This Is Our Christmas Day (Kilmore Carol)

This Is Our Christmas Day è una delle Kilmore Carols scritta da Luke Waddinge (1628-1684/91) con un titolo emblematico “On Christmas Day, the Yeere 1678, when the Clergie were Banish’d in the Time of the Plot”

La riforma protestante aveva ristrutturato le chiese in tutte le isole britanniche e i giorni sacri, incluso il Natale, furono cancellati per legge [1].

Ma la popolazione delle Isole Britanniche non ne voleva sapere di rinunciare alla festa del Natale, specialmente per la sua connotazione di festività che voleva dire una vacanza dal lavoro, il tempo dell’allegria, l’aria di festa con gli addobbi sempreverdi, i piaceri della tavola e dei brindisi. Scoppiarono ribellioni e malcontenti e che divamparono nella seconda guerra civile.
Con la vittoria del Parlamento e l’esecuzione di Carlo I (1649) le manifestazioni pro-Natale (e in particolare la celebrazione della festività nelle Chiese) sembrarono essere definitivamente stroncate eppure la gente continuava a festeggiare in privato.[2]

This Is Our Christmas Day

Nel 1660 con la Restaurazione della monarchia e l’incoronazione di Carlo II si ricominciò in Inghilterra, Irlanda e Galles a festeggiare nuovamente il Natale quando l’orchestrazione di un “complotto papista” contro il Re fece grande scalpore e riaccese il sentimento anti-cattolico in Irlanda. This Is Our Christmas Day venne scritta come rivendicazione del diritto di libertà di Culto[3] specialmente durante il Natale.

Scrive Caitríona O’Leary “Il complotto era il famigerato “complotto papista”, una finta cospirazione inventata da Titus Oates che sosteneva esistesse un complotto cattolico per assassinare Carlo II. Ha provocato l’esecuzione di almeno 22 uomini (incluso Oliver Plunkett, la cui testa mummificata è ancora in mostra nella chiesa di San Pietro a Drogheda) e lo scoppio di una massiccia isteria anticattolica in tutti i regni di Irlanda, Scozia e Inghilterra.
Questo canto non è più cantato a Wexford, ma Waddinge ha dato l’istruzione che dovrebbe essere cantato “Sulle note di Bonny-brooe”. C’è una canzone tradizionale scozzese chiamata “The Bonny Broom” che era popolare nel 17° secolo (fu stampata in Musick’s Delight on the Cithren di Playford, 1666) e l’ho usata come nostra melodia principale, intrecciata con una versione tradizionale più moderna della canzone (“Cowdenknows nella collezione Grieg-Duncan 1925)”

The Plot was the infamous “Popish Plot”, a bogus conspiracy invented by Titus Oates who claimed there was a Catholic plot to assassinate Charles II. It resulted in the execution of at least 22 men (including Oliver Plunkett, whose mummified head is still on display in St. Peter’s Church in Drogheda) and the outbreak of massive antiCatholic hysteria throughout the Kingdoms of Ireland, Scotland and England.
This carol is no longer sung in Wexford, but Waddinge gave the instruction that it should be sung “To the tune of bonny-brooe.” There is a traditional Scottish song called “The Bonny Broom” that was popular in the 17th century (it was printed in Playford’s Musick’s Delight on the Cithren, 1666) and I have used this as our main tune, interwoven with a more modern, traditional version of the song (“Cowdenknows” as printed in the Grieg-Duncan Folk Song Collection, 1925).[4]


This is our Christmass day
The day of Christs birth
Yet we are far from Joy
And far from Christmass mirth
On Christmass to have no mass
Is our great discontent
That with out mass this day should pass
Doth cause us to lament.

No Mass heard this great day
No Mattins sung last night
No bells to call to pray
No lamps, no taper light
No chalice, no rich robes
No Church no Chappel drest
No Vestments, precious Coapes
No holy water blest.

King David in his days
Before the Arke did dance
With musick and with praise.
Its honour to Advance
But we our sad Eyes fix
To see laid on the ground
Our Ark our Crucifix
Our Tabernacle down
.
But if Church walls could speak
And Old times to us tell
If dead those graves could break
Where thousand years they dwell
If that they could Arise
To preach what practis’d was
We should have Preists always
Our Altars and our Mass.

But good Old times are past
And new bad times are come
And worser times make hast
And hasten to us soon
Therfore in frights and fears
Those holy-days we pass
In sorrow and in teares
We spend our Christmass.

