Una canzone popolare proveniente dall’Australia, terra di deportazione ai tempi del colonialismo inglese (vedi), è stata attribuita ad un detenuto irlandese Francis MacNamara, meglio conosciuto come ‘Frank il Poeta’.
Inizialmente la ballata s’intitolava The Convict’s Arrival’ o ‘The Convict’s Lament on the Death of Captain Logan’ incentrata sulla figura del famigerato (per la sua brutalità verso i detenuti) capitano Patrick Logan, direttore della colonia penale di Moreton Bay tra il 1825 e il 1830.
All’epoca dell’arrivo di Frank in Australia (1832) il capitano Logan era già morto da qualche anno, ma certamente era ancora una celebrità tra i detenuti, e il trattamento brutale una prassi nelle carceri.
Frank scrisse inoltre tutta una serie di versi e un poemetto di denuncia, la sua personale versione dei gironi infernali danteschi, intitolato A Convict’s Tour to Hell (che gli costò ulteriori brutalità).
Deportato per sette anni con l’accusa di furto, – aveva rotto la vetrina di un negozio per prendere una giacca- Frank passò quasi vent’anni in galera tra fughe e banditismo, fino a quando scontò per intero la pena e di lui si persero le tracce.
NED KELLY
La ballata è legata anche ad un altro famoso bushranger australiano di origini irlandesi, Ned Kelly diventato bandito per una serie di sfortunate coincidenze. Difensore dei deboli, insofferente alle ingiustizie sociali, fu subito considerato un novello Robin Hood più che un semplice ladro di bestiame. Sopravvisse alla feroce sparatoria con cui venne sgominata la sua banda per finire impiccato sulla pubblica piazza nel novembre del 1880 all’età di 25 anni.
Ned riprese alcuni versi della ballata di Frank nella sua ‘Jerilderie Letter’ scritta nel 1879: ‘Port McQuarrie Toweringabbie Norfolk island and Emu plains and in those places of tyranny and condemnation many a blooming Irish man rather than subdue to the Saxon yoke were flogged to death and bravely died in servile chains.’ (vedi)
LA VERSIONE DI MANIFOLD
La versione testuale diventata tradizionale è quella riportata dal folklorista John Manifold il quale fece un lavoro di ricucitura o riscrittura della ballata abbinandola alla melodia “Youghal Harbour” (una slow air dal nome “Calad n-Eocaill” o anche “Eochaill” utilizzata anche in Boolavogue). “Manifold’s text was collated by him partly from fragments recalled by several singers around Brisbane, but mainly from the text of a ballad by Frank the Poet, entitled The Convict’s Arrival, which was known to Ned Kelly (who paraphrased it in his famous Jerilderie Letter). His final text is so shaped and crafted by him it should really read “Manifold, based on traditional texts”. As no-one could recall the tune properly he set it to the Irish Youghal Harbour. The song, in its now classic form, dates from around 1952. A quite distinct version was collected in oral tradition in Victoria in 1960 from the singing of Simon McDonald.” (tratto da qui)
ASCOLTA John Denver
oppure sempreJohn Denver nella versione del film Ned Kelly
I One Sunday morning as I went walking By Brisbane waters I chanced to stray I heard a prisoner his fate bewailing As on the sunny river bank he lay “I am a native from Erin’s island Transported now from my native shore They tore me from my aged parents And from the maiden whom I adore II I’ve been a prisoner at Port Macquarie At Norfolk Island and Emu Plains At Castle Hill and cursed Toongabbie At all those settlements I’ve worked in chains But of all places of condemnation And penal stations of New South Wales Of Moreton Bay I have found no equal Excessive tyranny each day prevails III For three long years I was beastly treated And heavy irons on my legs I wore My back from flogging was lacerated And often slain with my crimson gore And many a man from downright starvation Lies mouldering underneath the clay And Captain Logan he had us mangled At the triangles in Moreton Bay IV Like the Egyptians and ancient Hebrews We were oppressed under Logan’s yoke Till a native black lying there in ambush Did give our tyrant his mortal stroke My fellow prisoners exhilarated That all such monsters a death shall find And when from bondage we’re liberated Our former sufferings shall fade from mind |
traduzione italiano Cattia Salto I Una domenica mattina mentre stavo passeggiando, capitai nei pressi del fiume Brisbane e sentii un prigioniero maledire il suo destino, seduto sulla riva soleggiata del fiume “Sono nato nell’isola di Erin (1) e adesso portato via dalle mie rive natie, strappato dai miei vecchi genitori e dalla fanciulla che amo. II Sono stato un prigioniero a Port Macquarie, Norfolk Island e Emu Plains, a Castle Hill e nel maledetto Toongabbie in tutte quelle colonie ho lavorato in catene, ma di tutti i posti della mia condanna nelle carceri del Nuovo Galles del Sud (2) non ho trovato eguali a Moreton Bay(3) dove la tirannia esagerata era prassi quotidiana III Per tre lunghi anni fui trattato brutalmente e portai le pesanti catene ai piedi, la mia schiena lacerata dalle frustate e spesso torturato a sangue; più di un uomo ucciso dalla totale inedia per fame, è polvere sotto terra e il Capitano Logan ci ha straziato tutti sui triangoli (4) a Moreton Bay IV Come gli Egiziani e gli antichi Ebrei fummo oppressi sotto il giogo di Logan fino a quando un aborigeno in agguato diede al nostro tiranno il colpo mortale i miei compagni prigionieri esultarono che mostri di tal fatta la morte troveranno e quando dalle catene saremo liberati le nostre sofferenze potranno essere dimenticate!” |
NOTE
1) Irlanda
2) lo stato dell’Australia con capitale Sydney, dove erano dislocate le colonie penali (vedi)
3) Frank non fu mai detenuto nella colonia penale di Moreton Bay (l’attuale Brisbane, Queensland) bensì a Botany Bay.
