La tentazione – Gentil galando

[Nigra 78; trad.]

La tentazione

“La tentazione” è un canto piemontese in cui si mette alla prova l’onestà-fedeltà della donna, un tema ricorrente nei canti narrativi della Vecchia Europa. In genere è il marito/fidanzato che ritorna dalla guerra (o da un lungo viaggio) e sotto mentite spoglie “corteggia” la donna con proposte matrimoniali (return song).
In questa versione piemontese intitolata da Costantino Nigra “La Tentazione” (in Canti Popolari del Piemonte, 1888) è il fratello che corteggia-insidia la fanciulla (per dimostrare ai genitori che non è cosa buona mandarla da sola a governare le pecore per i monti ). Nella versione A del Nigra la fanciulla si nega, e non cede a lusinghe e bei regali del gentil galante. Invece nella versione cantata da Teresa Viarengo (in Cantè Bergera a cura di Roberto Leydi) la pastora accetta e quando il fratello le si rivela, lo implora di tenere nascosta la cosa al padre e alla madre. La ballata proveniente dalla Francia passa, attraverso il Piemonte, alle altre regioni del Nord e Centro Italia con i titoli: “Gentil galant”, “La bergera ënganà” oppure “Buondì, buongiorno vui padre, vui madre”, o anche “La pastora”. Possiamo anche inserire il canto tra il genere delle Pastorelle (o Pastorellerie)

Gentil galando: la tentazione

Alberto Cesa, Il Canzoniere del Piemonte

Il Canzoniere del Piemonte esce nel 2011 due anni dopo la morte di Alberto Cesa (libro e due Cd) tutto sul suo lavoro di ricerca, recupero e diffusione della musica piemontese.
La versione di La tentazione (intitolata Gentil Galando) -da un antologia dei primi dischi- è una variante del Nigra 78A -eseguita da I Cantovivo (dalla voce di Donata Pinti).

Gentil galando l’é ‘ndà a la guèra
l’é ‘ndà a la guèra quand l’é tornà
treuva le porte spalancà.
“Bondi bonjour o pare e mare
bondi bonjour l’é ‘n tra noi tre
la sorellina ‘ndo a ch’a l’é?”
“La nostra figlia l’é ‘ndà ‘n pastura
l’é ‘ndà in pastura su quei valon
sola solèta ch’a goerna ij moton”

“O che giudìssi d’un padre e una madre
mandé la fija sì tant lontàn
che i traditori la roberan (1)”.
“La nostra figlia l’é savia e accorta
l’é savia e accorta e sa ben parlà(2)
dai traditori ‘s lassa pa robà”

“Veuli ch’i gieugan voi pare e mare
voi cento lire mi cento scù
la sorellina iv la ròbo ‘d sigur”
Gentil galant a l’é tacà via
l’é tacà via su quei valon
cerché la bela a l’ombra dei busson.

“Bondi bonjour bela bërgera
bondi bonjour l’é ‘n tra noi doi
n’avèjsse damanca d’un servidor”
” A l’é sèt ani ch’i son bërgera
dla servitù l’hai pà mai butà
‘ncor adess che mi veuja comensà”
“L’hai ‘n paira dë scarpe (3) ‘nt la mia sachèta
ch’a v’andasìo tant bin ai vòst pé
bela bërgera ò vnìle a prové
Ho un anellino (4) ‘nt la mia sachèta
ch’a v’andasìa tant bin a voi
bela bërgera ò pijom-se noi doi(5)”
“Ma se voi foste il mio fratellino
sareste un boia traditor,
tradir(5) le fije a fare l’amor”

Gentil galante è andato in guerra
è andato in guerra e quando è tornato
trova le porte spalancate.
“Buon giorno padre e madre
Buon giorno tra noi tre
ma la sorellina dov’è?”
“Nostra figlia è andata al pascolo
è andata al pascolo su quei valloni
sola soletta a governare i montoni”

“Oh che giudizio di un padre e una madre
mandare la figlia così tanto lontano
che i traditori la ruberanno”
“La nostra figlia è giudiziosa e furba,
è giudiziosa e furba e sa parlare bene,
dai traditori non si lascerà rubare”

“Vogliamo scommettere padre e madre
voi cento lire e io cento scudi
che la sorellina ve a rubo di sicuro?”
Il gentil galante è andato via
e andato via su quei valloni
a cercare le bella all’ombra del boschetto.

“Buongiorno bella pastora
buongiorno tra noi due
avete bisogno di un servitore?”
“Sono sette anni che sono pastora
e non ho mai messo della servitù
non voglio cominciare proprio adesso”
“Ho un paio di scarpe nella mia sacca
che sarebbero proprio della vostra misura
bella pastora, venite a provarle.
Ho un anellino nella mia sacca
che vi andrebbe proprio bene
bella pastora prendiamoci noi due”
“Ma se voi foste il mio fratellino
sareste un boia traditore,
ingannare le ragazze per fare l’amore”

NOTE traduzione italiana Cattia Salto

  1. leggasi “i falsi corteggiatori la violenteranno” in senso meno brutale si potrebbe intendere “i malintenzionati la potrebbero sedurre o rapire a scopo matrimonio”
  2. in molte ballate tradizionali le fanciulle si salvano dal predatore rispondendo a tono o mettendo in atto vari e fantasiosi stratagemmi/incantesimi.
  3. le scarpe erano un tempo oggetto di lusso, solo i ricchi potevano permettersele. La gente del popolo andava scalza o indossava scarpe autoprodotte come gli zoccoli di legno. Le scarpe di cuoio, quando possedute, erano riservate solo per le grandi occasioni
  4. l’anello nelle “return song” è uno degli oggetti utilizzati dal marito ritornato dalla guerra come segno di riconoscimento
  5. facciamo l’amore. In questo contesto il fratello non sta auspicando un rapporto incestuoso, vuole piuttosto dimostrare ai genitori quanto la sorella sia ingenua o poco onesta/sciocca!
  6. l’uso del verbo tradire è qui quello di ingannare una persona violando la sua fiducia

Buon dì buon giorno mia bella signora

Camerata Corale La GrangiaLa bergera ënganà -Piemonte
Nicola Iannone, “Ballate della Raccolta Nigra note nella provincia di Piacenza”
Innocenza Feliciani, tradizione dell’Abruzzo (valle del Vomano)
tradizione della Toscana
Italia Ranaldi, Canti popolari del Lazio 1973
Canti e musiche della tradizione di Roma e del Lazio

Fonti

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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