The Streets of New York e l’irish pride

Streets of New York è una tipica canzone irlandese sia nella struttura melodica che negli accenti del canto. L’argomento poi è anche quello tipico sull’emigrazione della popolazione irlandese verso l’America. Ma The Streets of New York non è un canto tradizionale in senso stretto. Il suo autore è Liam Reilly – cantautore irlandese nato il 29 gennaio 1955 a Dundalk, Irlanda ( e morto all’inizio del 2021).

Frontman della band Bagatelle attiva dal 1978 (con il batterista Wally McConville, il bassista Ken Doyle e il chitarrista John O’Brien) nel 1980 all’esordio discografico rinunciò alla carriera solista per restare con il gruppo: Bagatelle ha riscosso un notevole successo in Irlanda negli anni ’80 suonando in concerti e festival con Bob Marley, Don McLean, Van Morrison, Thin Lizzy, The Pogues e U2. (Bono degli U2 aveva una grande considerazione per i Bagatelle)
Tuttavia al gruppo non è riuscito il balzo nel mercato internazionale e così a metà degli anni 80 Liam si trasferì a Savannah, negli Stati Uniti per prendersi una pausa dalla band.
Bagatelle si rifondò nel 1992 con vari tour mondiali.
Molte delle canzoni di Liam Reilly sono diventate dei tradizionali come “Streets of New York”, “Flight of the Earl’s” e “Boston Rose” .
All’inizio degli anni 2000, la Emerald Records ha pubblicato una compilation di due CD con i più grandi successi di Reilly. 
Reilly è tornato a vivere a Dundalk in età avanzata per essere vicino alla famiglia e agli amici.

The Streets of New York

Si narra la storia di un giovane irlandese che lascia la campagna e grazie all’aiuto dello zio si trasferisce a New York per lavorare nel corpo della polizia di Brooklyn. Quando arriva apprende che lo zio è appena morto in servizio ucciso in una sparatoria. Ma il padre lo incoraggia a mantenere l’impegno e a non dimenticare mai le sue origini irlandesi.

Poliziotti e vigili del fuoco irlandesi a New York

Gli irlandesi iniziarono a sbarcare a New York in modo massiccio tra il 1840 e il 1850 e si stabilivano in case popolari sulla Lower East Side di Manhattan e a Hell’s Kitchen. I lavori che potevano trovare erano quelli più umili come servitori delle famiglie più abbienti (mansioni per lo più femminili) o come sterratori e manovali (edilizia, canali, strade, ferrovie), molti si arruolavano (volenti o nolenti) nell’esercito o finivano nella malavita (nelle prime bande di strada e poi nell’organizzazione della mafia irlandese). Ma anche molti furono gli irlandesi che trovarono lavoro nelle forze dell’ordine o nei corpi dei vigili del fuoco. Una nuova ondata migratoria dopo la seconda Guerra Mondiale vide 50.000 irlandesi trasferirsi in America negli anni del 1950 di cui circa un quarto si stabilì a New York.
Su Wikipedia leggiamo: “Entro il 1855, il 17% dei poliziotti di New York era nato in Irlanda (a paragone del 28% complessivo urbano), ovvero 304 agenti su 431 nati all’estero. Negli anni ’60 dell’ ‘800, metà dei poliziotti di New York erano irlandesi. Attorno al 1900, cinque poliziotti newyorkesi su sei erano nati in Irlanda o figli di immigrati irlandesi. Nel 1960, il 42% dei poliziotti di New York si potevano definire irlando-americani.

La NYPD Emerald Society ha adottato “Streets of New York” a inno ufficiale durante gli eventi sociali dei suoi membri (forze dell’ordine, vigili del fuoco e agenzie di servizio civile di origine irlandese-americana) e le occasioni speciali.

Bagatelle
Ryan McMullan una magnifica interpretazione live accompagnandosi alla chitarra
The Wolfe Tones che nel 1981 raggiunsero la prima posizione nella Irish Singles Chart restando in vetta per 26 settimane. Alla notizia della morte di Liam i Wolf Tones gli hanno sempre reso omaggio come un “maestro cantautore”
Derek Warfield & The Young Wolfe Tones

I was eighteen years old  when I went down to Dublin,
With a fistfull of money and a cartload of dreams,
“Take your time said me father, stop rushing like hell,
and remember all is not what it seems to be.
For there’s fellas would cut ye for the coat on yer back,
or the watch that ye got from yer mother,
so take care me young buck-o and mind yourself well,
and will ye give this wee note to me brother.”

At the time Uncle Benjy was a policeman in Brooklyn,
And me father the youngest looked after the farm,
When a phonecall from America said ‘Send the lad over’,
Well the old fella said “It wouldn’t do any harm,
For I spent me life working this dirty old ground,
For a few pints of porter and the smell of a pound,
And sure maybe there’s something you’ll learn or you’ll see,
and you can bring it back home, make it easy on me .”

