Il galante spogliato

[Nigra 74; trad]

Il galante spogliato è una ballata piemontese poco diffusa nel folk revival che ritroviamo interpretata dalla cantora astigiana Teresa Viarengo così come documentato da Roberto Leydi in Cante’ Bergera (1995) e già raccolta da Costantino Nigra in una lezione canavesana e astigiana nella sua antologia  “I canti popolari del Piemonte” (1888).
La narrazione del “galante spogliato”, a mio avviso, segue la falsariga del tema “il galante beffato” con il fortuito incontro tra un cavaliere in viaggio e una dama, i quali si attardano sulla via per giocare a “strip poker”..
La prima “occasione mancata” è relativa al gioco delle carte in cui il galante perde soldi, giubba e camicia, probabile metafora dell’inesperienza del giovanotto o quantomeno espediente per sottolinearne l’inadeguatezza nel ruolo di marito. Il gioco è un surrogato degli indovinelli ben risposti con i quali si saggiavano, secondo un’antica consuetudine, le qualità di un uomo e di una donna in vista del matrimonio.
E’ la donna che vince prima i soldi e poi i vestiti dell’uomo, una donna “con le manine bianche e i pizzi ai polsi” quindi una fanciulla di buona famiglia e di ceto agiato.
La seconda occasione mancata è quella della notte: invece di andarsene per la sua strada dopo il gioco alle carte (presumibilmente durante la sosta in una taverna all’ombra di una pergola) la fanciulla accetta l’invito del galante a trascorrere insieme la notte in una capannuccia di frasche. Ma alle premesse non seguono i fatti e l’inesperto gentiluomo si toglie la giubba per offrirla alla ragazza come riparo dalla rugiada. Al mattino la fanciulla rivendica la giubba come sua, e il galante la rivorrebbe indietro (dopo tutto non ha ricevuto nulla in cambio..) così i due si presentano davanti al giudice che riconosce il legittimo possesso della giubba alla bella ragazza.
Alla fine il giovanotto ritorna a casa e per non perdere la faccia racconta di essere stato derubato dai briganti, senza essere creduto dalla madre.

Una versione della ballata è stata raccolta nell’alessandrino da Giuseppe Ferraro con il titolo “La mandrogna” (Canti popolari monferrini: raccolti ed annotati dal dr. Giuseppe Ferraro Carpeneto 1870 cf) un termine desueto per “antica veste da uomo” . Nel Glossario Storico Popolare Piemontese si ipotizza un origine con rimando proprio a questa ballata:
“Forse da madras, nome di una stoffa proveniente dalla città di Madras nelle Indie. Vedi la bella canzone popolare intitolata La Mandrogna”.
Altri termini per indicare lo stesso indumento sono mandrola, come pure mandriglia, mandairola, riportati nel sottostante frammento del Nigra in merito alla variante della ballata. Così la lezione francese La mantille (cf) potrebbe essere all’origine della versione piemontese.
Da rilevare l’assonanza curiosa di mandrogna con il termine in dialetto alessandrino “mandrogno”. Come già evidenziato in Laputail termine deriva da Mandrogne (di etimologia incerta), un nucleo abitato nei pressi di Alessandria preesistente alla città (fondata nel 1168) i cui abitanti erano considerati, scrive Umberto Eco, «un’isola razziale, non si sa se di origine zingara o saracena (e ne avevano i tratti somatici, belli, alti, capelli crespi e naso aquilino)…. Praticavano il commercio di pelli di coniglio, e vigeva tra loro un’omertà quasi siciliana. Per metonimia o sineddoche, e per indicare un carattere chiuso, astuto e testardo, il termine mandrogno è stato esteso a tutti gli alessandrini in genere»“. Il nostro galante però si rivela essere l’opposto di un mandrogno (nell’accezione di uomo scaltro)!!
Esiste il termine desueto italiano di mandróla (Mandruóla) con significato di piccola mandra (mandria), dal latino mandra «branco, recinto», in senso lato moltitudine di persone.

