Homeward Bound (Goodbye, Fare Thee Well)

Homeward Bound è una sea shanty un po’ speciale che veniva cantata quando i marinai levavano l’ancora per ritornare a casa! Per l’occasione si svolgeva anche una piccola cerimonia con cui la nave in partenza avvisava tutte le altre della partenza!

Roud 927 ; G/D 1:5 ; Henry H53a ; Ballad Index Doe087 ; Bodleian Roud 927 ; Wiltshire 244 , 1017 ; trad.]

La cerimonia “salpa-ancora verso casa”

Homeward Bound - capstan shanty
cabestano

..”il salpancore prende a girare sferragliando, seguendo il coro dei marinai, che cantano Homeward bound. «l’ancora è a picco, signore!», grida il «primo» – «Salpa!» – «aye, aye, sir!». dopo qualche lungo e vigoroso strappo, la cicala dell’ancora appare fuori dell’acqua. «capona!». il tirante del paranco di capone è disteso in coperta e tutto l’equipaggio vi si allunga sopra. «hurrà, per l’ultima volta», grida il «primo», e l’ancora raggiunge la gru di capone sull’aria di Time for us to go!, con l’allegro accompagnamento del coro.
Appena l’ancora arriva a bordo, ogni nave, a turno, l’acclama con tre urrà, augurando un rapido viaggio, e la nave così incitata replica a ogni saluto con un solo grido. il boato degli urrà giunge sull’acqua molto allegramente, mentre la vista degli equipaggi di tante navi, in piedi sulle pazienze e sui parasartie a sventolare i cappelli mentre inneggiano, è emozionante e piacevole. Tutto è fatto in fretta, è «davvero» l’ultima volta prima del ritorno. Si avventano le vele di prora, e la nave comincia ad avanzare nell’acqua, iniziando così il suo lungo viaggio verso casa.
 (Italo Ottonello in Le vecchie canzoni dei giorni dei velieri pg 9)

Nelle note di commento all’album “Windy Old Weather” (1960) Bob Roberts scrive

This is a capstan shanty used when getting up anchor for the last time in a foreign port. (Windlasses replaced capstans about 1860). Sometimes a ceremony rather like “The Dead Horse” was carried out the night before sailing. A blazing tar barrel was hoisted aloft and the homeward bound vessel serenaded the others with singing and cheering.
The following day this shanty was sung and on a sailing ship it might be a year or more before the sailors finally reached home.”

“Questa è una canzone marinaresca al cabestano usata quando si alza l’ancora per l’ultima volta in un porto straniero. (I verricelli hanno sostituito i cabestani intorno al 1860). A volte una cerimonia tipo “Il cavallo morto” era eseguita la notte prima della navigazione. Un barile di catrame in fiamme era issato in alto e la nave diretta a casa intratteneva gli altri vascelli con canti e acclamazioni. Il giorno dopo era cantata questa shanty e su un veliero poteva volerci un anno o più prima che i marinai arrivassero finalmente a casa. “

Goodbye, Fare Thee (Ye) Well

Le versioni testuali sono molte e Hulton Clint ne fa un’analisi approfondita nel suo blog A Journey through Stan Hugill’s Shanties from the Seven Seas a cui rimando per l’ascolto Goodbye, Fare-Ye-Well (Series) (10 versioni di cui 2 in francese e 2 in norvegese).

Stan Hugill distingue quattro filoni principali che caratterizzano i versi:
a) i sentimenti tipici del “ritorno a casa”
b) i versi presi dalla forebitter Homeward Bound
c) i versi della Milkmaid (https://www.youtube.com/watch?v=fkR95kSW83A)
d) i versi da The Dreadnought (https://www.youtube.com/watch?v=p6_F65QXwbg)

Sempre Hugill riporta anche le due versioni del canto diffuso tra i marinai bretoni: Hardi les gars, vire au guindeau e As-Tu Connule père Lancelot

Raccolte

The Chanty Man Sings (words only)
Roll And Go(p54),
American Sea Songs and Chanteys(p85),
Sea Songs and Shanties(p119),
Songs of American Sailormen(p113-4),
Songs of Sea Labour(p7),
Shanties And Sailors’ Songs(p133),
Songs of the Sea(p36),
An American Sailor’s Treasury(p91),
The Way Of The Ship(p24-5),
Shanties from the Seven Seas (complete)(IV)(p120-4)
Capstan Bars(p117),
The Making of a Sailor(p341-2),
Chanteying Aboard American Ships(p119-21),
An American Sailor’s Treasury(p153-4),
Songs of the Sailor and Lumberman(III)(p87-9),
The Seven Seas Shanty Book(p26-7),
Songs of the Sea & Sailors’ Chanteys(p259-60)

Homeward Bound
Hey boys! Oh, don’t yiz hear the old man(1) say?
Goodbye, fare-ye-well! Goodbye, fare-ye-well(2)!
Oh. Don’t yiz hear the old man say?
Hoor-raw me boys! We’re homeward bound!


