What’s the life of a man?

What’s the life of a man? è una canzone/meditazione sull’esistenza umana, abbastanza comune nel sud dell’Inghilterra. Steve Roud ne ha catalogate 26 versioni di cui 14 sono registrazioni sonore e quattro di queste provengono dal Sussex.

Il paragone tra la vita dell’uomo e quella di un albero ha radici antiche. Più di duemila anni fa Omero aveva scritto: “Come le foglie sugli alberi, tale è la vita dell’uomo” e, per quanto ne sappiamo, l’idea potrebbe essere stata già vecchia allora.

Nel Vangelo cristiano troviamo scritto:
“Impara una lezione dal fico. Quando i suoi teneri germogli compaiono e cominciano a mettere le foglie, sai che l’estate è vicina. Allo stesso modo, quando vedrai tutte queste cose, forse saprai che la fine è vicina, proprio alle porte.” (Matteo 24, 32). 

Nel XVI secolo esistevano numerose ballate in caratteri gotici composte attorno alla stessa idea. Queste ballate del “memento mori” erano basate sul presupposto che la gente comune potesse trasformare gli oggetti della vita quotidiana in allegorie visive della vita e della morte. Le piante, soprattutto i fiori, si prestavano egregiamente alla bisogna.

What’s the life of a man?

Roud 848 ; Master title: What’s the Life of a Man ; Ballad Index K264 ; Bodleian Roud 848 ; GlosTrad Roud 848 ; Wiltshire 1008 , 1092 ; DT LIFEMAN ; Mudcat 38366 , 51803 ; trad.]

La canzone è stata inserita dagli Steeleye Span, come traccia finale del loro album They called her Babylon, pubblicato nel 2004.

John Kirkpatrick, autore a sua volta di una versione della ballata (nel suo album del 2011 God speed the plough) ne riassume efficacemente lo spirito:

“Le idee più semplici sono sempre le migliori. È difficile pensare ad un’altra canzone che ci collochi al nostro posto così dolcemente ma così fermamente – solo un altro filo nel mondo della natura. Con il titolo The Fall of the Leaf questa era ben nota come durante il diciannovesimo secolo, e rimane fino ad oggi un pezzo popolare e amato tra i cantanti country tradizionali. Le diverse versioni non variano molto da cantante a cantante, e perché dovrebbero, quando si tratta di un abbinamento così perfetto tra parole e musica?”[1]

Steeleye Span
John Kirkpatrick

la versione degli Steeleye Span

1.As I was a-walking one morning at ease
A-viewing the leaves as they fell from the trees
All in full motion appearing to be
Like those that had withered, they fell from the tree. 
2.And if you’d a-seen those trees just a few days ago
How beautiful and green they all seemed to grow.
But a frost came upon them and withered them all,
And a storm came upon them and down they did fall. 
What’s the life of a man any more than a leaf?
A man has his seasons so why should we grieve?
Although in his world we appear fine and gay,
Like a leaf we must wither and soon fade away.
 
3.If you look in the churchyard, it’s there you will see
Those that have passed like a leaf from a tree.
When age and affliction upon them did call,
Like a leaf they did wither and down they did fall. 

Mentre stavo camminando tranquillo una mattina
osservando le foglie mentre cadevano dagli alberi
sembrava che tutto fosse in pieno movimento
come quelle che erano appassite e cadevano dall’albero.
E se avessi visto quegli alberi solo pochi giorni fa
come sembravano crescere belli e verdi!
Ma arrivò il gelo e li fece seccare tutti,
e arrivò una tempesta e caddero. 
Cos’è la vita di un uomo niente più di una foglia?
Un uomo ha le sue stagioni, così perché dovremmo soffrire?
Anche se in questo mondo sembriamo in splendida forma,
come una foglia dobbiamo appassire e presto sparire 

Se guardi nel cortile della chiesa, è lì che vedrai
quelli che sono caduti come la foglia dall’albero.
Quando l’età e la malattia li hanno colpiti
come una foglia sono appassiti e caduti.

Una versione del 1950 di interprete anonimo
The McCalmans in una registrazione live del 1969
Una versione molto recente. Edgelarks (Philip Henry & Hannah Martin) nell’album eponimo (2017)
Bellowhead nell’album Broadside (2011)

[1] “The simplest ideas are always the best. It’s hard to think of another song that puts us in our place so gently but so firmly—just another strand in the world of nature. Under the title The Fall of the Leaf this was well-known as a broadside ballad during the nineteenth century, and remains a popular and well-loved piece amongst traditional country singers to this day. The different versions don’t vary that much from singer to singer, and why should they, when this is such a perfect match of words and music?”

https://mainlynorfolk.info/steeleye.span/songs/whatsthelifeofaman.html

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Pubblicato da Sergio Paracchini

Sergio Paracchini, ascoltatore seriale di buona musica, dagli anni ’70 innamorato del folk revival (celtico e non solo). Gestisce il gruppo Facebook “Folk rock e dintorni”.

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