Tell Shepherds

Tell Shepherds è uno dei Kilmore carols “dimenticati” che possiamo riascoltare grazie al progetto musicale di Caitríona O’Leary, la quale ha adattato il testo alla melodia tradizionale irlandese più comunemente nota con il titolo di Carolan’s Cup.

Tell Shepherds

Non poteva mancare nella ghirlanda di Don William Devereux il canto natalizio sull’annuncio della nascita di Gesù ai pastori; l’evento mirabile è inserito in un contesto prosaico di un dialogo tra un contadino (guarda caso il proprietario della stalla dove Maria partorì Gesù) che si sveglia per un sogno strano e i pastori che vegliavano nottetempo i loro armenti in un campo nei pressi di Betlemme, destati dall’apparizione delle schiere angeliche.


Tell shepherds and did your flock stray,
Or where have you been this long night,
Strange visions woke me before the day,
I thought it unusually bright;
Especially over yonder stall,
Where my Ox and my Ass I do keep,
I hastened to see for my all,
It’s dawn go and look for your sheep;
Be still yourself man they did reply
Your cattle are safe at their hay.
Our charge at Tour-Ader hard by
This morn tho in winter is like May.
And since you seem thus far concern’d,
Come hither we’ll further disclose,
The wonders this night we have learned,
Which happily broke our repose.

Twas midnight, the shepherds went on,
We knew by the pointers and Bear,
A brightness amazing round us shone
An angel amidst did appear.
Fear not, quoth he, I bring you glad news,
A saviour in Bethlehem just born;
Messias, Christ, King of the Jews,
All Nations shall hear of this Morn.
The truth of all this you will know,
A babe in a manger you’ll find,
As soon as to town you shall go,
Safely leave ye your flocks behind;
On a sudden we heard and we saw,
A host of sweet musick from heaven,
Glory to god on high they gave,
Peace to well minded sons of Men;
No sooner the vision did cease,
And we were well able to crawl,
We hastened to the mentioned place,
And found it all true in your stall;
Your Ox and your Ass were amazed,
To warm soft breathing stood o’er,
At the Mother and Infant they gazed,
More glory than we saw before.

The shepherds went back to Pen-Ader,
The other went back to his stall,
To tell you how they behaved after,
In truth I know nothing at all;
The Infant is now King of glory,
Thro’ the world most renowned of men,
Ye have oft heard the rest of the story,
I wish you a good Christmass, amen.

Caitríona O’Leary in The Wexford Carols 2014
Caledonia Companion già Birking Tree

Traduzione italiana Cattia Salto
Dite pastori il vostro gregge si è smarrito,
o dove siete stati questa lunga notte?
Strane visioni mi svegliarono prima del giorno,
e lo trovai insolitamente luminoso;
soprattutto su quella stalla laggiù,
dove tengo il mio bue e il mio asino,
mi sono affrettato a vedere con i miei occhi,
è l’alba, andate a cercare le vostre pecore;
“Stai tranquillo, amico, -hanno risposto-
il tuo bestiame è al sicuro e ben nutrito.
Il nostro accampamento è vicino alla Torre di Ader(1)
stamane sebbene d’inverno sembra d’essere in primavera.
E poiché finora sembri preoccupato,
vieni qui, ti diremo ulteriormente,
delle meraviglie che questa notte abbiamo appreso,
le quali hanno interrotto felicemente il nostro riposo.

Era mezzanotte, -proseguirono i pastori-
lo sapevamo dalla Stella Polare(2),
attorno a noi risplendeva uno stupefacente bagliore
e un angelo apparve nel mezzo.
“Non temete-disse-vi porto una lieta novella,
un salvatore a Betlemme è appena nato;
il Messia, Cristo, Re dei Giudei,
tutte le nazioni ne sentiranno parlare questa mattina.
La verità di tutto questo la conoscerete,
troverete un bambino in una mangiatoia,
appena andrete in città,
lasciate indietro il gregge in tutta sicurezza”;
All’improvviso abbiamo sentito e visto,
una schiera di dolci musicanti dal cielo,
che cantavano “Gloria a Dio nell’alto dei cieli
pace agli Uomini(3) di buona volontà”;
non appena la visione cessò,
e noi fummo in grado di camminare(4),
ci affrettammo al luogo menzionato,
e trovammo tutto vero nella tua stalla;
Bue e Asino erano sbalorditi,
fermi a riscaldare con il morbido respiro
e a guardare la Madre e il Bambino,
una visione ancora più gloriosa di quella di prima.