Il galante spogliato

La versione di Teresa Viarengo è più condensata nella narrazione rispetto al testo del Nigra, il tono generale della ballata ne guadagna in malizia, così la musica dei Bärtavela intitolata Matarpiuma’ è lieve e scherzosa.

Betti Zambruno & Bärtavela in Cante’ Bergera 2014 (Il Galante Spogliato + Matarpiuma’)

Trascrizione piemontese di Roberto Leydi
Bel galànt part da Parìs,
da Parìs pr’ andé la Réna.
Bel galànt s’é ben partì
a s’é riscuntrà una fìa,
l’éra tüta ai so piasì.

L’à sfidà a giüghé le carte,
e le carte a l’à sidé
“Giügheruma la mandróla,
l’é da pèrdi a guadagné”
Cun le sue manini bianchi,
so pisét sopra la man,
e la béla guadagnava,
guadagnava dl’or e dl’arsã.

S’é levà ‘na nébia scüra (1)
cun üna cita rusà.
Bel galàn dis a la béla:
“Sima tüti dui bagnà,
pié béla la me mandróla,
o bütévla adòs a vui”
“Ma la mandróla é tantu granda,
s’ cübiréma tüti dui”

A s’na vèna la matìn,
che bel galànt cérca la mandróla.
“La mandróla é pa pü vóstra,
s’a sun mi ch’ l’o guadagnà” (2)
A s’ na vèn la matinéa,
an camisa l’é ‘ndà cà
“J o truvà i vulor per strada
o s’a m’anni asasinà”
“O no, no sun pa j vulor
a saralu d’chi-ica fìa,
che, giügando a la mandróla,
o s’a u l’alu quadagnà”

Teresa Viarengo


Traduzione italiana di Roberto Leydi
Bel galante parte da Parigi,
da Parigi per andare in Lorena
Bel galante è proprio partito,
ha incontrato una ragazza
era tutta ai suoi piaceri.

L’ha sfidata a giocare a carte,
alle carte l’ha sfidata.
“Ci giocheremo la giubba,
c’è da perdere o da guadagnare”
Con le sue manine bianche,
il suo pizzetto ai polsi
la bella guadagnava,
guadagnava oro e argento.

Si è alzata una nebbia scura
con una minuta rugiada
Bel galante dice alla bella
“Siamo tutti e due bagnati
Prendete, bella, la mia giubba,
mettetevela addosso voi”
“La giubba è tanto grande,
ci copriremo tutti e due”

Viene la mattina,
bel galante chiede la giubba
“La giubba non è più vostra,
sono io che l’ho guadagnata”
Viene la mattina
è andato a casa in camicia.
“Ho incontrato i ladri per strada,
mi hanno assalito”
“O no, non sono i ladri.
Sarà una qualche ragazza
Che, giocando alla giubba,
se l’è guadagnata”

NOTE
1) Si tralascia l’invito del bel galante a dormire con lui nel bosco sotto a una capanna di frasche
(2) la bella ha vinto la giubba con il gioco delle carte, ma qui i maliziosi potrebbero pensare che la pretenda in cambio di una prestazione sessuale. Un “sotto testo” però estraneo alla narrazione in cui la fanciulla è piuttosto una specie di “eroina” capace di tenere testa alle “goffe” avance di un bellimbusto. Viene tralasciata anche la strofa presente nel Nigra in cui i due ricorrono al parere del giudice

LINK
https://www.piemunteis.it/wp-content/uploads/74.-Il-galante-spogliato.pdf
http://patrimoine-oral.org/dyn/portal/index.seam?aloId=16108&page=alo&fonds=3
http://patrimoine-oral.org/dyn/portal/index.seam?aloId=17254&page=alo&fonds=3
https://www.folkclubethnosuoni.com/html/schede/bartavela.html
https://www.laputa.it/lexicon/mandrogno/

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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