Jack Frost Nipping on your Nose

Benvenuti nel Calendario dell’Avvento 2022 ideato da Terre Celtiche Blog su ispirazione del Calendario dell’Avvento illustrato da Paul Bommer[1]

3 dicembre Advent Calendar by Paul Bommer
I giganti del ghiaccio nella mitologia norrena
Dalla Russia con Nonno Gelo
Le origini di Jack Frost
Le filastrocche ottocentesche su Jack Frost

♬ Le canzoni su Jack Frost in Terre Celtiche Blog
Chestnuts Roasting on an Open Fire -1944
Little Jack Frost Get Lost (Bing Crosby) -1952
Old Jack Frost (Sarah Ogan Gunning) -1965
Jack Frost and the Hooded Crow (Jethro Tull) -1982
Jack Frost (Mike Waterson) -2004
Little Jack Frost (Kate Rusby) -2005
Cold Song (Henry Purcell, Sting) – 2009

Jack Frost la playlist di Terre Celtiche Blog

3 Dicembre

Jack Frost Paul Bommer
Paul Bommer Jack Frost

Secondo la tradizione inglese se d’inverno ci sentiamo pizzicare il naso per il freddo è per colpa di Jack Frost. Paul Bommer lo raffigura come un gentiluomo vecchio stampo vestito alla moda inglese del 1700[2] (uno stile barocco rivisitato dalla più sobria eleganza inglese). L’elfo con i capelli turchini tirati all’insù sembra stia danzando mentre getta nell’aria i fiocchi di neve come tanti coriandoli.

Jack Frost è la controparte simbolica di Jack of the Green, è l’elfo dei Ghiacci, colui che è responsabile dell’arrivo del gelo: all’inizio della tradizione anglo-americana Jack è un gagliardo vecchietto, ma presto diventa più simile a uno spiritello fiabesco, un ragazzino assistente di Mastro Gelo che disegna nottetempo delicate trine di brina alle finestre, sui campi e sugli alberi.

I giganti del ghiaccio nella mitologia norrena

Jack Frost
Jack Frost -Eric Kincaid

Nella mitologia norrena e nelle saghe scandinave si enumera tutta una famigliola di giganti del ghiaccio a partire dal padre Thrym re dei Jotnar (jǫtunn al singolare). Questi giganti vivono nel Jǫtunheimr (in inglese antico Yotun) uno dei Nove Mondi, considerati acerrimi nemici degli dei asgardiani perché portatori del caos.

È evidente che Fornjótr e i suoi discendenti siano esseri mitologici, creature legate agli elementi. I tre figli di Fornjótr, cioèÆgirLogi e Kári, sono legati rispettivamente al mare, al fuoco e al vento, elementi che essi governano o con i quali sono identificati tout-court. I figli di Kári, poi, hanno nomi che li connettono alla sfera del freddo: Frosti «gelo» (detto Jǫkull «ghiacciaio»), Snær «neve», Þorri «mese del quarto vento» (cioè il mese da gennaio e febbraio, anche se l’etimologia rimane incerta), Fǫnn «nevischio», Mjǫll «neve fresca», Drífa «tormenta di neve». Si tratta di personaggi allegorici, figure di giganti primordiali che rappresentano l’inverno e i suoi elementi, in tutta la loro potenza e ostilità.[3] 

Dalla Russia con Nonno Gelo

Nonno Gelo e la figlia Sneguročka (fanciulla delle nevi)
Nonno Gelo veste di bianco o di blù (o anche di rosso) con ricami ispirati ai fiocchi di neve e ai ghiacci, indossa gli stivali di feltro e impugna un bastone di ghiaccio come scettro.
La sua slitta non è trainata da renne ma da tre cavalli bianchi (la tradizionale troika).
Si accompagna con la figlia Sneguročka (che in russo significa fanciulla delle nevi) nata dall’unione di Ded Moròz con la giovane Vesna personificazione della primavera e dea della bellezza.

La tradizione inglese di Jack Frost si avvicina molto di più al Padre o Nonno Gelo della tradizione russa: un vecchietto dalla lunga barba bianca con lungo cappottone bordato di pelliccia e molte somiglianze con il nostro Babbo Natale!
L’antenato di Nonno Gelo (contrariamente a Babbo Natale) non era un Santo bensì Morozko, uno spirito della natura alla cui benevolenza dipendeva la sopravvivenza dell’uomo durante il rigido inverno, protagonista di molte fiabe e leggende russe.
Perdendo la sua ambiguità di démon, finì per diventare Ded Moròz, il portatore di doni ai bambini, assimilando questa caratteristica dal vescovo di Myra San Nicola di Bari, tuttora patrono della Russia.
Per approfondire l’argomento e le implicazioni storico-politiche di Nonno Gelo si legga Nonno Gelo, l’altro Babbo Natale di Silvio DellʼAcqua.

Le origini di Jack Frost

Jack Frost compare per la prima volta nel 1734 in “Round About Our Coal Fire, or Christmas Entertainments” di autore anonimo: “when Jack Frost commonly takes us by the Nose“.

