The Cap and The Bells (Il cappello a sonagli)

The Cap and The Bells (da “The wind among the reeds, 1899) è una poesia di Yeats che descrive l’amore impossibile di un giullare di corte verso la sua Regina.
La Regina di Cuori infatti respinge sia l’anima che il cuore del poeta così egli le dona il suo cappello a sonagli insieme alla sua vita. Quando la Regina si mette in testa il cappello (diventato magico) incomincia a cantare e la musica/poesia sboccia nel suo cuore.
Questa è una poesia che non ha bisogno di essere “spiegata” tanto potente nelle sue immagini e metafore, fulgido esempio di come l’esperienza personale possa essere trasfigurata in riflessione sulla condizione umana e l’amore. Non a caso l’incipit ritrae un incontro notturno nel giardino che sembra richiamare l’incontro notturno di un Romeo e la sua Giulietta.


The Cap and The Bells

Avarus Ensemble musica di Mingo Rajandi
danzatori Marie Pullerits, Joonas Kollom
Tirill
Theo Bleckmann (Composer: Denman Maroney) in Music for Words, Perhaps 2010
The Cap and The Bells
Maud Gonne

In Angelo Branduardi canta Yeats pubblicato nel 1986 dopo qualche anno di silenzio dopo il grande successo che lo aveva imprigionato in un clichè. Su traduzione poetica della maglie Luisa Zappa.

Angelo Branduardi in Angelo Branduardi canta Yeats 1986

The jester walked in the garden:
The garden had fallen still;
He bade his soul rise upward
And stand on her window-sill.

It rose in a straight blue garment,
When owls began to call:
It had grown wise-tongued by thinking
Of a quiet and light footfall;

But the young queen would not listen;
She rose in her pale night-gown;
She drew in the heavy casement
And pushed the latches down.

He bade his heart go to her,
When the owls called out no more;
In a red and quivering garment
It sang to her through the door.

It had grown sweet-tongued by dreaming
Of a flutter of flower-like hair;
But she took up her fan from the table
And waved it off on the air.

‘I have cap and bells,’ he pondered,
‘I will send them to her and die’;
And when the morning whitened
He left them where she went by.

She laid them upon her bosom,
Under a cloud of her hair,
And her red lips sang them a love-song
Till stars grew out of the air.

She opened her door and her window,
And the heart and the soul came through,
To her right hand came the red one,
To her left hand came the blue.

They set up a noise like crickets,
A chattering wise and sweet,
And her hair was a folded flower
And the quiet of love in her feet.

Mentre il buffone camminava
il giardino immobile restava;
la sua anima pregò
di posarsi alla sua finestra.

Ed i gufi cominciarono a chiamare
quando l’anima si levò, vestita in blu,
la sua parola era saggia al pensiero
di quel suo passo calmo e leggero.

Ma la regina non le diede ascolto,
si avvolse nella sua camicia,
le pesanti imposte tirò a se
ed il chiavistello abbassò.

Ed il suo cuore lui pregò di andare a lei,
quando i gufi cessarono di chiamare;
in una rossa veste palpitante
lui cantò per lei oltre la soglia

Dolce la sua parola era al sogno
di quella chioma ondeggiante;
ma dal tavolo lei prese il ventaglio
e lo fece volare via.

Ed allora il buffone pensò
“io ho il mio cappello a sonagli,
sino a lei io lo manderò
ed allora poi io morirò.”
Quando al mattino divenne bianco
lasciò il cappello davanti ai suoi passi.
Ed in seno a lei se lo ripose,
sotto la nuvola dei capelli,
una canzone gli cantarono le sue labbra
sinchè le stelle non crebbero nell’aria.
Lei aprì la sua porta e la finestra
l’anima e il cuore lei fece entrare
Quello rosso venne alla sua destra,
quella blu alla sua sinistra.

Facevano un rumore come di grilli,
un chiacchierio dolce e saggio.
I suoi capelli erano un fiore ancora chiuso
quiete d’amore era ai suoi piedi

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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