The Fair Maid of Islington, una domestica che sa il fatto suo

The fair maid of Islington ha il titolo simile alla Child Ballad 105 (The Bailiff’s Daughter of Islington) ma quella catalogata da Steve Roud al n. 168 è una frizzante ballata del diciassettesimo secolo, protagonisti una bella e furba domestica e un vignaiuolo senza scrupoli. La melodia è una variante della Sellenger’s round una danza di epoca elisabettiana intorno al palo del maggio.

The Fair Maid of Islington / A Maiden Came from London Town

Roud 168 ; Bodleian Roud 168 ; trad.]

la storia

La storia è semplice. Una giovane e graziosa domestica, che viene da Islington (un villaggio che oggi fa parte di Londra) per andare in città a vendere frutta, incontra un vignaiolo che subito contratta con lei per una notte insieme. Pattuito il compenso e passata la notte, il fellone intende svignarsela senza pagare. Ma la fanciulla va dal giudice e chiede giustizia, Qui la narrazione assume un tono decisamente malizioso; il confronto tra domestica e vignaiolo di fronte al giudice, un vero tripudio di allusioni e doppi sensi, si conclude con il trionfo della fanciulla

La ballata appartiene quindi a quel genere di storie popolari (prevalentemente di epoca pre-moderna) in cui ragazze del popolo sveglie e argute non si fanno turlupinare da maschietti approfittatori, ma riescono a impartire loro severe e meritate lezioni. Una bella differenza rispetto alle trucide ballate medioevali in cui le fanciulle subiscono ogni sorta di offesa e spesso ne escono solo con la morte.

la ballata nel folk revival

Shirley Collins in Love, Death and the Lady (1970)
June Tabor in Aleyn (1997)

la versione di Shirley Collins

There was a fair maid of Islington as I have heard man tell
And she was a-going to London town her apples and pears to sell.
As she was a-going along the road a vintner did her spy.
“And what shall I give you, me lad, a night with you to lie?”

“If you would lie with me a night you must give to me five pounds.”
“A match, a match,” the vintner said, “and so let this go round.”
But when he’d lain with her all night her money she did crave,
“Oh no, no,” the vintner said, “the devil a penny you’ll have!”

This maid she made no more ado but to the justice went.
“This vintner’s hired a cellar of me and he will not pay the rent.”
And straight the justice for him sent and asked the reason why
That he would give this maid no rent to which he did reply:

“Although I hired a cellar of her and the possession was mine
I never put anything into it but one small pipe of wine.”
This fair maid being ripe of wit she straight replied again,
“There lay two oxes at the door why didn’t you roll them in?”

The justice laughed and told the vintner if he a tenant be
He must expect to pay the purse; he couldn’t sit rent free.
And when this maid her money got she put it in her purse
And clapped her hands on the cellar door and said it was none the worse.

C’era una bella fantesca di Islington, come ho sentito dire
Che stava andando alla città di Londra per vendere le sue mele e pere
Mentre andava per la sua strada un vignaiolo la scrutò
“Che vuoi, ragazza mia, per dormire una notte con te?”

“Se vuoi dormire una notte con me, mi devi dare cinque sterline”
“Un incontro, un incontro” disse il vignaiolo “facciamolo bastare”
Ma quando lui dormì con lei tutta la notte poi lei chiese i suoi soldi
“O no, o no” disse il vignaiolo “al diavolo se avrai un penny”

La fantesca non disse più nulla ma si recò da un giudice
“Questo vignaiolo ha affittato la mia cantina e non vuole pagare l’affitto”
E subito il giudice lo mandò a chiamare e gli chiese la ragione del perchè
non avesse pagato l’affitto alla ragazza e così lui rispose:

“Anche se ho affittato la sua cantina e me ne sono impossessato
Non c’ho messo altro che una piccola pipa di vino (1)”
La fantesca bella e piena di spirito (2) subito replicò
“E i due buoi (3) alla porta perché non li hai portati dentro?”

Il giudice rise e disse al vignaiolo che da inquilino
avrebbe dovuto pagare; non poteva stare a gratis
E quando la fantesca ebbe i suoi soldi li mise nel borsellino
E battendo le mani sulla porta della cantina disse “buon per me (4)”

NOTE a cura di Cattia Salto
(1) la pipa (in inglese pipe) è una botticella particolare adatta per l’invecchiamento del vino e la sua trasformazione in vino liquoroso; è una botte di forma slanciata utilizzata anche per l’invecchiamento del whisky.
(2) ripe of wit letteralmente “matura di spirito”
(3) nella versione di June Tabor “butts” Butt= dall’italiano botte, vecchia unità di misura inglese, che variava a seconda dell’uso e della località. In effetti il termine originariamente utilizzato doveva essere butts o barrels, che vengono fatti rotolare per portarli nella cantina
(4) be none the worse è un’espressione idiomatica che significa “è andata bene”, “male non ha fatto”,

botti di varie misure e capacità per la maturazione del vino/whisky/birra (approfondimento)
la folk band canadese Blackthorn in una performance live
Cilla Fisher in Cilla & Artie (1979)
La soprano Jeni Melia in Sister awake (2008)
L’ensemble di musica antica The City Waites

LINK
http://ontanomagico.altervista.org/sellengers.htm
https://mainlynorfolk.info/shirley.collins/songs/fairmaidofislington.html
https://digital.nls.uk/english-ballads/archive/74896288?mode=transcription
https://www.horntip.com/mp3/1700s/1700ca–1995_bawdy_ballads_of_old_england__the_city_waites_(CD)/02_the_fair_maid_of_islington.htm

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Pubblicato da Sergio Paracchini

Sergio Paracchini, ascoltatore seriale di buona musica, dagli anni ’70 innamorato del folk revival (celtico e non solo). Gestisce il gruppo Facebook “Folk rock e dintorni”.

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