All’inizio della tradizione inglese e americana Jack Frost (in italiano conosciuto come Jack Brina) è un gagliardo vecchietto, lo vediamo nei panni di un Generale che scatena il gelido clima invernale illustrato da Thomas Nast nel 1861

il Generale Jack Frost parteggia per l’Unione

“Jack Frost è apparso per la prima volta nelle illustrazioni il 5 ottobre 1861. È una vignetta di Thomas Nast, apparsa su Harper’s Weekly. Ha la didascalia: IL NOSTRO NUOVO MAGGIORE GENERALE, e si riferisce a un discorso del maggiore generale Benjamin F. Butler, che dichiarò: “Il nostro fedele vecchio alleato del nord, il generale JACK FROST, verrà a ripulire la malaria dal sud, e marceremo verso sud da questo luogo, e non ci saranno passi indietro fino a quando questa ribellione non sarà schiacciata dall’Unione.” All’epoca della Guerra Civile, c’erano stati focolai di colera, e si sperava che l’arrivo del gelido clima invernale avrebbe ucciso le infezioni che ostacolavano lo sforzo bellico. “[4]
Si vuole probabilmente parafrasare il “Général Hiver”  con cui Nonno Gelo venne chiamato dai francesi dopo la campagna napoleonica in Russia (1812).

Lo stesso Thomas Nast qualche anno più tardi lo raffigura come un Babbo Natale molto simile al russo Nonno Gelo. Risalgono a quel periodo tutta una serie di poesie che delineano i tratti caratteristici del personaggio.

LE FILASTROCCHE OTTOCENTESCHE

E’ con la filastrocca per bambini di Charles Sangster che Jack iniziò ad assomigliare a un elfo burlone, e a ben vedere il personaggio “l’uomo del gelo” della tradizione inglese/americana sembra essere nato a tavolino dalla penna degli scrittori ottocenteschi.

Little Jack Frost tripped round and round. 
Spreading white snow on the frozen ground; 
Nipping the breezes, icing the streams, 
And chilling the warmth of the sun's bright beams.

e così in tante altre filastrocche ottocentesche come nelle fiabe e nelle storie magiche del Natale:  lo ritroviamo nel racconto per bambiniThe Life and Adventures of Santa Claus” di L. Frank Baum  (l’autore del Mago di Oz) – 1902 dove Jack Frost, figlio del Re Gelo, è un elfo burlone che si diverte a pizzicare i nasi e le punte dei piedi. 
E via continuando con canzoni, cartoni animati, romanzi e film durante tutto il Novecento e fino ai nostri giorni in cui Jack Frost è diventato un po’ quello che  gli sceneggiatori hanno voluto rappresentare, scatenando la loro fantasia, vedasi Jack Frost e le Cinque Leggende (in inglese Rise of the Guardians).

THE CHRISTMAS SONG: “Chestnuts Roasting on an Open Fire”


Chestnuts roasting on an open fire,
Jack Frost nipping on your nose,
Yuletide carols being sung by a choir,
And folks dressed up like Eskimos.

Everybody knows a turkey and some mistletoe,
Help to make the season bright.
Tiny tots with their eyes all aglow,
Will find it hard to sleep tonight.

They know that Santa‘s on his way;
He’s loaded lots of toys and goodies on his sleigh.
And every mother’s child is going to spy,
To see if reindeer really know how to fly.

And so I’m offering this simple phrase,
To kids from one to ninety-two,
Although its been said many times, many ways,
A very Merry Christmas to you

Michael Bublè

Traduzione italiana di Cattia Salto
Castagne ad arrostire nel caminetto, 
Jack Brina che ti pizzica il naso,
canzoni di Natale cantate in coro 
e la gente vestita come eschimesi.

Un tacchino e un po’ di vischio è risaputo
aiutano a rendere la stagione allegra.
Bimbetti con gli occhi spalancati,
a stento dormiranno stanotte.

Sanno che Babbo Natale è in arrivo;
ha caricato molti giocattoli e dolcetti sulla slitta.
e ogni cocco di mamma starà a spiare, 
per vedere se le renne sono davvero capaci di volare.

Allora offro questa semplice frase,
ai bambini da uno a novantadue anni,
anche se è stata detta e ridetta
“Un Buon Natale a tutti voi”

“Chestnuts Roasting on an Open Fire” intitolata anche “The Christmas Song” è una canzone statunitense sul Natale scritta da Mel Tormé e da Bob Wells nel 1944, per portare nei cuori l’atmosfera magica e sognante dell’Inverno.
Per la storia su come sia nata la canzone -composta a quattro mani in piena estate da due amici compositori di origine ebraica- vi rimando al post di Patrizia Barrera The Christmas Song ( chestnuts roasting )

[1] Traendo ispirazione dal Calendario dell’Avvento di Paul Bommer (disegnato nel 2010) anche in Terre Celtiche Blog per il 2022 faremo il count-down dal 1 dicembre fino al giorno di Natale. L’artista ci ha dato l’autorizzazione a utilizzare le immagini dei suoi bellissimi disegni, così ogni giorno volteremo virtualmente una pagina del Calendario per gustarci una storia, una canzone, del buon vino cotto, un dolcetto.. https://terreceltiche.altervista.org/ritual-chants/#ca

[2] https://www.baroque.it/abbigliamento-e-moda-nel-barocco/la-moda-maschile-dal-1750-al-1789.html

[3] “Jack Frost first appeared in artwork on October 5th, 1861. It is a cartoon by Thomas Nast, which appeared Harper’s Weekly. It has the caption – OUR NEW MAJOR-GENERAL, and refers to a speech made by Major-General Benjamin F. Butler, who stated “Our faithful old Ally of the North, GENERAL JACK FROST, shall come and clear away the Malaria of the South, and we shall march Southward from this place, and there shall be no footsteps backward until this Rebellion is crushed out of this Union.” At the time in the Civil War, there had been outbreaks of cholera, and it was hoped the coming freezing winter weather would kills of the infections hindering the war effort. ” http://hypnogoria.blogspot.it/2014/11/folklore-on-friday-jack-frost-nipping.html

Pubblicato il 23 Dicembre 2016 e revisionato il 3-12-2022 by Cattia Salto


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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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