Caitríona O’Leary in The Wexford Carols
2014

Traduzione italiana Cattia Salto
Questo è il nostro giorno di Natale
Il giorno della nascita di Cristo
Eppure siamo lontani dalla gioia
E lontani dall’allegria natalizia
Non abbiamo la Messa di Natale.
È il nostro grande malcontento
Che debba trascorrere senza messa questo giorno
E di ciò ci lamentiamo.

Niente Messa da ascoltare in questo grande giorno
Nè Mattutino cantato finita la notte(1)
Nessuna campana che chiami alla preghiera
Nessuna lampada, nè candela
Nessun calice, nessuna veste ricca
Nessuna Chiesa nè Cappella abbobbate
Nessun Paramento, nessun piviale prezioso
Niente acqua santa benedetta.

Re Davide ai suoi tempi
Davanti all’Arca danzava
Con musica e lodi(2).
Per onorarla
Noi ad occhi bassi
Vediamo nella polvere
La nostra Arca, il nostro Crocifisso
Il nostro tabernacolo.
.
Ma se i muri della Chiesa potessero parlare
E dei vecchi tempi narrarci
Se i morti potessero rompere le tombe
Dove da mille anni vi dimorano
Se potessero alzarsi
Per predicare ciò che era praticato
Dovremmo avere sempre i Preti,
I nostri Altari e la nostra Messa.

Ma i bei vecchi tempi sono passati
E nuovi tempi brutti sono arrivati
E tempi peggiori si affrettano
E corrono rapidamente da noi
Perciò con sgomento e paura.
Trascorriamo i giorni di festa
Nel dolore e nelle lacrime
Trascorriamo il nostro Natale


NOTE
Caitríona omette alcune strofe della versione originaria[5]
(1) A Roma, per parecchi secoli, almeno dal settimo all’undicesimo, vi erano due Mattutini nella notte di Natale. Il primo si cantava nella Basilica di S. Maria Maggiore. Aveva inizio subito dopo il tramonto, non aveva Invitatorio, ed era seguito dalla prima Messa di Natale che il Papa celebrava a mezzanotte. Subito dopo, egli si recava con il popolo alla Chiesa di S. Anastasia, dove celebrava la Messa dell’Aurora. Il pio e religioso corteo si portava quindi, sempre con il Pontefice, alla Basilica di San Pietro, dove si iniziava subito il secondo Mattutino. Esso aveva un Invitatorio, ed era seguito dalle Laudi, cantate, come gli Uffici seguenti, alle debite ore, mentre il Papa celebrava la terza e ultima Messa all’ora di Terza. Amalario e l’antico liturgista del XII secolo che è conosciuto sotto il nome di Alcuino, ci hanno conservato questi particolari, che sono del resto resi sensibili dal testo degli antichi Antifonari della Chiesa Romana, pubblicati dal beato Giuseppe Tommasi e dal Gallicioli.[6]
(2) Samuele 6,14: Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore

[1] Nelle guerre civili britanniche confluirono varie istanze sociali e conflitti di classe, antagonismi tra la Corona e il parlamento, tra i Puritani e gli Anglicani, la ribellione irlandese del 1641 e la guerra in Scozia. Nel 1647 il Parlamento aveva vinto la guerra civile in Inghilterra, Scozia e Irlanda, Carlo I venne imprigionato ad Hampton Court, la Chiesa d’Inghilterra abolita.
https://lastoriaviva.it/labolizione-del-natale-nellinghilterra-di-cromwell/
https://www.historyextra.com/period/stuart/no-christmas-under-cromwell-the-puritan-assault-on-christmas-during-the-1640s-and-1650s/

[2] il Vecchio Natale continuava anno dopo anno, un po’ preoccupato e in punta di piedi, a portate la sua Allegria https://terreceltiche.altervista.org/the-holly-king/

[3] il re emanò anche la Royal Declaration of Indulgence, con la quale permetteva la libertà di culto ai cattolici salvo poi rimangiarsi tutto con il Test Act del 1673 e del 1678.

[4] https://caitrionaoleary.bandcamp.com/track/this-is-our-christmas-day

[5] https://www.hymnsandcarolsofchristmas.com/Hymns_and_Carols/this_is_our_christmas_day.htm

[6] http://www.unavoce-ve.it/pg-natale-notte.htm

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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