Hardi les gars, vire au guindeau/Et Nous Irons a Valparaiso/Le père Winslow

I marinai francesi hanno cantato la loro personale versione della popolarissima sea-shanty salpa-ancora “Goodbye, Fare Thee (Ye) Well[1]

Hardi les gars, vire au guindeau/Et Nous Irons a Valparaiso (capitano Armand Hayet)
As-Tu Connu le père Lancelot/Winslow? (Stan Hugill)
As-tu connu le père Winslow (Give me somme time to blow the man down)

Alcuni “coretti” si alternano alla coppia di versi dello shantyman: i primi due in inglese Good bye farewell, good bye farewellHourra! oh Mexico ooo e gli altri in francese “Haul away” hé, oula tchalezHale matelot et ho hisse et ho (ma anche Hardi mes fils, vire au guindeauGive me some time to blow the man down )

Hardi les gars, vire au guindeau/Et Nous Irons a Valparaiso

La versione fu pubblicata dal capitano Armand Hayet nel suo “Chansons de Bord” (1927)[2] e resa popolare dalla registrazione di Lys Gauty nel 1932.

Si raccontano le avventure di una baleniera francese che attraversa gli oceani, da Bordeaux a Città del Messico, passando per Capo Horn.
La melodia è un misto di “Good by fare thee well”, “Fare ye well” e “Blow the man down”
Flavio Poltronieri osserva “Raramente la si ascolta a terra, all’inizio era specifica delle baleniere di Terres-Neuvas (Terranova), i cui abitanti però la consideravano estranea alla loro cultura.
In effetti l’uso di cori in inglese in canzoni marinaresche francesi (tenendo anche conto che un buon numero di marinai francesi erano bretoni) potrebbe avere una motivazione lontana. Durante la Guerra d’indipendenza americana (1775) i principali porti balenieri del New England dovettero subire l’embargo delle navi inglesi. Molte famiglie di balenieri preferirono trasferire la loro attività sul Vecchio Continente a Milford Haven in Galles e Dunkerque in Francia.


Hardi les gars, vire au guindeau
Good bye farewell, good bye farewell
Hardi les gars, adieu Bordeaux
Hourra! oh Mexico ooo

Au cap Horn, il ne fera pas chaud
Haul away hé, oula tchalez(1)
A faire la pêche au cachalot
Hale matelot et ho hisse et ho

Plus d’un y laissera sa peau
Adieu misère, adieu bateau

Et nous irons à Valparaiso
Où d’autres laisseront leur peau

Ceux qui r’viendront pavillon haut
Good bye farewell, good bye farewell
C’est le premier brin de matelot
Hourrah! oh Mexico ooo

Pour la bordée(2), ils seront à flot(3)
Haul away hé, hou là tchalez
Bon pour le rack (4), la fille, le couteau
Hale matelot et ho hisse et ho
Note
traduzione revisionata da Monique Palomares
(1) Dell’espressione oula tchalez si è perso il significato. Per alcuni dei semplici suoni onomatopeici, per altri invece una storpiatura di Hé vous là halez.
haler > tchaler  “i dialetti protofrancesi dei marinai contengono molte parole con la pronuncia in ‘tch’, questo per l’influenza dello spagnolo e del portoghese, due lingue importanti della marina velica del tempo.” https://forum.wordreference.com/threads/tchalez.2517136/
Flavio Poltronieri interviene con un commento “siccome non ci sono certezze il semplice ascolto potrebbe indurre alla suggestione di sentire qualcosa che assomiglia all’attuale “hou! là y allez” (qualcosa del tipo “ehi, là ci si va!”). Presupponendo una omissione del soggetto, magari dato per scontato grazie a licenza poetica. L’iniziale “tch” è posta anche nei brindisi “tchin-tchin” (il nostro “cincin”) e grazie a una contrazione tch+allez con parecchia fantasia si potrebbe anche tradurre in “ehi, brindiamo!” (che nell’economia della canzone in quel punto del testo starebbe anche bene). Della serie: la fantasia non manca mai da queste parti!!!” (https://terreceltiche.altervista.org/hardi-les-gars-vire-au-guindeau-et-nous-irons-a-valparaiso/#comment-46706)
(2) “bordée ha molti significati ma Monique precisa che in questo contesto vuol dire “Per la gita in città” https://fr.wikipedia.org/wiki/Bord%C3%A9e
(3) letteralmente “saranno a galla” =  e Monique traduce “avranno abbastanza denaro”
(4) https://www.hisse-et-oh.com/sailing/quest-ce-que-le-rack