We’re Homeward bound to Liverpool Town,
Where all them judies(3), they will come down.


An’ when we gits to the Wallasey Gates(4)
Sally an’ Polly for their flash men do wait.


An’ one to the other ye’ll hear them say,

“Here comes Johnny with his fourteen mont’s pay!”

We meet these fly gals

an’ well ring the ol-bel(5)
With them judies, we’l raise merry hell.


We’re homeward bound to the gals o’ the tom
And stamp(6) up me bullies an’ heave it around.


An’ when we gits home, boys,

oh, won’t we fly round,
Well heave up the anchor to this bully sound.


We’re all homeward bound for the old backyard,
Then heave (7), me bullies, we’re all bound homeward.


Heave with a will boys, oh,

heave long an’ strong,
Sing a good chorus for tis a good song.


“We’re homeward bound”, well have yiz to know
An’ over the water to England must go!

In rotta verso casa
Ehi raga! Oh sentito che dice il vecchio?
arrivederci, addio! Arrivederci, addio
Non sentite cosa dice il vecchio?
Urrà, raga! Siamo diretti a casa.

Siamo diretti a Liverpool
dove tutte quelle ragazze ci daranno il bentornato


E allora andremo ai Wallasey Gates
con Sally e Polly che aspettano i loro innamorati


E l’una con l’altra le sentirete dire
“Ecco che viene il marinaio con la paga di 14 mesi”


Incontreremo queste ragazze toste

e suoneremo la vecchia campana, 
con quelle ragazze faremo un gran putiferio !

Stiamo facendo rotta verso le ragazze della città,
così pestate e virate in tondo miei bravi.


E quando saremo a casa, raga

non vorremo più fare vela.
Alzeremo l’ancora con questo canto da bravacci.


Stiamo facendo rotta verso il vecchio cortile
così virate ragazzi siamo diretti a casa


virate di buona lena, raga,

virate a lungo e con forza,
fate un bel coro per questa bella canzone.


‘Siamo diretti a casa’, lo abbiamo detto,

e per mare dobbiamo raggiungere l’Inghilterra.

NOTE testo in Black Flag e traduzione italiana di Cattia Salto
1) il comandante della nave chiamato così nel gergo dei marinai anche se era un giovane uomo
2) oppure  “I hope you travel well
3) termine con cui erano chiamate le ragazze di Liverpool
4) oppure “we get to the old Mersey Bar” che non era un bar di Liverpool ma una serie di banchi di sabbia particolarmente insidiosi nei pressi di Liverpool
5) l’espressione to ring the old bell  assume molti significati a seconda del contesto. Così commenta Brian of Holcombe

After our long voyage we meet up with the fly city gals that like o spend our money. We’ll drink dance and have one hell of a time.
A number of inns were called the old Bell. In England a bell was and still is in some pubs used to call time – that’s last orders then no more drinks served. It also is used for someone to ring if they wish to buy a round – that is a drink for everyone in the pub. This was always met with great cheering and merriment.

Dopo il nostro lungo viaggio ci incontriamo con le ragazze di città che amano spendere i nostri soldi. Berremo, balleremo e ci divertiremo un mondo.
Un certo numero di locande erano chiamate “La vecchia campana”. In Inghilterra una campana era, ed è ancora usata in alcuni pub, per chiamare l’ora: sono gli ultimi ordini, poi non vengono più servite bevande. Suona anche quando qualcuno vuole “comprare un giro” – cioè vuole offrire da bere a tutti nel pub. Cosa da sempre accolta con grandi applausi e allegria.

6) Gli shanty all’argano hanno ritmi regolari e di solito raccontano delle storie, a causa del tempo (anche ore), necessario per salpare l’ancora. i marinai riprendono slancio battendo il piede sul ponte a certe parole; da qui il nome di shanty «pesta e vai» (stamp and go). (Italo Ottonello)
7) quello che il cabestano “arrotolava” era il viradore, un cavo collegato al pesante cavo dell’ancora in un circuito chiuso che scorreva tra l’argano (verso poppa) e l’albero di trinchetto (verso prua). Gli uomini virando sull’argano, trascinavano verso poppa il viradore che a sua volta trascinava la gomena dell’ancora. (tratto da velaemotore.it)

Nils Brown in Black Flag in Assassin’s Creed
Johnny Collins (con Dave Webber e Pete Watkinson) in Shanties & Songs of the Sea 1996
 .
Ian Giles in Sea Shanties: Rousing Songs from the Age of Sail
Troy Banarzi (in War Thunder Pirates) una pregevole tessitura musicale con la chitarra classica (che occhieggia agli arrangiamenti barocchi per liuto) viene ripresa dal violino tra una strofa e l’altra
Brian of Holcombe e Capt”n Beaky
in LEARN a SHANTY “How to Sing Sea Shanties”
Seán Dagher Shanty of the Week con una versione testuale leggermente diversa

