Tramps and hawkers

Tramps and hawkers è una canzone tradizionale dei traveller e sui traveller.

Summer Walkers: i raminghi

“Summer walkers” o più comunemente “traivellers” (irish o highland travellers) o in senso spregiativo “tinkers” (dal gaelico stagnai) sono una popolazione nomade discendente forse dalla popolazione autoctona di lingua gaelica. Vivevano come calderai (che riparavano pentole e padelle), venditori ambulanti e commercianti di cavalli. Erano anche lavoranti stagionali nelle aziende agricole o pescatori, che si spostavano a seconda della disponibilità di lavoro.

Alcuni erano organizzati in gruppi o comunità, ma spesso viaggiavano soli o con il proprio nucleo famigliare. Spesso musicisti ambulanti, “conta storie” erano i depositari dei canti e delle musiche della tradizione popolare delle Isole Britanniche. Si sono diffusi in Irlanda, Gran Bretagna e seguendo i flussi migratori anche negli Stati Uniti.

Sono i raminghi, le vestigia d’una cultura che non si è mai adattata alla vita stanziale, un tempo i benedetti dagli dei.

Tramps and hawkers

IRISH TRAVELLERS

Più comunemente detti gli zingari irlandesi anche se non sono di etnia rom, sono i viaggiatori irlandesi una popolazione nomade dalle caratteristiche somatiche tipicamente irlandesi (capelli rossi e lentiggini comprese) parlante una lingua detta gammon o cant – un po’ gaelico e un po’ hiberno-english. L’analisi del DNA compiuta con un approccio scientifico nei più recenti anni ha evidenziato che i Pavee sono una distinta minoranza etnica divisasi dalla comunità irlandese stanziale da almeno 800-1000 anni.

I Pavee

Finalmente gli studiosi di folklore hanno incominciato a prenderli seriamente in considerazione e così nel  Department of Irish Folklore dell’University College di Dublino si stanno catalogando e custodendo le storie, le favole e le antiche canzoni celtiche tramandate dai Travellers.
Anche se oggi non viaggiano più nei carri a botte trainati dai cavalli, ma nei caravan traggono ancora dall’allevamento dei cavalli la loro principale fonte di sostentamento.

Alla lunga anche loro sono stati “domicilati” in qualche sobborgo popolare o nei centri di accoglienza istituzionali, eppure un buon 30% vive ancora in sistemazioni “autogestite” ai bordi delle strade: meglio la libertà anche se si rinuncia all’acqua corrente e al riscaldamento per finire inscatolati tra le quattro pareti di un condominio.

Vivono in famiglie patriarcali molto grandi, preferiscono vivere nei caravan e tendono ad avere un nomadismo non raggruppato ma sparpagliato anche se occasionalmente abitano in case in muratura e comunque sempre mantenendo una mentalità nomade anche quando sono stanziati; la casa viene considerata come un luogo di sosta del loro tragitto, sia che la sosta duri 20 giorni o 20 anni!
Si stima che siano 21.000 i Travellers attualmente residenti nella Repubblica d’Irlanda (lo 0,5% della popolazione), dove la metà di loro non ha accesso a strutture igieniche, elettricità, raccolta rifiuti e acqua. In passato i Pavee immancabilmente si spostavano ma la politica governativa a partire dal 1960 in poi ha persuaso molti di loro a stabilirsi in abitazioni fisse, una politica che è sempre più in discussione perché ha minato il loro stile di vita e i valori tipici. In qualsiasi caso, per i Travellers è quasi impossibile integrarsi nella società in cui vivono, a causa delle discriminazioni e del loro stile di vita molto diverso. Per un Pavee, integrarsi, significherebbe separarsi dal suo ambiente, rinunciare alla sua lingua e alla sua cultura.

Tradizionalmente, per mantenersi, svolgevano le più svariate attività: erano fabbri, venditori ambulanti, commercianti di cavalli e di merci usate di ogni genere e inoltre fornivano servizi dove e quando c’erano lacune nel mercato. Ma recentemente, essendo stati persuasi a vivere in case e quindi con una conseguente perdita della mobilità necessaria per continuare a gestire i loro commerci, molti Travellers oggigiorno vivono di assistenza statale.
Alcuni di loro sono allevatori di cani di razza come i levrieri o i lurcher e hanno una lunga reputazione nell’allevamento dei cavalli. Ogni anno organizzano importanti fiere equine in molte città, tra le quali: Ballinasloe (presso Galway), Puck (Kerry), Ballabuidhe (Cork), la fiera mensile di Smithfield a Dublino e quella di Appleby in Inghilterra.
Spesso si occupano del riciclo di rifiuti in metallo (per esempio il 60% del materiale grezzo usato per produrre l’acciaio in Irlanda arriva da materiali di recupero).(tratto da qui)

HIGHLAND TRAVELLERS

Non c’è dubbio che i viaggiatori delle Highland abbiano svolto un ruolo essenziale nella conservazione della cultura gaelica tradizionale. Oltre al commercio di beni e servizi, l’eccezionale contributo dei viaggiatori alla vita delle Highland è stato quello di essere custodi di un’antica e vitale tradizione di canto, narrazione e folclore di grande importanza.

