Gabhaim Molta Bríde/Brighid’s Kiss

Gabhaim Molta Bríde (in inglese “I praise Brighid”) è un canto in gaelico irlandese in ode a Brigid proveniente dalla contea di Louth, il brano (noto anche come “Ode to Bridget”) ha conosciuto una discreta diffusione dall’interpretazione di Pádraigín Ní Uallacháin con la pubblicazione per la prestigiosa etichetta Gael Linn dell’album A Stór is a Stóirín (1994)
Nello scrivere questo post ho “rispolverato” quanto in precedenza scritto nel sito Terre Celtiche e Medioevo (e in particolare http://ontanomagico.altervista.org/oiw.html)

[English trasnaltion]
Gabhaim Molta Bríde is an Irish Gaelic song in praise to Brigid coming from the county of Louth, the song (also known as “Ode to Bridget”) has known a fair diffusion from the interpretation of Pádraigín Ní Uallacháin with the publication for the prestigious label Gael Linn of the album A Stór is a Stóirín (1994)
In writing this post I have refresh on what I previously wrote on my Celtic and Middle Ages website (http://ontanomagico.altervista.org/oiw.html)

Pádraigín Ní Uallacháin – A Stór Is a Stóirín, 1994
Áine Minogue

Gabhaim molta Bríde (1)
Ionmhain i le hÉirinn, (2)
Ionmhain le gach tír í,
Molaimis go léir í.
Lóchrann geal na Laighneach (3)
Soilsiú feadh na tíre
Ceann ar óghaibh Éireann
Ceann na mban ar míne.
Tig an gheimhreadh dian dubh
Gearradh lena ghéire;
Ach ar Lá le Bríde (4)
Gar dúinn Earrach Éireann. (5)

Cathie Ryan

Traduzione italiana Cattia Salto
In lode a Brigida venerata in Irlanda
venerata in tutte le lande tutti la lodino.
Luminosa fiamma di Leinster che brilli in tutto il paese,
orgoglio dei giovani d’Irlanda e delle nostre donne belle,
arriva il rigido e oscuro inverno,
tagliente nella sua asprezza
ma il giorno di Brigida Primavera cammina sull’Irlanda

L’anno successivo Eithne Ní Uallacháin (voce e flauto del gruppo di musica irlandese Lá Lugh) integra al canto devozionale un testo in inglese su musica di sua composizione, intitolandolo Brigid’s Kiss

in Irlanda Brigit era la figlia del Dagda (il dio buono) dea della poesia e della profezia, una divinità ricorrente nel pantheon celtico come la Belisama gallica o la Brigantia britannica, prima maestra di civiltà, ispiratrice delle facoltà artistiche, poetiche e tecniche. Una dea molto antica appartenente ad un epoca remota in cui i Celti veneravano le divinità femminili più di quelle maschili, quando la conoscenza (medicina, agricoltura, ispirazione) era di diritto esclusivo delle donne. 
Brigit o Bride, la Dea del Fuoco, era una triplice dea o una Matres (a ulteriore riconferma della sua discendenza dalla dea madre paleolitica) collegata alla funzione sacerdotale: in Brigida tutto odora di magia e di conoscenze arcane, di potere della parola e dei gesti .. di senso sacro dell’arte della vita al femminile. 

English translation
[I praise Brighid (1) Beloved in Ireland, (2)
Beloved in all lands We all praise her.
Bright torch of Leinster (3) shining across the country
The pride of Irish youth, The pride of our gentle women
Here comes the dark, hard winte,
Cutting with it’s sharpness
But on Brighid’s Day (4) Ireland’s Spring is near. (5)]

The following year Eithne Ní Uallacháin (voice and flute of the Irish music group Lá Lugh) added to this devotional singing, an English text on music of her composition, entitled Brigid’s Kiss

Lá LughBrighid’s Kiss, 1996 e anche in Senex Puer 1998
Il gruppo nato nel 1991 dal duo Eithne e Gerry O’ Connor ha focalizzato la propria ispirazione sulla musica della regione Oriel ( South Ulster ) anche se già nel loro secondo album Brighid’s Kiss si aprono alla world music.