Homeward Bound (Goodbye, Fare Thee Well): la versione di John Short

I curatori del progetto annotano che Sharp non pubblicò una versione di Homeward Bound. Short gli diede solo pochi versi sufficienti però a includere il testo nel filone a (secondo la classificazione di Hugill). Gli autori del progetto hanno perciò aggiunto ulteriori versi in sintonia con la tipologia

Roger Watson in Short Sharp Shanties : Sea songs of a Watchet sailor vol 3


Hoor-raw me boys we’re homeward bound
Goodbye fare the well, goodbye fare the well,
Hoor-raw me boys we’re homeward bound
Hoor-raw me boys! We’re homeward bound!
We’re homeward bound don’t you hear the sound?
Men at the capstan, and run quick(1) around.
We’re homeward bound and we’ll have you to know
it’s over the water to England we go!
Oh fare you well I wish you well
and when we’ll get back we’ll raise a merry hell.
The anchor we’ll aweigh and the sails we will set
the girls we leave we’ll never forget.
We’re homeward bound and so they’ll say
“Hook on the cat fall(2) then and rut her away”
We’re homeward bound to Portsmouth Town
where the girls where all come round
We spend a pay in one week a-shore
Goodbye fare the well, goodbye fare the well,
and then we’ll go to sea for more
Hoor-raw me boys! We’re homeward bound!

traduzione italiana di Cattia Salto
Urrà ragazzi, siamo diretti a casa
arrivederci, addio arrivederci, addio
Urrà ragazzi, siamo diretti a casa
Urrà, ragazzi, simo diretti a casa.
Siamo diretti a casa, non sentite il suono?
Uomini al cabestano e fatelo girare.
Stiamo per salpare verso casa, lo siamo per davvero
e per mare dobbiamo raggiungere l’Inghilterra!
Oh arrivederci, statemi bene
e quando ritorneremo a casa scateneremo il putiferio!
L’ancora solleveremo e le vele alzeremo,
le ragazze che lasciamo mai dimenticheremo.
Siamo diretti a casa e così diranno
“Agganciate il paranco di capone, e andiamocene via”
Siamo diretti a Portsmouth
dove tutte le ragazze ci verranno attorno.
E a terra spenderemo la paga in una settimana
arrivederci, addio arrivederci, addio
e poi andremo ancora in mare. 
Urrà, ragazzi, simo diretti a casa.

NOTE
1) o qualcosa di simile
2) quando l’ancora arrivava alla superficie del mare, bisognava fissarla alla gru di capone che aveva il compito di sollevarla dall’acqua tenendola discosta dallo scafo. Per portarla poi in posizione orizzontale e fissare l’ancora lungo la fiancata dello scafo, si usava una piccola gru con un gancio ad uncino che agganciava il diamante dell’ancora e la sollevava. (tratto da velaemotore.it)

LINK

http://www.shanty.org.uk/archive_songs/goodbye-fare-thee-well.html
http://www.boundingmain.com/lyrics/goodbye_farewell.htm
http://mainlynorfolk.info/louis.killen/songs/goodbyefaretheewell.html
http://www.joe-offer.com/folkinfo/songs/138.html

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

4 Risposte a “Homeward Bound (Goodbye, Fare Thee Well)”

  1. La complicata faccenda coinvolge anche “As-tu connu le père Winslow?” Questo Joseph Winslow, Capitano de Le Nantais, qualche volta chiamato Lancelot, probabilmente apparteneva all’allora celebre famiglia dell’armatore Jérémiah Winslow, di Le Havre. Questa canzone da baleniera, le cui parole risalgono al primo quarto del XIX° secolo, utilizza anch’essa un timbro ispirato dalla shanty inglese “Good by fare thee well”. Hayet la pubblicò verso il 1945 in “Cols Bleus”. Per ciò che concerne invece “Blow the man down” per i marinai inglesi si tratti dell’equivalente della francese “Jean-François de Nantes”, utilizzate entrambe per issare la vela superiore delle “packets ships” che servivano le rotte transatlantiche. Oramai si può affermare che la melodia provenga originariamente da un canto di lavoro degli schiavi neri degli Stati Uniti del Sud.

  2. I marinai francesi utilizzano un canto che adotta una gran parte di questa melodia e il cui titolo è “Hardi les gars, vire au guindeau”. Si tratta di un misto di “Good by fare thee well”, “Fare ye well” e “Blow the man down”. Raramente la si ascolta a terra, all’inizio era specifica delle baleniere di Terres-Neuvas, i cui abitanti però la consideravano estranea alla loro cultura. A pubblicarla (come molte altre) fu un Comandante di nome Hayet.

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