Povra mi/ La madre del soldato

“Povra mi” è un’antica canzone piemontese contro la guerra (ai tempi di Napoleone Bonaparte) databile a dopo la disfatta francese nella campagna di Russia (14 dicembre 1812).
Già annotata e pubblicata solo come testo da Giuseppe Ferraro (Canti popolari monferrini, Loescher,
Torino 1870 cf) viene inclusa nel 1963 da Roberto Leydi nella sua antologia Canti sociali italiani Vol I (conj il sottotitolo: canti giacobini, repubblicani, antirisorgimentali, di protesta post unitaria, contro la guerra e il servizio militare)

Come da copione in questo genere di canto popolare è la madre a lamentarsi per la coscrizione militare del figlio nell’esercito francese (1) -leva resa obbligatoria proprio da Napoleone- tra il pianto immagina il cadavere del figlio insepolto e calpestato dai soldati e dalle salmerie in transito.

(1) ai tempi l’Italia era quasi tutta sotto il dominio francese, vuoi come territori annessi direttamente alla Francia anche se in tempi differenti -il Piemonte lo divenne nel 1802- vuoi con i territori direttamente sotto la sovranità di Napoleone -il Regno d’Italia- e infine con lo stato vassallo del Regno di Napoli

Trascrizione piemontese di Giuseppe Ferraro
O povra mì
chi sa quandi ch’al’ vegga!
Mai pì, mai pì,
ant cull luntan pais
u murirà mischin,
an mes a cui nimis.
U m’ ven in sciass (1) a cor,
mi par d’santile a dir:
“Ajit ca moir!”.
Ticc i passran anan
canun, omi, cavai,
i l’ pestran cme in can.

Amparatur canaja (2),
birbant d’in Napuliun,
ti e la (3) to bataja.
A Musca t’ voi andèe
e i nostri fioj (4)
t’ i fai masèe.

O povra mi,
chi sa quand ch’aI’ vegga!
Mai pì, mai pì.
Oh, u sareiva mei
che m’alveiss d’ant i pei:
pijeme an po’, Signur.

NOTE
(1) sciass è un aggettivo che significa fitto, compatto; sciat è invece il colpo da cui sciatè scoppiare, crepare. La traduzione letterale è una fitta al cuore. Ho preferito tradurre con tonfo al cuore, per indicare un battito irregolare
(2) l’ eroe che sconfisse gli austriaci a Marengo, diventa in breve l’imperatore canaglia, che manda al macello migliaia di giovani:
(3) Giuseppe Ferraro scrive “ti e ra to bataja”: è evidente a mio avviso il refuso di stampa ra al posto di la
(4) L’111° reggimento di linea torinese, soprannominato “I tre paletti” era un reggimento tutto di piemontesi, mandati in avanscoperta nella campagna di Russia, raggiunti dall’esercito francese sulle rive dello Niemen, atto che diede inizio all’invasione (23 giugno 1820)

Traduzione italiana Cattia Salto
Oh povera me – chissà quando lo rivedrò
Mai più! Mai più! – In quel lontano paese
Morirà meschino – tra quei nemici.
Mi viene un tonfo al cuore – mi sembra di sentirlo dire:
“Aiuto che muoio!” – Tutti gli passeranno innanzi
cannoni, uomini, cavalli – lo calpesteranno come un cane.
Imperatore canaglia! – Birbante di un Napoleone
Tu e la tua battaglia – a Mosca te ne vuoi andare
e farai uccidere i nostri figli.
0h povera me – chissà quando lo rivedrò
Mai più! Mai più! – Oh sarebbe meglio
che mi levassi dai piedi. – Prendetemi un poco o Signore!

La Lionetta – Il Gioco del Diavolo testo anonimo musica di R. Aversa 1981+ Tema della madre di M. Bertani

Nelle note del libretto i Leonetta scrivono “Pubblicato da G. Ferraro nella sua raccolta di canti popolari monferrini, questo brano proviene da un foglio volante datato 1812, il periodo cioè della partecipazione dei soldati piemontesi alle campagne napoleoniche. E’ il lamento di una madre per il figlio costretto a seguire l’esercito francese in Russia.
Di questo testo, stupendo per la sua drammatica poeticità, non ci è giunta la musica che è stata composta da noi come pure il tema conclusivo

traversata dell’esercito napoleonico del fiume Niemen: le truppe piemontesi

LINK
https://www.fattiperlastoria.it/italia-eta-napoleonica/
http://www.aclorien.it/archivioalternativa/song.php?id=9607
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=4261

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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