I pastori tornarono al loro accampamento,
l’altro(5) tornò alla sua stalla,
a raccontarvi come si sono comportati dopo,
in verità non saprei;
il Bambino è ora Re della gloria,
il più rinomato al mondo degli uomini,
avrete sentito spesso il resto della storia,
vi auguro un Buon Natale, amen.
NOTE
(1) Anche se il racconto evangelico non permette di identificare con certezza il luogo dove stazionarono questi pastori nomadi, i primi cristiani lo collocarono a circa due chilometri a est di Betlemme, dove oggi si trova il villaggio di Bet Sahur che significa “la casa dei guardiani”. San Gerolamo lo cita associandolo al luogo biblico chiamato “la torre di Ader” o “del gregge”, dove si accampò Giacobbe dopo la morte di Rachele.
Nel periodo bizantino, vi venne edificato un santuario dedicato ai pastori. La Chiesa di Gerusalemme celebrava una festa la vigilia del Natale e si venerava anche una grotta. C’era anche un monastero, ma di tutto questo non restavano che rovine quando arrivarono i primi crociati.
https://www.custodia.org/it/santuari/betlemme-il-campo-dei-pastori#:~:text=Il%20villaggio%20arabo%20di%20Beit,pastori%20da%20parte%20degli%20angeli.


(2) per orientarsi nel cielo stellato bisogna guardare dove si trova la Stella Polare che è facilmente individuabile seguendo la linea indicata dalle due stelle più esterne del carro dell’Orsa Maggiore che “puntano” verso di essa (Dubhe e Merak chiamate in inglese The pointers)
(3) lett “figli degli Uomini”
(4) la visione e lo stupore aveva ammaliato a tal punto i pastori che erano rimasti immobili nei loro giacigli
(5) probabilmente un contadino il quale era proprietario della stalla dove trovarono riparo Giuseppe e Maria

“Secondo le fonti apocrife, questi ultimi sono i primi a lodare e glorificare Dio per la nascita di Gesù; e fanno questo “seguendo l’esempio degli angeli” che appaiono come presenze celesti sulla grotta. Un cronista trecentesco, Giovanni di Hildesheim, che scrisse la Historia trium Regum (1370 ca.), ossia la storia dei Re Magi, recependo alcune suggestioni di Fulgenzio e Agostino, dice dei pastori che essi furono “la primizia dei Giudei”. Tale particolare privilegio dei pastori ci risulta di facile comprensione se riflettiamo sul contesto socio-culturale entro il quale videro la luce le prime narrazioni dell’evento natalizio. In una cultura di nomadi allevatori, quale era la giudaica, è naturale che l’immagine del pastore assuma una particolare valenza e si carichi di un simbolismo religioso; il soggetto si caricherà peraltro, com’è noto, di un particolare significato nella parabola evangelica del Buon Pastore. Il simbolismo del pastore assume anche una connotazione che rinvia ad un tipo di saggezza intuitiva: “il pastore è colui che veglia sul gregge. La sua funzione è un costante esercizio di vigilanza: egli è sveglio e vede ciò che gli altri, a causa del loro dormire, non vedono”. D’altronde “il pastore è assimilato al nomade, a chi non ha fissa dimora, e, per analogia, all’anima che in questo mondo non è radicata ed è sempre di passaggio”. Il nomadismo assume qui valenze positive rispetto alla staticità dei sedentari contadini legati ad un luogo, ad un villaggio.
In numerosi documenti, anche vetero-testamentari, il pastore è inoltre assimilato “ad un saggio la cui azione deriva dalla contemplazione e dalla visione interiore”. [Sergio Todesco es da https://www.letteraemme.it/due-tre-cose-so-sul-natale/]

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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