Un po’ di Welshness

Dydd Gwyl Dewi Sant!

Il 1° Marzo è la festa nazionale del Santo patrono del Galles, San Davide di Menevia (Saint David, o in gallese Dewi Sant).
Nel suo Blog Paul Bommer ha scritto diffusamente sul Santo e la sua festa aggiungendo anche una straordinaria illustrazione di suo pugno.

Allineate in fila 3 generazioni di donne gallesi, così come si vestivano nell’Ottocento; a parte le cuffiette che un tempo dovevano portare tutte le donne sposate -con la stessa funzione che ha ancora oggi il velo per le donne musulmane) tutte loro indossano l’het Gymreig cioè il cappello gallese[1]. Un cappello nero da strega a cui è stata mozzata la punta, una via di mezzo tra un secchio e un cappello a tuba, elemento imprescindibile del costume gallese tradizionale!
L’immagine da cui Bommer ha preso spunto per la sua illustrazione proviene da una stampa d’epoca vittoriana e l’artista riproduce con maestria gli scialletti, le gonne a campana e a balze, la mantella della nonna e le posture e le espressioni del volto (la nipotina più piccola all’inizio della fila è la versione in miniatura della corpulenta nonna che la chiude). Bommer le ha chiamate per nome in omaggio alle sue origini gallesi da parte di madre, da destra a sinistra, Gwenyth (la prozia), Buddug, Blodwyn e la piccola Winifred (il nome della madre). Come sempre molto attento ai dettagli, l’artista non manca di aggiungere i due ombrelli!

Lady Llanover

Augusta Hall ritratta da Charles Augustus Mornewick

Secondo alcuni il costume tradizionale gallese[2] fu inventato da Augusta Hall (Lady Llanover) che tanto si prodigò per la salvaguardia della cultura popolare gallese. Fu collezionista di musica folk gallese, promotrice della diffusione dell’arpa tripla gallese[3] quale strumento nazionale, diventando mecenate di arpisti e compositori di musica gallese. Sponsorizzò e partecipò ai concorsi di Eisteddfod[4]con il nome bardico di Gwenynen Gwent. Arrivò pure ad obbligare i suoi servitori, ospiti e amici aristocratici ad indossare gli abiti in stile gallese (ovvero secondo le sue idee di come dovesse essere un costume tradizionale gallese), e a scegliere per i suoi affittuari, lavoratori e servitori solo coloro che parlassero gallese. Riportò in auge le antiche consuetudini delle feste come Mari Lwyd e il Plygain e le tradizioni gastronomiche.

Robin Huw Bowen

Dewi Sant

Paul Bommer si dilunga nel suo post Happy St David’s Day a raccontare la vita tra biografia e leggenda, di San Davide venerato sia dalla chiesa anglicana che da quella cattolica, la cui agiografia scritta da Rhygyfarch risale al XI secolo.

Era un monaco celtico, abate e vescovo, vissuto nel VI secolo. Durante la sua vita fu arcivescovo del Galles e fu uno dei tanti primi santi che contribuirono a diffondere il cristianesimo tra le tribù celtiche pagane della Gran Bretagna occidentale.

Per i dettagli della vita di Dewi, dipendiamo principalmente dal suo biografo, Rhigyfarch il quale ha scritto Buchedd Dewi (la vita di Davide) nell’XI secolo. Gerallt Gymro (Giraldus Cambrensis), che scrisse un libro sui suoi viaggi attraverso il Galles nel XII secolo, fornisce anche alcune informazioni sui primi anni di vita di Dewi. Dewi morì nel sesto secolo, quindi trascorsero quasi cinquecento anni tra la sua morte e i primi manoscritti che documentavano la sua vita. Di conseguenza, non è chiaro quanta parte della storia della vita di Dewi sia leggenda piuttosto che realtà.

Tuttavia, entrambe le fonti affermano, quindi possiamo essere relativamente certi, che Dewi era una persona molto gentile e conduceva una vita frugale. Si dice che mangiasse principalmente pane ed erbe aromatiche, probabilmente crescione, che all’epoca era ampiamente utilizzato. Nonostante questa dieta apparentemente scarsa, era alto e fisicamente forte.

Si riteneva che Dewi fosse di stirpe reale. Suo padre, Sant [n.d.t. identificato con Sandde] era figlio di Ceredig, principe di Ceredigion, una regione nel sud-ovest del Galles. Sua madre, Non, era la figlia di un capo locale. La leggenda narra che Non fosse anche una nipote di Re Artù.

Dewi è nato vicino a Capel Non (la cappella di Non) sulla costa sud-occidentale del Galles vicino all’attuale città di Saint David. Sappiamo qualcosa dei suoi primi anni di vita: fu educato in un monastero chiamato Hen Fynyw, il suo insegnante era Paulinus, un monaco cieco. Dewi rimase lì per alcuni anni prima di partire con un gruppo di seguaci nei suoi viaggi missionari.