Il patrimonio linguistico dei viaggiatori comprende un affascinante linguaggio in gaelico chiamato Gergo dei fabbri. Fu usato, proprio come gli zingari usavano la lingua Rom, come un modo per mantenere segreti i loro affari agli estranei – ed è collegato al dialetto dei traveller irlandesi noto come Shelta.
La pressione per conformarsi a una società moderna ha portato a un declino del modo di vivere tradizionale. Le opportunità di lavoro, assistenza medica e previdenziale richiedono tutte un indirizzo fisso. La maggior parte delle famiglie ha smesso di viaggiare negli anni ’50 e la maggior parte di coloro che non sono entrati nella popolazione stanziale ora vivono in roulotte in speciali campeggi di proprietà del governo.

I metalmeccanici sono entrati nel settore dei rottami metallici; i commercianti di cavalli si sono convertiti nel trasporto di merci su strada. Oggi si stima che non ci siano più di 2.000 viaggiatori e zingari che vivono ancora “sulla strada” in Scozia

There is no question that Highland Travellers have played an essential role in the preservation of traditional Gaelic culture. Apart from trading in goods and services, the Travellers’ outstanding contribution to Highland life has been as custodians of an ancient and vital singing, storytelling and folklore tradition of great importance.

The Travellers’ linguistic heritage includes a fascinating pigeon-Gaelic ‘cover-tongue’ called Beurla-reagaird. It was used, just as Gypsies used the Romany tongue, as a way of keeping their business secret from strangers – and is related to the Irish Traveller dialect known as Shelta.
Pressure to conform to a modern society has led to a decline in the traditional way of life. Employment, medical and social security opportunities all demand a fixed address. Most families stopped travelling in the 1950s, and the majority of those who have not entered the settled population now live in caravans on special council-owned campsites.

Metalworkers have entered the scrap-metal business; horse-dealers have moved into road haulage. Today it is estimated there are no more than 2,000 Travellers and Gypsies still living ‘on the road’ in Scotland (tratto da qui)

TRAMPS & HAWKERS

travellersSourceMain

Ci sono diversi testi sulla stessa melodia, ma la versione scozzese è intitolata Come All Ye Tramps and Hawkers ed è attribuita a ‘Besom Jimmy’ (Jimmy Henderson) un venditore ambulante di fine Ottocento che la diffuse tra la comunità di travellers; Jimmy MacBeath, bracciante itinerante per Scozia e Irlanda nonchè musicista, la cantò al People’s Festival di Edimburgo nel 1951 aggiungendo di suo.
Il titolo si traduce come “vagabondi e girovaghi” (hawkers ha un significato più specifico di mercante girovago, venditore ambulante) e il canto è un elogio alla vita libera dei travellers ottocenteschi (vedi).

Prima di tutto la melodia che come già detto è la base di moltissime canzoni sia in Irlanda che Scozia. Ricorda vagamente “the Lakes of Pontchartrain”:

Andrew Boyle bellissimo il video con le immagini di travellers e braccianti e anche molto evocativo l’arrangiamento (strofe I, IIIA, IVA, IIA, I)

Old Blind Dogs in Fit? 2001 i quali prendono la prima strofa come coro (strofe VI, IIC, IVC, IIIB, VI, VII, VIII)

The Dubliners (voce Luke Kelly) (strofe I, IIB, IIIB, IVB) sostanzialmente si segue il testo della versione scozzese

Ho unito tutte le varianti delle strofe in un unico collage tenendo conto che gli Old Blind Dogs riprendono solo in parte le strofe considerate “standard”

I
O come all you tramps and hawkes, come all you tramps and hawkes you gaitherers o blaw(1)
That tramp the country round and round come listen one and all.
I’ll tell to you a roving tale of the sights that I have seen.
It’s far into the snowy north and south by Gretna Green(2)
I
Com all ye tramps an the hawkers lads
An gaitherers o blaw(1)
That tramps the contrie rownd an rownd Com lissen an an a’
A’ll tell tae ye a rovin tale O sites that A hae seen
It’s far intae the snawy north An sooth bi Greetna Green
 
