Bound to Australia

Bound to Australia è un canto dell’emigrante, ma visto con gli occhi di un marinaio nel descrivere il viaggio tra Londra e Port Adelaide (South Australia). Da quando nel 1851 venne trovato l’oro in Australia, i viaggi dei cercatori d’oro proseguirono per tutto il secolo. La melodia abbinata da Stan Hugill in Shanties from the Seven Seas è una rielaborazione della “Believe Me If All those Endearing Young Charms” pubblicata da Thomas Moore. La melodia, dolce e fuori dal tempo, risale probabilmente al 1600 ed è stata arrangiata per la pubblicazione nelle “Irish Melodies” dall’amico Sir John Stevenson.

Bound to Australia è essenzialmente una forebitter ma Doerflinger la colloca occasionalmente come canto al cabestano (capstan shanty).

An old song known to most Irish and Liverpool-Irish seamen was Bound to Australia, sung to the air I’m a man ye don’t meet every day – a variant of Believe Me If All Those Endearing Young Charms. It was not a true forebitter perhaps, although it was sung in the dog-watches in the old sailing ships; but I never heard that it was used as a capstan shanty until I read in Doerflinger’s Shantymen and Shantyboys that according to Captain P. Tayleur it was often sung by seamen in the Australian Emigrant Trade… Captain Tayleur calls his song The First of the Emigrants and in the main it is the same as mine, which I had from old Paddy Griffiths.
Gold was found in Australia in 1851 and from that time onwards for the rest of the century sailing ships packed to the scuppers with emigrants and gold-seekers headed for the ‘Colonies’.
No doubt it lent itself to being a fine capstan song.
[Stan Hugill]

Una vecchia canzone nota alla maggior parte dei marinai irlandesi e irlandesi di Liverpool era Bound to Australia, cantata sulla melodia I’m a man ye don’t meet every day – una variante di Believe Me If All those Endearing Young Charms. Forse non era un vero forebitter, sebbene fosse cantato durante le ore di riposo dalla guardia nei vecchi velieri; ma non ho mai sentito che fosse usato come canto al cabestano fino a quando ho letto in Shantymen e Shantyboys di Doerflinger che secondo il capitano P. Tayleur era spesso cantato dai marinai sulle navi di linea per gli emigranti in Australia..
Il capitano Tayleur chiama la sua canzone The First of the Emigrants e per lo più è la stessa della mia, che ebbi dal vecchio Paddy Griffiths.
L’oro fu trovato in Australia nel 1851 e da quel momento in poi per il resto del secolo i velieri pieni di emigranti e cercatori d’oro si diressero verso le “Colonie”.
Senza dubbio si prestava ad essere una bella canzone al cabestano.
[Stan Hugill]

Hulton Clint
The Sheringham Shantymen 2008

I am leaving old England, the land that I love
And I’m bound for across the sea;
Oh, I’m bound for Australia, the land of the free (1)
Where there’ll be a welcome for me

Chorus
So fill up your glasses and drink what you please
For whatever’s the damage I’ll pay
So be easy and free, while you’re drinkin’ with me,
I’m a man you don’t meet every day! (2)


When I board me ship for the southward to go
She’ll be looking so trim and so fine
And I’ll land me aboard, with me bags and me stores
From the dockside they’ll cast off each line

To Land’s End we’ll tow, with our boys all so tight,
Wave a hearty good-bye to the shore,
And we’ll drink the last drop to our country’s green land
And the next day we’ll nurse our heads sore.

We’ll beat past the Ushant (3) and then down the Bay
Where the west wind it blows fine an’ strong
We’ll soon get the Trades and we should make good time
To the south’ard then we’ll roll along

Round the Cape (4) we will roll, take our flyin’ kites in
For the Forties (5) will sure roar their best
And then run our Eastin’ with yards all set square
With the wind roaring out of the west

We’ll then pass Cape Looin (6) all shipshape and trim,
Then head up for Adelaide Port,
Off Semaphore Roads (7) we will there drop our hook,
And ashore boys we’ll head for some sport.

When I’ve worked in Australia for twenty long years,
One day will I head homeward bound,
With a nice little fortune tucked under me wing
By a steamship I’ll travel I’m bound

So ‘tis good-bye to Sally and good-bye to Sue
When I’m leavin’ Australia so free
Where the gals are so kind, but the one left behind
Is the one that will one day splice me.

Sto lasciando la vecchia Inghilterra, la terra che amo
pronto ad attraversare il mare
oh sono diretto in Australia, la terra dei liberi
dove ci sarà un benvenuto per me.

Coro
Così riempite i bicchieri e brindate a ciò che vi piace
e qualunque sia il costo, pagherò
siate a vostro agio mentre bevete con me
sono un uomo che non s’incontra tutti i giorni!


Così m’imbarcherò su una nave diretta verso il Sud,
mi sembrava così sinuosa e bella,
e quando salirò a bordo con le mie valige e le provviste,
dal molo scioglieranno gli ormeggi.

Ci rimorchieranno fino ai Downs, con tutti i ragazzi
ammassati a salutare calorosamente la riva,
E berremo l’ultimo goccio alla verde terra del nostro paese
E il giorno dopo ci prenderemo cura del mal di testa.

Supereremo Ushant e poi lungo la baia
Dove il vento di ponente soffia bello forte
Presto prenderemo la rotta e ce la spasseremo
navigando verso il sud.

Doppieremo il Capo, imbroglieremo i controfiocchi
Perchè i Quaranta sicuramente ruggiranno al meglio
E poi fileremo a oriente a gonfie vele
Con il vento che soffia da ovest.

Passeremo poi Cape Leeuwin tutto in perfetto ordine,
e ci dirigeremo verso il porto di Adelaide,
nell’area di Semaphore Road ci agganceremo
e a terra ragazzi ci dirigeremo per un po’ di divertimento.

Dopo aver lavorato in Australia per venti lunghi anni
Un giorno farò di ritorno a casa,
Con una bella piccola fortuna nascosta sotto braccio,
su un piroscafo viaggerò al ritorno.

Allora dirò addio a Sally e a Sue
Quando lascerò l’Australia così libera
Dove le ragazze sono tanto gentili, quella lasciata indietro sarà colei che un giorno m’impalmerà.

NOTE Bound to Australia versione italiana di Cattia Salto (non completamente convinta nella traduzione di alcuni versi)
(1) cioè la Terra delle opportunità
(2) la strofa è traslata da “I’m a Man You Don’t Meet Everyday
(3) l’isola francese Ouessant
(4) il Capo di Buona Speranza
(5) Quaranta ruggenti (Roaring Forties) è un termine coniato all’epoca dei grandi velieri: Con Quaranta ruggenti e Cinquanta urlanti (Furious Fifties) vsi identificano due fasce di latitudini australi caratterizzate da forti venti provenienti da ovest tra il 40º e il 50º parallelo e tra il 50º e il 60º parallelo dell’emisfero meridionale. La denominazione deriva dal nome dei paralleli alla cui latitudine soffiano questi venti: Quaranta o Cinquanta e dal rumore che il vento produce passando attraverso le navi a vela, che somiglia a un ruggito sui 40° e ad un grido sui 50° (tratto da Wikipedia)
(6) Cape Leeuwin è la punta più a sud-ovest dell’Australia
(7) Semaphore è un sobborgo di Adelaide (South Australia)

Bound to Australia
Rotta dei velieri dall’Inghilterra verso l’Australia Meridionale

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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