Roma vs Budicca

Budicca, o Boadicea (La Vittoriosa), fu regina degli Iceni dell’East Anglia (Britannia celtica). Ha guidato una ribellione nel 60 d.C. contro i romani, distruggendo le città di Colchester (la prima colonia romana chiamata Camulodunum), St. Albans e Londra. 
Lo scontro campale nella battaglia di Watling fu però una rovinosa sconfitta e la Regina preferì avvelenarsi (secondo Tacito) che accettare l’umiliazione di essere portata in catene a Roma.

[Budicca] Era una donna molto alta e dall’aspetto terrificante. Aveva gli occhi feroci e la voce aspra. Le chiome fulve le ricadevano in gran massa sui fianchi. Quanto all’abbigliamento, indossava invariabilmente una collana d’oro e una tunica variopinta. Il tutto era ricoperto da uno spesso mantello fermato da una spilla. Mentre parlava, teneva stretta una lancia che contribuiva a suscitare terrore in chiunque la guardasse.
(Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, 62, 2)


L’articolo che segue è a firma di Tiziano Galante.

La Britannia romana

Enya -Boadicea in The Celts 1986

E’ solo in età vittoriana che la regina-guerriera Budicca diventa un’eroina celtica

Quando Roma decideva di occupare territori confinanti, preparava il terreno attraverso un sottile lavoro diplomatico. Le tribù si facevano guerra per contendersi terre. Roma ne rendeva alleate alcune, guadagnandosi così il pretesto per difenderle da altre tribù. Alla fine tutte le divenivano in qualche modo debitrici e costrette ad assaggiare il duro giogo romano.

Così accadde anche in Britannia. Le sue tribù non fecero subito fronte comune contro l’estraneo e bellicoso invasore romano. Alcune collaborarono, altre si opposero, altre ancora rimasero neutrali in attesa di salire sul carro vincitore.

Budicca

Re degli Iceni, in mancanza di eredi maschi, Prasutago designò a succedergli la moglie Budicca con le due figlie[1]. I misogini Romani non rispettarono la sua volontà, trovando fiera opposizione nelle designate al trono. Il governatore-generale romano Svetonio Paolino reagì energicamente, facendo frustare la regina e stuprare le figlie.

Lungi dal piegarsi, Budicca reagì in modo del tutto imprevisto anche per una donna celtica culturalmente più emancipata. Profuse un carisma tale da farla riconoscere capo-popolo anche presso altre tribù[2], già maltrattate e dunque insofferenti dei nuovi dominatori.

Roma vs Budicca 60 d.c.

Verso costoro Budicca covò una terribile vendetta. Alle tre colonie fondate dai veterani romani (pensionati di guerra) concesse breve tempo per sfollare. Chi indugiò per salvare beni di valore venne spietatamente massacrato, anche con torture. Non furono risparmiati i bambini; le cittadine incendiate.

Negli Annali Tacito citò 70.000 vittime. La cifra è dubbia se la sola Londinum (Londra) era il centro maggiore con 10.000 abitanti; gli altri due centri colpiti erano minori.

La battaglia di Watling

Galvanizzata dai successi, Budicca cavalcò l’incontrollabile insurrezione. In tutta fretta Paolino dovette abbandonare la caccia per sterminare i Druidi (sull’isola di Anglesey[3], nel Galles settentrionale), che alimentavano lo spirito ribelle, e affrontare la battaglia campale coi pochi soldati disponibili – non più di 13.000 – mentre i ribelli erano almeno 40.000 e probabilmente di più.

I mercanti si spingevano ben oltre i confini imperiali. Ovunque era giunta la fama degli efficienti ed imbattibili eserciti romani. Ma i Britanni confidarono sul momentaneo isolamento romano dal continente, sulla propria netta superiorità numerica e determinazione a combattere in difesa. Erano sicuri di infliggere ai Romani una sconfitta talmente bruciante, da togliere loro definitivamente, la voglia di tornare nell’isola. Avevano perfino posto le famiglie alle loro spalle, per farle assistere al proprio trionfo.

Ignorando ogni tattica bellica, i Britanni allestirono un semplice sbarramento.

Ma nel corso di secoli i Romani avevano forgiato un’ineguagliabile esperienza bellica, disponendosi da manuale sul terreno di battaglia. Scelsero vantaggiosi punti strategici: terreni impervi, boscosi ed in altura. Serviva a rendere inutilizzabili i carri da guerra britannici. I loro guerrieri dovettero muoversi a piedi, cosa che impediva efficaci manovre belliche. Attestati nei punti già prestabiliti ed operando come un sol uomo, i Romani trovarono facile bersaglio sul nemico concentrato in un solo punto. Si avvantaggiarono pure del diversificato armamentario bellico. La cavalleria si destreggiava in manovre veloci e coordinate. Gli arcieri avevano al loro seguito la tremenda macchina nota come Scorpione. I fanti avevano in dotazione due giavellotti e gladio (spada corta), più maneggevole nello scontro diretto; inoltre avevano un continuo ricambio in prima linea di combattimento, cosa che non li stancava più di tanto nel combattimento.

Luis Royo in The wind from Hastings

Ugualmente lo scontro procedette molto violento per ore, anche durante la notte. Nella malparata i Britanni trovarono la fuga ostruita dai carri delle loro stesse famiglie. Quella passò alla storia come battaglia di Watling nel 60 d.C.

Paolino operò una durissima e persistente repressione, in modo da cancellare per sempre ogni velleità di rivolta britannica.
Nerone tuttavia pose fine all’ormai insensato e dunque intollerabile maltrattamento contro popolazioni già sottomesse. Richiamò a Roma Paolino, sostituito da un conciliante ed imparziale amministratore. La guerra costituiva un investimento troppo dispendioso, insostenibile sul lungo periodo. Doveva essere l’eccezione alla regola. Solo nel consenso, realizzabile in un superiore livello di civiltà, Roma avrebbe potuto rimanere aeterna urbs (città eterna).

[Tiziano Galante]

[1] Prasutago era un re-cliente di Roma la quale concedeva l’indipendenza ai regni alleati ma alla morte del loro re questi dovevano lasciare il regno in eredità a Roma.
[2] i Trinovanti
[3] nota ai romani come Mona insula

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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