IIA
Sometimes I laugh unto my self while trudging on the road. My bag of meal(1) slung o’er my back, my face as brown as a toad(3).
With lumps(4) of cheese and tatty scones(5), with bread and braxie(6) ham. Never giving a thought to where I’ve been and less to where I’m going.
IIB
Aft tyms A’ve laufd intae mysel’ When A trudged on the road My tor rags rownd my blister’t feet My face as brown as toad’s(3) Wi lums(4) o cake an tattie scons(5) Wi whangs o braxie(6) ham
No gien the thocht frae whaur A’ve com An lest frae whaur A’m gaun
IIC
Oft hae I laughed intae myself when trudgin’ on the road Wi’ a bag o’ bla’(1) upon by back, my face as brown’s a toad(3)
Wi’ lumps(4) o’ cake and tatties cones (5) and cheese and braxie(6) ham
Nae thinking where I’m comin’ frae or where I’m goin’ tae gang
IIIA
Oh I’ve done my share of loading ships with dockers on the Clyde
I laboured hard wi trawlermen pulling herring over the side
I helped to build the michty bridge(8) that spans the busy forth And with many an Angus farmer’s plough I broke the bonny earth.
IIIB
A’ve don my share o humpin(7) wi The dockers on the Clyde I’ve helped in Buckie trawlers haul The herrin o’er the side
A help tae build The Michty Bridge(8) That spans the busy Forth An wi mony an Angus fairmer’s trig(9) A’ve plooedthe bonnie earth
 
IVA
Oh I’m happy in the summertime beneath the bright blue sky. Never thinking in the morning where at night I’ll have to lie.
In barn or byre or anywhere dossing(15) out among the hay. And if the weather treats me right I’m happy ev’ry day.
IVB
A’m happy in the summertime Beneath the bricht blue sky
No thinkin in the mornin whaur At nicht A’ll hae tae lie
In barn or byre or anywhaur Dossin(15) oot amang the hay
An if the weather treats me richt A’m happy every day.
IVC
I’m happy in the summer time beneath the bricht blue sky
Nae thinkin’ in the mornin’ at nicht where I’m to lie Barns or byres or anywhere, or oot among the hay
And if the weather does permit, I’m happy every day
Traduzione italiano di Cattia Salto
I
Venite vagabondi e girovaghi voi canne al vento(1) che girate il paese in lungo e in largo, venite ad ascoltare un po’.
Vi racconto una storia di giramondo dei posti che ho visto, dal Nord innevato fino al sud di Gretna Green(2)
II
Spesso ho riso tra me e me quando faticavo per la strada con la sacca sulle spalle la mia pelle scura come la volpe con pezzi di dolce e tortini di patate(5) e formaggio e prosciutto di pecora(6),
senza pensare da dove sono venuto o dove sto andando
III
Ho fatto la mia parte di lavoro con gli scaricatori portuali di Clyde, ho lavorato con i pescatori nel tirare su le aringhe, ho aiutato a costruire il Ponte Michty che attraversa il Forth affollato e con molte paia di cavalli di una fattoria ho arato la buona terra
IV
Sono felice d’estate sotto il luminoso cielo blu senza preoccuparmi al mattino di dove andrò a dormire la notte, nel fienile o nella stalla o ovunque per dormire all’aperto tra il fieno, e se il tempo mi tratta bene sono felice tutto il giorno
V
I’ve seen the high Ben Nevis
a-towerin’ tae the moon
I’ve been by Crieff and Callander
and roun’ by Bonny Doon
And by the Nethy’s silvery tide
and places ill tae ken(10)
Far up intae the stormy north lies Urquhart’s fairy glen(11)
VI
Loch Katrine and Loch Lomond have a’ been kent by me
The Dee, the Don, the Deveron that rushes tae the sea
Dunrobin Castle by the way, I nearly hae forgot
And aye, the rickle o’ cairn(12) marks at the house o’ John o’ Groats(13)
VII
I’m often ‘roon by Gallowa’
and doon about Stranraer
My business leads me onywhere,
I travel near and far
I’ve got a rovin’ notion,
there’s nothing that I loss(14)
And a’ my days my daily fare and what’ll pay my doss(15)
VIII
I think I’ll go to Paddy’s land(16),
I’m makkin’ up my mind
For Scotland’s greatly altered now,
I canna raise the wind(17)
But I will trust in Providence,
if Providence proves true,
And I will sing o’ Erin’s isle(18) ‘ere I get back to you
V
Ho visto il grande Ben Nevis
svettare alla luna
sono stato a Crieff e Callander
e nei pressi del bel Doon
e dalla marea argentata del Nethy
e in altri posti simili
Fino al nord tempestoso dove sta la bruma fatata di Urquhart
VI
Ho attraversato i Loch Katrine e Loch Lomond
Il Dee, il Don e il Deveron che corre verso il mare,
ah quasi dimenticavo
il Dunrobin Castle
e si, il tumulo di pietre che segna la tomba di “John O’Groats”(13)
VII
Sono spesso nei dintorni di Galloway
e giù per Stranrare
i miei affari mi portano ovunque,
vado in lungo e in largo,
ho una mente vagabonda
non c’è niente che mi manca
e tutti i giorni ho il mio pane quotidiano e un posto per dormire(15)
VIII
Penso che andrò in Irlanda,
ci sto pensando seriamente,
perchè in Scozia sono tempi difficili
e non riesco ad tirare su dei soldi(17) ma confido nella Provvidenza,
se la Provvidenza esiste,
canterò dell’Isola di Erin da dove ritornerò a voi

