Farewell to Tarwathie

Farewell to Tarwathie è una poesia scritta nell’Ottocento da George Scroggie, il saluto del protagonista alla sua amata terra natia, poco prima della partenza alla volta della Groenlandia su di una nave baleniera. La melodia è stata molto probabilmente aggiunta da A. L. Lloyd negli anni 1950, ispirandosi a una vecchia melodia scozzese.

Farewell to Tarwathie è una poesia scritta da George Scroggie un poeta-contadino scozzese dell’Ottocento (non era insolito all’epoca che alcuni contadini fossero anche dei letterati autodidatti e scrivessero e pubblicassero poesie) che visse, a quanto pare dalla poesia, nella fattoria di Tarwathie nei dintorni di Crimond (piccolo paese nell’Aberdeenshire, Scozia Nord Est proprio sulla punta del “naso” di quella sagoma a forma di cane alla quale è riconducibile la terra di Scozia), a circa 3 km dalla costa.

Autore di “The peasant’s lyre” (vedi in archivio di “The Library of Congress” come depositato da Dwight Faw Rettie di Arlington, Virginia) pubblicato nel 1857 in Aberdeen, in cui troviamo la poesia “Farewell to Tarwathie” di ben 16 strofe, rimaneggiata e adattata a cinque nella forma-canzone attuale.

Che Scroggie sia stato un contadino e terricolo nulla toglie alla schiettezza della poesia; qualche ricercatore zelante ha rilevato vari gradi di parentela tra la famiglia Scroggie e i Cardno avendo quest’ultimi più affinità con il mare e il lavoro di “Arctic Whalerman“. Come sia in merito alla veridicità dell’Addio, la poesia è il saluto del protagonista alla sua amata terra natia, poco prima della partenza alla volta della Groenlandia su di una nave baleniera.

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Il periodo in cui la poesia è stata scritta corrisponde proprio al nuovo impulso dato alla caccia delle balene con l’introduzione dei battelli a vapore, ma siccome la baleniera Tay fu la prima al mondo a montare un motore a vapore nel 1857 (porto di Dundee) è lecito presumere che la baleniera su cui si imbarcherà il protagonista sia ancora un tradizionale battello a vela.
All’epoca della canzone il lavoro di baleniere era molto pericoloso e praticato da uomini duri e temerari, che dovevano spingersi nel Mare Artico dove il ghiaccio ricopre terra e oceano, perchè le balene erano diventate sempre più rare negli altri mari; uomini che dovevano sentire un forte legame con il mare poichè stavano fuori per almeno quattro o cinque mesi prima di rientrare a casa; il nostro protagonista invece ha radici contadine e vorrebbe rimanere nel suo paese ma è spinto dal desiderio di arricchirsi: probabilmente è un giovane ragazzo che non fa o farà il baleniere di mestiere.

Nella IV strofa il poeta ci lascia una toccante immagine, nel rievocare il dolce canto degli uccelli nella sua terra, si rammarica che non ci saranno uccelli a cantare per le balene!
The cold coast of Greenland is barren and bare
No seed-time nor harvest is ever known there
And the birds here sing sweetly in mountain and dale
But there’s no bird in Greenland to sing to the whale

ORIGINI DELLA MELODIA

Per quanto riguarda la melodia nell’articolo di Jürgen Kloss (vedi) vediamo svelata la sua origine: Kloss dubita che nell’Ottocento la poesia di Scrooggie fosse una canzone e ritiene che sia stata pubblicata per la prima volta nel 1950 da A.L. Lloyd & Ewan MacColl in “Thar she blows!”. Il testo è stato riveduto e modificato rispetto alla versione comparsa nel primo decennio del 1900 in “Folk-Song of the North East” a cura del collezionista scozzese Gavin Greig.
La melodia è stata molto probabilmente aggiunta da Lloyd ispirandosi a una vecchia melodia scozzese.
La somiglianza più antica è in “Earl Douglas’s Lament” composta da James Oswald (1710-1769) e che ha dato il via a una serie di Lamenti o Addii abbastanza simili in particolare per “Armstrong’s Farewell” (in Caledonian Pocket Companion, 12 volumi pubblicati tra il 1745 e il 1765). Sempre dalla ricerca di Kloss apprendiamo che Oswald a sua volta aveva ripreso un vecchio brano scozzese “Daft Robin” o “Robbi donna gòrach“, anch’esso pubblicato in quegli anni in varie collezioni. Anche sul versante irlandese si riscontra un brano simile dal titolo “The Bockagh” Collection of the most Celebrated Irish Tunes pubblicato a Dublino da William e John Neal nel 1724.