Traduzione italiana Cattia Salto
Brigida della rinascita sorgi al mattino
sorgi con la Primavera e rinverdisci la terra tutta.
Ti vedo nella soffice nube ti vedo nella goccia di pioggia
ti vedo nei venti del cambiamento che soffi sulla terra.
Tu la vacca bianca dalle orecchie rosse che nutri il popolo,
nutri ora le anime affamate che ardono nella nostra terra.
Uccello che si schiude (8) l’ora si avvicina
abbiamo occhi solo per vedere la tua Epifania

Lyrics by Eithne Ní Uallacháin
Brighid of the sunrise Rising in the morning (6)
Rising with the Springtime Greening all the land.
See you in the soft cloud, See you in the raindrop,
See you in the winds of change Blowing through the land.
You the red eared white cow, (7) Nourishing the people,
Nourish now the hunger Souls longing in our land.
Bird that is unfolding, Now the time’s upon us,
Only have we eyes to see Your Epiphany.

NOTE
1) Conosciuta anche come Brigit o Brigantia, è la dea irlandese del triplice fuoco, patrona dei fabbri, dei poeti e dei guaritori. Il nome deriva dalla radice “breo” (fuoco): il fuoco della fucina del fabbro unito a quello dell’ispirazione artistica e dell’energia guaritrice
Onore a Birgit che con tre volti
Protegge il fuoco e l’isola posta §
in mezzo al petto della marea
(Fryda Rota)
Portava il soprannome di Belisama, la “Splendente” ed era una dea Solare (presso i Celti e i Germani il Sole era femmina). Brigid è considerata una GRANDE DEA, madre, sposa e sorella di tutti gli Dei,  la forza che governa l’Universo, dispensatrice di vita e di morte, magico grembo della rigenerazione. Una forza che come spiega Maria Gimbutas fin dai tempi preistorici è stata venerata sia nel Cielo che nella Terra e in ciò che in essa vive. Vita, Morte e Rigenerazione in un ciclo che si suppone perenne! Ma anche il simbolo dell’unità di tutte le forme viventi.
2) variante  iníon í le hÉireann =  daughter of Ireland
Cristianizzata come Santa Bridget o Bride (pronuncia bree), come viene chiamata familiarmente in gaelico, essa venne ritenuta la miracolosa levatrice o madre adottiva di Gesù Cristo e la sua festa si celebra il 1 febbraio, la Santa resta ancora oggi protettrice dei fabbri,dei poeti e dei medici. Figura discussa quella di Santa Brigida d’Irlanda (450 circa – 525 o 528), l’unico dato certo è la presenza a Cill Dara di una grande comunità monastica femminile (con una Badessa a comandare), la cui cattedrale è descritta accuratamente nel VII secolo nella “Vita sanctae Brigidae” da Cogitosus, il suo unico biografo. Tutto il resto è leggenda.. la Brigida di Kildare è forse stata una druidessa “infiltratasi” nel cristianesimo monastico alle soglie del Medioevo? continua
3) Nell’Irlanda antica il Curragh di Kildare era sede delle riunioni di tutte le tribù celtiche del Regno di Leinster, (la parte Est dell’Irlanda per lo più a ricchi pascoli). Questi raduni erano occasioni di grande fiere, gare e festeggiamenti; la leggenda narra che nel 480 Santa Brigida chiese della terra al re supremo del Leinster, dove poter costruire il suo monastero; il re, deridendola, le concesse tanta terra quanta ne copriva il mantello, ma per miracolo il mantello della Santa si allargò fino al punto di occupare un bel po’ di terra, che prese il nome di  Pascolo di Santa Brigida In effetti a guardare il Curragh dall’alto (ad esempio con Panoramio) sembra proprio di vedere tanti pezzi di verde nelle varie gradazioni cuciti insieme a formare una enorme coperta!
4) A lei era dedicata la Festa di Fine Inverno che si celebrava nell’Europa celtica alle Calende di Febbraio.la festa di IMBOLC, la festa della purificazione dei campi e della casa a segnare il lento risveglio della Natura
5) Così come nel mito greco di Persefone (detta anche Kore, che diventa la romana Proserpina) anche nei racconti mitologici degli antichi Celti troviamo una Grande Vecchia e una Giovane Sposa imprigionata dalla Vecchia, ma che riesce a liberarsi proprio alle calende di Febbraio. La Cailleach (vecchia donna) è la regina dell’Inverno (Breia la chiamano gli scozzesi), madre di tutte le dee e gli dei, colei che ha modellato le montagne, la personificazione degli elementi della natura nella loro forza distruttiva, e perciò chiamata Strega della tempesta. E’ lei a portare la neve quando una volta l’anno si mette a lavare il suo grande plaid. Eppure nel suo nome si cela una giovane donna (caileag): la dea fanciulla che si reca al pozzo sacro e si muta in cigno riuscendo a sfuggire alla Vecchia. Così la dea è portatrice di luce-calore ed è anche associata all’acqua, che è il nutrimento del grembo.
6) chiaramente qualificata da Eithne come la dea Sole
7) A guardare un po’ più da vicino nel ciclo mitologico che racconta le gesta dei Tuatha de Danann, esseri soprannaturali che occuparono l’Irlanda prima dell’invasione celta, si narra di Boinn-Boann, la “Vacca Bianca” (BoVinda) la dea che rappresenta la prosperità. La Vacca o il Toro cavalcati da Dee femminili o dalla Luna stessa sono il simbolo del potere della Madre Terra, la forza racchiusa nel segreto della Natura. Così il culto dell’antica dea si trasforma secondo le nuove concezioni..
8) anticipa il senso dell’epifania, come metafora uccello che s’invola o uovo che si schiude