4) probabilmente si riferisce ai sostegni sui quali erano flagellati i condannati: il detenuto era legato mani e piedi a una sorta di tre-piedi di legno e frustato. Questa punizione, inflitta anche ai soldati dell’esercito, venne abolita dal parlamento inglese solo nel 1867.
Un altro metodo di tortura sempre detto del triangolo (e ancora praticato) consiste in tre legni legati assieme al suolo al centro della quale il prigioniero è obbligato a stare ritto sull’attenti finché non sviene per lo sfinimento.
Nel Medioevo la tortura del triangolo (usata dall’Inquisizione) consisteva in una sorta di impalamento: l’accusato era spogliato e issato su un palo munito di punta piramidale di ferro. Vi lascio immaginare il resto (vedi)
LA VERSIONE DI MACDONALD
Diversa la versione raccolta sul campo cantata da Simon McDonald [collettori Norm and Pat O’Connor settembre 1960]
I I am a native of the land of Erin I was early banished from my native shore On the ship Columbus went circular sailing And I left behind me the girl I adore II Over bounding billows which was loudly raging Like a bold sea mariner my course did steer We were bound for Sydney our destination And every day in irons wore III When I arrived ‘twas in Port Jackson And I thought my days would happy be But I found out I was greatly mistaken I was taken a prisoner to Moreton Bay Chorus Moreton Bay you’ll find no equal Norfolk Island and Emu Plains At Castle Hill and cursed Toongabie And all time places in New South Wales IV Now every morning as the day was dawning As we rose from heaven fell the morning dew And we were roused without a moments warning Our daily labour to renew V For three long years I was beastly treated And heavy irons on my legs I wore My back from flogging was lacerated And oft-times painted with crimson gore VI Like the Egyptians and ancient Hebrews We were oppressed under Logan’s yoke But a native black there lay in ambush Did give this tyrant a mortal stroke VII Now fellow prisoners be exhilarated That all such monsters such death may find And when from bondage we are liberated From our former sufferings shall fade from mind |
traduzione italiano Cattia Salto I Sono nato in Irlanda e fui presto esiliato dalle mie rive natie, sulla nave Columbus circumnavigai il globo e mi lasciai indietro la fanciulla che amo. II Sui marosi infuriati che erano rumorosamente impetuosi come un marinaio coraggioso facevo rotta, eravamo diretti a Sydney il nostro destino, e ogni giorno indossavo le catene. III Quando arrivai fu a Port Jackson e credetti che i miei giorni sarebbero stati felici ma mi accorsi di essermi proprio sbagliato ero stato imprigionato a Moreton Bay Coro A Moreton Bay non troverete eguale, Norfolk Island e Emu Plains, a Castle Hill e il maledetto Toongabbie e tutte quelle colonie del Nuovo Galles del Sud. IV Ora tutti i giorni allo spuntar dell’alba ci alzavamo mentre dal cielo cadeva la rugiada del mattino e noi dovevamo svegliarci e senza un attimo di tregua il nostro lavoro quotidiano riprendere V Per tre lunghi anni fui trattato brutalmente e portai le pesanti catene ai piedi, la mia schiena fu lacerata dalle frustate spesso fino a tingersi di rosso sangue VI Come gli Egiziani e gli antichi Ebrei fummo oppressi sotto il giogo di Logan fino a quando un aborigeno in agguato diede al nostro tiranno il colpo mortale VII I miei compagni prigionieri esultarono che mostri di tal fatta troveranno una morte simile e quando dalle catene saremo liberati le nostre sofferenze potranno essere dimenticate |
FONTI
http://frankthepoet.blogspot.it/
http://frankthepoet.blogspot.it/2011/01/moreton-bay.html
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=37028&lang=it
http://folkstream.com/061.html
http://folkstream.com/062.html
http://www.andyirvine.com/lyrics/moreton_bay.htm
http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=5598
https://anglofolksongs.wordpress.com/2014/04/02/moreton-bay/
https://en.wikipedia.org/wiki/Jerilderie_Letter