tromba in grembo, e fossi tra le braccia del ragazzo che più amo!” III “Se tu vorrai sposarti con me, c’è una cosa che devi fare per me. IV Devi farmi una camicia di lino Senza punti e lavoro d’ago V Devi lavarla in quel pozzo, sempre vuoto d’acqua di fonte o piovana; VI Devi asciugarla su quel biancospino Che mai è fiorito da quando l’uomo è nato.” VII “E se io farò per te una camicia, c’è però qualcosa che tu devi fare per me: VIII Mio padre ha un acro di terra, devi ararlo con le tue mani. IX Devi seminarlo con il chicco dei desideri e rullarlo con la tibia di pecora X Devi mieterlo con un falcetto di cuoio e legarlo con una penna di pavone XI Devi immagazzinarlo nel mare e portarmi il covone asciutto. XII Quando avrai fatto tutto, e fatto bene, vieni a prenderti la camicia” |
NOTE |
Tra le numerose e più recenti interpretazioni o rielaborazioni:
Jean-Luc Lenoir – The Boann Quartet in “Old Celtic & Nordic Ballads“, un libro-Cd, con le illustrazioni di Arthur Rackham, 2012. La voce è di Joanne McIver.
I The Elfin Knight stands on yon hill Blaw, blaw, blaw winds, blaw blowing his horn(1) and loud and shrill And the wind has blawing my plaid awa’(2) II If I’d yon horn in my kist (3) And the bonnie laddie here that I love best III Ye maun make me a fine holland sark Without any stitching or needle wark IV Ye maun wash it in yonder well Where the dew never wat and the rain never fell V Now sin ye’ve asked some things o’ me it’s right I ask as mony o’ thee VI My father he asked me an acre of land between the sault sea and the strand VII Ye maun plow’t i with blawing horn And ye maun sew’t wi pepper corn VIII When you have done and finished your wark ye’ll come to me, love and get your sark |
Traduzione italiana di Cattia Salto I Il Cavaliere Elfo è sulla collina Soffiate, soffiate, soffiate venti, soffiate e soffia nel suo corno forte e penetrante E il vento ha soffiato via la mia coperta II “Se avessi quel corno in grembo, e il bel ragazzo qui, che amo tanto!” III “Devi fare per me una bella camicia di lino senza lavoro d’ago e filo IV Devi lavarla in quel pozzo dove la rugiada mai bagna e la pioggia mai cade” V “Poichè mi hai chiesto queste cose è giusto che te ne chieda anch’io altrettante. VI Mio padre mi ha chiesto un acro di terra tra l’acqua del mare e la sabbia VII Devi ararlo con un corno e seminarlo con chicco di pepe VIII Quando avrai fatto tutto, e finito il tuo lavoro, vieni da me, amore a prendere la tua camicia” |
Kate Rusby in The Girl Who Couldn’t Fly 2005
oppure in duo Kate Rusby w/ Dave Burland: The Elfin Knight [2012]
che compone sia testo che musica. Originaria dello Yorkshire, figlia d’arte ha coltivato fin da piccola la passione per la musica folk, già nelle The Poozies piace anche a chi non piace il Folk.
I The elfin knight stands on yon hill He blows his horn both loud and shrill He stands so proud and he stands so still CHORUS Blow winds blow my bonnie o Blow winds blow my bonnie Blow winds blow my bonnie o Blow winds blow my bonnie II If I had the knight that stands on yon mound My true love then surely I have found Down to the church then soon we will be bound III He’ll make me a dress with seams of fine thread Make me a garland of flowers for my head Down to the church then away we’ll go to bed |
traduzione italiano di Cattia Salto I L’elfo cavaliere è sulla collina e soffia nel suo corno forte e chiaro, è così magnifico e fiero CORO soffiate venti, miei cari o soffiate venti, miei cari soffiate venti, miei cari o soffiate venti, miei cari .. II Se avessi il cavaliere che è su quella collina, allora di certo avrei trovato il vero amore, e presto andremo a sposarci. III Mi farà un abito cucito con filo di seta, (1) mi farà una ghirlanda di fiori per il capo, e dopo la chiesa andremo di corsa nel letto! |
NOTE
1) questi sono piuttosto dei doni nunziali che le prove da superare
Norma Waterson, Eliza Carthy & Gift Band in Anchor 2018 Norma è madre di Eliza e moglie di Martin Carthy, una famiglia di cantanti, musicisti e folkloristi, una gioia ascoltarle -per ora non ho ancora fatto la trascrizione del brano
FONTI
http://ontanomagico.altervista.org/captain-wedderburn.html
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=1076
http://www.justanothertune.com/html/cambricshirt.html
http://mainlynorfolk.info/martin.carthy/songs/scarboroughfair.html
http://71.174.62.16/Demo/LongerHarvest?Text=ChildRef_2
https://www.sacred-texts.com/neu/eng/child/ch002.htm
VERSIONI SCOZZESI
Cambric shirt
The Elfin Knight
VERSIONI INGLESI
Scarboroug fair
Whittingham Fair
VERSIONI AMERICANE
Cambric Shirt
VARIANTI
La pesca dell’anello (versione italiana)
Molto bello 🙂 avrei una domanda per te: sai per caso dove posso reperire il testo esatto del brano nella verisone di Jean-Luc Lenoir in “Old Celtic & Nordic Ballads“?
Grazie in anticipo!
Tutto il libretto con relativo Cd è una bellezza, ma al momento anch’io ho solo ascoltato i file audio che si trovano in rete (su Spotify tutti in versione integrale) http://www.prikosnovenie.com/groupes/old-celtic-nordic-balladsk.html
finalmente ho trovato il booklet ecco il testo
I
The Elfin Knight stands on yon hill
Blaw, blaw, blaw winds, blaw
blowing his horn(1)
and loud and shrill
And the wind has blawing my plaid awa’(2)
II
If I’d yon horn in my kist (3)
And the bonnie laddie
here that I love best
III
Ye maun make me
a fine holland sark
Without any stitching
or needle wark
IV
Ye maun wash it in yonder well
Where the dew never wat
and the rain never fell
V
Now sin ye’ve asked
some things o’ me
it’s right I ask as mony o’ thee
VI
My father he asked me
an acre of land
between the sault sea and the strand
VII
Ye maun plow’t i with blawing corn
And ye maun sew’t wi pepper corn
VIII
When you have done
and finished your wark
ye’ll come to me, love
and get your sark