Demon of the well

La canzone scritta da Ken Nicol per l’album degli Steeleye Span Bloody Men (2006) è ispirata ad una leggenda che risale al XVII secolo, associata al fantasma di Peg O’ Nell, detta anche “Peggy del pozzo”

La leggenda fa riferimento a fatti avvenuti nel XVII secolo a Waddow Hall, una residenza nobiliare nei dintorni di Waddington (Lancashire), costeggiata dal fiume Riddle, oggi diventata un hotel e un centro convegni  

Le storie del posto dicono che Peg fosse maltrattata da una pessima padrona. Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato nel 1987 in Pendle & Burnley Magazine, una sera di pioggia e vento, dopo un ennesimo litigio con la padrona, Peg fu mandata a prendere dell’acqua al fiume. All’epoca non esisteva il ponte, ma solo pietre per il guado. Peg probabilmente inciampò su queste pietre e cadde nell’acqua. Il giorno dopo il suo corpo annegato fu ritrovato vicino al fiume, con il collo rotto.

I successivi proprietari di Waddow Hall presero l’abitudine di attribuire allo spirito di Peggy tutte le disgrazie che accadevano nella casa, alimentando così la leggenda dello spirito vendicativo. Se il vento gemeva attraverso porte e finestre, era Peggy che si lamentava. Se un temporale colpiva la casa, era Peggy l’autrice del danno.

Ad una statua che si trovava vicino al pozzo venne dato il nome di Peg. E una volta che il padrone di casa si ruppe una gamba andando a caccia, allorché fu portato in casa la signora corse fuori in giardino e con un colpo d’ascia staccò la testa di Peggy dal suo corpo.

La canzone di Nicol accenna ad un certo William, un erede della tenuta di Waddow Hall la cui scomparsa fu attribuita alla vendetta di Peggy, così come quella della “dolce Isabel” sette anni dopo, e quindi ad una matron che dichiarava di non credere alla superstizione di Peggy ma fu un’altra a morire sette anni dopo. Alla fine però si scopre che William e Isabel erano scappati insieme per sfuggire proprio alla matron ed erano tornati dopo la sua morte.

Peggy lived at Waddow Hall, a servant maid was she
And suffered great misfortune
such I’d never wished on thee
First killed and drowned in the well,
her ghost was never laid
And now in every seven years an offering must be made 
Sweet Isabel the landlord’s ward
upon this New Year’s morn
She went a missing without trace, or so the tale is borne
The fate they said young William met
below the hippin-stonеs
The matron’s nephew vanishеd there just seven years ago 
Come follow me, the matron’s said,
why dost thou loiter so
And shame that he be cowed by an image made of stone
Such foolish apprehension,
she did say to quell their fears
For that which hath been dead and rotten
for these hundred years 
But within the rats and lumber of the cellar down below
She swung back the hammer and she made the final blow
Peggy’s head fell to the floor, she stood there petrified
It was then she saw young William,
standing there before her eyes 
Avaunt ye now thou senseless thing,
be gone from where ye dwell
For in the deep and darkness
lives the Demon of the Well 
But William, he had returned,
no river claimed his life
And Isabel had followed him, to then become his wife
The unbelieving matron died, from fear, that much is plain
And was deemed to be a victim,
to the wrath of Peggy’s manes

Peggy viveva a Waddow Hall, era una servetta
e subì una grande disgrazia
che non ti avrei mai augurato.
Prima fu uccisa e annegata nel pozzo,
il suo fantasma non fu mai sepolto
E ora ogni sette anni le deve essere fatta un’offerta.
La dolce Isabel, pupilla del padrone di casa,
questa mattina di Capodanno, scomparve senza lasciare traccia, o almeno così si racconta.
Si dice che il destino abbia incontrato il giovane William
alle pietre del guado
Il nipote della padrona è scomparso lì proprio sette anni fa
“Vieni e seguimi -disse la dama-
perché indugi così
e ti vergogni di farti intimorire da un’immagine di pietra?
E’ una così sciocca apprensione
-disse lei per sedare le loro paure-
per ciò che è stato morto e marcio
per questi cento anni
tra i topi e il legname della cantina laggiù”
Lei tirò indietro il martello e sferrò il colpo finale.
La testa di Peggy cadde a terra, rimase lì pietrificata.
Fu allora che vide il giovane William,
in piedi lì davanti ai suoi occhi.
“Vattene ora, cosa insensata,
vattene da dove dimori
perché nel profondo e nell’oscurità
vive il Demone del Pozzo”
Ma William era tornato,
nessun fiume aveva reclamato la sua vita
E Isabel lo aveva seguito, per poi diventare sua moglie
La dama incredula morì, di paura, questo è chiaro
E si pensò che fosse una vittima
dell’ira dello spirito di Peggy

https://www.mysteriousbritain.co.uk/folklore/peg-onell-of-waddow-hall-waddington/

https://thejournalofantiquities.com/2018/09/14/peg-onells-well-waddow-hall-near-waddington-lancashire/

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Pubblicato da Sergio Paracchini

Sergio Paracchini, ascoltatore seriale di buona musica, dagli anni ’70 innamorato del folk revival (celtico e non solo). Gestisce il gruppo Facebook “Folk rock e dintorni”.

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