Hulton Clint
Jerzy Brzezinski

Traduzione italiana Cattia Salto*
Girate il verricello, maschioni
Arrivederci, addio, arrivederci, addio,
maschioni, arrivederci Bordeaux,
Evviva, oh Messico, oh, oh, oh!

A Capo Horn, non farà caldo,
Vela via, ehi, oula tchalez ,
alla pesca del capodoglio,
Ala marinaio, ehi, oh issa, ehi, oh!

Più di uno ci lascerà la pelle lì
Addio miseria, addio nave,

E andremo a Valparaiso,
dove altri ci lasceranno la pelle

Quelli che ritorneranno con l’alta bandiera
Arrivederci, addio, arrivederci, addio,
sono abili marinai,
Evviva, oh Messico, oh, oh, oh!

Per l’uscita in città avranno abbastanza denaro
Vela via, ehi, oula tchalez ,
per il rum, le femmine e il coltello
Ala marinaio, ehi, oh issa, ehi, oh!

Lys Gauty ” Valparaiso ” (nous irons à Valparaiso) 1932
Les Marins D’Iroise
Marc Ogeret
Jean-Louis Lucas
Djiboudjep

As-Tu Connu le père Lancelot/Winslow? [127-128]

Stan Hugill ha pubblicato alcune versioni in francese e in norvegese di queste varianti di “Goodbye, Fare Thee (Ye) Well”[3]

Hugill ha imparato As-Tu Connu le père Lancelot (Conosci il vecchio Lancillotto?) dal marinaio Jean Loro, come halyard chanty, a cui ha integrato alcuni versi presi dalla raccolta di “Chansons de Board” di Hayet.
In questa versione lo shantyman si lamenta della severa disciplina a bordo della baleniera, impartita a suon di botte, e calci in culo. Per i più indisciplinati un bel bagno in mare (o un giro di chiglia!)

RIFERIMENTI

Goodbye, Farewell (As-Tu-Connu Le Per’ Lanc’lot) – Shanties from the Seven Seas (complete)(p127-8) (French)
Goodbye, Farewell (Et Nous Irons a Valparaiso) – Shanties from the Seven Seas (complete)(p129-30) (French)
Goodbye, Fare-ye-well – Shanties from the Seven Seas (complete)(p124-7) (Norwegian)


As-tu connu le père Lancelot ?
Good bye farewell Good bye farewell 
Qui fait la pêche aux cachalots
Hourra ! oh ! Mexico ! Oh ! oh ! oh ! 

Il donne la goutte à ses matelots
A coups de barre de guindeau
A la manœuvre le bosco
Te dresse à coups de cabillot
Le lieutenant t’envoie là-haut
A coups de bottes dans le dos !
Et son second qu’est le plus beau
Good bye farewell Good bye farewell 
Si tu groumes te fout à l’eau !
Hourra ! oh ! Mexico ! Oh ! oh ! oh !

traduzione italiana Monique Palomares
Hai conosciuto il vecchio Lancillotto(1),
Arrivederci, addio, Arrivederci, addio
Che pesca i capodogli
Evviva! Oh! Messico! Oh! oh! oh!

Dà il cicchetto(2) ai suoi marinai
A colpi di barra del verricello
Alla manovra il nostromo
Ti ammaestra con una caviglia
Il tenente(3) ti manda lassù
A colpi di stivali sulla schiena!
E il suo secondo che è il più bello
Arrivederci, addio, arrivederci, addio,
Se brontoli, ti butta nell’acqua!
Evviva! Oh! Messico! Oh! oh! oh!

