Gwerz Marv Eo Ma Mestrez

“Marv eo ma mestrez” (Morta è la mia amata) è un gwerz di una bellezza che l’avvicina al silenzio, per la prima volta, la maggior parte degli ascoltatori l’ha udita dalla voce di Alan Stivell a cappella, all’interno del disco “Chemins de terre” (1973), seguita da quell’oramai mitica coda di organo (Pascal Stive) e chitarra elettrica (Dan Ar Braz). Come una immagine favolistica immersa in una bruma tragica, il testo evocava un narratore sopraffatto dalla scomparsa dell’amata, nelle vicinanze di una fontana, a chiedersi come fare per raggiungerla al più presto. La scarna nota della copertina precisava trattarsi di un generico “tradizionale di montagna”, in effetti anche altrove è riportato come “canto dell’Alta Cornovaglia”.

Per Erik Marchand, ripetendo ciò che sostenevano già dalla fine del XX secolo, il folklorista François-Marie Luzel (Plouaret 1821 – Kemper 1895) e il poeta Jean-Marie de Penguern (1807-1856), l’autore era invece Pierre Fer, abitante di Restparcou, villaggio di Poullaouen, nel Finistère. Sembra che costui compose il canto al ritorno dalla guerra del 1914-18, dopo aver appreso del decesso di parto della propria donna, solamente pochi giorni dopo che lui se n’era andato. Naturalmente la verità provata non si saprà mai. Gilles Servat sostiene che questa melodia sia bella quanto “Per Elisa” di Beethoven e non è immaginabile l’immedesimazione emotiva di Denez Prigent nell’interpretarla, riferendola al destino dell’indimenticata moglie Stéphanie Pontfilly.

Marv eo ma mestrez

Questo testo subisce variazioni a seconda di fonti e luoghi, “Maro” può venire scritto “Marv”, la grafia dipende dal vescovado originale, può essere “vannetais” o bretone unificato… Alan Stivell stesso, in “Chemins de Terre” utilizza il titolo “Maro ma mestrez” e quando lo ri-registra nel 1993 per “Again”, utilizza invece “Marv ma mestrez”…lo stesso vale per le innumerevoli versioni dell’altro gwerz che ho precedentemente trattato in Terre Celtiche Blog, “Eliz-Iza”, dove i titoli sono ancora più variati.

Marv eo ma mestrez

Me am eus ur feunteun
E-barzh kornig ma jardin.
Ennan e vin kavet,
Deus an noz hag ar mintin
Ennan e vin kavet
Atristet gant ar glac’har,
‘Soñjal e ma mestrez
A zo aet d’an douar.
Maro eo ma mestrez
Maro eo holl ma fiañs
Maro ma flijadur,
Ha tout ma holl esperañs.
Biken, ‘mije soñjet,
Nag ar maro a deuje
Da lemmel diganin
Ma dous ma c’harantez.
Deus poanioù ar bed mañ,
Fusulhioù ha kontelioù,
Hastet, mar plije ganeoc’h
Disoc’het din ma buhez
‘vid maz in d’ar bed all,
Warlec’h ma c’harantez.
C’hoarvez a ra ganin
Evel gant ur vatimant
Da navigi war ar mor,
Graet gantañ e beaj
Erruet e porzh ar joa,
Ma doucha da gerne
E tello perisañ.

La morte della mia amata

Ho una fontana
In un angolino del mio giardino
Là mi si troverà
Dalla notte al mattino
Là mi si troverà
Sopraffatto dal dolore
A pensare alla mia amata
Che è andata sottoterra
Morta è la mia amata
Morta è la mia fidanzata
Morto è il mio piacere
E tutte le mie speranze
Mai avrei pensato
Che la morte sarebbe venuta
A bussare da me
Caro amore mio
Venite, supplizi di questo mondo
Fucili e coltelli
Sbrigatevi, per favore
A portarmi via la vita
Affinché io vada all’altro mondo
Seguendo il mio amore
Vi giungerò cantando
Come un bastimento
Che navigando sul mare
Al termine del suo viaggio
Arriva nel porto della gioia
E che quando il suo albero si spezza
E’ condannato ad affondare

(Traduzione Flavio Poltronieri dal volume “Koroll Ar C’hleze” – Danza della Spada – Raccolta di testi bretoni contemporanei – 1985)

Come tanti altri, anche i Bretoni sanno bene che il Trapasso è cosa seria, piena di speranza sia in musica come in poesia. Questo blues delle anime che partono da sole, è stato spesso inciso nei dischi folk di Bretagna, le più originali versioni sono quella scenica e mistico-persiana di Annie Ebrel e Mayram Chemirani in “Avaz” e la variante interpretata da Marthe Vassallo assieme al gruppo Skaliero (sull’aria di Fine Lozac’h nella serie “Kasetennoù ar Menez”).

