Australia / Virginny

Australia / Virginny sono i titoli di alcune canzoni tradizionali sui deportati ai lavori forzati nelle colonie penali inglesi -a secondo del periodo di riferimento queste furono prevalentemente la Virginia (e la Carolina) in America e l’Australia.

Le transportation ballads erano pubblicate sui fogli volanti (broadside ballads) raccontate quasi esclusivamente in prima persona dal punto di vista del condannato alla colonia penale. L’intento era quello della dissuasione a delinquere, alcune però erano anche canti di protesta per la dura condanna inflitta ai “prigionieri politici” (in particolare i giacobiti scozzesi e i ribelli irlandesi)

Virginny

Roud 1488 ; Master title: Australia ; Ballad Index FaE012 ; VWML GG/1/13/779 ; Bodleian Roud 1488 ; trad.]

La giustizia inglese in quei tempi era a dir poco severa e si andava in carcere o sulla forca semplicemente perché si era dei poveri disgraziati che rubavano per fame (per lo più bracconieri). L’alternativa era la deportazione con la condanna ai lavori forzati, un espediente a cui ricorrevano i giudici, per fornire mano d’opera a basso costo nei territori di nuova colonizzazione. In genere e soprattutto agli inizi, i detenuti erano assegnati ai coloni in una specie di libertà vigilata o erano impiegati nei lavori pubblici. 
Ma se apparentemente l’alternativa alla deportazione poteva sembrare migliore, in realtà i detenuti erano soggetti a duri maltrattamenti (frustate, ceppi e isolamento) e a un duro lavoro, e molti morivano prima di espiare la propria condanna. Coloro che riuscivano a terminare il loro periodo di detenzione (che poteva arrivare fino a 14 anni) a volte ritornavano in patria (se non ne erano stati banditi per motivi politici) ma la maggior parte finiva per restare nella colonia.


1.Now come all you young fellas where ere you may be
Come listen awhile and I’ll tell you
For it’s many the young man myself I have seen
More fitted to serve than to die on the string
But those hard hearted judges how cruel they have been
For they’ve sent us poor lads to Virginia
For they’ve sent us poor lads to Virginia.
2.Now when I was in service in fair London town
I worked long and hard for my master
Till those pretty young ladies they led me astray
And my work I neglected for sport and for play
And for to maintain it robbed on the highway
And for that I was sent to Virginia
And for that I was sent to Virginia.
3.Now when we got to Virginia, that cold shameful place
Which now I recall in my story
Our captain he stood with a whip and a cane
And he bargained for us, to be sold out of hand
Like horses they yoked us that ploughed the salt main
And they sold us for slaves in Virginia
And they sold us for slaves in Virginia.
4.Now when I robbed on the highway
well I lived at my ease
I laid down me head on soft feathers
With a glass in me hand and a lass on me knee
No robber in England lived better than me
Now me bed’s the cold ground,
far across the salt sea
And how is my fate in Virginia
And how is my fate in Virginia.
5.Oh England, oh England, I fear I’ll not see more
If I do it’s ten thousand to twenty
For me fingers and rotting and me back it is sore
And I wander around right down at death’s door
But if I could just live to see seven years more
Well I’d soon bid farewell to Virginia

Traduzione italiana Cattia Salto
Ora venite giovani tutti ovunque voi siate
venite ad ascoltare un po’ e vi dirò
perché sono molti i giovani che ho visto io stesso
più adatti a servire che a morire appesi alla corda,
ma quei giudici duri di cuore quanto sono stati crudeli
perché ci hanno mandato, poveri ragazzi, in Virginia(1)
perché ci hanno mandato, poveri ragazzi, in Virginia.
Quando ero a servizio nella bella città di Londra
ho lavorato a lungo e duramente per il mio padrone
finché quelle belle signorine mi hanno traviato(2)
e il mio lavoro l’ho trascurato per il divertimento e il gioco
e per tirare avanti derubavo sulla strada maestra
e per questo fui mandato in Virginia
e per questo fui mandato in Virginia.
Ora, quando siamo arrivati in Virginia, quel posto freddo e squallido che ora ricordo nella mia storia,
il nostro capitano stava con frusta e bastone
e ha contrattato per noi su due piedi.
Come cavalli al giogo solcammo il mare salato
e ci hanno venduto come schiavi in Virginia
e ci hanno venduto come schiavi in Virginia.
Ora, quando derubavo sulla strada maestra,
beh vivevo a mio agio:
posavo il capo su morbide piume
con un bicchiere in mano e una ragazza sulle ginocchia!
Nessun ladro in Inghilterra viveva meglio di me.
Ora il mio letto è la terra fredda,
lontano, al di là del mare salato
Che destino in Virginia!
Che destino in Virginia!
Oh Inghilterra, oh Inghilterra, temo che non ti vedrò più
se lo faccio sono circa diecimila o ventimila (miglia)
Perché ho le dita in decomposizione e la schiena mi fa male e gironzolo proprio sulla soglia della morte(3).
Ma se solo potessi vivere per vedere altri sette anni(4)
beh, presto direi addio alla Virginia