Dewi ha compiuto numerosi viaggi missionari attraverso il Galles, dove ha fondato diverse chiese. Ha anche viaggiato nel sud e nell’ovest dell’Inghilterra, della Cornovaglia e della Bretagna. È anche possibile che abbia visitato l’Irlanda. Si dice che due suoi amici, i santi Padarn e Teilo, lo abbiano spesso accompagnato nei suoi viaggi, e una volta andarono insieme in pellegrinaggio a Gerusalemme per incontrare il Patriarca.

Dewi è talvolta noto, in gallese, come “Dewi Ddyfrwr” (Davide il bevitore d’acqua) e, in effetti, l’acqua era una parte importante della sua vita – pare che non bevesse nient’altro. A volte, come penitenza autoimposta, si immergeva fino al collo in un lago di acqua fredda, recitando la Scrittura. Non c’è da stupirsi, quindi, che alcuni autori abbiano visto Dewi come uno dei primi puritani!

Ha fondato un monastero a Glyn Rhosyn (Rose Vale) sulle rive del piccolo fiume Alun, dove oggi sorge la città sede di cattedrale di St. David. La confraternita monastica fondata da Dewi era molto rigida, i monaci dovevano lavorare molto duramente oltre a pregare e celebrare messe. Dovevano alzarsi molto presto per pregare e poi lavorare molto duramente durante il giorno per aiutare a mantenere la vita nel monastero, coltivando la terra e persino tirando l’aratro. Venivano praticati molti mestieri: l’apicoltura, in particolare, era molto importante. I monaci dovevano provvedere al loro sostentamento e anche a quello dei numerosi pellegrini e viandanti che avevano bisogno di alloggio. Dovevano inoltre provvedere a nutrire e vestire i poveri e i bisognosi nelle vicinanze.

Ci sono molte storie sulla vita di Dewi. Si dice che una volta risuscitò un giovane dalla morte, e le pietre miliari della sua vita furono segnate dalla comparsa di sorgenti d’acqua. Questi eventi sono probabilmente più apocrifi che reali, ma sono così ben noti agli scolari di lingua gallese che vale la pena menzionarli qui.

Probabilmente la storia più nota riguardante la vita di Dewi è avvenuta al Sinodo di Llanddewi Brefi. Si doveva decidere se Dewi doveva essere nominato arcivescovo. Una grande folla era radunata al sinodo e quando Dewi si alzò per parlare, uno della congregazione gridò: “Non saremo in grado di vederlo o sentirlo”. In quell’istante il terreno si sollevò finché tutti potessero vedere e sentire Dewi. Non sorprende che, poco dopo, sia stato deciso che Dewi sarebbe stato l’arcivescovo…

Si afferma che Dewi sia vissuto per oltre 100 anni, ed è generalmente accettato che sia morto nel 589. Le sue ultime parole ai suoi seguaci furono in un sermone della domenica precedente. Rhigyfarch li trascrive come “Sii gioioso e mantieni la tua fede e il tuo credo. Fai le piccole cose che mi hai visto fare e di cui hai sentito parlare. Percorrerò il sentiero che i nostri padri hanno percorso prima di noi.
“Fai le piccole cose”(‘Gwnewch y pethau bychain’) è oggi una frase molto nota in gallese e si è rivelata un’ispirazione per molti. Il primo marzo dell’anno 589, si dice che il monastero sia stato “riempito di angeli mentre Cristo riceveva la sua anima”.

Il corpo di Dewi fu sepolto nel terreno del suo monastero, dove ora si trova la Cattedrale di San Davide. Dopo la sua morte, la sua influenza si diffuse in lungo e in largo, prima attraverso la Gran Bretagna, lungo ciò che restava delle strade romane, e via mare fino alla Cornovaglia e alla Bretagna.
[traduzione italiana del testo scritto da Paul Bommer in http://paulbommerarchive.blogspot.com/2011/03/happy-st-davids-day.html]

La cattedrale di St. David

Mentre il monastero fu presumibilmente fondato da San Davide nel VI secolo, la cattedrale romanica fu iniziata per volere del vescovo Peter de Leia

https://www.stdavidscathedral.org.uk/discover

Un po’ di Welshness

Elenco di piccoli gesti di Welshness per celebrare il St David’s Day

Le ricette dolci per San Davide

Due sono i dolci tipici per il giorno di San Davide perfetti da prendere con il tè: le welsh cakes, le tortine gallesi con uvetta, cotte in padella, e il Bara Brith, il pandolce gallese speziato, con l’uvetta ammollata nel tè.
Molto semplice l’impasto e la cottura dei tortini rotondi con l’uvetta, altrettanto semplice l’impasto del pandolce che si cuoce in forno nelle stampo rettangolare a cassetta

La ricetta di Due Amiche in Cucina: welsh cake
La ricetta di Pensieri e Pasticci: il Bara Brith

Fai sventolare la bandiera gallese e partecipa a una parata
Porta un porro sul cappello e a fine giornata mangialo
Intaglia un cucchiaio dell’amore
Impara il Gallese- Saluta in gallese: shwmae!
Bevi una pinta per San Davide (e per la sua mamma)
Dillo con un Narciso
Indossa un abito gallese e un het Gymreig
Balla e ascolta la musica tradizionale gallese
Mangia formaggi gallesi e cucina con cibi e bevande gallesi
Mangia e regala torte gallesi
Pianta un albero
Visita un castello
Canta l’inno nazionale
Leggi un racconto gallese
Gioca a Tippit
Tuffati nel mare per San Davide
Random Acts of Welshness.