So I landed at Kennedy, and a big yellow taxi
Carried me and me bags through the streets and the rain,
Well me poor heart was thumpin’ around with excitement,
And I hardly ever heard  what the driver was saying,
We came in the Shore Parkway to the Flatlands of Brooklyn,
To my Uncles apartment on East 53rd,
I was fellin’ so happy I was hummin’ a song,
And I sang, “you’re as free as a bird”.

Well to shorten the story what I found out that day,
Was that Benjy got shot down in an uptown foray,
And while I was flyin’ my way to New York,
Poor Benjy was lying in a cold city morgue,
Well I phoned up the old fella told him the news,
I could tell he could hardly stand up in his shoes,
And he wept as he said “Go ahead with the plan,
And not to forget be a proud Irishman”.

So I went up to Nellies beside Fordham Road,
And I started to learn about lifting the load,
But the heaviest thing I carried that year,
Was the bittersweet thoughts of my hometown so dear,
I went home that December ‘cause the old fella died,
Had to borrow some money from a Phil on the side,
And all the bright flowers and brass couldn’t hide,
The poor wasted face of me father.

I sold up the old farmyard  for what it was worth,
And into me bag stuck a handful of earth,
Then I boarded a train and I caught me a plane,
And I found myself back in the US again,
Its been twenty two years since I set foot in Dublin,
Me kids know to use  the correct knife and fork,
But I never will forget the green grass and the rivers,
As I keep law and order on the streets of New York.

Avevo 18 anni quando andai a Dublino,
con una manciata di soldi e una valigia di sogni,
“Fai con calma -disse mio padre- smettila di dannarti in giro
e ricorda che non tutto è come sembra.
Perchè ci sono compagni che ti accoltellerebbero alla schiena
per la giacca o per l’orologio che ti ha dato tua madre,
così abbi cura di te, giovanotto, e stai ben attento
e dai questo biglietto a mio fratello.”

A quel tempo mio zio Benjy era un poliziotto a Brooklyn
e mio padre il più giovane (della famiglia) badava alla fattoria,
quando telefonò dall’America “Manda qui il ragazzo”
beh, il vecchio disse “Male di certo non ti farà,
perchè ho passato la vita a lavorare questa dannata terra,
per poche pinte di porter e un annusata ai soldi,
e forse c’è qualcosa che imparerai o vedrai
e che riporterai a casa, rendendomi tutto più facile “

Così atterrai al Kennedy e un grosso taxi giallo
portò me e i bagagli per le strade e la pioggia,
con il cuore che mi batteva per l’eccitazione
e a mala pena ascoltavo quello che il guidatore diceva,
arrivammo sulla strada panoramica per i Flatlands di Brooklyn
all’appartamento di mio zio sulla 53esima Est (1);
ero così felice che canticchiavo una canzone
e cantavo “sei libero come un uccellino”

Beh per farla breve quello che scoprii quel giorno fu che
a Benjy avevano sparato in un’incursione ai quartieri alti
e mentre ero in volo verso New York,
il povero Benjy era steso in un freddo obitorio della città
Beh telefonai al vecchio per dargli la notizia,
posso dire che a mala pena si reggeva in piedi,
e che pianse mentre diceva “vai avanti con il piano
e non dimenticarti di essere un fiero irlandese”

Così andai ai Nelly accanto a Fordham Road (2)
e iniziai a imparare su come sollevare il carico,
ma la cosa più pesante che portai quell’anno
furono i ricordi agrodolci della mia cara città natale.
Andai a casa quel Dicembre perchè il vecchio morì
ho dovuto prendere in prestito i soldi da parte di Phil
e tutti i fiori colorati e l’ottone non potevano nascondere
la povera faccia devastata di mio padre.

Vendetti la fattoria per il poco che valeva
e nella sacca infilai una manciata di terra
poi salii su un treno e presi l’aereo
e mi ritrovai di nuovo negli States.
Sono passati 22 anni da quando misi piede a Dublino
i miei figli adesso usano correttamente coltello e forchetta,
ma non dimenticherò mai l’erba verde e i fiumi, mentre
mantengo la legge e l’ordine nelle strade di New York

NOTE e traduzione italiana di Cattia Salto
1) Flatlands è un quartiere popolare di Brooklyn, nella parte a sud-est del quartiere. Originariamente era una città indipendente e divenne parte della città di Brooklyn nel 1896 la 53esima Est la attraversa quasi centralmente in senso longitudinale. Si descrive brevemente il tragitto del taxi dall’aeroporti internazionale J.F.Kennedy all’autostrada detta Belt Parkway composta da quattro strade panoramiche di cui la Shore Parkway con lo svincolo nel quartiere Flatlands
2) Fordham Road è una via principale nel Bronx e ospita il quartiere commerciale più grande e diversificato del distretto.

LINK
Bellsirishlyrics.com
https://beforeitsgone.co/stories/1XIBqT
https://irishamerica.com/2003/08/the-fading-of-the-green-at-nypd/
https://time.com/4097071/brooklyn-irish-immigrants-history/

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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