NOTE
1) “gaitherers o blaw“: si sono avanzate molte ipotesi in merito al significato del verso che io ho tradotto in italiano come “canne al vento” nel triplice significato di “gente che vive all’aria aperta” “suonatori di cornamuse” e anche “coloro che diffondono storie” (con una sfumatura però dispregiativa nel senso di vane chiacchiere -blether-, sciocchezze); ‘gie yer rigs a bla,’ sono le bagpipes, e ‘Gie yer airs a bla,’ sono le melodie suonate dalle pive. Il verso è spesso cantato dai travellers “gie yer ‘airs’ a blaw.”o anche “gie yer ‘rigs’ a bla,” ( to give your set of bagpipes a bla). Questo significato mi sembra anche più in sintonia con la strofa d’apertura tipica di ogni cantastorie che si rispetti, che richiama la gente perchè si raduni ad ascoltare quello che ha da dire.
Un secondo significato completamente diverso è quello che traduce blaw con oatmeal (o meglio a mixture of oatmeal and animal fat) quindi la traduzione in italiano è: raccoglitori di farina d’avena o grano (wheat, corn).
Alcuni più poeticamente credono che blae sia il diminutivo di Blaeberrie e così la parola vuole sottolineare il nomadismo dei travellers che si nutrono di bacche che crescono spontanee. Questa seconda scuola di pensiero si rafforza in considerazione della II strofa in cui di descrivono varie provviste da viaggio
2) Greetna Green è il primo paese che si incontra dopo il confine inglese famoso per i suoi matrimoni lampo 
3) Tod pronunciato “toad” or “toäd” (Scozia e Nord Inghilterra) si traduce come rospo, ma nel dialetto significa volpe
4) lums = pieces
5) tattie = potato; gli scones sono una ricetta tipica della Scozia e quelli di patate sono serviti come una focaccina di patate e farina cotta alla piastra o come mini panini molto morbidi cotti nel forno.
6) braxy infezione batterica delle pecore che porta alla morte ma che non danneggia la carne, la quale risulta ancora commestibile
7) humping =working?
8) Michty Bridge: Forth Railway Bridge vicino ad Edimburgo
9) Trig= Pair of animals for ploughing.
10) places ilk y’ken = “other places you know”, ilk = like = similar; altri erroneamente vedono l’aggettivo “ill” in senso negativo (evil, unwholesome, harsh, severe, troublesome, unfriendly) cioè come posti in cui i travellers non sono i benvenuti, ma questo perchè traducono la parola dall’inglese e non dallo scozzese
11) Urquhart Castle è sul Loch Ness (Inverness)
12) Cairn: landmark heap of stones (Rickle : tumulo) vedi
13) John o Groat/Groats: si intende non la casa ma la tomba di John O’Groats
14) Loss: lose, miss
15)”And a’ I need’s my daily fare and whit’ll pey my doss. “For It’s my daily fare an’ as much’ll pay my doss.”: tutto quello di cui ha bisogno è solo abbastanza cibo e un posto per dormire; doss: alloggio a buon mercato (costo del posto letto)
16) Paddy’s Land: Ireland
17) letteralmente “non posso alzare il vento” ci sono due traduzioni per questa frase in una wind= money e quindi il protagonista è in difficoltà a trovare lavoro oppure come al punto 1) il protagonista vuole intendere che non può cantare, suonare
18) Erin’s Isle: Irlanda

continua SMUGGLING THE TIN

FONTI
http://www.scatolepiene.it/gli-irish-travellers-i-nomadi-irlandesi/
http://altrairlanda.freeforumzone.com/discussione.aspx?idd=2560306
http://www.martinazuliani.eu/it/chi-sono-traveller-irlandesi/
http://sangstories.webs.com/trampsandhawkers.htm
http://mysongbook.de/msb/songs/c/comeally.html
http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=96122
http://thesession.org/tunes/7091
http://paleotool.com/2014/03/04/travellers-7/

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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