We’ll Keep a Welcome in the Hillsides

Una canzone popolare composta nel 1940 da Mai Jones sul testo di Lyn Joshua e Jimmy Harper 


1.Far away a voice is calling,
Bells from memory do chime
Come home again, come home again,
They call through the oceans of time.
2. Well keep a welcome in the hillside.
Well keep a welcome in the Vales
This land you knew will still be singing
When you come home again to Wales.
3. This land of song will keep a welcome
And with a love that never fails,
Well kiss away each hour of hiraeth(1)
When you come home again to Wales.

(Traduzione italiana Cattia Salto)
Lontano una voce chiama,
le campane suonano nella testa
“Ritorna a casa, ritorna a casa”
Chiamano attraverso gli oceani del tempo.
“Ti diamo il benvenuto in collina.
ti diamo il benvenuto nelle valli”
questa terra che conoscevi canterà ancora
quando tornerai a casa in Galles.
Questa terra di canto ti darà il benvenuto
e con un affetto che mai deluderà,
manderà via ogni nostalgia
quando tornerai di nuova a casa in Galles.
Note
(1) Hiraeth è una parola gallese che indica il passato, il tempo che fu. Un termine gaelico che indica la sensazione nostalgica verso un antico tempo trascorso, una persona, una dimensione – a volte – anche mai esistita di cui si sente un’impellente malinconia
https://metropolitanmagazine.it/hiraeth-nostalgia/

[1] Il cappello gallese è simile nella forma al cappello di feltro indossato senza decorazioni dai puritani in Gran Bretagna tra il 1620 e il 1640 circa.. non ci sono spiegazioni per cui dovrebbe improvvisamente riapparire e diventare popolare nel 1830, quasi 200 anni dopo che il cappello puritano era fuori moda. È possibile, tuttavia, che chi ha concepito i primi cappelli gallesi conici ricoperti di seta abbia pensato che i gallesi dovessero indossare una versione del cappello puritano come simbolo di devozione. https://welshhat.wordpress.com/the-welsh-hat/
[2] oltre a scrivere un libro in proposito la Baronessa commissionò (o realizzò lei stessa) un album di acquerelli, prodotti successivamente come stampe con 12 costumi femminili gallesi https://welshhat.wordpress.com/influences-on-costume/royalty-nobility-and-gentry/lady-llanover/costume-images-1834/

[3] ARPA TRIPLA GALLESE
Lo strumento è nato in Italia nel 1500 (le più recenti ricerche hanno spostato questa data al XIV secolo) e la versione con tre file di corde è decisamente un’arpa barocca. L’anomalia italiana è quella di definire con lo stesso nome “arpa doppia” sia l’arpa con due ordini di corde, che quella di tre ordini, un’aggettivazione riferita allo strumento “doppiato” e non alle file di corde aggiuntive, occorre quindi specificare come arpa doppia a due ordini o arpa doppia a tre ordini per distinguerle. Sottigliezza non sempre evidenziata nelle partiture seicentesche. Fa la sua comparsa nelle isole britanniche nel 1600 per diventare subito popolare in particolare nel Galles al punto che nel secolo successivo l’arpa tripla viene definita come arpa gallese. Caduta in disuso con l’introduzione dell’arpa a pedali, l’arpa gallese ha conosciuto una rinascita a metà del 1900 con il lavoro di John Weston Thomas che ha trasmesso la sua passione, la sapienza artigianale e la tecnica al figlio e ai suoi apprendisti.
La principale caratteristica dell’arpa gallese è quella detta “Split doubling” in cui la stessa nota viene suonata sulle due file esterne con la mano destra e sinistra in rapida successione, inoltre come per altri strumenti a corda adesso anche con l’arpa tripla è possibile tenere il basso continuo. Ma ovviamente è richiesta una grande abilità per riuscire a suonare le corde dell’ordine interno (le corde cromatiche). L’arpa viene inoltre suonata sia in piedi oppure alla vecchia maniera, appoggiandola sulla spalla sinistra con le mani che si muovono all’inverso rispetto alla tecnica più moderna.
https://ontanomagico.altervista.org/arpa-celtica.html

[4] festival della cultura gallese

LINK
https://lostwanderer.it/st-david-patrono-galles/
https://www.visitwales.com/destinations/west-wales/pembrokeshire/St-Davids
https://www.visitwales.com/info/history-heritage-and-traditions/st-david-five-facts
https://www.visitwales.com/info/history-heritage-and-traditions/have-happy-st-davids-day-celebration

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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