Faery’s Last Song

Faery’s Last Song (W.B. Yeats)
Le Fate sono creature immortali?
The Fairies Lamentation and Dance (Derek Bell)

L’ultimo canto delle fate, creature dalla lunga vita ma non immortali (secondo alcuni autori).

Faery’s Last Song

Faery’s Last Song è una canzone tratta dal frammento “Island of Statues, An Arcadian Faery Tale. In Two Acts”, scritto da Yeats nel 1884.
Island of Statues è il primo lavoro letterario pubblicato di Yeats (nel 1885), definito spesso l’Apostolo della Rinascita Celtica. I suoi primi lavori filtrano i miti celtici e l’immenso patrimonio del folclore celtico, traducendoli in linguaggio poetico. Il suo sogno ad occhi aperti sarà quello di fuggire nell’Eden, descritto come un isola, punteggiata dalle statue di uomini pietrificati da una maga. Erano alla ricerca del “goblin flower of joy” [il fiore fatato della gioia]. Il mondo pastorale dell’Arcadia greca, rielaborato negli autori del rinascimento italiano e dal romanticismo letterario, un mondo però , secondo Yeats, solo all’apparenza idilliaco.

Nell’isola della maga, l’ultima vestigia del Paradiso Terrestre, si compie il dramma, i pastorelli muoiono ed è la donna (Naschina) a cogliere il fiore della gioia (come fece Eva con la mela). Naschina novella Eva (ma nello specchio rovesciato) sconta la sua colpa con l’immortalità e sarà per sempre privata dell’anima. Sarà la Maga, l’antica regina dell’isola a perdere il suo potere e morire.

Faery’s Last Song è stata interpretata da The Waterboys nell’album An Appointment with Mr Yeats del 2011 su musica composta dal fondatore Mike Scott.


A man has the fields of heaven,
But soulless (1) a faery dies,
As a leaf that is old, and withered, and cold,
When the wintry vapours rise.
Soon shall our wings be stilled,
And our laughter over and done:
So let us dance on where the yellow lance
Of the barley shoots in the sun (2).
[So let us dance on the fringèd waves,
And shout at the wisest owls
In their downy caps, and startle the naps
Of the dreaming water-fowls
And fight for the black sloe-berries,
For soulless a fairy dies,
As a leaf that is old,and withered, and cold,
When the wintry vapours rise.]

traduzione italiana Cattia Salto
Un uomo ha un posto in cielo
ma senz’anima muore una fata,
come una foglia che è vecchia, avvizzita e fredda
quando la bruma gelida si leva.
Presto le nostre ali si fermeranno,
e le nostre risa saranno acqua passata:
così danziamo dove la gialla lancia
dell’orzo germoglia al sole.
Così danziamo sulle onde della battigia
e urliamo contro ai gufi più saggi
nei loro cappucci soffici, e spaventiamo gli appisolati
uccelli mentre sognano sull’acqua
E combattiamo per le scure bacche delle prugnole,
perchè una fata muore senz’anima
come una foglia che è vecchia, avvizzita e fredda
quando la bruma gelida si leva.
NOTE
1) secondo una scuola di pensiero le fate sono senz’anima e quindi non potranno mai andare in Paradiso. Esistono infatti tre vie più o meno impervie, che solo alcuni uomini possono intraprendere in vita (tutti gli altri le percorreranno da morti) : quella del Paradiso, quella dell’Inferno e quella di Altrove, il mondo delle Fate. Così una fata che vive la sua lunga vita nella dimensione fisica e temporale della Terra (il mondo degli Uomini) alla sua morte andrà in Altrove, l’Altromondo celtico.
2) il verso di Yeats nella canzone diventa:
So let us dance on the waves
Let us dance in the sun.

La strofa viene ripetuta due volte, le strofe successive sono omesse


Le Fate sono creature immortali?

Sull’eternità delle creature fatate i pareri sono discordi. Nella tradizione irlandese le fate sono i Tuatha Dè Danann cacciati nei tumuli soprannominati come le colline delle Fate, ed essendo divinità sono per definizioni immortali. E tuttavia la perdita della venerazione umana li ha fatti rimpicciolire fino a diventare piccole creature del sottobosco.

The Chieftains, the Fairies Lamentation and Dance in 7, 1977 un brano composto dal compianto
Derek Bell

Per i mistici si tratta di creature del tutto naturali ma celate al mondo visibile, esseri che cambiano forma a seconda di chi li veda. Alcuni ritengono che siano anime non ancora nate e che quando muoiono diventeranno un essere umano. Altri ancora credono siano angeli caduti dal Cielo. L’influenza del pensiero cristiano le ha associate a creature demoniache e ha privato loro dell’anima.

funerale delle fate
Un funerale delle fate nell’immaginazione di John Anster Fitzgerald, il pittore delle fate in epoca vittoriana
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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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