Ebrel e Mayram Chemirani in “Avaz”
Marthe Vassallo & Skaliero

Di questo tormentato lamento tradizionale bretone esistono in rete anche un paio di interpretazioni di Alan Stivell degne di particolare nota. Il primo è un raro video d’epoca della televisione francese precedente a “Chemins de terre”, dove vengono cantate solo le prime due strofe ma storicamente è assai significativo l’intervento strumentale seguente di Gabriel Yacoub
Alan Stivell et Gabriel Yacoub / 1972
Il secondo invece è un (qualitativamente modesto) video dell’unica apparizione di Alan con il suo gruppo alla televisione italiana a fine anni ottanta, si trattava della trasmissione DOC di Renzo Arbore su Rai 2

Alan Stivell a DOC
Alan Stivell in Chemins De Terre (1973)
Denez Prigent in “Ur mor a zaeloù / Marv ma mestrez”
Dan Ar Braz/Yann-Fañch Kemener “L’Héritage des Celtes”
Alan Stivell in Again
Gilles Servat
Yann-Fañch Kemener

Folk Revival

Ecco una selezione delle differenti interpretazioni della canzone, in rigoroso ordine cronologico-discografico:

– Various (Lucien Lebris) “Fest-Noz A Scrignac” (10″ Mouez Breiz 1965)
– Dunvell Ar Benn et Les Kabalerien “Chants Celtiques” (7″ Le Chant Du Monde 19??)
– Alan Stivell “Chemins de terre” (Fontana 1973), ri-registrato in “Again” (Dreyfus 1993)
– Bagad Kadoudal de La Kevrenn de Rennes “Bombardes et Binious de Bretagne Vol 2” (Arion 1976)
– Annie Ebrel “Datgan” (Fflach 1997)
– Bernard Pichard/Michel Cocheril/Loïk Le Griguer* “Noblesse de la bombarde” (Bodadeg Ar Sonerion 1977) (* il compianto Abate Loïk Le Griguer, vero appassionato di cantiques di Bretagna, fu per vari anni parroco dei comuni di Pleudaniel, Pleumeur-Gautier e Lézardrieux e perfino direttore del coro rinascimentale e dell’ensemble di Arezzo)
– Jean Pol Huellou/Brendan Fahy “Celtic Folk Music” (Velia 1978)
– Kevrenn Brest Sant-Mark “Musique de Bretagne” (Ker Blues Productions 1981)
– Myrdhin/An Delen Dir “Vol 7: Courir le Guilledou” (MA Production 1984)
– Gérard Martin “Ar Veag Meùr” (Camac Production Harpo ????)
– Regine Ferber/Gérard Martin “Ensemble Harpophonie” (cassette autop. ????)
– Erik Marchand et Le Taraf de Caransebes “Sag an tan ell” (Silex 1994)
– Dan Ar Braz/Yann-Fañch Kemener “L’Héritage des Celtes” (Columbia/Sony 1994)
– Jean Michel Alhaits/Jean Pierre Rolland “Fantaisies” (Coop Breizh 1997)
– Bagad de Lann-Bihoué “Entre terre et mer” (France 2 Music 1997)
– Tri Luern Glaz “Tri luern glaz” (TLG 1998)
– Didier Squiban e l’Orchestre de Bretagne “Symphonie Bretagne” (Coop Breizh 2000)
– Gilles Servat “Comme je voudrai” (Columbia 2000)
– Skaliero “Beg ar viñs” (Keltia Musique 2001)
– André Le Meut/Philippe Bataille “Bombarde et orgue – Volume 1” (Coop Breizh 2006)
– Bagad Kemper “Live au Cornouaille” (Keltia Musique 2010)
– EDF (Patrick Ewen/Gérard Delahaye/Melaine Favennec) “Kan tri men” (Dylie 2011)
– Dominig Bouchaud/Yann Honoré “L’arbre noir” (Keltia Musique 2011)
– Tornaod “Y.S. 2013” (Autre Label 2011)
– Keyvan Chemirani “Avaz” (Innacor 2014)
– Fleuves, “Fleuves #1” (Coop Breizh 2016)
– Denez Prigent “Ur mor a zaeloù – Une mer de larmes” (Coop Breizh 2022)
– Pêr Vari Kervarec/Tony Dudognon/Eliaz Le Bot “Kan an snaon” (autop. 2022)

Link
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=64008&lang=it

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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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