Queen Mary

La versione della filastrocca-gioco per bambini Queen Mary registrata dagli Steeleye Span nel loro album Horkstow Grange viene dalla Scozia. La filastrocca è stralciata da una lunga poesia settecentesca (15 versi) composta da Thomas Scot di Falkirk sulla vezzosa figlia di un laird della zona di nome Russel o Russell[1], secondo i ricercatori la poesia deve essersi diffusa tramite broadside.
Quando i bambini giocavano insieme per le strade e nelle piazze, si divertivano cantando delle vecchie canzoni imparate in famiglia dalla mamma o dai fratelli maggiori. Dalle ricerche di Joe Offer[2] apprendiamo che Queen Mary è una filastrocca da cantare in un girotondo in cui la bambina di turno si mette nel centro e mima la storia, qui manca la terza strofa del gioco, quello delle “risate”.

La melodia è una variante della Bonny Dundee, gli Steeleye Span ci aggiungono come carillon la melodia di Hunsden House

Queen Mary

Roud 6281 ; G/D 8:1605 ; Henry H230 ; Ballad Index HHH230 ; trad.]

1.Queen Mary, Queen Mary, my age is 15.
My father’s a farmer on yonder green,
With plenty of money to make me sae braw.
But there’s nae bonny laddy to take me awa.

2.Each morning I rise and make myself clean,
With ruffles and ribbons and everything fine,
With the finest hair cushions and French curls twa.
But there’s nae bonny laddy to take me awa.
[It’s ten times a day I look in my glass,
And I think in my heart that I am a fine lass;
Then with a loud laughter I give a gaf-ha,
Saying, Will no bonny laddie come take me awa’.]

Steeleye Span

Regina Mary, Regina Mary, ho 15 anni.
mio padre è un contadino(1) in quella tenuta,
con un sacco di soldi per farmi vestir bene(2).
Ma non c’è nessun bel ragazzo che mi porti via.

Ogni mattina mi alzo e mi sistemo,
con volant e nastri e ogni cosa elegante,
con la più bella parrucca e due boccoli alla francese.(3)
Ma non c’è nessun bel ragazzo che mi porti via.
[Mi ammiro nello specchio dieci volte al giorno
e credo in cuor mio di essere graziosa
poi mi faccio una sonora risata
dicendo “Verrà un bel ragazzo a portarmi via?”
] (4)
NOTE
(1) più che contadino è un signore di campagna, un laird
(2) tra i vari significati del termine scozzese braw c’è anche quello che significa: vestito bene o allegramente; bene, applicato ai vestiti. 
(3) hair cushion è un rigonfiamento dei capelli; si descrive una tipica parrucca barocca detta alla Maria-Antonietta, con un’acconciatura pouf,  la struttura di cuscinetti e cuscini su cui venivano avvolti e appuntati i capelli. Due lunghi boccoli potavano cadere dietro dalla nuca o ai lati del volto
(4) il verso delle “risate”
https://www.marieclaire.it/bellezza/capelli/a23125884/acconciature-del-700/

[1] Scottish Ballads and Songs, Maidment “The Farmer’s daughter” https://books.google.it/books?id=tOcNAAAAQAAJ&pg=PA190&lpg=PA190&dq=%22I+give+a+gaf-ha%22&source=bl&ots=qa29qdCwGb&sig=ACfU3U2_8K6HFyHGGH3bkBkgxW3pZTAyKw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjj9LTjy76EAxWd87sIHdD_DLwQ6AF6BAgIEAM#v=onepage&q=%22I%20give%20a%20gaf-ha%22&f=false
[2] http://www.joe-offer.com/folkinfo/songs/41.html

https://mainlynorfolk.info/steeleye.span/songs/queenmary.html

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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