NOTE
(1) la Virginia fu la prima colonia britannica nell’America del Nord ai tempi di Giacomo I, dedicata al nome della Regina Elisabetta I la “Regina Vergine”, man mano che gli inglesi aumentavano il loro uso del tabacco venivano realizzate vaste piantagioni lungo i fiumi con una massiccia importazione di schiavi dall’Africa, che lavoravano pure in grandi numeri nelle piantagioni di cotone e riso.
(2) le cattive influenze sono spesso tirate in ballo dai condannati, donnine, bevitori, giocatori incalliti (la vita preferita dai Libertini inglesi, ovviamente di nobili origini) qui il protagonista è un giovane apprendista di bottega e per lui non ci sono attenuanti!
(3) immancabile lamentazione del duro trattamento subito dal narratore
(4) le pene detentive erano molto severe e ben pochi condannati riuscivano a scontare il lungo periodo di detenzione che poteva andare dai 7 ai 14 anni, perché morivano molto prima di stenti!

Bob Fox
Martin Carthy in Crown of Horn

Australia

La versione Australia viene principalmente da Bob Hart (il cantante del Suffolk) ed è una riscrittura della precedente Virginny. Le ballate ottocentesche che hanno come tema la deportazione in Australia sono ricorrenti per tutto l’Ottocento. Botany Bay, Moreton Bay, Van Diemen’s Land, Port Phillis, Port Arthur, Macquarie Harbour, e Norfolk Island sono tristi nomi che ricorrono nelle ballate sulle deportazioni in cui si mescolarono realtà a fantasia tese a formare l’opinione e le aspettative dell’uomo comune su quelle terre.


1.Come all you young fellows wheresome’er you may be,
Come listen awhile to my story.
For when I was a young man, my age seventeen,
I ought to be serving Victoria, our Queen.
But those hard-hearted judges, oh, how cruel they be
To send us poor young lads to Australia.
2.I fell in with a damsel, she was handsome and gay,
I neglected my work more and more every day,
And to keep her like a lady, I went on the highway,
And for that I was sent to Australia.
Australia, I would ne’er see no more
Worn out with the fever, cast down to Death’s door,
And if I ever live, say, seven years more,
I would soon bid adieu to Australia.

3.Now the judges, they stand with their whips in their hands And they drive us like horses to plough up the land.
You should see us poor young fellows, a-working in the gaol-yard,
How cruel is our fate in Australia.

Traduzione italiana Cattia Salto
Venite giovani ovunque voi siate,
venite ad ascoltare un po’ la mia storia.
perché quando ero giovane e avevo diciassette anni,
dovevo servire Vittoria, la nostra regina.
Ma quei giudici dal cuore duro, oh, quanto furono crudeli
a mandare noi poveri ragazzi in Australia.
Mi sono imbattuto in una damigella, era bella e allegra,
trascuravo il mio lavoro ogni giorno sempre di più,
e per mantenerla come una signora, sono diventato un bandito(1) e per questo sono stato mandato in Australia.
Australia, vorrei non vederla mai più
logorato dalla febbre, scagliato sulle soglie della Morte,
e se mai vivessi, diciamo, altri sette anni,
direi presto addio all’Australia.

Ora i giudici stanno con le fruste in mano
e ci conducono come cavalli per arare la terra(2).
Dovreste vederci, poveri giovani, che lavoriamo nel cortile della prigione,
com’è crudele il nostro destino in Australia!!

NOTE
(1) l’imprecisione storica è evidente, nell’ottocento la pena per i banditi di strada era l’impiccagione non la deportazione. Nel settecento erano peraltro deportati nelle colonie penali della Virginia/Carolina
(2) i deportati sono venduti ai coloni e legati all’aratro come bestie da soma

George Sansome
Steeleye Span in Horkstow Grange 1998

https://mainlynorfolk.info/martin.carthy/songs/australia.html
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=67600
https://mudcat.org/thread.cfm?threadid=100056

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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