Blow The Man Down (The Fishes)

Blow the man down è una canzone marinaresca (sea shanty) con una grande varietà di testi aventi però la stessa melodia.
PAGINA QUADRO

La versione di Blow the man down classificata da Stan Hugill come variante D è quella detta dei Pesci perchè riprende la popolare sea ballad “The Fishes’ Lamentation“. Anche qui i pesci, richiamati dai fischi del comandante, lo aiutano a governare la nave, però in questa variante finiscono malamente in pentola alla fine dell’avventura!
Secondo un’antica superstizione fischiare era considerato un gesto magico che poteva richiamare il diavolo; se si fischiava in mare si stava facendo un incantesimo al vento per sfidarlo a soffiare più forte e poteva dare origine ad una tempesta, tuttavia essendo la nave alla deriva ai tropici, il comandante è autorizzato a chiamare il vento con i suoi fischi (in genere coadiuvato da tutta la ciurma), quando i pesci arrivano in suo soccorso arriva anche il vento.
Nella versione canonica dei pesci parlanti sono loro ad avvisare i marinai dell’arrivo di una tempesta e s’impossessano della nave. Questa versione riprende parte del testo della canzone scozzese Blaw the Wind Southerly e la sea shanty Windy old weather


’ll sing ye a song o’ the fish o’ the sea,
– Timme WAY, hay, BLOW the man down!
An’ I trust that ye’ll join in the chorus with me.
– Ooh! GIMME us some time to BLOW the man down!

There wuz once an old skipper, I don’t know his name,
But I know that he once played a ruddy smart game.
When his ship lay becalmed in a tropical sea,
He whisteled all day but he could get no breeze.
But a seal heard his whistle an’ loudy did call,
Just smow yer light canvas, jib spanker, an’ all.
I’ll send ye some fish to consult if ye please,
The best way to get ye a nice whistling breeze.’
Oh, first came the herring, sain’, ‘I’m King o’ the Seas’,
He jumped on the poop: ‘Oh, the Capen I’ll be!’
Next came the flatfish, they call him a skate:
‘If ye’ll be the capen, why then I’m the mate.’
Then next came the hake, he wuz black as a rook,
Sez he, ‘I’m no sailor, I’ll ship as the cook.’
Next came the shark with his two rows of teeth,
‘Cook, mind you the cabbage, an’ I’ll mind the beef!’
Then came the eel with his slippery tail,
He climbed up aloft an’ he cast off each sail.
Next came to codfish with his chuckle-head,
He jumped in the chains an’ began heavin’ the lead.
Next came the flounder that lies on the ground,
Sayin’, ‘Damn yer eyes, chucklehead, mind how ye sound!
Then came the conger, as long as a mile,
He gave a broad grin an’ continued to smile.
Then came the mackrel with his his pretty striped back,
He hauled aft each sheet, an’ he boarded each tack.
Then came the whale, the biggest in the sea,
Shoutin’, ‘Haul in yer head sheets, now, hellums a lee!’
Then came the sprat, he wuz smalled o’ all,
He jumped on the poop cryin’, ‘Maintawps’l haul!’
The mackerel the skipper did scoff for his tea,
The herring he salted, the seal harpooned he.
He baited a hook, an’ he thougt it a lark,
To catch as he did that hoary ol’ shark.
The eel it wuz tasty, the hake it wuz strong,
The flounder he speared with a lance o’ three prongs.
The skate he speared next, but the purpose wuz fast,
The conger it grinned an’ it grinned to the last.
He caught the ol’ whale, which wuz no simple task,
An’ soon with whale-oil he had filled up each cask.
With the head o’ the codfish he made a fine pipe,
The sprat then he salted, but ’twas only a bite.
The breeze it blew merrily sailed he,
But what an’ ol’ bastard than skipper must be!