NOTE
(1) Lancillotto è il nome del fante di fiori nelle carte da gioco francesi
(2) la goutte” è letteralmente “la goccia” ma anche si dice per “cicchetto” di grappa (grappino) ma anche di un qualsiasi liquore da aggiungere nel caffè o che si beve dopo il caffè [in piemontese si dice pusa-caffè] e per alcuni, senza bisogno di bere un caffè.
(3) equivalente all’inglese mate, il primo ufficiale di bordo

Etienne Brossaud in Chansons maritimes versione estesa[3]
Hulton Clint
Jerzy Brzezinski

As-tu connu le père Winslow (Give me some time to blow the man down)

Commenta Flavio Poltronieri: As-tu connu le père Winslow?” Questo Joseph Winslow, Capitano de Le Nantais, qualche volta chiamato Lancelot, probabilmente apparteneva all’allora celebre famiglia dell’armatore Jérémiah Winslow, di Le Havre[4]. Questa canzone da baleniera, le cui parole risalgono al primo quarto del XIX° secolo, utilizza anch’essa un timbro ispirato dalla shanty inglese “Good by fare thee well”. Hayet la pubblicò verso il 1945 in “Cols Bleus”In effetti stando a quanto riportato da Thierry Du Pasquier nel volume “Les Baleiniers français au XIXe siècle (1814-1868)” la chanson à virer fu composta da Nicolas Fleury, tenente e da Jacques Treuillé, chirurgo, entrambi imbarcati su quel battello durante la campagna 1918-1919.

La versione “As-tu connu le père Winslow?” con l’aggiunta del coretto della shanty “Blow the man down[5]


As-tu connu le père Winslow
Hardi mes fils, vire au guindeau
Un capitaine des grandes eaux
Give me some time to blow the man down.
Quand il commande son vieux bateau
armant en pêche au cachalot.
Sa tête est toujours au capot
et n’a jamais qu’un œil de clos !
Il donne à boire à ses matelots
à grands coups d’ barre d’anspect dans l’ dos.
Notre graisse aura mais pas les os
il prendra ceux des albatros.
Il a trois filles, de beaux brins de peaux
l’une à Paris, l’autre à Bordeaux.
La troisième à Valparaiso
peut-être aussi rue du rouleau.
C’est pas d’ la viande pour Jean l’ matelot
faut pas s’ frotter au Père Winslow.
Car au cap Horn il ne fera pas chaud
t’auras l’abri d’un cabillot.
Mais quand tu auras passé Rio,
tu pourras compter ton magot.
Ce s’ra pour Nantes ou pour Bordeaux
Hardi mes fils, vire au guindeau !
Adieu la barque et ses tonneaux !
Give me some time to blow the man down !

Traduzione italiana Monique Palomares
Conoscevi il vecchio Winslow?
Miei bravi(1), girate il verricello
Un capitano delle grandi acque
Give me some time(2) to blow the man down!
Quando comanda la sua vecchia barca
allestendo(lo) per la pesca del capodoglio,
la sua testa è sempre al boccaporto
e non chiude occhio mai più!
Dà da bere ai suoi marinai
con grandi colpi d’aspo nella schiena.
Avrà il nostro grasso ma non le ossa,
prenderà quelli degli albatri.
Ha tre ragazze, delle belle puttanelle(3)
una a Parigi, l’altra a Bordeaux.
la terza a Valparaiso
forse anche nella strada dell’Onda(4).
Non è carne per Giovanni il marinaio,
non scherzare con il vecchio Winslow.
Perché a Capo Horn non farà caldo
avrai il riparo di una caviglia(5).
Ma quando avrai passato Rio,
potrai contare il tuo gruzzolo.
Sarà per Nantes o per Bordeaux
Hardi mes fils, vire au guindeau !
Addio alla barca e alle sue tonnellate (di stazza)!
Give me some time to blow the man down!
NOTE
(1) lett “Audaci figli miei” è l’equivalente inglese di “my brave boys” a volte “bully boys” = bravacci
(2) scritto a volte “somme time” ma anche “sometimes”
(3) “peau”=pelle, ma “faire la peau” = fare la puttana. Quando si dice “une vieille peau” di una donna, significa “una vecchia vacca” (“peau de vache” =fetente) e non è necessariamente una donna anziana
(4) un rouleau è un’onda grande in forma di rotolo
(5) significa che non c’è riparo per il gelo e la pioggia, ossia il consueto brutto tempo a Capo Horn