Di fatto la melodia era molto popolare in Scozia e in Irlanda e venne utilizzata diffusamente per numerose nuove canzoni  per tutto l’Ottocento. Anche in America la ritroviamo in numerosi brani per arrivare in particolare alla raccolta di John LomaxCowboy Songs” pubblicata nel 1938 e alle versioni di “The Railroad Corral” e di “Rye Whiskey” che richiamano parti della melodia somiglianza riscontrabile anche in “Pretty Saro” e “My Horses Ain’t Hungry”: collezionata da Lloyd o composta ex-novo ispirandosi ad una lunga tradizione scozzese e irlandese: la bellezza della melodia è indiscutibile, così meditativa e nostalgica!

Farewell to Tarwathie

Roud 2562 ; G/D 1:15 ; Ballad Index DTtarwat ; DT TARWATHI , TARWATH2 ; Mudcat 40025 ; George Scroggie (1826-1907)]


I
Farewell to Tarwathie, adieu Mormond Hill
And the dear land of Crimond, I bid you farewell
I’m bound out for Greenland and ready to sail
In hopes to find riches in hunting the whale
II
Farewell to my comrades, for a while we must part
And likewise the dear lass who first won my heart
The cold coast of Greenland my love will not chill
And the longer my absence, more loving she’ll feel
III
Our ship is well rigged and she’s ready to sail
The crew they are anxious to follow the whale
Where the icebergs do fall and the stormy winds blow
Where the land and the ocean is covered with snow
IV
The cold coast of Greenland is barren and bare
No seed-time nor harvest is ever known there(1)
And the birds here sing sweetly in mountain and dale
But there’s no bird in Greenland to sing to the whale
V
There is no habitation for a man to live there
And the king of that country is the fierce Greenland bear
And there’ll be no temptation to tarry long there
With our ship bumper full(2) we will homeward repair

Traduzione italiana di Cattia Salto
I
Addio Tarwathie, addio Mormond Hill
e terra amata di Crimond, vi saluto,
sono diretto in Groenlandia pronto per partire,
con la speranza di trovare la ricchezza nella caccia alla balena
II
Addio compagni, tra poco dobbiamo separarci e così anche l’amata ragazza che per prima mi conquistò il cuore.
La fredda costa della Groenlandia non gelerà l’amor mio
e più a lungo starò lontano, più amore lei proverà.
III
La nostra nave è ben equipaggiata e pronta a partire,
la ciurma è ansiosa d’inseguire la balena,
dove gli iceberg cadono e il vento soffia impetuoso ,
dove terra e oceano sono ricoperti dalla neve
IV
La costa fredda della Groenlandia è sterile e nuda,
nessuna semina e nemmeno raccolto là si conosce(1)
e gli uccelli qui cantano dolcemente nelle montagne e valli,
ma non ci sono uccelli in Groenlandia a cantare per le balene.
V
Non c’è dimora per un uomo che vive là,
e il re della terra è il feroce orso polare,
non ci sarà la tentazione di trattenersi a lungo là
con la stiva carica(2) ci recheremo a casa!

NOTE
1) l’osservazione è propria di chi appartiene ad una generazione di contadini
2) nel contesto del racconto la caccia alla balena è vista come un atto predatorio, di sussistenza. Oggi la caccia alle balene è vietata, anche se legalmente praticata per la sussistenza di limitate popolazioni indigene e illegalmente praticata in Giappone, Norvegia, Islanda, Russia e Corea.

A. L. Lloyd in Leviathan! Ballads & Songs of the Whaling Trade
Judy Collins in “Whales and Nightingales” 1970: con la sola voce umana unita al canto delle balene, sebbene il fine utilitaristico del testo prevalga su ogni istanza pro-balena l’aver dato voce alle prede le umanizza e fa riflettere. Da ascoltare anche in versione più tradizionale e infine rock
The Corries
The Longest Johns
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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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