Crodh an tailleir

Crodh an tailleir (in italiano La dote del sarto) è una ninna nanna della Isole Ebridi (Scozia) apparentemente non-sense.

Così scrive Christina Stewart nelle note[1] del suo cd “Kist o dreams”: Ho imparato questa canzone per la prima volta a Skye, senza rendermi conto che era una ninna nanna. Le parole sono quelle che ti aspetteresti da un giovane pastore, stufo della sua sorte e che preferisce la vita di un sarto o un viaggio all’estero, più che quelle di una madre. La melodia potrebbe essere descritta come una sorta di port a beul poiché imita lo stile della cornamusa. Tuttavia è ampiamente riconosciuta come una ninna nanna, ed è classificata come tale in “Folksongs and Folklore of South Uist” di Margaret Fay Shaw

O hi o ho, crodh an tailleir x3
Siosar is miaran is snathad
Cha tuit iad an toll no feithe x3
Ma thuiteas gun tog e fhein iad
Tha mile long air cuan Eirinn x3
‘S truagh nach robh mi fhin air te dhiubh
Gur binn guth eoin ‘san deagh-mhadainn x3
Gu cur a’ ghille oig ‘na chadal
Tog dhion do lamh, tha i fuar liom x3
Righ, gur beag orm fear fuadain

Christina Stewart in Kist o dreams 2014

Traduzione inglese
O hi o ho, the tailor’s dowry
Is scissors, thimble and needle
They won’t fall into a hole or a bog
If they fall he can lift them himself
There are a thousand ships on the Irish sea
Pity that I am not on one of them
Sweet is the voice of a bird on a fine morning
For putting the little boy to sleep
Lift your hand from me, it is cold to me
Oh Goodness!, little I care for a stranger

Traduzione italiana Cattia Salto
Ninna oh la dote(1) del sarto,
sono forbici, ditale e aghi.
(il gregge) non cadrà nelle buche o nel pantano

se lo faranno li tirerò fuori.
Ci sono un migliaio di navi nel Mare d’Irlanda
peccato che io non sia a bordo di una di loro
Dolce è la voce dell’uccello in una bella mattina
per far addormentare il bambino
Togli la tua mano da me, la sento fredda
oddio, poco m’importa di uno straniero

NOTE
1) a volte tradotto con “Cattle” è un eufemismo per attrezzi, mezzi di lavoro

[1] “I first learned this song in Skye, without realising it was regarded as a lullaby. The words are more what you would expect of a young cattleherd, fed up with his lot and preferring the life of a tailor or travel abroad, than those of a mother. The tune could be described as a kind of port a beul since it mimics the piping style. It is recognised widely as a lullaby, though, and is categorised as such in Margaret Fay Shaw’s ‘Folksongs and Folklore of South Uist’.”
FONTI
http://www.celticlyricscorner.net/mactalla/crodh.htm

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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