Completo l’ascolto con due ulteriori versioni della sola parte tradizionale 

Nóirín Ní Riain – Celtic Soul 1996

e l’ultimo rifacimento/cover della versione di Lá Lugh delle Trinitì

Aoife Ní Fhearraigh, If I told you 2006
Lá LughBrighid’s Kiss

ringrazio Flavio Poltronieri per aver segnalato il brano
LINK
http://ontanomagico.altervista.org/imbolc.htm
http://ontanomagico.altervista.org/imbolc-la-festa-celtica-delle-calende-di-febbraio.html
http://ontanomagico.altervista.org/curragh-kildare.html
http://www.eithneniuallachain.com/songs/brighids-kiss-gabhaim-molta-bride/
http://www.megalithicireland.com/St%20Brigid%27s%20Shrine,%20Faughart.html
http://www.gaolnaofa.org/library/music/gabhaim-molta-bride/
https://songoftheisles.com/2014/02/01/gabhaim-molta-bride/

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

2 Risposte a “Gabhaim Molta Bríde/Brighid’s Kiss”

  1. Ti segnalo che c’è anche un’altra canzone cantata da Eithne Ní Uallacháin nel precedente disco disco del 1991, Lá Lugh, dal titolo “Oíche Fá Fhéil Bríde” ovvero “La vigilia della festa di santa Brigida”, ripresa nel 2005 (con lo stupendo accompagnamento creativo dell’arpa di Edmar Castenada) da un’altra eccelsa cantante, Susan McKeown in apertura al suo disco dedicato alle canzoni d’amore irlandesi. Nel libretto, oltre all’ammirazione e al riconoscimento per la compianta Eithne, afferma che il pezzo è conosciuto in Ulster e Galway sotto il titolo di An Mullach Bán.

    1. Preferisco la versione di Eithne, è un canto d’amore di un innamorato che si dispera per non essere corrisposto dalla fanciulla dal petto niveo, non so però molto sull’origine del canto, dispongo solo della traduzione in inglese, ecco un altro spunto per un post

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