RIFERIMENTI

[1] la scheda in Terre celtiche blog: https://terreceltiche.altervista.org/homeward-bound/
Le versioni testuali sono molte e Gibb Schreffler (che si firma Hulton Clint) ne fa un’analisi approfondita nel suo blog A Journey through Stan Hugill’s Shanties from the Seven Seas https://shantiesfromthesevenseas.blogspot.com/2011/12/65-73-goodbye-fare-ye-well-series.html

[2] La raccolta “Chansons de Bord” del capitano Hayet comprendeva 14 canti e fu elogiata dall’allora ministro della Marina francese che inviò una lettera di congratulazioni all’autore. Di alcuni canti Armand Hayet modifica i versi, che all’epoca avrebbero potuto turbare il grande pubblico, e solo nel 1935 con lo pseudonimo di Jean-Marie Le Bihor, pubblica l’edizione con le canzoni originarie (“senza veli”) “Chansons de la voile “sans voiles” – peraltro in tiratura limitata e mai messa in catalogo dall’editore Denoël.
Della prima raccolta è stata curata una seconda edizione nel 1934 (identica per testi e partiture alla prima, ma le illustrazioni sono ora di Charles Bredon) e successivamente la raccolta “Chansons de Bord” è stata ristampata nel 1971 in un opera dal titolo “Dictons et Tirades des Anciens de la Voile” che include anche il libro omonimo dato in stampa dall’Éditions Denoël nel 1939.
https://www.bretagne.com/fr/la-bretagne/sa-culture/les-chants-marins/hardi-les-gars-vire-au-guindeau
https://terreceltiche.altervista.org/pique-la-baleine/
http://www.thyssens.com/02biblio/00rech_bib/01fiches.php?id=739
http://www.thyssens.com/02biblio/00rech_bib/01fiches.php?id=736

[3] https://mainsailcafe.com/songs/as-tu-connu-le-p%C3%A8re-lancelot
[4] “Le Havre alla fine del XIX° secolo era il più importante dei porti di Francia, i suoi clippers recavano soprannomi esotici come “le rondini di Rio” per quelli che trasportavano il caffè brasiliano o “i piccioni del Capo” per altri che attraversando Capo Horn, importavano guano e nitrato da Cile e Perù. Le Havre era, assieme a Nantes, il porto della rinascita francese della pesca alla balena, grazie soprattutto agli armatori americani che vi si risiedevano come il famoso Jeremiah Winslow.”[Flavio Poltronieri]

[5] https://projet-canto.fr/chants/as-tu-connu-le-pere-winslow/
https://raddo-ethnodoc.com/raddo/document/3250204
https://www.musicanet.org/robokopp/french/astuconn.htm
https://www.musicanet.org/robokopp/french/astuconn.htm
https://www.accrofolk.net/chronique-folk/le-tiroir-aux-vieilles-chansons/302-jean-yvon-cornic-le-pere-winslow

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

Una risposta a “Hardi les gars, vire au guindeau/Et Nous Irons a Valparaiso/Le père Winslow”

  1. Ben fatto! Complimenti! Avevo intuito che sei particolarmente sensibile e non resisti alle tentazioni marinare.
    A riguardo “Dell’espressione oula tchalez si è perso il significato. Per alcuni dei semplici suoni onomatopeici, per altri invece una storpiatura di Hé vous là halez” siccome non ci sono certezze il semplice ascolto potrebbe indurre alla suggestione di sentire qualcosa che assomiglia all’attuale “hou! là y allez” (qualcosa del tipo “ehi, là ci si va!”). Presupponendo una omissione del soggetto, magari dato per scontato grazie a licenza poetica. L’iniziale “tch” è posta anche nei brindisi “tchin-tchin” (il nostro “cincin”) e grazie a una contrazione tch+allez con parecchia fantasia si potrebbe anche tradurre in “ehi, brindiamo!” (che nell’economia della canzone in quel punto del testo starebbe anche bene). Della serie: la fantasia non manca mai da queste parti!!! Ciao. F.

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