Traduzione italiana Cattia Salto
Vi canterò la canzone dei pesci del mare
a me ragazzi, buttate giù l’uomo
e confido che vi unirete a me nel ritornello
all’occasione abbatteremo l’uomo!
Ci fu un vecchio comandante, non ricordo il nome,
ma so che una volta fece un dannato giochetto.
Quando la sua nave si trovava in bonaccia ai tropici
fischiava tutto il giorno, ma non arrivava nessuna brezza.
Finchè una foca sentì il suo fischio e gridò forte
“Ammaina tutte le vele leggere, le vele di fiocco
ti manderò dei pesci per un consulto, se vuoi,
su come procurarti un bel venticello fischiettante”.
Per prima arrivò l’aringa e disse “Sono il re dei Mari”
“Saltò sul casseretto(1) “Sarò il comandante”.
Poi arrivò il pesce piatto che chiamano razza
“Se tu sarai il comandante io allora sarò il primo ufficiale”.
Poi venne il nasello, era nero come lo scoglio, disse
“Non sono un marinaio, mi imbarcherò come cuoco”.
Poi venne lo squalo con le sue due file di denti,
“Cuoco, bada al cavolo, e io mi occuperò del manzo!”
Poi venne l’anguilla dalla coda scivolosa,
si arrampicò in alto e mollò tutte le vele.
Poi venne il merluzzo con la sua testina(2),
Saltò sulle catene e cominciò a sollevare il piombo(3).
Poi venne la passera che si stende sul fondale, dicendo: “Accidenti a te, minchione, attento a come scandagli!”
Poi venne il grongo, lungo un miglio,
fece un ampio sorriso e continuò a sorridere.
Poi venne lo sgombro con la sua bella schiena striata,
alò a poppa le vele e virò di bordo per cambiare mura.(4)
Poi venne la balena, la più grande del mare,
gridando: “Cazzate le vele, adesso, maledizione!”
Poi arrivò lo spratto, era più piccolo di tutti,
saltò sul casseretto gridando: “Alate gabbieri!”
Il capitano divorò lo sgombro per il suo tè,
salò l’aringa, arpionò la foca.
Mise l’esca all’amo e pensò fosse un giochino,
catturare come fece quel vecchio venerabile squalo.
L’anguilla era gustosa, il nasello era forte,
infilzò la passera con una lancia a tre punte.
Dopo infilzò la razza, in modo rapido,
il grongo sorrideva e sorrise fino all’ultimo.
Catturò la vecchia balena, e non fu un compito semplice,
e subito riempì ogni botte con l’olio di balena.
Con la testa del merluzzo fece una bella pipa,
poi salò lo spratto, ma era solo un boccone.
La brezza che soffiava allegramente lo sospingeva
e che gran bastardo doveva essere quel comandante!

NOTE
(1) CASSERETTO: cassero più piccolo sopra il grande ponte di poppa, un ponte di poco rialzato rispetto alla coperta, che si estende dalla poppa a proravia dell’albero poppiero. Poop, Poop-deck.
(2) chuckle-head letteralmente “testa da stupido”  è un detto comune tra i pescatori che il merluzzo sia stupido (minchione) perchè non riconosce le esche e si lascia issare docilmente a bordo.
(3) l’attività manuale per scandagliare il fondale veniva eseguita stando sulle catene della nave con in mano la lenza con un piombo all’estremità
(4)  in termini nautici tack = mure indica il lato della barca a vela da cui arriva il vento; virare, manovrare per cambiare di mura, vale a dire per ricevere il vento da un’altra direzione in modo da cambiare l’andatura;

Gibb Schreffler versione D 209-210 (164-165)
stesso testo di Blow The Man Down (The Fishes) ma il coro che recita
In the windy old weather, stormy old weather
When the wind blows we all pull together
Seán Dagher
Jerzy Brzezinski
Troy Banarzi of De Wolfe Music

LINK

https://traditionalshanties.com/2022/05/01/blow-the-man-down-d/

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.